D.J
Forumer storico
Philippe Herlin Ricercatore finanziario / Membro dell'equipe redazionale di Goldbroker.com
Philippe Herlin è un ricercatore finanziario e professore al Conservatoire National des Arts et Métiers di Parigi. Adepto dei pensatori del rischio estremo come Benoît Mandelbrot e Nassim Taleb, oltre che la scuola Austriaca, condivide il suo sguardo sulla crisi attuale, quella della zona euro, dei debiti pubblici e del sistema bancario. Autore di un libro di riferimento sull'oro (L'or un placement d'avenir, Eyrolles 2012), desidera che il metallo giallo possa avere un ruolo determinante per i nostri risparmi, fino alla sua rimonetizzazione totale.
https://www.facebook.com/philippeherlin https://www.twitter.com/philippeherlin https://www.goldbroker.com/it/autore/philippe-herlin.rss
I miei articoli
Cosa c'è di nuovo negli Stati Uniti? Ancora dubbi sulla "ripresa economica"
Pubblicato il 08/mag/2014Share on printShare on email
More Sharing Services
Cosa c'è di nuovo negli Stati Uniti? La ripresa economica...che si fa ancora aspettare. La crescita nel primo trimestre dell'anno si attesta soltanto ad un + 0,1%. Ci sarebbe un motivo stando alla fonte ufficiale: la neve. I fiocchi bianchi cadono in inverno, quest'anno particolarmente lungo tanto che gli statunitensi non sono potuti uscire di casa per fare le spese. Negli Usa ci si sposta con le slitte ora...
Gli ingenui che credono a questa spiegazione possono tranquillamente conservare le loro azioni, gli altri invece cominceranno a porsi sempre più domande.
Da tempo ripetiamo che non c'è una vera e propria ripresa economica, autoalimentata, negli Stati Uniti ma soltanto delle bolle di mercato e della ricchezza fasulla creata con i Quantitative Easing della Fed, niente di più. Il dinamismo dell'innovazione ed il gas di scisto (con le stime promesse da rivedere al ribasso) non bastano a trainare l'intera economia. Aspettiamo con ansia le cifre del secondo trimestre per vedere se ci sarà un effetto rebond (puramente tecnico) o una conferma, in entrambi i casi affioreranno reali inquietudini.
Bisogna anche vedere come l'informazione è stata annunciata: i pessimi dati della crescita economica nel primo trimestre non sono stati trattati, né tantomeno analizzati, dai media, meglio dimenticare in fretta. Di contro però, all'indomani della pubblicazione dei dati del primo trimestre, sono stati pubblicati altri dati riguardo alla creazione di posti di lavoro in aprile, superiore alla previsioni. Allora la ripresa è arrivata?
Tornando un po' indietro però si può capire come è stato ottenuto il taglio del tasso di disoccupazione reale: non includendo nelle statistiche i disoccupati di lungo corso. La percentuale di popolazione attiva nel lavoro in rapporto a quella totale è passata dal 62% del 2007 al 59% del 2014. Solo il 59% degli statunitensi, idonei al lavoro, ha oggi un impiego. Altri statistiche invece rivelano che il 20% delle famiglie negli Usa non ha nessun membro che lavora. Vogliono farci veramente credere che la disoccupazione sia diminuita?
Janet Yellen ha confermato la diminuzione dei Quantitative Easing di 10 miliardi di dollari. I rubinetti continuano ad essere chiusi poco a poco. Nel mese di maggio, la Fed acquisterà 25 miliardi di dollari in Buoni del Tesoro e 20 miliardi di mutui. Da quanto è stato proclamato, nonché attuato, il calo ha reso il Dow Jones sempre più esitante e non progredisce più come prima. Il carburante sta finendo, con queste premesse gli sviluppi si fanno sempre più interessanti.
Tra una pseudo ripresa che vacilla, una disoccupazione reale che non diminuisce, una borsa esitante, e con la stampa di denaro in diminuzione, gli Stati Uniti affrontano un periodo cruciale. Nel mese di settembre dovrebbero terminare i QE, se per quel momento non si sarà materializzata definitivamente la ripresa economica, i rischi saranno molto alti...
Philippe Herlin è un ricercatore finanziario e professore al Conservatoire National des Arts et Métiers di Parigi. Adepto dei pensatori del rischio estremo come Benoît Mandelbrot e Nassim Taleb, oltre che la scuola Austriaca, condivide il suo sguardo sulla crisi attuale, quella della zona euro, dei debiti pubblici e del sistema bancario. Autore di un libro di riferimento sull'oro (L'or un placement d'avenir, Eyrolles 2012), desidera che il metallo giallo possa avere un ruolo determinante per i nostri risparmi, fino alla sua rimonetizzazione totale.
https://www.facebook.com/philippeherlin https://www.twitter.com/philippeherlin https://www.goldbroker.com/it/autore/philippe-herlin.rss
I miei articoli
Cosa c'è di nuovo negli Stati Uniti? Ancora dubbi sulla "ripresa economica"
Pubblicato il 08/mag/2014Share on printShare on email
More Sharing Services
Cosa c'è di nuovo negli Stati Uniti? La ripresa economica...che si fa ancora aspettare. La crescita nel primo trimestre dell'anno si attesta soltanto ad un + 0,1%. Ci sarebbe un motivo stando alla fonte ufficiale: la neve. I fiocchi bianchi cadono in inverno, quest'anno particolarmente lungo tanto che gli statunitensi non sono potuti uscire di casa per fare le spese. Negli Usa ci si sposta con le slitte ora...
Gli ingenui che credono a questa spiegazione possono tranquillamente conservare le loro azioni, gli altri invece cominceranno a porsi sempre più domande.
Da tempo ripetiamo che non c'è una vera e propria ripresa economica, autoalimentata, negli Stati Uniti ma soltanto delle bolle di mercato e della ricchezza fasulla creata con i Quantitative Easing della Fed, niente di più. Il dinamismo dell'innovazione ed il gas di scisto (con le stime promesse da rivedere al ribasso) non bastano a trainare l'intera economia. Aspettiamo con ansia le cifre del secondo trimestre per vedere se ci sarà un effetto rebond (puramente tecnico) o una conferma, in entrambi i casi affioreranno reali inquietudini.
Bisogna anche vedere come l'informazione è stata annunciata: i pessimi dati della crescita economica nel primo trimestre non sono stati trattati, né tantomeno analizzati, dai media, meglio dimenticare in fretta. Di contro però, all'indomani della pubblicazione dei dati del primo trimestre, sono stati pubblicati altri dati riguardo alla creazione di posti di lavoro in aprile, superiore alla previsioni. Allora la ripresa è arrivata?
Tornando un po' indietro però si può capire come è stato ottenuto il taglio del tasso di disoccupazione reale: non includendo nelle statistiche i disoccupati di lungo corso. La percentuale di popolazione attiva nel lavoro in rapporto a quella totale è passata dal 62% del 2007 al 59% del 2014. Solo il 59% degli statunitensi, idonei al lavoro, ha oggi un impiego. Altri statistiche invece rivelano che il 20% delle famiglie negli Usa non ha nessun membro che lavora. Vogliono farci veramente credere che la disoccupazione sia diminuita?
Janet Yellen ha confermato la diminuzione dei Quantitative Easing di 10 miliardi di dollari. I rubinetti continuano ad essere chiusi poco a poco. Nel mese di maggio, la Fed acquisterà 25 miliardi di dollari in Buoni del Tesoro e 20 miliardi di mutui. Da quanto è stato proclamato, nonché attuato, il calo ha reso il Dow Jones sempre più esitante e non progredisce più come prima. Il carburante sta finendo, con queste premesse gli sviluppi si fanno sempre più interessanti.
Tra una pseudo ripresa che vacilla, una disoccupazione reale che non diminuisce, una borsa esitante, e con la stampa di denaro in diminuzione, gli Stati Uniti affrontano un periodo cruciale. Nel mese di settembre dovrebbero terminare i QE, se per quel momento non si sarà materializzata definitivamente la ripresa economica, i rischi saranno molto alti...