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Svizzera: analisti, da Bns mossa 'shock' per giocare d'anticipo su Bce - FOCUS
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 gen - La Banca nazionale svizzera ha colto tutti completamente di sorpresa, sganciando il franco svizzero dalla soglia minimo sull'euro. Nelle loro prime reazioni gli analisti non hanno esitato a parlare di incoerenza dell'Istituto rispetto alla strategia seguita finora e confermata da dichiarazioni molto recenti. A un piu' attento esame molti osservatori sono giunti alla conclusione che Zurigo ha voluto giocare d'anticipo rispetto allo scenario valutario che si verra' a creare se la Bce, come ampiamente atteso, il 22 gennaio lancera' il Quantitative Easing. In tal caso, a fronte di un presumibile nuovo calo dell'euro, la difesa del 'floor' di 1,20 franchi, gia' assai dispendiosa, diventerebbe molto difficile, se non insostenibile. Le mosse elvetiche hanno avuto un effetto 'shock' sui mercati, con un'impennata di oltre il 30% del franco svizzero fino a 0,8544 per un euro dal precedente 1,2010 e uno scivolone della Borsa di Zurigo, arrivata a perdere oltre il 12%, mentre fioccavano le vendite soprattutto sui titoli del lusso, i piu' penalizzati dal super-franco e sulle societa' esportatrici, in particolare le piu' esposte verso la zona euro. Con il passare delle ore, il franco si e' stabilizzato attorno a 1,04 per un euro. La Borsa di Zurigo ha chiuso sopra i minimi della seduta con un calo (-8,6%) che resta tuttavia molto pesante. Le scosse dello tsunami finanziario, intanto, dalla Confederazione si sono propagate fino ai Paesi indebitati in franchi svizzeri, in particolare quelli del centro-est Europa, le cui valute sono finite sotto forte pressione. La ratio dell'abbandono del floor di 1,20 franchi sull'euro "non appare immediatamente comprensibile, soprattutto se letta assieme all'ulteriore taglio dei tassi", commenta Asmara Jamaleh, economista del mercato dei cambi di Intesa Sanpaolo, riferendosi anche alla riduzione del saggio di riferimento a -0,75% decisa contestualmente da Zurigo. Le motivazioni addotte dalla Bns - ovvero il venire meno delle condizioni di eccezionalita' che nel 2012 avevano indotto ad adottare la soglia minima e il piu' recente calo del franco sul dollaro per un effetto 'trascinamento' da parte dell'euro - sono per l'analista "un ragionamento non incoerente a livello teorico". Il punto e' che almeno nel breve "i mercati possono fare overshooting" ed "e' verosimile che l'aggiustamento" su cui punta la Bns richieda tempo. Inoltre, rileva l'economista, la Bns non esclude di intervenire direttamente sul cambio nel caso in cui l'euro-franco dovesse scendere troppo. "Sembra che la Bns abbia calcolato male le reazioni dei mercati dove il franco ha guadagnato circa il 18% verso l'euro. E' un problema per l'economia elvetica perche' circa il 50% delle esportazioni e' diretto verso la zona euro", commenta Bart Van Craeynest, capo-economista di Petercam. Per Barclays le decisioni della Banca elvetica hanno forti ricadute anche sugli asset al di fuori della Svizzera. L'iniziativa elvetica "finira' per indurre le banche centrali di altre piccole economie aperte dell'Europa, in primo luogo le nazioni scandinave, ad allentare la politica monetaria a loro volta". Per gli analisti della banca britannica i mercati al momento hanno avuto una reazione eccessiva non solo nel caso del cambio euro-franco, ma anche ad esempio in quello dell'euro-fiorino ungherese. man-gli Per Daragh Maher, strategist di Hsbc, abbandonando il floor "la Bns non e' piu' obbligata a intervenire per difenderlo" e quindi puo' abbandonare anche una strategia controversa e costosa. Come notano piu' analisti, i massicci interventi di acquisto di valute estere per contenere il valore della divisa nazionale, hanno portato il bilancio della Banca centrale svizzera a dimensioni astronomiche, pari all'85% del Pil della Confederazione. La Bns in realta' aveva gia' cercato il 18 dicembre di arginare il super-franco con l'introduzione dei tassi di interesse negativi e oggi ha fatto un ulteriore passo in questa direzione, come rilevano gli analisti di SocGen. "E' un evidente disincentivo a tenere depositi in franchi svizzeri", commenta Barclays, ma "se si rivelera' insufficiente prevediamo che la Bns tagli ancora". Gli analisti di Ig ritengono che la 'Bns abbia deciso di anticipare un eventuale fallimento nella difesa del 'floor' che sarebbe potuto accadere il 22 gennaio', quando si prevede che la Bce adotti il nuovo piano di 'Qe'. In sintonia anche il parere di Kathleen Brooks, analista di Forex.com, secondo cui la mossa della Bns e' strettamente legata a quello che dovrebbe succedere la prossima settimana a Francoforte. E se, infine, la neutralissima e placida svizzera, il 'porto sicuro' per eccellenza, altro non fosse la prima vittima di una guerra mondiale delle valute, come indica Christopher Dembik, economista della Saxo Bank? "La Banca centrale svizzera e' stata la prima a lanciarsi nella guerra delle monete e la prima a capitolare", spiega l'analista, che con l'abbandono del floor vede la Bns battere "in ritirata prima che la Bce sfoderi l'arma del Qe". Insomma, davanti alle intenzioni della Eurotower, Zurigo ha alzato bandiera bianca. Per Daragh Maher, strategist di Hsbc, abbandonando il floor "la Bns non e' piu' obbligata a intervenire per difenderlo" e quindi puo' abbandonare anche una strategia controversa e costosa. Come notano piu' analisti, i massicci interventi di acquisto di valute estere per contenere il valore della divisa nazionale, hanno portato il bilancio della Banca centrale svizzera a dimensioni astronomiche, pari all'85% del Pil della Confederazione. La Bns in realta' aveva gia' cercato il 18 dicembre di arginare il super-franco con l'introduzione dei tassi di interesse negativi e oggi ha fatto un ulteriore passo in questa direzione, come rilevano gli analisti di SocGen. "E' un evidente disincentivo a tenere depositi in franchi svizzeri", commenta Barclays, ma "se si rivelera' insufficiente prevediamo che la Bns tagli ancora". Gli analisti di Ig ritengono che la 'Bns abbia deciso di anticipare un eventuale fallimento nella difesa del 'floor' che sarebbe potuto accadere il 22 gennaio', quando si prevede che la Bce adotti il nuovo piano di 'Qe'. In sintonia anche il parere di Kathleen Brooks, analista di Forex.com, secondo cui la mossa della Bns e' strettamente legata a quello che dovrebbe succedere la prossima settimana a Francoforte. E se, infine, la neutralissima e placida svizzera, il 'porto sicuro' per eccellenza, altro non fosse la prima vittima di una guerra mondiale delle valute, come indica Christopher Dembik, economista della Saxo Bank? "La Banca centrale svizzera e' stata la prima a lanciarsi nella guerra delle monete e la prima a capitolare", spiega l'analista, che con l'abbandono del floor vede la Bns battere "in ritirata prima che la Bce sfoderi l'arma del Qe". Insomma, davanti alle intenzioni della Eurotower, Zurigo ha alzato bandiera bianca.
man-gli- (RADIOCOR) 15-01-15
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 gen - La Banca nazionale svizzera ha colto tutti completamente di sorpresa, sganciando il franco svizzero dalla soglia minimo sull'euro. Nelle loro prime reazioni gli analisti non hanno esitato a parlare di incoerenza dell'Istituto rispetto alla strategia seguita finora e confermata da dichiarazioni molto recenti. A un piu' attento esame molti osservatori sono giunti alla conclusione che Zurigo ha voluto giocare d'anticipo rispetto allo scenario valutario che si verra' a creare se la Bce, come ampiamente atteso, il 22 gennaio lancera' il Quantitative Easing. In tal caso, a fronte di un presumibile nuovo calo dell'euro, la difesa del 'floor' di 1,20 franchi, gia' assai dispendiosa, diventerebbe molto difficile, se non insostenibile. Le mosse elvetiche hanno avuto un effetto 'shock' sui mercati, con un'impennata di oltre il 30% del franco svizzero fino a 0,8544 per un euro dal precedente 1,2010 e uno scivolone della Borsa di Zurigo, arrivata a perdere oltre il 12%, mentre fioccavano le vendite soprattutto sui titoli del lusso, i piu' penalizzati dal super-franco e sulle societa' esportatrici, in particolare le piu' esposte verso la zona euro. Con il passare delle ore, il franco si e' stabilizzato attorno a 1,04 per un euro. La Borsa di Zurigo ha chiuso sopra i minimi della seduta con un calo (-8,6%) che resta tuttavia molto pesante. Le scosse dello tsunami finanziario, intanto, dalla Confederazione si sono propagate fino ai Paesi indebitati in franchi svizzeri, in particolare quelli del centro-est Europa, le cui valute sono finite sotto forte pressione. La ratio dell'abbandono del floor di 1,20 franchi sull'euro "non appare immediatamente comprensibile, soprattutto se letta assieme all'ulteriore taglio dei tassi", commenta Asmara Jamaleh, economista del mercato dei cambi di Intesa Sanpaolo, riferendosi anche alla riduzione del saggio di riferimento a -0,75% decisa contestualmente da Zurigo. Le motivazioni addotte dalla Bns - ovvero il venire meno delle condizioni di eccezionalita' che nel 2012 avevano indotto ad adottare la soglia minima e il piu' recente calo del franco sul dollaro per un effetto 'trascinamento' da parte dell'euro - sono per l'analista "un ragionamento non incoerente a livello teorico". Il punto e' che almeno nel breve "i mercati possono fare overshooting" ed "e' verosimile che l'aggiustamento" su cui punta la Bns richieda tempo. Inoltre, rileva l'economista, la Bns non esclude di intervenire direttamente sul cambio nel caso in cui l'euro-franco dovesse scendere troppo. "Sembra che la Bns abbia calcolato male le reazioni dei mercati dove il franco ha guadagnato circa il 18% verso l'euro. E' un problema per l'economia elvetica perche' circa il 50% delle esportazioni e' diretto verso la zona euro", commenta Bart Van Craeynest, capo-economista di Petercam. Per Barclays le decisioni della Banca elvetica hanno forti ricadute anche sugli asset al di fuori della Svizzera. L'iniziativa elvetica "finira' per indurre le banche centrali di altre piccole economie aperte dell'Europa, in primo luogo le nazioni scandinave, ad allentare la politica monetaria a loro volta". Per gli analisti della banca britannica i mercati al momento hanno avuto una reazione eccessiva non solo nel caso del cambio euro-franco, ma anche ad esempio in quello dell'euro-fiorino ungherese. man-gli Per Daragh Maher, strategist di Hsbc, abbandonando il floor "la Bns non e' piu' obbligata a intervenire per difenderlo" e quindi puo' abbandonare anche una strategia controversa e costosa. Come notano piu' analisti, i massicci interventi di acquisto di valute estere per contenere il valore della divisa nazionale, hanno portato il bilancio della Banca centrale svizzera a dimensioni astronomiche, pari all'85% del Pil della Confederazione. La Bns in realta' aveva gia' cercato il 18 dicembre di arginare il super-franco con l'introduzione dei tassi di interesse negativi e oggi ha fatto un ulteriore passo in questa direzione, come rilevano gli analisti di SocGen. "E' un evidente disincentivo a tenere depositi in franchi svizzeri", commenta Barclays, ma "se si rivelera' insufficiente prevediamo che la Bns tagli ancora". Gli analisti di Ig ritengono che la 'Bns abbia deciso di anticipare un eventuale fallimento nella difesa del 'floor' che sarebbe potuto accadere il 22 gennaio', quando si prevede che la Bce adotti il nuovo piano di 'Qe'. In sintonia anche il parere di Kathleen Brooks, analista di Forex.com, secondo cui la mossa della Bns e' strettamente legata a quello che dovrebbe succedere la prossima settimana a Francoforte. E se, infine, la neutralissima e placida svizzera, il 'porto sicuro' per eccellenza, altro non fosse la prima vittima di una guerra mondiale delle valute, come indica Christopher Dembik, economista della Saxo Bank? "La Banca centrale svizzera e' stata la prima a lanciarsi nella guerra delle monete e la prima a capitolare", spiega l'analista, che con l'abbandono del floor vede la Bns battere "in ritirata prima che la Bce sfoderi l'arma del Qe". Insomma, davanti alle intenzioni della Eurotower, Zurigo ha alzato bandiera bianca. Per Daragh Maher, strategist di Hsbc, abbandonando il floor "la Bns non e' piu' obbligata a intervenire per difenderlo" e quindi puo' abbandonare anche una strategia controversa e costosa. Come notano piu' analisti, i massicci interventi di acquisto di valute estere per contenere il valore della divisa nazionale, hanno portato il bilancio della Banca centrale svizzera a dimensioni astronomiche, pari all'85% del Pil della Confederazione. La Bns in realta' aveva gia' cercato il 18 dicembre di arginare il super-franco con l'introduzione dei tassi di interesse negativi e oggi ha fatto un ulteriore passo in questa direzione, come rilevano gli analisti di SocGen. "E' un evidente disincentivo a tenere depositi in franchi svizzeri", commenta Barclays, ma "se si rivelera' insufficiente prevediamo che la Bns tagli ancora". Gli analisti di Ig ritengono che la 'Bns abbia deciso di anticipare un eventuale fallimento nella difesa del 'floor' che sarebbe potuto accadere il 22 gennaio', quando si prevede che la Bce adotti il nuovo piano di 'Qe'. In sintonia anche il parere di Kathleen Brooks, analista di Forex.com, secondo cui la mossa della Bns e' strettamente legata a quello che dovrebbe succedere la prossima settimana a Francoforte. E se, infine, la neutralissima e placida svizzera, il 'porto sicuro' per eccellenza, altro non fosse la prima vittima di una guerra mondiale delle valute, come indica Christopher Dembik, economista della Saxo Bank? "La Banca centrale svizzera e' stata la prima a lanciarsi nella guerra delle monete e la prima a capitolare", spiega l'analista, che con l'abbandono del floor vede la Bns battere "in ritirata prima che la Bce sfoderi l'arma del Qe". Insomma, davanti alle intenzioni della Eurotower, Zurigo ha alzato bandiera bianca.
man-gli- (RADIOCOR) 15-01-15