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Forumer storico
Esquilino, firmato accordo tra Campidoglio e comunità cinese
Siglato un ampio protocollo d'intesa tra Comune e comunità cinese per l'integrazione di quest'ultima, nella capitale in genere e in particolare all'Esquilino, dove la presenza cinese è più forte.
Ad apporre le firme dell'accordo, da subito operativo, l'assessore alla sicurezza Jean Leonard Touadi e il rappresentante della comunità cinese, Chen Shao Min. Presenti alla firma il sindaco Veltroni, il presidente del I Municipio Giuseppe Lobefaro e il consigliere dell'ambasciata cinese in Italia, Tao Tugen.
Sono complessivamente 16 i punti dell'accordo sottoscritto in Campidoglio, otto che impegnano la comunità cinese e altrettanti che riguardano l'azione del Comune di Roma. Nel protocollo si legge che la comunità cinese s'impegna a "rispettare rigorosamente le leggi italiane e a lavorare nel rispetto della legalità, continuando a educare e a formare le nuove generazioni a tali principi"; a "riqualificare le insegne e l'allestimento dei negozi", installando entro 90 giorni dalla firma "insegne con scritta italiana"; ad "adeguarsi alle nuove regole di carico e scarico merci"; a "rispettare le regole di raccolta degli imballaggi, attenersi alle regole di divieto di vendita all'ingrosso, impegnandosi nella diversificazione commerciale"; a "concordare con gli altri commercianti non cinesi un responsabile di strada che si occupi del decoro della strada stessa"; a "collaborare con tutti i responsabili di strada affinché contribuiscano con apposito contratto con Ama a migliorare la pulizia del quartiere".
Un altro punto dell'accordo prevede che la comunità cinese si adoperi "per l'integrazione culturale con i cittadini italiani, ricercando congiuntamente tutte le forme di collaborazione culturale e sociale che producano senso di appartenenza e coesione sociale"; e ciò in tutte "le aree di residenza cittadina… evitando la diffusione di comportamenti tesi alla formazione di nuovi quartieri mono-etnici".
Dal suo canto, il Comune s'impegna ad attivare corsi di lingua italiana e ogni iniziativa prevista dalle norme in tema di integrazione, legalità e commercio. Il Campidoglio creerà, in collaborazione con l'università (lingue orientali), uno 'sportello di educazione interculturale e legale', formando mediatori di lingua madre cinese da inserire nel registro comunale dei mediatori culturali.
Figurano nell'accordo anche iniziative di respiro 'strategico' che coinvolgano la comunità cinese, in particolare le seconde generazioni: si parla di "favorire ulteriormente la riqualificazione delle attività commerciali e artigianali presenti nel rione", con controlli urbanistici sulla trasformazione dei negozi e con "un'opera di consulenza sulla messa in regola degli stessi". Infine, ci si propone di facilitare maggiormente la comunicazione tra istituzioni e comunità straniere, traducendo leggi e regolamenti in lingua cinese.
L'intesa, ha detto il sindaco Veltroni, è fondata "sulla coesistenza tra integrazione e legalità" e può fare da modello anche per altre città. Veltroni ha ricordato che la comunità cinese rappresenta il 5,45% della popolazione dell'Esquilino e che i negozi cinesi presenti nel I Municipio sono il 2,6% sul totale, ovvero 602 su 23mila. E una parte della forte crescita economica della città, ha sottolineato il sindaco, "è merito dei lavoratori e delle imprese gestite da immigrati".
Siglato un ampio protocollo d'intesa tra Comune e comunità cinese per l'integrazione di quest'ultima, nella capitale in genere e in particolare all'Esquilino, dove la presenza cinese è più forte.
Ad apporre le firme dell'accordo, da subito operativo, l'assessore alla sicurezza Jean Leonard Touadi e il rappresentante della comunità cinese, Chen Shao Min. Presenti alla firma il sindaco Veltroni, il presidente del I Municipio Giuseppe Lobefaro e il consigliere dell'ambasciata cinese in Italia, Tao Tugen.
Sono complessivamente 16 i punti dell'accordo sottoscritto in Campidoglio, otto che impegnano la comunità cinese e altrettanti che riguardano l'azione del Comune di Roma. Nel protocollo si legge che la comunità cinese s'impegna a "rispettare rigorosamente le leggi italiane e a lavorare nel rispetto della legalità, continuando a educare e a formare le nuove generazioni a tali principi"; a "riqualificare le insegne e l'allestimento dei negozi", installando entro 90 giorni dalla firma "insegne con scritta italiana"; ad "adeguarsi alle nuove regole di carico e scarico merci"; a "rispettare le regole di raccolta degli imballaggi, attenersi alle regole di divieto di vendita all'ingrosso, impegnandosi nella diversificazione commerciale"; a "concordare con gli altri commercianti non cinesi un responsabile di strada che si occupi del decoro della strada stessa"; a "collaborare con tutti i responsabili di strada affinché contribuiscano con apposito contratto con Ama a migliorare la pulizia del quartiere".
Un altro punto dell'accordo prevede che la comunità cinese si adoperi "per l'integrazione culturale con i cittadini italiani, ricercando congiuntamente tutte le forme di collaborazione culturale e sociale che producano senso di appartenenza e coesione sociale"; e ciò in tutte "le aree di residenza cittadina… evitando la diffusione di comportamenti tesi alla formazione di nuovi quartieri mono-etnici".
Dal suo canto, il Comune s'impegna ad attivare corsi di lingua italiana e ogni iniziativa prevista dalle norme in tema di integrazione, legalità e commercio. Il Campidoglio creerà, in collaborazione con l'università (lingue orientali), uno 'sportello di educazione interculturale e legale', formando mediatori di lingua madre cinese da inserire nel registro comunale dei mediatori culturali.
Figurano nell'accordo anche iniziative di respiro 'strategico' che coinvolgano la comunità cinese, in particolare le seconde generazioni: si parla di "favorire ulteriormente la riqualificazione delle attività commerciali e artigianali presenti nel rione", con controlli urbanistici sulla trasformazione dei negozi e con "un'opera di consulenza sulla messa in regola degli stessi". Infine, ci si propone di facilitare maggiormente la comunicazione tra istituzioni e comunità straniere, traducendo leggi e regolamenti in lingua cinese.
L'intesa, ha detto il sindaco Veltroni, è fondata "sulla coesistenza tra integrazione e legalità" e può fare da modello anche per altre città. Veltroni ha ricordato che la comunità cinese rappresenta il 5,45% della popolazione dell'Esquilino e che i negozi cinesi presenti nel I Municipio sono il 2,6% sul totale, ovvero 602 su 23mila. E una parte della forte crescita economica della città, ha sottolineato il sindaco, "è merito dei lavoratori e delle imprese gestite da immigrati".