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blorenzo74

Nuovo forumer
Cmq è sceso perchè stamani visto che erano due giorni che non rompeva i 163,30 ho buttato uno short di 200.000 ed ecco il risultato dopo 2 ore è partito a razzo:

- Sell 100.000 163,1500 ESEG 163,1500 11:52:03
- Sell 100.000 162,8100 ESEG 162,8100 09:32:52

Se mi foraggiate bene mi metto long....... :D :D :D :D :D :D
 

dan24

Forumer storico
blorenzo74 ha scritto:
Cmq è sceso perchè stamani visto che erano due giorni che non rompeva i 163,30 ho buttato uno short di 200.000 ed ecco il risultato dopo 2 ore è partito a razzo:

- Sell 100.000 163,1500 ESEG 163,1500 11:52:03
- Sell 100.000 162,8100 ESEG 162,8100 09:32:52

Se mi foraggiate bene mi metto long....... :D :D :D :D :D :D

come già detto a Leo...se ti metti long insieme a lui e va a 157..ve dò 123 euri a testa :D :D :D :D
 

quicksilver

Forumer storico
dan24 ha scritto:
a vedere la raccolta fondi sempre negativa da tempo..non direi ...ma posso sbagliarmi...

te l'abbiamo gia detto piu volte com'è la questione dei fondi, e tu continui a ripetere questa cosa diciamo... inesatta
 

dan24

Forumer storico
Quick§ilver ha scritto:
te l'abbiamo gia detto piu volte com'è la questione dei fondi, e tu continui a ripetere questa cosa diciamo... inesatta

si?

Il quarto trimestre del 2006 si chiude per l’Industria dei fondi comuni con una raccolta complessiva ( fondi di diritto italiano ed estero) negativa per 5 miliardi di euro.

A dispetto dei disinvestimenti, il patrimonio è oggi pari a 656 miliardi di euro e continua la sua crescita rispetto al trimestre precedente (+1,3%); la crescita nel corso dell'anno è pari al 2,5%. In tutto il 2006 il sistema ha subito complessivamente riscatti per 9,4 miliardi di euro: +33 miliardi di euro dai fondi diritto estero (roundetrip e esteri) e -42,5 miliardi per i fondi di diritto italiano.
Nel corso dell'anno appena trascorso le scelte di investimento dei sottoscrittori, complice l'andamento dei mercati finanziari, si sono orientate verso un lento ma progressivo allontanamento dai fondi Obbligazionari e di Liquidità. Questo atteggiamento ha leggermente modificato l'asset allocation del portafoglio riducendo del 6,4% il peso di tali prodotti, che però continuano a rappresentare più della metà del patrimonio investito. L'investitore italiano è poco avvezzo al rischio e questo atteggiamento è reso evidente soprattutto dalla quota di patrimonio investita nei fondi Azionari (27,2%).

Dal punto di vista del domicilio i Fondi Esteri hanno messo a segno una raccolta superiore a 1,3 miliardi di euro nel trimestre di riferimento. Nel corso di tutto il 2006 i flussi sono stati pari a 21,3 miliardi di euro. Torna il segno più davanti ai flussi dei prodotti Roundtrip che, dopo l'uscita di 1,5 miliardi registrata nel terzo trimestre, raccolgono oltre 4,1 miliardi di euro. Da inizio anno i flussi sfiorano gli 11,8 miliardi di euro. Non si arresta la fuoriuscita dai Fondi Italiani. Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre i deflussi superano i 10 miliardi di euro e in tutto il 2006 sono stati superiori a 42 miliardi di euro.

Per quanto concerne le categorie, il quarto trimestre non presenta novità ma, fatta eccezione per la raccolta positiva dei fondi di liquidità nel 3° trimestre, segue passivamente l'andamento dell'anno caratterizzato da flussi negativi per tutte le categorie ad eccezione di quelle Flessibili e Hedge. Nel periodo di riferimento, questi prodotti hanno registrato rispettivamente flussi in ingresso superiori a 3,5 e 1 miliardo. La raccolta dei Flessibili, in tutto il 2006, è superiore a 23,2 miliardi di euro e il patrimonio è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno andando a superare abbondantemente i 55 miliardi di euro. Per gli Hedge i flussi 2006 sono di quasi 6,2 miliardi e il patrimonio ora supera i 28,4 miliardi di euro.

Crescono anche gli asset dei Fondi Azionari (178,3 miliardi di euro), ma dal punto di vista dei flussi, i prodotti legati alle Borse, perdono ancora terreno; nel corso del 4° trimestre, infatti, escono dalla categoria 2,7 miliardi di euro. I deflussi nell'intero anno sono pari a 5,8 miliardi di euro. Per i Bilanciati i disinvestimenti si attestano a 762 milioni di euro (-848 da inizio anno) e il patrimonio a fine 2006 è pari a 43,5 miliardi di euro. Sono 4,7 i miliardi persi dai prodotti Obbligazionari, 26,3 in tutto l'arco del 2006. Il patrimonio è ora pari a 262,6 miliardi di euro. Dopo un trimestre in positivo i fondi di Liquidità tornano ad accusare i disinvestimenti e nel corso degli ultimi tre mesi dell'anno perdono 1,5 miliardi di euro, 5,9 in tutto l'anno.

Analizzando la tipologia giuridica, il quarto trimestre dell'anno è positivo per circa 1,1 miliardi per i Fondi Hedge (6,2 miliardi da inizio anno). È negativo per 677 milioni di euro l'andamento dei Riservati (-748 in tutto il 2006) e di - 5,4 miliardi è l'andamento dei Fondi Aperti (-14,8 miliardi nel 2006).


FONDI ITALIANI FONDI ROUNDTRIP FONDI ESTERI TOTALE ITALIA
AZIONARI - 3.407,8 - 508,8 + 1.235,8 - 2.680,8
BILANCIATI - 1.425,6 + 331,2 + 332,5 - 761,9
OBBLIGAZIONARI - 5.707,5 + 1.332,5 - 320,6 - 4.695,5
FONDI LIQUIDITÀ - 452,3 - 481,2 - 542,0 - 1.475,6
FLESSIBILI - 241,5 + 3.170,9 + 595,7 + 3.525,1
FONDI HEDGE + 804,2 + 282,9 + 1,1 +1.088,2
TOTALE - 10.430,5 + 4.127,6 + 1.302,5 - 5.000,5
Raccolta per domicilio e raccolta complessiva Italia in milioni di euro

poi leggili come vuoi i dati
 

dan24

Forumer storico
Modesto rallentamento nella corsa ai riscatti dai fondi italiani, che però nei primi tre mesi dell’anno hanno perso oltre 12 miliardi di euro. Colpa della volatilità, che spinge molti investitori a puntare sui singoli titoli ed altri a parcheggiarsi sui fondi di liquidità. Ma forse un poco di autocritica sarebbe necessaria.

Modesti segnali di miglioramento per i fondi comuni italiani a marzo, con una raccolta netta che risulta negativa di 2,6 miliardi di euro rispetto i 4 miliardi di 'rosso' registrato a febbraio e i -5,8 miliardi di gennaio, secondo le anticipazioni diffuse mercoledì 4 aprile da Assogestioni. Il trimestre chiude peraltro in rosso per complessivi 12,4 miliardi di euro, un dato che conferma la disaffezione dei risparmiatori italiani nei confronti di questi strumenti, visto che il quarto trimestre 2006 aveva registrato un deflusso di 5 miliardi e l'intero anno passato un 'rosso' di 9,4 miliardi. Complessivamente il patrimonio gestito dal sistema cala a 609 miliardi, contro 614 dello stesso mese del 2006.
Secondo alcuni a complicare le cose sarebbe stata non tanto la performance nel complesso modesta dei listini azionari, così come i rendimenti sempre poco interessanti dei titoli di stato, ma anche l'accresciuta volatilità espressasi in particolare con un flusso di notizie particolarmente consistente attorno a singoli emittenti come Enel (impegnato nell'affare Endese), Finmeccanica (che attende il 9 maggio prossimo la decisione del Pentagono circa il possibile utilizzo del C27J Spartan nell'ambito della gara per il Joint Cargo Aircraft), Eni (che con Enel ha appena vinto l'asta per il Lotto 2 dei beni ex-Yukos), per non parlare delle banche e soprattutto Telecom Italia (le cui vicende societarie non hanno mai mancato di finire sui giornali con cadenza almeno settimanale).

Un'osservazione sulla quale, ove corrispondesse al vero, vale la pena di riflettere, visto che si è sempre detto che il valore di una gestione professionale come quella che i fondi comuni dovrebbero garantire sta proprio nella possibilità di sfruttare momenti di elevata volatilità per fare la differenza con la mera riproduzione dell'andamento degli indici, che strumenti come gli Etf rendono più efficiente e meno costosa e che dovrebbe logicamente avere un maggior appeal nelle fasi di crescita dei mercati (in quelle di prolungato ribasso le preferenze vanno, giustamente, nella direzione della liquidità). Il che parrebbe indicare che la tendenza di questi anni di vendere prodotti sostanzialmente a gestione passiva (o, peggio ancora, rivelatasi scadente), peraltro caratterizzati da costi tipicamente da gestione attiva, ha finito col generare una generalizzata disaffezione.

E ad analizzare l'andamento della raccolta di marzo tale ipotesi sembra trovare conferma: ancora una volta resta negativa la raccolta dei prodotti azionari, obbligazionari e bilanciati, mentre è positiva solo quella dei prodotti flessibili e degli hedge (dotati di uno stile di gestione maggiormente attiva); una novità è rappresentata dal dato positivo dei fondi di liquidità (+1,67 miliardi di euro contro i -700 milioni di febbraio). Complessivamente, inoltre, la raccolta dei fondi esteri resta positiva (+1,5 miliardi) e quella dei fondi italiani negativa (-3,38 miliardi), penalizzati anche dall'incertezza in merito ai tempi e ai dettagli operativi del previsto riordino fiscale (mediante l'introduzione della flat tax al 20%).

Nel recupero dei fondi di liquidità qualche operatore legge infine un movimento prudenziale di quella parte della clientela spaventata dagli alti e bassi dei listini da metà febbraio ad oggi, come del resto sembra confermare l'ultimo sondaggio Reuters Lipper sulle scelte di asset allocation che ha segnalato un aumento di interesse per la liquidità nelle sue varie forme. Una prudenza che in qualche modo sarebbe 'atavica' per il risparmiatore italiano, dato che, come ha di recente sottolineato Luigi Zingales, sarebbe la mancanza di fiducia la ragione principale in grado di spiegare la bassa propensione al rischio degli italiani, affetti dalla sindrome dei 'frutti senza rischio'. Certo, decenni di rendimenti a due cifre dei titoli di Stato (peraltro solo in termini nominali) possono aver indotto tale sindrome, eppure abbiamo la sensazione che se il sistema italiano del risparmio gestito avesse saputo puntare prima e meglio sulla qualità della gestione anziché limitarsi a inseguire economie di scala, ora vi sarebbero meno recriminazioni da fare.
 

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