Falck Renewables (FKR) Falck: focus oltre la punta del naso... (7 lettori)

Toony

Ce la faremo?!?
Interessante articolo sul sito di Finanzaonline:

Borse e la forte correlazione con il petrolio, attenzione a non fare due errori (analisti)

Il petrolio continua a essere la determinante principale dei movimenti delle Borse. Si verifica un'accelerazione delle quotazioni sul petrolio e gli indici dei mercati vanno giù; nel corso della giornata il petrolio recupera e subito le azioni riprendono quota. Come successo proprio ieri a Wall Street! Questi movimenti illustrano un fenomeno nuovo: da inizio anno, le quotazioni del petrolio sono diventate la variabile esplicativa del prezzo delle azioni. In altre parole, si sta assistendo a una forte correlazione tra Borse e prezzo del greggio. Vista questa correlazione, bisogna domandarsi perché il ribasso del petrolio, inizialmente percepito come un fattore di sostegno ai consumi e quindi alla crescita, è ormai letto come un fattore negativo per i mercati azionari? Ha provato a rispondere Didier Le Menestrel, presidente di La Financière de l'Echiquier:

Possiamo capire che la violenza del calo delle quotazioni petrolifere abbia conseguenze molto negative per l'industria petrolifera e i paesi produttori. CLSA, in un recente studio, indicava una flessione degli introiti annui di 2400 miliardi di dollari per i produttori petroliferi. Il settore statunitense dell'energia soffre: il 73% delle società è ormai declassato a junk bond. L'avventura dello shale oil, che tante speranze aveva suscitato, si è tramutata in una dolorosa ritirata: in un anno il 60% delle capacità ha chiuso. Per continuare con i dati da capogiro, la capitalizzazione dei primi 10 gruppi leader mondiali nel settore oil & gas è calata di 750 miliardi rispetto alle quotazioni di fine 2014.

Ma la sfortuna dei produttori fa la fortuna degli importatori. Per la Cina, che consuma 7,5 milioni di barili al giorno, un calo del 10% del prezzo del greggio equivale allo 0,3% di crescita supplementare. Lo stesso vale per l'India (0,5%) o l'Indonesia (0,3%). Insomma, anche il più pessimista degli economisti riconosce che l'impatto netto di un petrolio a prezzi convenienti è globalmente positivo per la crescita dell'economia mondiale, poiché in un tale contesto i vincenti sono più numerosi dei perdenti.

E allora, che cosa vedono i mercati che gli economisti ignorerebbero? In realtà i mercati non vedono; ricordano con preoccupazione che nel 2008 bastò un solo settore (quello dell'immobiliare) per mettere in ginocchio i conti delle grandi banche e a seguire il ritmo della crescita globale. L'indebitamento del settore petrolifero e i futuri default ricordano loro la situazione che aveva preceduto la crisi dei subprime. La recessione sarebbe quindi dietro l'angolo dell'ultima torre di perforazione dismessa.

Facendo questa lettura, i mercati commettono due errori. Il primo è un errore di scala: gli investitori immobiliari rappresentavano nel 2007 il 6,5% del PIL statunitense, mentre quelli del settore petrolifero oggi pesano per lo 0,5%; inoltre, il debito legato all'immobiliare rappresentava il 70% del PIL nel 2007 contro appena il 3% per il settore petrolifero oggi. Il secondo è un errore di perimetro. La crisi dei subprime è stata devastante anche perché i crediti deteriorati interessavano pressoché tutti, attraverso i prodotti strutturati. Niente di simile nel caso del petrolio, il rischio di contagio in questo caso è infinitamente minore.
 
mi piacerebbe sentire un commento di Spotti e Amon sull'articolo postato da Artstudio sull'altro 3d. Grazie

Caro Francy, il discorso è molto complesso ed articolato e l'articolo a mio avviso potrebbe essere fuorviante, soprattutto per chi conosce poco il settore... :-o

Una cosa certa è che è sbagliato parlare genericamente di "settore energy" ma anche di "settore energia rinnovabili" dato che ci sono mille sfaccettature e dinamiche piuttosto complesse che generalizzando vengono trascurate giungendo in questo modo spesso a conclusioni errate! :rolleyes:

:ciao:
 

franci63

Forumer storico
Caro Francy, il discorso è molto complesso ed articolato e l'articolo a mio avviso potrebbe essere fuorviante, soprattutto per chi conosce poco il settore... :-o

Una cosa certa è che è sbagliato parlare genericamente di "settore energy" ma anche di "settore energia rinnovabili" dato che ci sono mille sfaccettature e dinamiche piuttosto complesse che generalizzando vengono trascurate giungendo in questo modo spesso a conclusioni errate! :rolleyes:

:ciao:

pienamente d'accordo:up:.....ma converrai che qui su Falck qualcosa non quadra:mmmm::mmmm:....questo andamento non puo' solo essere frutto di un disinteresse del mercato.....comincio seriamente a preoccuparmi:help::rolleyes:
 

AmonCM

Forumer attivo
pienamente d'accordo:up:.....ma converrai che qui su Falck qualcosa non quadra:mmmm::mmmm:....questo andamento non puo' solo essere frutto di un disinteresse del mercato.....comincio seriamente a preoccuparmi:help::rolleyes:


Attento Franci.. stai molto attento... :eek:
 

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franci63

Forumer storico
Attento Franci.. stai molto attento... :eek:

volevi dire che l'ho preso nel cu..?.....si....me ne sto rendendo conto ogni giorno che passa:-o:-o:-o...qui tutte le nostre teorie sono andate a ramengo........hai voglia a star seduto sulla sponda ad aspettare:-o:-o...questi ti ci fanno annegare nel fiume:wall::wall::wall:...e' stato bello crederci.....
 

Toony

Ce la faremo?!?
UTILITY- NUOVI SUSSIDI ALLE RINNOVABILI IN REGNO UNITO

03/03/2016 11:02 ALN
Il segretario di Stato per l' energia e i cambiamenti climatici del Regno Unito, Amber Rudd, ha dichiarato che il governo britannico offrira' degli incentivi a favore dei produttori di energia elettrica per l' alimentazione delle riserve, al fine di migliorare la sicurezza dell' approvvigionamento del Paese dato che il capacity market non ha funzionato nel Regno Unito. Tra le societa' italiane del settore rinnovabili quotate a Piazza Affari presenti nel Regno Unito ci sono Falck Renewables e, da poco, anche Erg. La prima e' presente nel Regno Unito con impianti eolici per complessivi 320 MW (dato al 30 settembre), che nei primi nove mesi dell' anno scorso hanno generato il 46,4% del proprio Ebitda consolidato. Passando a Erg, il suo ingresso Oltremanica e' stato annunciato lo scorso lunedi', attraverso l' acquisito di un progetto per la realizzazione di un parco eolico della potenza di 45 MW in Irlanda del Nord. L' avvio dei lavori e' previsto nel 2° trimestre del 2016, mentre il completamento e' previsto entro marzo 2017. L' investimento totale stimato e' di 80 milioni di euro.
 

franci63

Forumer storico
UTILITY- NUOVI SUSSIDI ALLE RINNOVABILI IN REGNO UNITO

03/03/2016 11:02 ALN
Il segretario di Stato per l' energia e i cambiamenti climatici del Regno Unito, Amber Rudd, ha dichiarato che il governo britannico offrira' degli incentivi a favore dei produttori di energia elettrica per l' alimentazione delle riserve, al fine di migliorare la sicurezza dell' approvvigionamento del Paese dato che il capacity market non ha funzionato nel Regno Unito. Tra le societa' italiane del settore rinnovabili quotate a Piazza Affari presenti nel Regno Unito ci sono Falck Renewables e, da poco, anche Erg. La prima e' presente nel Regno Unito con impianti eolici per complessivi 320 MW (dato al 30 settembre), che nei primi nove mesi dell' anno scorso hanno generato il 46,4% del proprio Ebitda consolidato. Passando a Erg, il suo ingresso Oltremanica e' stato annunciato lo scorso lunedi', attraverso l' acquisito di un progetto per la realizzazione di un parco eolico della potenza di 45 MW in Irlanda del Nord. L' avvio dei lavori e' previsto nel 2° trimestre del 2016, mentre il completamento e' previsto entro marzo 2017. L' investimento totale stimato e' di 80 milioni di euro.

la notizia ha fruttato un calo dello 0,5%:-o:-o:-o.....ma che vogliamo farci....l'errore e' stato di entrarci in questo ces..so:wall::wall:
 

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