Falck Renewables (FKR) Falck: focus oltre la punta del naso... (2 lettori)

franci63

Forumer storico
ciao Spotti:D.....mi piacerebbe sapere un tuo giudizio sul post di B&t fatto sull'altro fol a proposito di Falck. Grazie
 
ciao Spotti:D.....mi piacerebbe sapere un tuo giudizio sul post di B&t fatto sull'altro fol a proposito di Falck. Grazie

Visto che danno tp con orizzonte temporale 12 mesi se uno va a guardare il consensus su Falck al 2016, si stima un utile netto di 8,3 mln

A 2 euro di valore mi pare che la cap. sarebbe nell'ordine dei 570 mln e quindi un P/U (quelli al 2016) = 68 volte :mmmm:

Con una leva finanziaria Debit/Ebitda nell'ordine delle 4 - 4,5 volte oggi come previsto tra 2 anni.

Magari son sbagliate le stime, pero' sarei curioso di sapere se quella casa di affari facesse una analisi su El.en utilizzando lo stesso metro di giudizio, che tp salterebbe fuori......immagino 100 euro

Per il rapporto tp rispetto ai prezzi dei titoli per me Luxottica e' l'esempio piu' lampante; al massimo storico e con tutti i tp sotto, che rincorrono da anni

Comunque oggi e' la giornata di Tiscali, dove nel fol sembra che l' Italia intera ci stia guadagnando di brutto e gli short che rimangono in mutande.

Guardando un grafico a medio termine...........senza considerare il rapporto rischio/rendimento e quanto effettivamente un titolo del genere dovrebbe apprezzarsi in 12/18 mesi per giustificare il rischio corso

Per me dalle 20 alle 30 volte la performance in 12/18 mesi di Terna

Ciao

Ciao

Chiedo venia

Allora la fonte Falck consensus cita come stima utile netto al 2016 circa 8,3 mln e ne ha riportati 3,35 mln per l'esercizio in corso seppure siano stati di piu'

Manca la quota dei terzi, motivo per cui come ho fatto sbagliando, prendere a riferimento l'utile netto spesso si commettono errori

Come non e' da considerare per il futuro il dividendo distribuito in quanto hanno attinto da riserve.

Ok i 25 mln (compresa la quota terzi) nel 1° trimestre 2015, ho verificato pero' che l'utile risulta essere poi piu' basso nel semestre rispetto a quanto fatto registrare nei primi tre mesi.

Dato piu' logico allora e' EV/Ebitda 2015 (stima), ai valori attuali e' attorno a 6,7 volte, mentre se il titolo andasse a 2 euro tale rapporto tenendo invariato un debito sui 630 mln e un Ebitda 2015 di 145 mln sarebbe di circa 8,4 volte

Quest'ultimo rapporto mi sembrerebbe un po' tirato per la leva finanziaria e per il fatto che Falck avendo un fatturato decisamente piu' basso rispetto al debito e' costretta a mantenere se non addirittura a migliorare la marginalita' che e' gia' molto alta al momento

Ciao

Ciao Franci,

la tua richiesta si riferiva al primo post di B&T (con il secondo post ha poi corretto mi sembra un po' il tiro...) e dal mio punto di vista le considerazioni non sono corrette in quanto non tengono conto della peculiarità di Falck rispetto alle altre aziende industriali con cui B&T vorrebbe compararla...

Provo a spiegarmi meglio:
- i ricavi e i margini di Falck derivano quasi integralmente (la BU servizi è di fatto nata con l'acquisizione di Vector Quatro e i risultati si devono ancora vedere...) dalla produzione di energia elettrica e dagli incentivi e sono caratterizzati da una elevatissima visibilità sul lungo termine;
- l'attività di produzione di energia è tipicamente capital intensive (da qua l'elevato indebitamento) ma garantisce come detto elevati flussi di cassa (l'ebitda è per certi versi una proxi) sul lungo termine in grado di ripagare gli investimenti e garantire ottimi ritorni;
- la crescita al tempo stesso è contenuta (servirebbero forti ulteriori investimenti per acquisire/costruire nuovi impianti di rilevanti dimensioni ma in una situazione generale di eccesso di produzione di energia elettrica e contesto normativo in evoluzione è preferibile mio avviso andarci con i piedi di piombo!).

In parole povere, a fronte di contenuti nuovi investimenti come avvenuto in questi anni, Falck cresce poco ma genera un eccezionale cash flow operativo (nell'ordine dei 100 milioni annui se non ricordo male) in grado di abbattere velocemente l'indebitamento (considerare anche l'effetto dei derivati è a mio avviso distorsivo dato che rappresenta semplicemente il mark to market delle coperture effettuate in passato sul rischio tassi ma il servizio del debito è appunto garantito dal cash flow futuro e non è previsto il rimborso anticipato dei finanziamenti project in essere mentre al tempo stesso la discesa dei tassi, a fronte di una copertura non completa, avrà complessivamente comunque un effetto netto positivo sul cash flow) e permettere di offrire ottimi ritorni in termini di rendimento per gli azionisti.

L'utile in questo genere di aziende passa in second'ordine e di solito si cercano tutti gli escamotage (ad esempio ammortamenti il più possibile anticipati) per abbatterlo (soprattutto in termini di imponibile fiscale) in quanto così facendo si minimizza l'esborso per tasse e quindi si massimizza il cash flow.

El.En. (citata da B&T) invece ha la sua forza nella tecnologia ma la tecnologia, in ultima analisi, è un punto di forza se prima o poi permette di trasformare la pipeline di nuovi prodotti in fatturato e quindi in crescita!
El.En. per assurdo potrebbe (in una certa fase della sua vita) generare poca cassa in quanto impegnata ad investire su brevetti e tecnologia ma l'importante è che la pipeline sia ricca (l'obsolescenza è ovviamente elevata) e sarebbe un grave errore risparmiare in investimenti nella "proprietà intellettuale" per massimizzare la cassa ma minando la crescita (o addirittura ponendo le basi per la "decrescita") futura.
Non è inconsueto vedere (soprattutto negli Stati Uniti) aziende quotate nel settore tecnologico con addirittura risultati negativi sull'ultima riga ma elevate capitalizzazioni in quanto il mercato ha aspettative di elevate potenziali crescite future, basate sulla pipeline di nuovi prodotti!

Quindi per la mia quota di portafoglio investita in Falck punto essenzialmente sulla generazione di cassa (e quindi guardo all'ebitda e poco agli utili contabili) mentre per la quota investita in El.En. cerco essenzialmente la crescita del fatturato (che permette ovviamente anche di conseguire maggiori economie di scala e margini più elevati) e dunque coerentemente valuto la bontà delle due aziende utilizzando differenti parametri per verificare la coerenza delle loro performance operative con le mie aspettative... :ciao:
 
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franci63

Forumer storico
Ciao Franci,

la tua richiesta si riferiva al primo post di B&T (con il secondo post ha poi corretto mi sembra un po' il tiro...) e dal mio punto di vista le considerazioni non sono corrette in quanto non tengono conto della peculiarità di Falck rispetto alle altre aziende industriali con cui B&T vorrebbe compararla...

Provo a spiegarmi meglio:
- i ricavi e i margini di Falck derivano quasi integralmente (la BU servizi è di fatto nata con l'acquisizione di Vector Quatro e i risultati si devono ancora vedere...) dalla produzione di energia elettrica e dagli incentivi e sono caratterizzati da una elevatissima visibilità sul lungo termine;
- l'attività di produzione di energia è tipicamente capital intensive (da qua l'elevato indebitamento) ma garantisce come detto elevati flussi di cassa (l'ebitda è per certi versi una proxi) sul lungo termine in grado di ripagare gli investimenti e garantire ottimi ritorni;
- la crescita al tempo stesso è contenuta (servirebbero forti ulteriori investimenti per acquisire/costruire nuovi impianti di rilevanti dimensioni ma in una situazione generale di eccesso di produzione di energia elettrica e contesto normativo in evoluzione è preferibile mio avviso andarci con i piedi di piombo!).

In parole povere, a fronte di contenuti nuovi investimenti come avvenuto in questi anni, Falck cresce poco ma genera un eccezionale cash flow operativo (nell'ordine dei 100 milioni annui se non ricordo male) in grado di abbattere velocemente l'indebitamento (considerare anche l'effetto dei derivati è a mio avviso distorsivo dato che rappresenta semplicemente il mark to market delle coperture effettuate in passato sul rischio tassi ma il servizio del debito è appunto garantito dal cash flow futuro e non è previsto il rimborso anticipato dei finanziamenti project in essere mentre al tempo stesso la discesa dei tassi, a fronte di una copertura non completa, avrà complessivamente comunque un effetto netto positivo sul cash flow) e permettere di offrire ottimi ritorni in termini di rendimento per gli azionisti.

L'utile in questo genere di aziende passa in second'ordine e di solito si cercano tutti gli escamotage (ad esempio ammortamenti il più possibile anticipati) per abbatterlo (soprattutto in termini di imponibile fiscale) in quanto così facendo si minimizza l'esborso per tasse e quindi si massimizza il cash flow.

El.En. (citata da B&T) invece ha la sua forza nella tecnologia ma la tecnologia, in ultima analisi, è un punto di forza se prima o poi permette di trasformare la pipeline di nuovi prodotti in fatturato e quindi in crescita!
El.En. per assurdo potrebbe (in una certa fase della sua vita) generare poca cassa in quanto impegnata ad investire su brevetti e tecnologia ma l'importante è che la pipeline sia ricca (l'obsolescenza è ovviamente elevata) e sarebbe un grave errore risparmiare in investimenti nella "proprietà intellettuale" per massimizzare la cassa ma minando la crescita (o addirittura ponendo le basi per la "decrescita") futura.
Non è inconsueto vedere (soprattutto negli Stati Uniti) aziende quotate nel settore tecnologico con addirittura risultati negativi sull'ultima riga ma elevate capitalizzazioni in quanto il mercato ha aspettative di elevate potenziali crescite future, basate sulla pipeline di nuovi prodotti!

Quindi per la mia quota di portafoglio investita in Falck punto essenzialmente sulla generazione di cassa (e quindi guardo all'ebitda e poco agli utili contabili) mentre per la quota investita in El.En. cerco essenzialmente la crescita del fatturato (che permette ovviamente anche di conseguire maggiori economie di scala e margini più elevati) e dunque coerentemente valuto la bontà delle due aziende utilizzando differenti parametri per verificare la coerenza delle loro performance operative con le mie aspettative... :ciao:

l'ho sempre detto che sei il n. 1:bow::clap:
 

Hirpus

Nuovo forumer
Ciao Franci,

la tua richiesta si riferiva al primo post di B&T (con il secondo post ha poi corretto mi sembra un po' il tiro...) e dal mio punto di vista le considerazioni non sono corrette in quanto non tengono conto della peculiarità di Falck rispetto alle altre aziende industriali con cui B&T vorrebbe compararla...

Provo a spiegarmi meglio:
- i ricavi e i margini di Falck derivano quasi integralmente (la BU servizi è di fatto nata con l'acquisizione di Vector Quatro e i risultati si devono ancora vedere...) dalla produzione di energia elettrica e dagli incentivi e sono caratterizzati da una elevatissima visibilità sul lungo termine;
- l'attività di produzione di energia è tipicamente capital intensive (da qua l'elevato indebitamento) ma garantisce come detto elevati flussi di cassa (l'ebitda è per certi versi una proxi) sul lungo termine in grado di ripagare gli investimenti e garantire ottimi ritorni;
- la crescita al tempo stesso è contenuta (servirebbero forti ulteriori investimenti per acquisire/costruire nuovi impianti di rilevanti dimensioni ma in una situazione generale di eccesso di produzione di energia elettrica e contesto normativo in evoluzione è preferibile mio avviso andarci con i piedi di piombo!).

In parole povere, a fronte di contenuti nuovi investimenti come avvenuto in questi anni, Falck cresce poco ma genera un eccezionale cash flow operativo (nell'ordine dei 100 milioni annui se non ricordo male) in grado di abbattere velocemente l'indebitamento (considerare anche l'effetto dei derivati è a mio avviso distorsivo dato che rappresenta semplicemente il mark to market delle coperture effettuate in passato sul rischio tassi ma il servizio del debito è appunto garantito dal cash flow futuro e non è previsto il rimborso anticipato dei finanziamenti project in essere mentre al tempo stesso la discesa dei tassi, a fronte di una copertura non completa, avrà complessivamente comunque un effetto netto positivo sul cash flow) e permettere di offrire ottimi ritorni in termini di rendimento per gli azionisti.

L'utile in questo genere di aziende passa in second'ordine e di solito si cercano tutti gli escamotage (ad esempio ammortamenti il più possibile anticipati) per abbatterlo (soprattutto in termini di imponibile fiscale) in quanto così facendo si minimizza l'esborso per tasse e quindi si massimizza il cash flow.

El.En. (citata da B&T) invece ha la sua forza nella tecnologia ma la tecnologia, in ultima analisi, è un punto di forza se prima o poi permette di trasformare la pipeline di nuovi prodotti in fatturato e quindi in crescita!
El.En. per assurdo potrebbe (in una certa fase della sua vita) generare poca cassa in quanto impegnata ad investire su brevetti e tecnologia ma l'importante è che la pipeline sia ricca (l'obsolescenza è ovviamente elevata) e sarebbe un grave errore risparmiare in investimenti nella "proprietà intellettuale" per massimizzare la cassa ma minando la crescita (o addirittura ponendo le basi per la "decrescita") futura.
Non è inconsueto vedere (soprattutto negli Stati Uniti) aziende quotate nel settore tecnologico con addirittura risultati negativi sull'ultima riga ma elevate capitalizzazioni in quanto il mercato ha aspettative di elevate potenziali crescite future, basate sulla pipeline di nuovi prodotti!

Quindi per la mia quota di portafoglio investita in Falck punto essenzialmente sulla generazione di cassa (e quindi guardo all'ebitda e poco agli utili contabili) mentre per la quota investita in El.En. cerco essenzialmente la crescita del fatturato (che permette ovviamente anche di conseguire maggiori economie di scala e margini più elevati) e dunque coerentemente valuto la bontà delle due aziende utilizzando differenti parametri per verificare la coerenza delle loro performance operative con le mie aspettative... :ciao:
Ciao, spotti! Sono sempre in fr
 

Toony

Ce la faremo?!?
L'energia del futuro arriverà dai panneli solari sui tetti

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Entro il 2040, avverrà il sorpasso delle fonti "no-carbon" su quelle responsabili delle emissioni di Co2: raggiungeranno il 56 per cento della potenza totale, grazie alle nuove installazioni che al 2040 saranno per il 60 per cento del totale legate al settore green
di LUCA PAGNI
19 luglio 2015

MILANO - L'energia del futuro? Il solare installato sui tetti delle case. In un domani nemmeno tanto lontano (da qui a 25 anni) il 22% della domanda elettrica in Europa - e il 13 per cento nel mondo - sarà soddisfatta dai piccoli impianti di autoproduzione sui tetti delle abitazioni. Grazie al calo dei prezzi e alle nuove tecnologie quali le pellicole fotovoltaiche che andranno a sostituire i pannelli. Lo sostiene l'ultimo rapporto di Bloomberg New Energy Finance che delinea uno scenario in cui si conferma l'avanzata inarrestabile delle rinnovabili. Entro il 2040, avverrà il sorpasso delle energie "no-carbon" su quelle responsabili delle emissioni di Co2: raggiungeranno il 56 per cento della potenza totale, grazie al contributo delle nuove installazioni che al 2040 saranno per il 60 per cento del totale legate al settore green.

Questo non significa che il peso di fatto dimezzato dell'energia da fonte fossile sarà sufficiente per raggiungere gli obiettivi per la riduzione delle emissioni e salvaguardare così il clima. Perché sebbene la produzione non supererà il 40% del totale, la domanda è vista comunque in crescita e la materia prima vedrà abbassare ancora di più i costi per il suo approvvigionamento. In altre parole, carbone e gas sono destinate ad essere più convenienti e continueranno a essere usati, sebbene in misura inferiore rispetto all'attuale.

E' anche vero che i costi saranno inferiori anche per gli impianti eolici e fotovoltaico, che riusciranno prima del tempo a raggiungere la cosiddetta grid-parity. Entro il 2024 i costi dell'eolico caleranno di un altro 32 per cento e quello del fotovoltaico addirittura del 48 per cento. L'energia dal vento sarà più conveniente delle fossili entro il 2026, mentre il sorpasso del solare arriverà quattro anni dopo.

La maggior parte delle nuove connessioni alla rete di impianti rinnovabili arriverà, in ogni caso, dai paesi in via di sviluppo: nelle nazioni non-Ocse, nei prossimi 25 anni secondo lo studio Bloomberg ci saranno 7.460 gigawatt di nuova potenza, di cui la metà dalle rinnovabili e per l'80 per cento degli investimenti di tutto il mondo. Il Fotovoltaico rappresenterà il 35 per cento dei nuovi investimenti (3.700 miliardi al 2040), per lo più in impianti di piccola taglia. Il solare sui tetti a breve sarà più conveniente dell'energia comprata al dettaglio e anche più vantaggiosa dei generatori diesel dove la rete non arriva.
 

zanna90

...a grande richiesta...
ciao a tutti!!! :up:

domanda... sbaglio o nel vecchio piano industriale ci si aspettava 225mln ebitda al 2017?

ora si viaggia inotrno ai 150 (considerando anche quelli di terzi...) con principi contabili però cambiati... quindi sarebbero un poco di più-...

però al momento l'obiettivo 2017 mi sembra irraggiungibile anche vedendo lo sviluppo futuro...

l'unico fronte dal quale può venire un'accelerata è quello dei servizi...

ma credo servirebbe un vero e proprio miracolo...

sono curioso di vedere il nuovo piano industriale... e confrontarlo con il 2016 e 2017 del precedente...

voi che ne pensate?

(sono andato a memoria, spero di aver riportato i dati completi)
 

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