Farmaci, trials, bias, camouflage , scam ecc

Nei mesi scorsi le approvazioni delle vaccinazioni a bambini e ragazzi si erano basate sugli studi condotti dalle aziende produttrici. La Pfizer, nei propri comunicati, aveva sbandierato una “efficacia del 100%” nei soggetti di età compresa tra i 12 ed i 15 anni nonché di oltre il 90% nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Ma i dati che stanno arrivando dalle ricerche indipendenti mostrano una realtà assai diversa. Con la diffusione della variante Omicron, l’efficacia nel prevenire il contagio di due dosi del vaccino Pfizer è diminuita rapidamente nei più piccoli: è quanto si evince da uno studio realizzato da alcuni ricercatori del Dipartimento della Salute dello Stato di New York, che hanno analizzato i dati di oltre mille individui rientranti nella fascia di età 5-17 anni. Secondo lo studio l’efficacia nel prevenire il contagio sarebbe crollata dal 68% al 12% in appena sei settimane nei bambini tra 5 e 11 anni


 
non ci si sbagliava sul fatto che lista degli effetti collaterali si sarebbe continuamente allungata
anche moderna

Per il vaccino Spikevax di Moderna, il Prac Ema ha raccomandato di includere un nuovo avviso per la riacutizzazione della sindrome da perdita capillare (Cls), condizione estremamente rara e grave che provoca perdite di liquidi dai piccoli vasi sanguigni (capillari), con conseguente rapido gonfiore delle braccia e delle gambe, improvviso aumento di peso, sensazione di svenimento, ispessimento del sangue, bassi livelli ematici di albumina (un importante proteine del sangue) e bassa pressione sanguigna. Il Prac ha valutato tutti i dati disponibili nonche' tutti i casi di Cls riportati nel database Eudravigilance dopo la somministrazione dei vaccini mRna Spikevax e Comirnaty.


 
Strano che non risultassero ai vari depositari della verità che si aggirano sul forum. Forse troppo impegnati con la guerra, troppi rumors per la testa...
 
insomma vuole dirci che i vaccini contano poco, cvd
se col 90% di vaccinati siamo costretti a portare le mascherine......

dalla sua c'è il fatto che il test di ammissione a medicina negli anni 80 nn c'era...ergo potevi essere stordito come volevi in matematica...


ma forse ha solo cambiato opinione

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È stato ormai ampiamente dimostrato come i farmaci chemioterapici per la cura del cancro, nel tempo e gradualmente, abbiano ripercussioni sulle capacità cognitive dei pazienti, creando una sorta di nebbia mentale, condizione nota come chemo-brain. Questo disturbo porta principalmente a difficoltà di memoria, minore concentrazione, maggiore fatica a svolgere più compiti contemporaneamente e un pensiero rallentato. «L’impatto sulla qualità di vita può essere forte e il problema riguarda circa il 15-20% delle persone sottoposte a chemioterapia — dice Di Mattei —. Compare durante la cura, ma può persistere anche per anni. Gli studi più recenti evidenziano un deterioramento della microglia, un insieme delle cellule celebrali che proteggono il cervello dall’infiammazione, proprio come appare emergere anche da questo nuovo studio britannico nei pazienti post Covid». L'annebbiamento cerebrale nei pazienti che si sono infettati con Sars-CoV-2 è molto simile con difficoltà di concentrazione, di logica, di problem solving e un calo di memoria. «I sintomi del Long Covid vengono ora suddivisi tenendo anche conto della variante da cui si è stati contagiati — precisa l'esperta —, si vaglia l'ipotesi che ci sia un impatto a lungo termine diverso per le diverse varianti e la brain fog sembra associata a Delta, insieme a mialgia, insonnia, ansia, depressione. E sembra interessare anche chi ha avuto Covid lieve»








 
Il diritto all’oblio oncologico

Proprio ieri, dopo confronti con le associazioni scientifiche e di pazienti, Paola Boldrini, Vice Presidente Commissione Sanità in Senato, ha illustrato in Senato, in conferenza stampa, il disegno di legge sul diritto all’oblio oncologico. «Un DDL che reputo un segno di civiltà e per cui ho chiesto l’iter veloce senza il passaggio in Aula». ha detto Boldrini. Il testo prevede che chi non ha recidive da 10 anni o 5 anni, nel caso la malattia sia insorta prima dei 21 anni, non possa più essere considerato malato. Tradotto, le informazioni relative alle passate condizioni di salute non possono più essere un ostacolo per quanto sopradescritto.



«Per il diritto all’oblio, mi sono battuta con forza, consapevole che la salute e la sanità non riguardano solo gli ‘strumenti’ e le ‘risorse’ da mettere in campo ma anche l’approccio culturale e la sensibilizzazione autentica. Chi è stato affetto da tumore è guarito fisicamente ma conserva la ferita, la paura, il trauma. Non va ulteriormente penalizzato come individuo».



Con questo testo si stabilisce che gli ex oncologici sono da reputarsi guariti, quindi con gli stessi diritti di chi non ha dovuto combattere la malattia. La patologia smette di essere per banche e assicurazioni una informazione utile a calcolare rischi e solvibilità.
Lo stesso sottosegretario, Pierpaolo Sileri, a nome suo e del Ministro Roberto Speranza, ne ha confermato il valore. Ora, incassato il sostegno anche del Dicastero, confido venga approvato a stretto giro, all’unanimità e diventi legge. Sarebbe fondamentale anche per debellare lo stigma, che diversamente si alimenta».


 

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