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mercato auto

Crisi dell'auto? Se ne sente parlare da tempo, ma quello che succederà con le vendite di giugno, un vero tracollo delle consegne, darà un senso definitivo al concetto di "crisi". I numeri ufficiali sono attesi solo fra qualche giorno, ma secondo i migliori analisti la discesa del mercato sarà intorno al 20%, il che significa veder scendere le immatricolazioni fino a 180.000 unità, contro le 229.000 segnate a giugno del 2007. Una stima condivisa da tutti gli esperti del settore che intravedono ormai nella seconda metà del 2008 "un trend stabilizzato su livelli decisamente più bassi", con cali mensili "a due cifre che diventeranno la norma fino a fine anno".

Il nostro corrispondente ANDREA TARQUINI, proprio oggi su Affari e Finanza spiega come la recessione americana cominciata con il collasso dei subprime, una volta passata al comparto manufatturiero ha trovato nel settore dell'auto il punto di debolezza. Neanche la Fiat, vera protagonista del momento, si salva, come racconta SALVATORE TROPEA sempre su Affari e Finanza. Crollano insomma tutte le certezze spiega infine VALERIO BERRUTI sulle pagine Motori di Repubblica perché l'auto è a una vera svolta.

Anche i piccoli Suv, dal successo di vendite senza precedenti e apparentemente inarrestabile sono ora in crisi, mentre iniziano a fioccare cause legali di costruttori europei contro i cinesi. Insomma una rivoluzione.

Come finirà? Secondo il direttore del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano, "staremo sott'acqua per un po' di tempo. Non è una questione di mesi. Per poter tornare alla normalità, in assenza di novità, bisognerà attendere il 2009. Molto dipenderà dall'andamento del prezzo del petrolio" la cui impennata è individuata dagli operatori del settore come la principale causa dell'attuale crollo degli acquisti di auto. Infatti, sottolinea Quagliano, nonostante la difficile congiuntura, "l'economia italiana non è in recessione" ma, oltre al caro-carburanti, pesa il credito al consumo, che si è fatto più cauto per il timore di insolvenze, ed il fallimento degli ultimi incentivi alla rottamazione". E in questo scenario diminuiscono gli ordini ma cresce la disponibilità di Km zero che si stima attualmente ad una media intorno al 10% del mercato, contro il 4-5% del 2007.
 
Re: mercato auto

Buongiorno a tutti!
Qui ieri sera ha fatto un bel acquazzone. Spettacolare con fulmini e tuoni a volontà.
Non è che i benefici in termini di temperatura siano stati tanti, però si torna a respirare un pò!

Sul mercato dell'auto (ma lo stesso vale per tanti altri settori) non sento mai parlare di "saturazione del mercato". Se c'è crisi è colpa del petrolio. Però non parliamo di auto in movimento (nel week-end i TG davano 7 milioni di italiani in viaggio...) che sono effettivamente interessate dal caro petrolio, no parliamo di vendite. Boh, io resto dell'idea che non possiamo avere 50 macchine a testa e nemmeno che possiamo buttare la macchina ogni anno e comprarne poi una nuova...

:ciao:
 
fiat

MILANO (MF-DJ)--"Noi siamo oltre il 30% quindi teniamo bene in Italia, ma il mercato e' debole".

Lo ha affermato Sergio Marchionne a.d. di Fiat a margine dell'assemblea dell'Unione Industriali di Torino in merito al mercato dell'auto di giugno aggiungendo che il gruppo del Lingotto conferma tutti i target "anche la quota dell'8% in Europa".

"La debolezza del mercato italiano - ha proseguito Marchionne - non ha niente a che fare con la Fiat. Quest'anno faremo circa 64 miliardi di fatturato e il mercato italiano rappresenta una parte piuttosto minima sia a livello di ricavi sia a livello di contributi". Red

(END) Dow Jones Newswires
 
Re: mercato auto

ottodenari ha scritto:
Buongiorno a tutti!
Qui ieri sera ha fatto un bel acquazzone. Spettacolare con fulmini e tuoni a volontà.
Non è che i benefici in termini di temperatura siano stati tanti, però si torna a respirare un pò!

Sul mercato dell'auto (ma lo stesso vale per tanti altri settori) non sento mai parlare di "saturazione del mercato". Se c'è crisi è colpa del petrolio. Però non parliamo di auto in movimento (nel week-end i TG davano 7 milioni di italiani in viaggio...) che sono effettivamente interessate dal caro petrolio, no parliamo di vendite. Boh, io resto dell'idea che non possiamo avere 50 macchine a testa e nemmeno che possiamo buttare la macchina ogni anno e comprarne poi una nuova...

:ciao:
 
Re: mercato auto

ottodenari ha scritto:
Buongiorno a tutti!
Qui ieri sera ha fatto un bel acquazzone. Spettacolare con fulmini e tuoni a volontà.
Non è che i benefici in termini di temperatura siano stati tanti, però si torna a respirare un pò!

Sul mercato dell'auto (ma lo stesso vale per tanti altri settori) non sento mai parlare di "saturazione del mercato". Se c'è crisi è colpa del petrolio. Però non parliamo di auto in movimento (nel week-end i TG davano 7 milioni di italiani in viaggio...) che sono effettivamente interessate dal caro petrolio, no parliamo di vendite. Boh, io resto dell'idea che non possiamo avere 50 macchine a testa e nemmeno che possiamo buttare la macchina ogni anno e comprarne poi una nuova...

:ciao:


grazie per essere comparso, mi sentivo una particella di sodio :(
 
mi sembra interessante

compra in Borsa
Con una mossa destinata ad accendere speranze ma anche a suscitare polemiche e controversie, alcuni governi asiatici stanno per scendere in campo come acquirenti di azioni nelle rispettive Borse, con operazioni di esplicito sostegno ai listini. "Pompare" fondi pubblici in Borsa per arginare un crollo non è una novità assoluta: il governo giapponese vi fece ricorso a più riprese durante la lunghissima crisi degli anni 90, e la città-regione autonoma di Hong Kong usò lo stesso metodo dopo la crisi asiatica del 1997.

Oggi a spingere verso un intervento pubblico a sostegno delle Borse è la pesante caduta degli indici azionari asiatici innescata alla fine del 2007 dalla crisi dei mutui subprime americani, ed accentuatasi nel primo semestre del 2008. La perdita media dall'inizio di quest'anno è del 13% secondo l'indice MSCI Asia Pacific: il peggior risultato nella storia di questo indice dal 1992, quando perse il 23% per lo scoppio della "bolla" giapponese.

Ma all'interno di questa media ci sono cadute ben più vistose come la Borsa di Shanghai che ha perso quasi il 50% dai massimi del 2007. Da tempo a Shanghai circolano attese di un intervento del governo cinese: che finora non si è materializzato sotto forma di acquisti di azioni, almeno non in forma aperta e ufficiale (l'unica misura di aiuto al mercato è stata una riduzione della tassa sulle transazioni, equivalente al "fissato bollato").

Il primo a muoversi stavolta sarà invece il governo di Taiwan, che ha già dato disposizione a fondi pensione e compagnie assicurative di Stato di comprare più azioni e di tenerle in portafoglio come investimenti di lungo periodo per stabilizzare la Borsa. Se questo non dovesse bastare, Taiwan può ricorrere a una misura ancora più energica utilizzando il Fondo nazionale di stabilizzazione, un'apposita risorsa (dotazione: 16 miliardi di dollari) destinata a sostenere i mercati finanziari in casi di choc esogeni.

L'ultima volta che quel fondo scese in campo fu nel 2004 di fronte a un'ondata di vendite da panico dopo l'elezione presidenziale. Ed è proprio quel fondo di Taiwan a fornire il modello per il Vietnam, l'altro "neo-dragone" asiatico in forti difficoltà (soprattutto per l'elevata inflazione) il cui governo sta studiando la creazione di un istituto analogo che in tempi brevi dovrebbe intervenire in Borsa. Il mercato azionario vietnamita ha fatto perfino peggio di Shanghai perdendo i due terzi del suo valore dall'inizio dell'anno.

Il terzo governo asiatico che sembra sul punto di intervenire direttamente in Borsa è quello del Pakistan: anche al Karachi Stock Exchange potrebbero piovere ordini d'acquisto da parte del fondo di stabilizzazione creato in gran fretta la settimana scorsa, con una dotazione iniziale di 440 milioni di dollari, allo scopo di intervenire di fronte a "circostanze eccezionali e una volatilità anomala". Il dubbio degli economisti è che questo genere di salvataggio pubblico delle Borse possa ritardare gli aggiustamenti necessari, rallentando il ritorno a quotazioni più realistiche. Inoltre se si genera tra gli investitori l'aspettativa di un supporto di ultima istanza da parte dei governi, si può creare un "moral hazard": proteggendo dal rischio di perdite chi acquista azioni, si incentivano comportamenti irrazionali ed eccessi speculativi.
 
ism di domani

Dati Us: Hfe vede Ism manifatturiero di domani in calo a 46 punti



Come mettono in evidenza gli economisti di High Frequency Economics nel consueto report di commento ai dati macroeconomici statunitensi, l'indice Chicago Pmi relativo a giugno e uscito oggi è salito a 49,6 da 49,1 punti, leggermente sopra le attese di consensus di 48. Nonostante le buone nuove, gli esperti di Hfe continuano però a ritenere che l'Ism manifatturiero in arrivo domani da Oltreoceano alle 16.00 ora italiana accuserà una discesa a 46 punti da 49,6 punti.
 
stm

- BRUXELLES, 27 GIU - La Commissione europea da' l'ok alla fusione nel settore dei dispositivi portatili senza fili tra STMicroelectronics e Nxp (Philips). Secondo il giudizio dell'Antitrust Ue l'operazione non ostacolera' in maniera significativa la concorrenza nello Spazio economico europeo. Nxp, come il gruppo italo-francese STMicroelectronics, opera nel settore dei semiconduttori, e crea anche soluzioni di sistema e software utilizzati in una vasta gamma di dispositivi elettronici.
 

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