m.m.f
Forumer storico
https://www.ilsole24ore.com/art/cin...e-rischia-diventare-scontro-valutario-ACnyDle
1) un passaggio interessante in effetti con la Cina....non và da nessuna parte lo tirano scemo fino al 2020 a data elezioni.
Donald Trump aveva provato ad alleviare le tensioni. Aveva rinviato a dicembre le tariffe contro i prodotti cinesi hi-tech, ammettendo quasi – con la decisione – di essere consapevole dei danni che possono creare in un mondo interconnesso, e rivelando come la “sua” guerra commerciale sia davvero uno dei giochi negoziali di cui il presidente ritiene di essere esperto.
A torto, forse, come ha dimostrato la decisione di Xi Jinping di nuovi dazi su beni di importazione Usa per 75 miliardi: contro l’avversario cinese il chicken game – la corsa delle auto verso un dirupo, in cui perde il “pollo” che sterza o frena per primo – non funziona. Pechino sa, può rispondere e può aspettare. Non a caso c’è chi sospetta che il governo abbia rallentato l’economia, come era opportuno per il surriscaldamento del credito, scaricando le responsabilità sugli Usa. Trump è stato così “costretto” - dal suo stesso gioco - a rispondere ancora, e a introdurre ancora altri dazi per 250 miliardi di dollari.
2) L’effetto dell’incertezza legata alle tensioni commerciali è talmente forte che in Eurolandia le aspettative di inflazione di lungo periodo – relative al periodo 2024-2029 – sono scivolate fino all’1,13%. Oggi sono intorno all’1,20% dopo essere risalite all’1,35% in seguito all’annuncio di una politica monetaria più accomodante da parte della Bce. Analogamente negli Usa, più protetti dalle ricadute del loro protezionismo, le aspettative di inflazione di lungo periodo sono calate fino all’1,77% per poi risalire di fronte alla prospettiva di un taglio dei tassi. In entrambe le aree economiche l’obiettivo di inflazione è al due per cento.
1) un passaggio interessante in effetti con la Cina....non và da nessuna parte lo tirano scemo fino al 2020 a data elezioni.
Donald Trump aveva provato ad alleviare le tensioni. Aveva rinviato a dicembre le tariffe contro i prodotti cinesi hi-tech, ammettendo quasi – con la decisione – di essere consapevole dei danni che possono creare in un mondo interconnesso, e rivelando come la “sua” guerra commerciale sia davvero uno dei giochi negoziali di cui il presidente ritiene di essere esperto.
A torto, forse, come ha dimostrato la decisione di Xi Jinping di nuovi dazi su beni di importazione Usa per 75 miliardi: contro l’avversario cinese il chicken game – la corsa delle auto verso un dirupo, in cui perde il “pollo” che sterza o frena per primo – non funziona. Pechino sa, può rispondere e può aspettare. Non a caso c’è chi sospetta che il governo abbia rallentato l’economia, come era opportuno per il surriscaldamento del credito, scaricando le responsabilità sugli Usa. Trump è stato così “costretto” - dal suo stesso gioco - a rispondere ancora, e a introdurre ancora altri dazi per 250 miliardi di dollari.
2) L’effetto dell’incertezza legata alle tensioni commerciali è talmente forte che in Eurolandia le aspettative di inflazione di lungo periodo – relative al periodo 2024-2029 – sono scivolate fino all’1,13%. Oggi sono intorno all’1,20% dopo essere risalite all’1,35% in seguito all’annuncio di una politica monetaria più accomodante da parte della Bce. Analogamente negli Usa, più protetti dalle ricadute del loro protezionismo, le aspettative di inflazione di lungo periodo sono calate fino all’1,77% per poi risalire di fronte alla prospettiva di un taglio dei tassi. In entrambe le aree economiche l’obiettivo di inflazione è al due per cento.