INEMY-ESEE: calo del 50% del fatturato al dettaglio - E i "lucchetti"
Gli effetti della pandemia di coronavirus sulle attività di vendita al dettaglio si stanno dimostrando drammatici, come dimostrato dalla ricerca di sei mesi di INEMY-ESEE.
È caratteristico che quasi nove aziende su 10 ritengano che il fatturato di quest'anno sarà inferiore a quello del 2019. Finora, infatti, il calo medio del fatturato è del 50%.
Un altro impatto estremamente preoccupante della crisi sanitaria è nell'area degli investimenti, poiché quasi la metà delle aziende ha annullato gli investimenti programmati. Secondo ESEE, l'impatto di questo ampio disinvestimento mette a repentaglio lo sforzo di adattarsi al nuovo, stimolante contesto economico e imprenditoriale.
Allo stesso tempo, sette aziende su 10 hanno notato ritardi negli ordini che avevano immesso e / o annullato a causa del contesto economico sfavorevole. Si tratta, quindi, di un fenomeno di fermento nella filiera, qualcosa che colpisce di più le aziende più grandi e più organizzate.
La pandemia influenzerà negativamente il fatturato (per regione)
- 87% nella Grecia settentrionale
- 88% nella Grecia centrale
- 97% sulle isole
- 81% in Attica
- 87% del totale
La pandemia influenzerà negativamente il fatturato (per settore)
- Alimentari / chioschi 72,5%
- Cibo 74,5%
- Apparecchiature domestiche 89,2%
- Abbigliamento / Scarpe 98%
- Altri sottosettori 95,7%
Almeno due anni per la scorrevolezza
Indicativo dell'incertezza ma anche del pessimismo del mercato è la valutazione delle aziende sul periodo di tempo, che sarà necessario per il ritorno all'era pre-coronavirus.
In particolare, quasi sei aziende su 10 (55,0%) ritengono che ci vorranno almeno due anni per ripristinare la normalità, mentre una su 10 ritiene che ciò sarà determinato dalla presenza di una seconda ondata del virus. Al contrario, solo il 6,1% ritiene che il mercato sia già tornato allo stato precedente o che lo farà entro i prossimi sei mesi.
E i "lucchetti"
Per quanto riguarda i "lucchetti", secondo i dati di ESEE, si è registrato un piccolo aumento dell'1,08% nel periodo aprile-giugno, il che indica che al momento il mercato "resiste". Ad Atene, infatti, si è registrata una marginale flessione dei negozi chiusi, soprattutto grazie al rafforzamento dell'imprenditorialità attiva nel triangolo dello shopping ea Kolonaki, che ha compensato i deboli dati di Università, Stadio e Accademia.
Nei mercati regionali dell'Attica, infine, a Nea Ionia e Kifissia si è registrato un aumento dei "lucchetti", mentre un miglioramento del mercato si è registrato a Chalandri e Kallithea.
Quota di imprese chiuse (luglio 2020)
- Atene 26,08%
- Pireo 36,57%
- Salonicco 29,40%
- Patrasso 22,28%
- Glyfada 14,66%
- Kallithea 44,86%
- Peristeri 26,32%
- Maroussi 21,94%
- Chalandri 20,55%
- Kifissia 22,30%
- Triangolo commerciale 24%
- Esarcato 34,75%
- Kolonaki 22,76%
- Patision 16,61%
(Kathimerini)