Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2

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Il costo dell'eventuale default della Grecia.

Bisognerebbe ricordare alla leadership europea e greca che un eventuale default della Grecia implica non solo benefici ma soprattutto costi. Tra l'altro, prendendo come esempio l'Argentina, un paese che fallisce, anche dopo un decennio, per finanziarsi anche nel breve dovrà corrispondere interessi nell'ordine del 7-8%, ossia 4-5% di premio per il rischio. Supponendo che la Grecia riduca il debito del 50% dopo la ristrutturazione obbligatoria, il debito risiduo rimane di circa 180 mld di €, ossia circa l'80% del PIL. Tale debito dovrà essere rifinanziato alla scadenza trentennale, che comporta un onere in termini d'interessi in media diciamo del 4%, ossia di 7,20 mld di € circa l'anno. Ora, sembra quindi che dal default la Grecia possa conseguire un enorme vantaggio, riducendo drasticamente l'onere del debito. Ma abbiamo supposto l'invarianza del debito a 180 mld di €, ossia abbiamo supposto che la Grecia non cresca e quindi regredisca, il che non è accettabile. Viceversa se supponiamo che la Grecia debba progredire, come è normale che sia, allora la Grecia, a fronte di un aumento del PIL dovrà aumentare la spesa pubblica, pur rimanendo costante, o addirittura riducendosi, il rapporto Debito/PIL, a tassi proibitivi posto che vi sia qualche soggetto privato disposto a concedergli credito.
 
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Bisognerebbe ricordare alla leadership europea e greca che un eventuale default della Grecia implica non solo benefici ma soprattutto costi. Tra l'altro, prendendo come esempio l'Argentina, un paese che fallisce, anche dopo un decennio, per finanziarsi anche nel breve dovrà corrispondere interessi nell'ordine del 10-15%, ossia 7-12% di premio per il rischio. Supponendo che la Grecia riduca il debito del 50% dopo la ristrutturazione obbligatoria, il debito risiduo rimane di circa 180 mld di €, ossia il circa l'80% del PIL. Tale debito dovrà essere rifinanziato alla scadenza trentennale, che comporta un onere in termini d'interessi in media diciamo del 4%, ossia di 7,20 mld di € circa, ossia di 240 mln € in media l'anno. Ora, sembra quindi che dal default la Grecia possa conseguire un enorme vantaggio, quasi azzerando drasticamente l'onere del debito. Ma abbiamo supposto l'invarianza del debito a 180 mld di €, ossia
abbiamo supposto che la Grecia non cresca e quindi regredisca, il che non è accettabile. Viceversa se supponiamo che la Grecia debba progredire, come è normale che sia, allora la Grecia, a fronte di un aumento del PIL dovrà aumentare la spesa pubblica, pur rimanendo costante, o addirittura riducendosi, il rapporto Debito/PIL, a tassi proibitivi posto che vi sia qualche soggetto privato disposto a concedergli credito.
alla germania non gli frega niente di tutti questi discorsi razionali ancora non l'hai capitoooooooooooooo
 
Roubini: soluzione passa per un calo dell'euro del 20-30%

di: WSI Pubblicato il 25 gennaio 2012| Ora 10:57



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Nouriel Roubini, professore di economia alla New York University.


New York - Nouriel Roubini, professore d’economia presso la Stern School of Business, a New York, ha partecipato alla Quinta Giornata organizzata da EFG Financial Products, a Zurigo, ed era tra gli ospiti piu' attesi insieme all'ex chief economist della Bce, Otmar Issing.

Secondo quest'ultimo il peggio della crisi dell'area euro e' probabilmente gia' passato e che stiamo avanzando nella giusta direzione. Roubini invece non la pensa affatto come il noto oppositore alla soluzione degli Eurobond. Secondo il docente della NYU non e' detto che il peggio sia alle nostre spalle.

Entrambi gli analisti concordano sul fatto che l'Eurozona finira' per perdere uno dei suoi stati membri, la Grecia: "Il deficit e' nuovamente inferiore alle stime di meta' 2011. Ma non e' possibile proseguire per dieci anni senza crescita. La Grecia non puo' essere finanziata ad aeternam in questa maniera", ha affermato Issing.

Il quotidiano
Le Temps si e' intrattenuto con Nouriel Roubini sull'argomento, scoprendo che per l'economista che ha previsto la crisi subprime, gli Stati Uniti e i paesi in via di Sviluppo sono usciti dalla fase piu' grave, mentre l'area euro e sopratutto i paesi periferici, potranno subire altri shock. Il peggio non e' passato.

Anche se la ristrutturazione del debito ellenico e' in corso, la Grecia potrebbe essere il primo paese membro a uscire dal blocco a 17. Il paese deve infatti far fronte a due problemi: uno e' quello a livello di debito e l'altro quello della carenza di crescita e competivita'. E' pertanto necessario un aggiustamento della valuta al ribasso.


Al giornalista del quotidiano svizzero che gli ha chiesto se fosse possibile sperare che un paese subisca dieci anni di stagnazione senza provocare dei problemi gravi e delle rivolte sociali, Roubini ha risposto che nessuno puo' accettare una recessione per troppo tempo, mentre il paese cerca di aggiustare i prezzi e gli stipendi e ritornare competitivo. "E' logico che si verificheranno dei problemi sociali e politici di maggiore entita'. L'unica soluzione e' il default e l'uscita dall'area euro".

Quanto alla Germania, dovrebbe dare la priorita' alla crescita piuttosto che all'austerita'. Il rischio di una crisi politica e sociale e' troppo alto altrimenti. La Bce dovrebbe abbassare ancora i tassi di interesse e varare misure di allentamento monetario straordinarie (Quantitative Easing) anziche' trasformarsi in un prestaotre di ultima istanza.

E sopratutto, l'euro dovrebbe diminuire del 20-30%. Bisognerebbe inoltre controbalanciare l'aggiustamento di bilancio della periferia con un sostegno a livello di budget anche dell'area core. Infine, bisognerebbe creare un processo di socializzazione del debito.
 
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Cedola annuale Prossima cedola Scadenza Rendimento netto Rating 4,45% 15/06/2012 15/06/2018 15,9% BB
 
Prezzi OTC di ieri sui titoli seguiti: cominciando dal marzo 2012, il close Xtrakter a 39.14 è stato di quasi due punti pct più basso di quello dei retail market tedeschi.

Oggi, su quegli stessi mercati, nelle prime due ore di contrattazione, parziale riallineamento dei corsi, che scendono attorno a quota 39,50 con volumi molto indebolitisi sui giorni precedenti (e attorno a 1,4 mln euro di nominale complessivo scambiato).

Rammento a tutti che - come già detto in passato - i retail market non sono certo un canale di movimentazione per gli operatori istituzionali (per loro c'è principalmente l'OTC), e tuttavia i prezzi OTC e quelli dei retail market viaggiano di conserva (con i secondi che tendono di massima a riallinearsi sui primi).

Tornando ai titoli tenuti d'occhio, confermo la buona tenuta OTC del 2037 e del 2040 sopra quota 22/100 (con 20/100 che, nelle fasi più acute della crisi greca, si è rivelato prezzo soglia rispetto al sentiment del mercato di una ristrutturazione da compiersi in seno all'euro piuttosto che con ritorno a valuta nazionale).

Siamo a quota 22.31 per il 2037 e 22,05 per il 2040 al close di ieri sera (prezzi Xtrakter per entrambi)

OTC di ieri sui bond seguiti, ed aggiornamento sulla situazione odierna: la chiusura OTC del marzo 2012 (prezzi XTrakter) di ieri sera si è rivelata in line con il close dei retail market tedeschi, a quota 38.

Oggi il titolo scende sui retail market e si attesta per ora a quota 37,00, a segnare l'affievolimento delle aspettative (già modestamente stimate con un prezzo a 40/100, va detto per onestà) di un ripagamento a 100 alla scadenza del titolo. Volumi non fortissimi, a quota 2,4 mln euro di nominale complessivo scambiato verso mezzogiorno.

Un ulteriore ridimensionamento di queste aspettative vedrà i prezzi convergere verso il recovery stimato per effetto della incombente prima ristrutturazione del debito pubblico greco, e quindi presumibilmente verso quota 27/100.

Circa i titoli più lunghi, si conferma nei prezzi il consolidamento di aspettative per cui questa prima ristrutturazione del debito greco avverrà in seno all'euro, senza ritorno a valuta nazionale. Il 2037 chiude a 22,44, il 2040 a 22,11, entrambi in marginale risalita (prezzi Xtrakter).
 
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