Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2 (7 lettori)

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tommy271

Forumer storico
Incontri critici sabato

Per assorbire la crisi politica proverà il PASOK e ND CR

Pubblicato il: Sabato 11 Febbraio 2012





I rapidi sviluppi politici Venerdì portato a rinviare per oggi, Sabato, alle riunioni del gruppo parlamentare del PASOK e ND. Le due parti a sostegno delle Papademos governo cercherà di assorbire le vibrazioni causate dalle dimissioni dei membri anziani del Laos, e le reazioni interne del voto davanti a severe misure.

Il gruppo parlamentare del PASOK si riunirà alle ore 10, mentre ND si riunirà alle 11:30.

Per i giorni PASOK sono critici, e pesantemente testato coerenza CR. Le sue dimissioni dalla carica di Vice Ministro degli Esteri Ms. XENOGIANNAKOPOULOU presentato, mentre MP si dimise Arta Stasinos Paul. Giovedi 'le dimissioni e del Lavoro Segretario Koutsoukos John.

La decisione di non votare per il nuovo protocollo anche informata e indipendente MP (ex ministro e PASOK MP) Milena Apostolakis, e come detto in un comunicato, è ormai inesistente argomento secondo il quale l'entrata in vigore del contratto di prestito impedisce il collasso del paese.

La loro decisione di non votare per le nuove misure annunciate e PASOK MP Christos solitaria Trikala, John Michelogiannakis Heraklion e la MP Xanthi Tsetinis Mantatzi.

In Nuova Democrazia, fatta eccezione per le dimissioni di G.Manolis dalla carica di segretario sindacale, il presidente di ND, Antonis Samaras, di fronte disaccordo sulle misure che sono state espresse nei giorni scorsi alcuni membri del partito.

Tra questi, il MP Aitoloakarnania Dimitris Stamatis, che ha sottolineato che avrebbe votato contro le misure, ma votare per il PSI.

(Ta Nea)
 

tommy271

Forumer storico
Seconda giornata di sciopero e di mobilitazione popolare

Pubblicato il: Sabato 11 Febbraio 2012

Ultimo aggiornamento: 2012/02/11 09:38

Solo per il web





Oggi Sciopero Generale per il secondo giorno da parte dei lavoratori nel settore pubblico e privato che partecipano a manifestazioni di massa e marce di protesta contro il nuovo protocollo e le misure di austerità severe che essa contiene. Per il secondo giorno è immobilizzato con i mezzi pubblici ad Atene, mentre i treni della ferrovia elettrica (ISAP) si muoverà dalle 10 am alle 5 pm.

Cordon è in sciopero per il secondo giorno consecutivo il paese, i sindacati del settore pubblico e privato continuano la loro mobilitazione in risposta alle misure del nuovo MoU.
GSEE e ADEDY stanno progettando manifestazioni nella Costituzione oggi alle ore 11 e Domenica alle 5 del pomeriggio.
Il rally di GSEE e ADEDY è prevista per ore 11 a piazza Syntagma, al tempo stesso la fusione andrà al Omonia.

Rimarrà immobilizzato tutti i media, ad eccezione della metropolitana che si svolgerà dalle 10 am alle 5 pm.

Le mobilitazioni dei lavoratori si concluderà Domenica giornata emanazione di un nuovo protocollo da parte della Camera, con il raduno in programma alle 5 del pomeriggio nella Costituzione.
Lo sciopero coinvolge i dipendenti pubblici, i lavoratori in materia di sanità, istruzione, servizi pubblici, ingegneri, impiegati di banca, lavoratori dei trasporti urbani, porti, ecc
A concentrazioni di partecipazione a manifestazioni di sciopero che si terrà ha invitato i dipendenti delle amministrazioni locali in sede di OMC-TAB.
Al tempo stesso, il personale di sicurezza operare ospedali pubblici e clinici coinvolti nel sciopero di 48 ore .
In mattinata due striscioni appesi presso il sito archeologico dei membri Acropoli del partito comunista con lo slogan "Abbasso la dittatura dei monopoli nell'Unione europea" e scritte in inglese.

Verso le 8 del mattino circa 50 persone, membri del Partito comunista, ha saltato il parapetto e andò al sito archeologico dell'Acropoli, dove i due striscioni appesi, mentre molti dei quali detenuti e bandiere.


(Ta Nea)
 

tommy271

Forumer storico
JP Morgan: Perché i mercati si aspettano la Grecia per affrontare il cambiamento in un giorno - Le modifiche proposte richiederà tempo e deve aspettare



11/02/12 - 07:58




Grandi dubbi espressi dal presidente della JP Morgan, Jacob Frenkel, il percorso di aggiustamento in Grecia, osservando che non esistono "bacchette magiche" che cambierà il volto del paese immediatamente.
In un'intervista, il Frenkel, che aveva servito come governatore della Banca d'Israele ha detto che tali aspettative per la Grecia non è appropriato. Qualora i politici di comunicare il percorso di aggiustamento in modo chiaro e rendere chiaro che ci vorranno anni per vedere i risultati.

Gli investitori devono avere la parte posteriore di pensare che le promesse non sono sempre seguite. Gli obiettivi e le politiche al di là regolato. Dovrebbe concentrarsi su se gli europei sono disposti a sostenere i loro partner non se la Grecia ha perso alcuni dei suoi obiettivi, ha dichiarato il Presidente di JPMorgan.

In ogni caso, la Grecia è invitata a prendere impegni ancora più difficili per la 230 miliardi (130 miliardi dal contratto di mutuo e più di 100 miliardi di riduzione del debito da parte del PSI) con i comandi della troika di indirizzare più riduzione del costo del lavoro non solo nei settori pubblico e privato.

Per quanto riguarda le prospettive di crescita della Grecia, Frenkel ha detto che i problemi della recessione non possono essere risolti con il denaro o tramite un prestito. Problemi risolti con una delle politiche economiche mirate, condizioni di mercato migliori e aumentando la flessibilità del capitale.

Gli obbligazionisti sono tenuti ad accettare un haircut del 65% al ​​70%, imposto dalle clausole di azione collettiva (CAC). Le ultime informazioni, sottolineare che l'offerta è il taglio di capelli per raggiungere il 70% e il tasso cedola media salire al 3,5% dal 4%. Questo vi aiuterà a raggiungere la Grecia "haircut" del debito per 100 miliardi di euro.

BankingNews.gr | Online ????????? ?????????
 

tommy271

Forumer storico
Ci siamo dimenticati del "Fugnoli" ... Il Centipede ...

http://www.kairospartners.com/drupal/sites/default/files/newsletter/Il%20centipede-RN-09.02.12.pdf


(...)

La Grecia, innanzi tutto. Il paese continua a precipitare. Le privatizzazioni non si sono fatte, le liberalizzazioni sono rimaste sulla carta. I capitali sono all’estero. Si raccoglie il 20 per cento di Iva in meno rispetto a un anno fa. Nessuno investe un centesimo e il numero di imprese continua a diminuire. Le banche stanno in piedi solo grazie alla Bce. Il default sul debito è arrivato al 70 per cento (vorremmo conoscere gli abilissimi negoziatori dei creditori, che hanno rifiutato un taglio di capelli del 30, per ritrovarselo al 50 e poi al 70).
Il problema della Grecia (e in misura minore di Italia e Spagna) è uno solo. Dal 2000 al 2008 le retribuzioni tedesche sono cresciute del 20 per cento, quelle italiane e spagnole del 30-40 e quelle greche del 90. La soluzione, da qui in avanti, è una svalutazione dei paesi mediterranei, oppure un forte aumento dei salari tedeschi, oppure una riduzione dei redditi (salari pubblici e privati e pensioni) dei mediterranei, la cosiddetta svalutazione interna.
Idealmente, gli squilibri accumulati nel decennio scorso dovrebbero richiedere, in assenza di un riallineamento valutario, un periodo altrettanto lungo per essere gradualmente riassorbiti. In questi dieci anni le retribuzioni tedesche potrebbero crescere, ad esempio, del 5 per cento l’anno e quelle mediterranee rimanere immobili, per un periodo più breve per Italia e Spagna, più lungo per il Portogallo e ancora più lungo per la Grecia.
Italia e Spagna riusciranno a percorrere questa strada (e forse anche il Portogallo). Terranno immobili i salari nominali e l’inflazione farà il suo lavoro. Per la Grecia è però impossibile aspettare 10-15 anni di salari immobili per recuperare competitività. Di qui il taglio drastico di tutti i redditi nominali in discussione in queste ore ad Atene.
La Grecia ha di fronte anni ancora più duri degli ultimi due, ma la svalutazione interna, per quanto sia la più dolorosa delle cure, alla fine avrà successo. Molti verranno licenziati, molti dovranno emigrare e le loro rimesse aiuteranno la bilancia delle partite correnti.
La crisi greca, quindi, ha ancora molti anni davanti a sé, ma i danni che la Grecia ha fatto al mondo sono finiti.

(...)
 
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belindo

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Ci siamo dimenticati del "Fugnoli" ... Il Centipede ...

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(...)

La Grecia, innanzi tutto. Il paese continua a precipitare. Le privatizzazioni non si sono fatte, le liberalizzazioni sono rimaste sulla carta. I capitali sono all’estero. Si raccoglie il 20 per cento di Iva in meno rispetto a un anno fa. Nessuno investe un centesimo e il numero di imprese continua a diminuire. Le banche stanno in piedi solo grazie alla Bce. Il default sul debito è arrivato al 70 per cento (vorremmo conoscere gli abilissimi negoziatori dei creditori, che hanno rifiutato un taglio di capelli del 30, per ritrovarselo al 50 e poi al 70).
Il problema della Grecia (e in misura minore di Italia e Spagna) è uno solo. Dal 2000 al 2008 le retribuzioni tedesche sono cresciute del 20 per cento, quelle italiane e spagnole del 30-40 e quelle greche del 90. La soluzione, da qui in avanti, è una svalutazione dei paesi mediterranei, oppure un forte aumento dei salari tedeschi, oppure una riduzione dei redditi (salari pubblici e privati e pensioni) dei mediterranei, la cosiddetta svalutazione interna.
Idealmente, gli squilibri accumulati nel decennio scorso dovrebbero richiedere, in assenza di un riallineamento valutario, un periodo altrettanto lungo per essere gradualmente riassorbiti. In questi dieci anni le retribuzioni tedesche potrebbero crescere, ad esempio, del 5 per cento l’anno e quelle mediterranee rimanere immobili, per un periodo più breve per Italia e Spagna, più lungo per il Portogallo e ancora più lungo per la Grecia.
Italia e Spagna riusciranno a percorrere questa strada (e forse anche il Portogallo). Terranno immobili i salari nominali e l’inflazione farà il suo lavoro. Per la Grecia è però impossibile aspettare 10-15 anni di salari immobili per recuperare competitività. Di qui il taglio drastico di tutti i redditi nominali in discussione in queste ore ad Atene.
La Grecia ha di fronte anni ancora più duri degli ultimi due, ma la svalutazione interna, per quanto sia la più dolorosa delle cure, alla fine avrà successo. Molti verranno licenziati, molti dovranno emigrare e le loro rimesse aiuteranno la bilancia delle partite correnti.
La crisi greca, quindi, ha ancora molti anni davanti a sé, ma i danni che la Grecia ha fatto al mondo sono finiti.

(...)

A me sembra un pò alto :rolleyes:

Ma Tommy i politici ellenici a questo punto per il loro paese, non sarebbe meglio mollare l'Unione?
Prendersi la responsabilità di approvare un accordo che li ridurrà i miseria per tantissimi anni con la convinzione che è colpa della Germania, non sarebbe meglio prendere in mano le redini del proprio futuro e ripartire da zero?
 

lorixnt2

Hari Seldon's fan
A me sembra un pò alto :rolleyes:

Ma Tommy i politici ellenici a questo punto per il loro paese, non sarebbe meglio mollare l'Unione?
Prendersi la responsabilità di approvare un accordo che li ridurrà i miseria per tantissimi anni con la convinzione che è colpa della Germania, non sarebbe meglio prendere in mano le redini del proprio futuro e ripartire da zero?

Ben detto direi belindo. Ai tempi miei c'era una pubblicità su carosello che diceva

"cala trinchetto"

da quell'altezza bisognerebbe appunto "calare". :lol:

Non certo per motivi morali o moralistici ovviamente.
 

StockExchange

Forumer storico
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La Grecia, innanzi tutto. Il paese continua a precipitare. Le privatizzazioni non si sono fatte, le liberalizzazioni sono rimaste sulla carta. I capitali sono all’estero. Si raccoglie il 20 per cento di Iva in meno rispetto a un anno fa. Nessuno investe un centesimo e il numero di imprese continua a diminuire. Le banche stanno in piedi solo grazie alla Bce. Il default sul debito è arrivato al 70 per cento (vorremmo conoscere gli abilissimi negoziatori dei creditori, che hanno rifiutato un taglio di capelli del 30, per ritrovarselo al 50 e poi al 70).
Il problema della Grecia (e in misura minore di Italia e Spagna) è uno solo. Dal 2000 al 2008 le retribuzioni tedesche sono cresciute del 20 per cento, quelle italiane e spagnole del 30-40 e quelle greche del 90. La soluzione, da qui in avanti, è una svalutazione dei paesi mediterranei, oppure un forte aumento dei salari tedeschi, oppure una riduzione dei redditi (salari pubblici e privati e pensioni) dei mediterranei, la cosiddetta svalutazione interna.
Idealmente, gli squilibri accumulati nel decennio scorso dovrebbero richiedere, in assenza di un riallineamento valutario, un periodo altrettanto lungo per essere gradualmente riassorbiti. In questi dieci anni le retribuzioni tedesche potrebbero crescere, ad esempio, del 5 per cento l’anno e quelle mediterranee rimanere immobili, per un periodo più breve per Italia e Spagna, più lungo per il Portogallo e ancora più lungo per la Grecia.
Italia e Spagna riusciranno a percorrere questa strada (e forse anche il Portogallo). Terranno immobili i salari nominali e l’inflazione farà il suo lavoro. Per la Grecia è però impossibile aspettare 10-15 anni di salari immobili per recuperare competitività. Di qui il taglio drastico di tutti i redditi nominali in discussione in queste ore ad Atene.
La Grecia ha di fronte anni ancora più duri degli ultimi due, ma la svalutazione interna, per quanto sia la più dolorosa delle cure, alla fine avrà successo. Molti verranno licenziati, molti dovranno emigrare e le loro rimesse aiuteranno la bilancia delle partite correnti.
La crisi greca, quindi, ha ancora molti anni davanti a sé, ma i danni che la Grecia ha fatto al mondo sono finiti.

(...)

Ormai è più forte di me... certa sicumera la trovo irritante!
La Grecia non ha fatto nessun danno particolare al mondo, se non sulla falsa riga dell'intero sistema capitalistico finanziario esasperato.
Finiti i problemi dunque?
Ci carichiamo di azioni bancarie aspettandoci nuovamente utili 4 volte superiori a quelli del 2011, diciamo verso il 2015, come nei loro altisonanti piani industriali? Non credo proprio....
Questa è una crisi finanziaria epocale dovuta al drastico sbilanciamento tra i mezzi e il potere d'acquisto della classe media e gli asset finanziari mobiliari e immobiliari gonfiati a dismisura per favorire il sistema delle rendite su quello dei redditi da lavoro.
Il caso Grecia altro non è che la situazione particolare di un paese di furbetti, magari in particolare la classe dirigente, il popolo poi, magari in pieno Italian style si sarà accontentato della mancetta, stile Italia democristiana, stavano bene loro, classe dirigente, e in qualche modo ti garantivano qualche piccolo favore anche a te che li votavi ;).
E così indebitandosi a dismisura hanno cercato di tenere il passo con la modernità globalizzata, di partecipare alla grande festa europea-occidentale.

Voglio vedere quanto ci metteranno le banche a "rientrare" di questa mostruosa ondata deflattiva.
L'esempio migliore è dato dalle quotazioni delle azioni bancarie.
Nel 2007 Unicredito costava fino a 70 euro (considerandole accorpate 10 a 1 come oggi). Oggi costano 4,2 euro. Levateci la mancetta di un po' di diritti presi dall'azionista per gli aumenti di capitale fatti in questi 3 anni (ipotizzando che abbia realizzato appena li ha avuti, al prezzo di stacco dall'azione, senza esercitarli mettendo altri soldi nel pozzo senza fondo dell'iniziale investimento) e vedete un po' quanti soldi si sono bruciati.
 
Stato
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