Gli investitori più professionali non hanno subito danni nella vicenda del concordato preventivo greco; hanno ignorato le valutazioni e le esortazioni dei governanti europei, hanno seguito le valutazioni delle agenzie di rating, e si sono tenuti lontani dai titoli di stato greci.
Chi per ora ha subito i danni più elevati sono i risparmiatori non professionali ("cassettisti"), che hanno preferito fidarsi delle indicazioni dei governanti europei piuttosto che delle agenzie di rating.
Per oltre un anno i governanti europei hanno mentito in modo scientifico e sistematico, e hanno tratto in inganno i risparmiatori; ho già postato sui forum e nel blog una cronistoria dettagliata, oltre cinquanta pagine, delle innumerevoli dichiarazioni dei governanti europei, da Maggio 2010 a Luglio 2011, in cui veniva riproposta la necessità di opporsi alla speculazione internazionale rappresentata dalle agenzie di rating, e che non vi sarebbe stata alcuna ristrutturazione del debito greco, neanche soft.
Quando ho investito i miei risparmi in titoli greci avevo la piena consapevolezza che la vicenda sarebbe stata risolta con procedure di tipo politico, gli aspetti puramente finanziari erano secondari; non ho mai dato troppa importanza a rendimenti, rating, valutazioni finanziarie.
Il concordato preventivo sul debito greco finora prospettato comporta, per i risparmiatori che si sono fidati dei governanti europei, perdite fino all'80% di quanto investito.
Lo sconforto induce oggi molti risparmiatori in una sorta di sindrome di Stoccolma, ad assumere atteggiamenti che tempo fa erano tipici delle vittime di stupro: è stata tutta colpa mia, in fondo me la sono cercata.
La realtà è ben diversa, i risparmiatori europei sono stati semplicemente traditi dai propri governanti, sono stati impallinati da fuoco amico. Io sono normalmente un risparmiatore prudentissimo, non cerco avventure; in questo caso semplicemente non ho avvertito il pericolo, perché mi basavo sull'idea che mai la civile Europa avrebbe frodato i propri risparmiatori, e mi sono fidato dei governanti europei.
Io continuo a credere che ci sono molti margini per indurre i governanti europei a rimediare ai danni creati ai propri risparmiatori, che la situazione finora prospettata non sia definitiva.
Sono consapevole che la revisione sarà un processo politico, che richiederà tempi non brevissimi; ma su questo obiettivo non sono disposto a demordere, sono pronto a dedicarvi il resto della mia vita; è una questione di civiltà, più che di soldi.
Mi conforta vedere anche che vi sono molti altri risparmiatori disposti a impegnarsi duramente; l'importante in questa fase è di muoversi tutti assieme in modo coordinato, senza farsi prendere da impazienza; il processo sarà necessariamente lungo.