Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Dice una serie di cose su cui riflettere seriamente... fra mezz'ora a leggere le dichiarazioni di Sarkò, dei burocrati europei, dei Trchet, dei Draghi e dei Bini Smaghi, e mezz'ora a sentire il tizio, è tempo speso meglio il secondo... ;)

Particolarmente d'accordo sul discorso che l'insolvenza greca c'entra fino ad un certo punto con l'andamento dei mercati, il problema non è quello, il problema sono gli USA e l'indispensabile riduzione del deficit americano... questo tizio almeno ha il coraggio di dirlo con franchezza, cosa singolare per un banchiere, sebbene pratichi la sua attività letteralmente dalla parte opposta del pianeta, e quindi corra pochi rischi...



francamente non sono d'accordo.
1) trovo quei due tizi totalmente ignoranti in materia
2) che la causa di tutto sia la grecia è sotto gli occhi di tutti basta una news positiva dalla grecia e tutto sale a palla


Calcola che io stesso non sto facendo alcun investimento nell'economia reale proprio a causa di questa situazione.

Aggiungo che gli analisti che hanno detto per mesi e mesi non temete la grecia investite in obbligazioni corporate che tanto non sono correlate hanno fatto solo fare un bagno di sangue...

i cds fiat sono a 1000..
>> invetibailmente se i cds italia sono sopra 400
>> inevitabilmente se i cds grechi stanno a quanto stanno

La grecia è uno stato della ue, ripetutamente è stato detto chesarebbe stato salvato a ogni costo.

Se saltasse, passerà l'equazione:
lo ha fatto la grecia, lo possono fare tutti.

A quel punto la pressione sui cds / spread italiani salirebbe tantissimo e per le imprese non ci sarebbe alcuna speranza di ottenere credito a valori sostenibili..

ciao
 
sui siti tedeschi accennano anche ad un haircut dello swap che passi dal 21% al 25%, ma non ne ho trovato la fonte ... solo ipotesi

ma una differenza del 4% sarebbe tanto significativa da giustificare di rimettere tutto in ballo?

Secondo me, è solo fumo per le oscillazioni di mercato: figurarsi fare manfrine per una cosa del genere...

I fatti si riassumono in poche righe, non c'è bisogno di 50 pagine di 3D al giorno...

Le banche sono contrarie ad una revisione "volontaria" dello swap "volontario": tutto il fecale teatrino della "volontarietà" è stato sbaraccato dal mercato da luglio in avanti.

Allora, visto che è un default "controllato", tutti gli obbligazionisti si ciucciano il calzino, hanno detto i banchieri... il top management bancario mondiale è largamente costituito da gentaglia, a mio modesto parere, ma in questo non si può dargli torto...

IMHO, il default lo faranno attorno al 50%, credo nel contesto di uno swap sul debito, sapendo che non basta, ma che per un paio di anni toglie dal tavolo dei mercati la vicenda greca e guadagna questo tempo agli altri europeriferici per fare quanto necessario, alle banche per cercare di rafforzare la capitalizzazione, facendo un passo alla volta... a novembre 2012 ci sono le elezioni USA, cercheranno di non arrivarci essendo nel culmine di una crisi, la Grecia quindi va sistemata in fretta...
 
Secondo me, è solo fumo per le oscillazioni di mercato: figurarsi fare manfrine per una cosa del genere...

I fatti si riassumono in poche righe, non c'è bisogno di 50 pagine di 3D al giorno...

Le banche sono contrarie ad una revisione "volontaria" dello swap "volontario": tutto il fecale teatrino della "volontarietà" è stato sbaraccato dal mercato da luglio in avanti.

Allora, visto che è un default "controllato", tutti gli obbligazionisti si ciucciano il calzino, hanno detto i banchieri... il top management bancario mondiale è largamente costituito da gentaglia, a mio modesto parere, ma in questo non si può dargli torto...

IMHO, il default lo faranno attorno al 50%, credo nel contesto di uno swap sul debito, sapendo che non basta, ma che per un paio di anni toglie dal tavolo dei mercati la vicenda greca e guadagna questo tempo agli altri europeriferici per fare quanto necessario, alle banche per cercare di rafforzare la capitalizzazione, facendo un passo alla volta... a novembre 2012 ci sono le elezioni USA, cercheranno di non arrivarci essendo nel culmine di una crisi, la Grecia quindi va sistemata in fretta...


ma ancora non ho capito bene (so' de coccio)

i motivi per cui si deve passare da un default volontario del 21% ad uno del 50% (e probabilmente neppure più volontario, coinvolgendo il 100% degli attori);

da luglio ad oggi, in questi 2 mesi, cosa è cambiato nei conti della grecia da dover cambiare il piano più che raddoppiando la posta in gioco????
 
Mark, sei diventato un estremista?

No, ma siccome fra le natiche in gioco ci sono anche le mie, vorrei evitare episodi spiacevoli... :D :D

Finora mi è andata bene: sono arrivato straliquido alla crisi, mentre anche solo nei forum, ed ancor più sui mercati, è pieno di investitori privati/istituzionali che faceva "all in" in bond ciofeca, si rimpinzava di azionario quando avrebbe dovuto vendere, coglieva al volo coltelli in caduta libera sui mercati dell'equity e dell'HY ecc. ecc.

Per carattere, non spargo sale sulle piaghe altrui, però, se permetti, un po' di soddisfazione per quanto sono riuscito a fare per me stesso... ;)

Poi è vero che nella vita avere torto in larga compagnia è più comodo che avere ragione in solitudine... :D
 
ma ancora non ho capito bene (so' de coccio)

i motivi per cui si deve passare da un default volontario del 21% ad uno del 50% (e probabilmente neppure più volontario, coinvolgendo il 100% degli attori);

da luglio ad oggi, in questi 2 mesi, cosa è cambiato nei conti della grecia da dover cambiare il piano più che raddoppiando la posta in gioco????

Diciamo che i "corsi" dei titoli sono stati abbassati.
Attualmente lo swap è considerato troppo vantaggioso, quindi si vorrebbe ridiscuterlo a favore della Grecia.
Come dice Mark, le "banche" non sono d'accordo.
Proprio ieri è stato raggiunto, stando a fonti elleniche, il 90% di adesioni.
 
Crisi greca, l’esperto non ha dubbi: “Default sudamericano, regia tedesca” | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano

“Default sudamericano, regia tedesca”

Il professor Nicholas Economides, consulente della US Federal Trade Commission e di molti Stati del vecchio continente, non ha dubbi: "Il governo greco dovrebbe essere onesto con i partner europei spiegando loro di essere impossibilitato a pagare e di avere la necessità di una bancarotta e di un significativo taglio dei premi"Il premier greco Papandreou e la cancelliera tedesca Merkel Prima o poi, per dirla alla Bertolt Brecht, anche Georgios Papandreou troverà finalmente il suo ‘giudice a Berlino’. Qualcuno, cioè, in grado di pronunciare davanti a lui quella sentenza che Angela Merkel non ha ancora il coraggio di esprimere: la Grecia è fallita e nessun fondo ‘salva-Stati’ potrà sottrarla al suo destino. Un destino, quello ellenico, che si chiama essenzialmente haircut, termine del gergo finanziario che meglio di ogni altro funge da eufemismo per la parola default. Prima o poi, insomma, i creditori di Atene saranno costretti a passare dal barbiere per spuntare quegli interessi sulle obbligazioni che sono ormai apertamente fuori controllo. Resta solo da stabilire la misura del taglio. E questa, purtroppo, rischia di essere decisamente drastica.

Ne è convinto, tra gli altri, Nicholas Economides, uno che di disgrazie contabili se ne intende e non poco. Professore di Economia alla Leonard Stern School of Business di New York, Economides svolge la funzione di consulente per la US Federal Trade Commission, ma anche per gli esecutivi di Irlanda, Portogallo, Nuova Zelanda e ovviamente Grecia. Ad oggi, probabilmente, il governo di Atene non sembra avergli dato molta retta. Ma presto o tardi la situazione potrebbe cambiare. Interpellato da IlFattoquotidiano.it, Economides ha tracciato un quadro decisamente poco rassicurante, drammatico, decisamente peggiore rispetto alle immagini ufficiali. La Grecia, spiega, dovrà svalutare del 50% i suoi titoli realizzando un concambio in stile sudamericano (ricordate il vecchio Plan Brady?). L’Europa, che la Merkel lo voglia o meno, dovrà garantire l’operazione attraverso emissioni congiunte ma non potrà fare troppo affidamento su un piano di privatizzazioni come quello odierno. Progetto troppo ambizioso, quest‘ultimo, per essere davvero ritenuto credibile.

Professore, lei ha recentemente sostenuto che il secondo pacchetto di aiuti dell’Ue alla Grecia avrebbe condotto il Paese sull’orlo della bancarotta. Ritiene che il default della Grecia sia inevitabile?

La Grecia non è in grado di pagare gli interessi sulla combinazione dei prestiti provenienti dall’Ue, dal Fondo monetario internazionale e dai privati. L’attuale peso del debito greco equivale a circa un quarto dei ricavi totali del settore pubblico. La restituzione dei prestiti, dunque, è chiaramente irrealizzabile. La Grecia deve quindi rinegoziare gli aiuti presentando un’istanza di fallimento sul debito (debt forgiveness). Vorrei inoltre sottolineare che il possibile haircut del 21% sui titoli è reale solo sulla carta e, come ha sottolineato Barclays, stante le opzioni in mano alle banche, questo varrà circa il 10%. (*)

Che fare dunque?

Un taglio pari al 50% degli interessi sull’intero debito greco renderebbe gestibile la situazione. Il governo greco dovrebbe essere onesto con i partner europei spiegando loro di essere impossibilitato a pagare e di avere la necessità di una bancarotta e di un significativo taglio dei premi. Come ho già avuto modo di proporre, dopo l’applicazione dell’haircut la Grecia dovrebbe scambiare le sue obbligazioni con nuovi bond in stile “Plan Brady”. Nuovi titoli garantiti da collaterali di alta qualità, come ad esempio obbligazioni tedesche o eurobond. La strategia dovrebbe essere perseguita il prima possibile. Oggi la Grecia può far leva sulle forti esposizioni delle banche europee sui suoi titoli. Una volta che gli istituti del continente avessero risolto i propri problemi, ci ritroveremmo senza più argomenti e l’uscita dall’euro sarebbe decisamente più probabile.

Insomma, bisogna agire in fretta…

Se la Grecia fa quello che io vado proponendo, sarà ancora necessario ricevere piccoli finanziamenti per uno o due anni dal momento che non abbiamo ancora un surplus economico. Ma attenzione, sto parlando di fondi di scarsa entità, niente a che vedere con i maxi finanziamenti dei due pacchetti Ue/Fmi che sono stati e dovrebbero essere usati per pagare gli interessi alle banche sui vecchi prestiti. Ricordiamoci che i piani Ue servono soprattutto a salvare gli istituti europei, non la Grecia.

Crede che il governo greco stia effettivamente facendo il possibile per evitare la bancarotta? E in caso contrario perché non lo starebbe facendo?

In Grecia come nel resto d’Europa i politici hanno scelto strategie di breve periodo che a lungo termine si rivelano inutili e incapaci di risolvere i problemi. Il governo greco fa soltanto quello che l’Ue gli dice di fare sperando così di sopravvivere ancora per qualche mese. Allo stesso modo, molti altri esecutivi europei preferiscono assecondare le esigenze politiche nazionali o locali proponendo soluzioni chiaramente inefficaci. Sfortunatamente, insomma, tanto in Grecia come in Europa mancano grandi figure politiche capaci di ammettere l’amara verità di fronte ai loro cittadini e di convincere questi ultimi della necessità di misure impopolari.

Difficile che la Grecia riesca a completare il suo primo programma di privatizzazione entro la fine di settembre. Lei pensa che l’obiettivo finale – ricavi complessivi per 50 miliardi di euro entro il 2015 – possa essere raggiunto?

Uno dei principali problemi della crisi greca consiste nel fatto che gli obiettivi imposti dall’Ue non sono realistici. Per i greci sarà impossibile ricavare più di 10, 15 miliardi di euro al massimo, dalle privatizzazioni. E anche in questo caso, per altro, si tratterebbe di numeri da ottimisti. I politici europei hanno tirato fuori queste cifre-obiettivo dal nulla solo per mostrare al proprio elettorato che la Grecia aveva intenzione di prendere parte alla sua stessa operazione di salvataggio. Ma in realtà, che si tratti di numeri davvero assurdi lo capirebbero anche su Marte.

Quali assets dovrebbero, e potrebbero, essere liquidati per primi?

In prima fila quelli “liquidi”, ovvero le partecipazioni statali nelle quote azionarie delle aziende, come la compagnia dell’elettricità Deh, il monopolista delle scommesse Opap, la National Bank of Greece e le altre banche controllate dallo Stato. Inoltre la Grecia dovrebbe privatizzare tutto il suo sistema di trasporto pubblico su strada e le ferrovie. In questo modo potrebbe arginare le sue infinite perdite.

(*) L’ipotesi, in questo caso, è che le obbligazioni greche siano al momento sottovalutate, ovvero scambiate sul mercato ad interessi eccessivamente alti. Di conseguenza un taglio del 21% su un premio attualmente sopravvalutato equivarrebbe, secondo i calcoli di Barclays, a una riduzione pari a non più del 10% premio reale.

di Matteo Cavallito e Mauro Meggiolaro
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P.S.: niente di nuovo, tutte cose risapute perché qui quella sentenza è da un bel pò che è stata scritta, mah...spero quantomeno che qui non ci sia più nessuno che si illuda veramente ancora di ricevere rimborsi a 100, indipendentemente dallo scontato voto del parlamento tedesco.
E un taglio "solo" del 50% subito è grasso che cola, poi si vedrà.
 
Dice una serie di cose su cui riflettere seriamente... fra mezz'ora a leggere le dichiarazioni di Sarkò, dei burocrati europei, dei Trchet, dei Draghi e dei Bini Smaghi, e mezz'ora a sentire il tizio, è tempo speso meglio il secondo... ;)

Particolarmente d'accordo sul discorso che l'insolvenza greca c'entra fino ad un certo punto con l'andamento dei mercati, il problema non è quello, il problema sono gli USA e l'indispensabile riduzione del deficit americano... questo tizio almeno ha il coraggio di dirlo con franchezza, cosa singolare per un banchiere, sebbene pratichi la sua attività letteralmente dalla parte opposta del pianeta, e quindi corra pochi rischi...

Ah guarda non dirlo a me.
Gli interventi di Maurizio Piglia su Vloganza.tv per me sono un appuntamento fisso.
 
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