Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2 (5 lettori)

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PASTELLETTO

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...*

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=AI96e1vGvpk"]non ci resta che piangere - ricordati che devi morire - YouTube[/ame]

X stock: il thread di Lud è degenerato in rissa furibonda.
Recentemente ho visto un servizio sui trader, avevano fatto una specie di visita psicologica a tutti non so se a Londra o a WS.
E' risultato che la maggior parte davano sullo psicotico, ma non so quanto si possa applicare in questo caso.
E' possibile che il mercato faccia male.
Tra l'altro non caspisco come mai e capita spessissimo nei thread di finanza ci si innamori e si diano per assolute le proprie posizioni.
(sia rialzisti che ribassisti).
In una parola, una valanga di rosiconi.
 
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Baro

Umile contadino
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Corriere della Sera Economia di lunedì 3 ottobre 2011, pagina 6
Euro. Formichina Angela cerca la svolta
di Taino Danilo

Volti Dopo il sì del Bundestag sul Fondo salva stati la leadership della Merkel sembra rafforzata. Nell'Unione. E in casa Euro Formichina Angela cerca la svolta Premiata la sua visione e la sua strategia dei piccoli passi per risolvere la crisi dei debiti sovrani Ma ora la Cancelliera deve alzare il tiro: vuole un governo economico e di bilancio per tutta l'area DI DANILO TAINO in austerità — i prossimi anon userà il bazooka, Angela Merkel, nemmeno ora che ha vinto la battaglia per fare accettare alla sua maggioranza il Fondo salva Stati (Efsf) rafforzato. Glielo chiedono governanti, economisti, analisti, ricordando la famosa battuta dell'ex segretario al Tesoro americano Hank Paulson: «Se hai un bazooka in tasca e la gente lo sa, probabilmente non avrai bisogno di usarlo». Il fatto è che la cancelliera tedesca non vuole un bazooka, uno strumento con il quale mettere in riga mercati e governi finanziariamente indisciplinati, si tratti dei famosi Eurobond o di un Efsf da tremila miliardi. Il voto al Bundestag di giovedì scorso l'ha liberata da una serie di vincoli, che le permetteranno di rafforzare la sua leadership a Berlino e in Europa. Ma il bazooka no. Per più di una ragione. La prima è politica. Pas' sato l'ostacolo della ratifica dell'Efsf da 440 miliardi, uno dei problemi della Germania è di uscire da un ruolo che ben pochi nel Paese amano, quello di salvatore dell'Europa e allo stesso tempo di castigatore dei peccatori. Frau Merkel, e con lei tutto il suo governo, ma anche le opposizioni, non sono tranquilli ad avere messo sul tavolo garanzie per 221 miliardi a salvataggio dei membri dell'Eurozona in difficoltà.
Governo unico Dall'altra parte, non apprezzano nemmeno il fatto di essere coloro che impongono alla Grecia, al Portogallo, all'Irlanda e probabilmente in futuro anche a Italia e Spagna come vivere — ni. Più che un bazooka, dunque, Berlino ha bisogno di qualcosa che le permetta di non essere lo zar e l'affamatore dell'Europa, che la sollevi dall'enorme responsabilità che le è caduta addosso da due-tre anni. In concreto, di una costruzione istituzionale in Europa che garantisca un certo governo economico e di bilancio a tutta l'area euro, un'architettura che controlli i conti pubblici di tutti i 17 Paesi, che imponga sanzioni certe (e non politicamente discusse) a chi esce dai ranghi, che spinga verso l'efficienza e la competitività tutti i Paesi. Diversamente, se Berlino continuerà ad aver sulle spalle il peso dell'Europa, ci sarà solo da indovinare se si ribelleranno prima i greci o i tedeschi. La tattica Il secondo motivo per il quale Frau Merkel non vuole armarsi di bazooka è la sua convinzione profonda che la crisi del debito non si superi con un sol colpo. Ma a piccoli passi. E' la tattica incrementale che nei mesi scorsi le ha portato enormi critiche — «Non ha visione» — ma le ha permesso di coinvolgere il Fondo monetario nella crisi greca (contro l'opposizione durissima di Nicolas Sarkozy e di Jean-Claude Trichet), di fare accettare ad Atene una serie di riforme e ora di convincere il proprio governo, scettico, a sostenere il Fondo salva Stati rafforzato. Andrà dunque avanti su questa strada «incrementalista», che comprende nel tempo la nuova architettura economica dell'Eurozona (e quindi una nuova Ue) da fare approvare dai parlamenti nazionali, su basi democratiche, compreso il cambiamento dei trattati europei e probabilmente della costituzione tedesca. Scuola austriaca Terzo motivo: a differenza di Barack Obama, del suo segretario al Tesoro Tim Geithner, degli economisti Larry Summers e Paul Krugman — che la invitano a essere più generosa e mettere più euro tedeschi sul tavolo — la signora Merkel non è keynesiana. L'area politica alla quale fa riferimento — cioè l'establishment conservatore che ha guidato la ricostruzione e dato vita al mito della stabilità attorno all'indipendenza assoluta della Bundesbank — si ispira al contrario alla scuola austriaca di Friedrich Hayek e all'Ordoliberalismo sviluppato all'università di Friburgo da Walter Eucken, attento agli aspetti sociali ma contrario alle intrusioni dello Stato nell'economia e nei mercati finanziari ben regolati: così è stata impostata a fine Anni Novanta l'Unione monetaria, con una banca centrale indipendente ma un Patto di Stabilità fragile e inutile. Su queste basi, dunque, nessun intervento violento sui mercati: piuttosto, costruzione delle istituzioni per farli funzionare e riaffermazione della Banca centrale europea che non deve fare interventi fiscali ma solo monetari. Non saranno passi facili per Frau Merkel. La crisi del debito europeo resta drammatica e, tra l'altro, il suo metodo incrementale non esclude affatto un default pilotato della Grecia, meglio se sotto l'ombrello dell'Esm, l'European Stability Mechanism che dovrebbe in futuro prendere il posto dell'Efsf: sarà un passaggio delicatissimo. La cosa buona è che giovedì scorso la cancelliera ha dimostrato ai critici di che pasta è fatta. E cosa vuole dire «avere una visione».
*** • 0 Due copioni in scena ad Atene Scenario BENIGNO Scenario CATASTROFICO l Fonte. Tlme/Cortlerfconomla S Avahon ***
 

Baro

Umile contadino
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Corriere della Sera Economia di lunedì 3 ottobre 2011, pagina 1
Europa e mercati. Quello che il fondo non può risolvere - Quello che il fondo non può salvare
di Messori Marcello

H. I'CV IY) Europa e mercati Quello che il fondo non può risolvere Quello che il fondo non può salvare DI MARCELLO MESSORI Nei giorni scorsi il Parlamento tedesco e quello finlandese hanno approvato il rafforzamento del meccanismo temporaneo di sostegno ai Paesi in difficoltà dell'Unione monetaria europea. Sebbene questa duplice approvazione non abbia completato la procedura per l'effettivo conferimento di nuove risorse e di nuovi compiti al Fondo salva stati (Efsf), essa può essere considerata come un sostanziale «via libera» al piano di salvataggio della Grecia e all'allentamento delle condizioni di finanziamento dell'Irlanda e del Portogallo. Dopo quanto è accaduto fra la fine di luglio e i primi di settembre, tale piano non appare però più sufficiente. Sulla carta l'insieme delle misure, decise dal Consiglio europeo nella seconda metà del luglio scorso, è stato imponente. L'incremento nella dotazione dell'Efsf e la sua accresciuta capacità di finanziarsi sul mercato hanno reso possibile l'acquisto nel mercato secondario di titoli pubblici dei Paesi sull'orlo dell'insolvenza o a rischio di contagio, la concessione di nuovi prestiti di lungo termine a favore della Grecia per più di 100 miliardi di euro, il finanziamento per operazioni di riacquisto dei propri titoli pubblici, la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie europee in difficoltà e la concessione di solide garanzie aggiuntive alla Bce rispetto ai suoi prestiti collateralizzati ad alto rischio. In secondo luogo, i tre Paesi sotto aiuto (oltre alla Grecia, Irlanda e Portogallo) hanno ottenuto un allungamento delle scadenze dei prestiti in essere e una riduzione dei relativi tassi e hanno avuto accesso ai fondi europei a essi destinati mediante co-finanziamenti limitati e con l'aiuto della Banca europea degli investimenti. In terzo luogo, nel solo caso della Grecia, è stato proposto ai sottoscrittori privati di aderire volontariamente a forme di riduzione nel valore dei titoli pubblici per circa il 21%.
Analisi Marcello Messori, docente di Economia a Roma Tor ÉM g m Vergata E i Paesi dell'Unione in buona salute si sono impegnati ad assicurare crediti e a coprire le esigenze di ricapitalizzazione delle banche greche. Infine, l'Unione monetaria si è impegnata ad assicurare un sostegno a tutti gli Stati-membri che hanno difficoltà di accesso al mercato, ma che sono pronti a realizzare gli aggiustamenti concordati. Come testimoniano gli avvenimenti delle ultime dieci settimane, l'approvazione di tali misure non ha però impedito il precipitare della crisi greca e l'aggravarsi del contagio di Italia e Spagna. E' quindi lecito chiedersi per quali ragioni vi sia stato un esito così fallimentare. La risposta è banale: le misure, varate dal Consiglio europeo di fine marzo, e quelle, approvate dal Consiglio del 21 luglio, sono diventate operative da pochissimi giorni o restano ancora sulla carta. La farraginosità delle pur insufficienti procedure democratiche dell'Unione ha scavato un solco sempre più profondo fra le indecisioni della politica e i tempi di reazione dei mercati; e questo solco, che ha progressivamente «bruciato» una serie di soluzioni tecniche, non è sfociato nella deflagrazione dell'area monetaria solo grazie alla scelta, effettuata da un'istituzione non politica come la Bce, di acquistare i titoli pubblici dei Paesi in difficoltà nel mercato secondario e di dettare l'agenda ai governi più fragili. La ritardata attuazione del nuovo Fondo mette in campo uno dei pochi strumenti tecnici residui; è essenziale che l'inerzia politica non ne impedisca l'adeguamento a una situazione oggi più critica. Come ha sostenuto il segretario del Tesoro statunitense in base all' esperienza maturata durante la crisi finanziaria del 2007-'09, si tratta di creare le condizioni perché il nuovo Fondo utilizzi la sua accresciuta dotazione di capitale per operare con una leva adeguata ai suoi compiti grazie ai finanziamenti reperiti sul mercato o a quelli ottenuti dalla Bce, senza gravare ulteriormente sui bilanci pubblici degli Stati-membri. Bisogna, però, essere consapevoli del carattere temporaneo di una soluzione del genere che tende a trasformare l'Efsf in una sorta di fondo monetario europeo. Per ridare spazio alla politica e a procedure democratiche e per evitare comportamenti irresponsabili da parte dei Paesi beneficiari, la forma permanente dell'Efsm (ossia l'Esm) dovrà costituire la testa di ponte per l'unificazione europea delle politiche fiscali.
***
 

tommy271

Forumer storico
State Budget Not Finalized Yet



The Greek government submits today a draft budget that provides additional measures of €6.9 billion in 2011-2012, while recession would reach 5.5% this year and 2.2%-2.5% next year.

Besides property tax and labour reserves, most measures are still unknown, or even undecided in several cases. The tax bill is still under preparation, but yet to announce bills on the uniform payroll and changes in pensions.

Greece delayed four months to implement the medium-term fiscal program, so now the measures are imposed late, their performance is reduced, and therefore they become tougher under the watchful eye of the Troika, which continues its review on Greek economy.

Despite the new package, the government has admitted that the deficit target for 2011 would not be achieved, as it is expected to close at €18.7 billion against €17.1 billion. It plans to meet the objective of the MoU for 2012 deficit (€14.65 billion).

Greek Finance Minister Evangelos Venizelos said that the target could be met only if the state apparatus and Greek people respond properly.

In fact, the €6.9 billion measures are still on paper. Regarding revenue, only property tax and reduction of tax-free at €5,000 have been announced, while the new tax system should be ready in September.

Measures related to cuts in tax allowances, changes in VAT, new road tax, heating oil tax are still unknown.

As for expenditure, only the measure of labour reserve has been announced. Several scenarios on uniform payroll leaked recently, but the Greek government has committed for file the bill within the week.

The picture is blurring regarding pensions. The medium-term plan had set a deadline on August 15, while the program to merge/close public organizations is not finalized.

(capital.gr)
 

tommy271

Forumer storico
Intanto le prime battute danno gli spread/bund sul decennale intorno ai minimi di venerdì, ora a 2097 pb.
La Borsa di Atene segna 784 punti a - 1,71%.
 

fenox

Forumer storico
mi sto convincendo che la Grecia non avrà scampo; ancora ossigeno per un paio d'anni per consentire illusoriamente al resto del mondo di salvare il salvabile. Temo però che se questo si verificherà veramente sarà un disastro epocale in confronto del quale il crac Lehamn sembrerà una passeggiata di salute. :titanic::titanic::titanic:
 

tommy271

Forumer storico
mi sto convincendo che la Grecia non avrà scampo; ancora ossigeno per un paio d'anni per consentire illusoriamente al resto del mondo di salvare il salvabile. Temo però che se questo si verificherà veramente sarà un disastro epocale in confronto del quale il crac Lehamn sembrerà una passeggiata di salute. :titanic::titanic::titanic:

Ossigeno per pochi mesi ... altro che anni.
Se la situazione troverà una sua sistemazione, ci saranno meno problemi per gli anni a venire.
 

fenox

Forumer storico
Ossigeno per pochi mesi ... altro che anni.
Se la situazione troverà una sua sistemazione, ci saranno meno problemi per gli anni a venire.

si ma i "soloni" stanno lavorando a 24 mesi con il seguente programma : erogare il meno possibile quanto basta a che non ci sia insolvenza tecnica; prepararazione degli scudi finanziari (inutili); uscita della grecia dall'euro.
 
Stato
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