Lo scolaretto Draghi, il professorino Weidmann.
Nella riunione di oggi del direttivo della BCE, l'aria fritta deliberata dimostra che lo scolaretto Draghi è stato richiamato all'ordine dal professorino Weidmann.
Eppure tecnicamente sarebbe stato semplice mettere nell'angolo il professorino teutonico. Certo la BCE deve agire nell'ambito del suo mandato. Draghi, ad esempio, avrebbe potuto argomentare come nel seguente ipotetico dialogo.
Caro professorino, nel momento attuale, in cui l'euro rischia di saltare, qual''è il mandato della BCE? I prezzi o la difesa della moneta unica? Pare che non ci siano dubbi che il mandato della BCE sia innanzitutto la difesa della sua ragion d'essere. Ossia, la difesa dell'euro.
A tal proposito, caro professorino, qual'è la tua proposta per salvare l'euro? Non fare nulla come dici, non è possibile. Per cui caro professorino non avendo proposte efficaci in merito è opportuno quantomeno accettare le proposte del presidente per un ruolo più attivo della BCE al fine di salvare l'euro.
Comunque, caro professorino, voglio essere schietto, ho il sospetto come presidente della BCE, che la tua opposizione ad un ruolo attivo della BCE sottenda il proposito inespresso, ma implicito nel tuo atteggiamento, del ritorno al "caro vecchio marco". In questo ultimo caso sarebbe opportuno da parte tua, caro professorino, rassegnare alle autorità preposte le tue dimissioni.
Ma Draghi da buon scoloretto non osa tanto e timorosamente abbassa la testa ottemperando al comando del professorino teutonico.