Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2

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Spagna reintrodurrà patrimoniale per 2011 e 2012 - Salgado

giovedì 15 settembre 2011 12:37






MADRID, 15 settembre (Reuters) - La Spagna reintrodurrà venerdì una tassa sui patrimoni più elevati. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia Elena Salgado.
La patrimoniale sarà temporanea - limitata agli anni 2011 e 2012 - ha detto il ministro, spiegando che il provvedimento riguarderà circa 160.000 contribuenti per un gettito stimato fino a 1,08 miliardi di euro l'anno.

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Cosa fanno gli altri.


ossia nel concreto cosa fanno?
ciao
 
Crisi: Bini Smaghi, necessari aggiustamenti per il fondo salva stati

Restano imperfezioni rispetto al Fmi

Milano, 15 set - Lorenzo Bini Smaghi, membro italiano della Bce, ritiene che l'Efsf, il Fondo salva stati, dovra' essere modificato ulteriormente per essere efficace. "Le decisioni del 21 luglio scorso vanno nella direzione giusta e devono essere rapidamente ratificate da tutti i paesi", ha dichiarato Bini Smaghi nell'intervento al Forum per gli Affari legali ed economici Ue-Usa, spiegando che "in prospettiva, saranno probabilmente necessari ulteriori aggiustamenti, perche' l'Efsf contiene ancora alcune imperfezioni rispetto al Fmi".
Tali imperfezioni, secondo il membro Bce, riguardano il "meccanismo decisionale", visto che "attualmente e' necessario il consenso di tutti i membri" e la "flessibilita'", considerando che "per poter intervenire sul mercato primario e su quello secondario, le procedure e le modalita' devono essere flessibili, in linea con l'evoluzione dei mercati".
Per Bini Smaghi, l'Efsf rappresenta il "tentativo" di creare una istituzione con le caratteristiche basilari necessarie, ovvero "l'indipendenza, la rendicontazione (accountability), efficacia operativa e capacita' decisionale"

(Radiocor)
 
BCE: NOVOTNY, PREOCCUPA RITARDo SU RATIFICA FONDO EUROPEO SALVA-STATI


(ASCA) - Roma, 15 set - ''Innanziutto, i politici dovrebbero parlare con una sola voce'', cosi' Edwald Novotny, governatore della Banca centrale austriaca e membro del Governing Council della Bce, ha stigmatizzato la ''cacofonia'' dei leader europei.

''Sono preoccupato dei ritardi sull'implementazione della riforma del fondo europeo salva-stati (Efsf)'', ha sottolineato il banchiere centrale.

La riforma del Fondo europeo, approvata dal consiglio europeo del 21 di luglio, deve essere ratificata dai parlamenti nazionali, in modo che il fondo sia operatvo, nella nuova veste, da meta' ottobre. Forti perplessita' nel parlamento slovacco e in quello finlandese. Mentre quello austriaco ha rinviato, per motivi procedurali, il via libera.

C'e' poi grande attesa per la decisione del parlamento tedesco che si esprimera' il prossimo 29 settembre, circa una ventina di deputati della coalizione governativa Cdu-Csu-Fdp hanno espresso forti critiche verso la riforma dell'Efsf.

I punti chiave della riforma del Fondo riguardano l'aumento del capitale in modo da portarne la capacita' di credito a 440 miliardi, il finanziamento di gran parte del secondo piano di salvataggio della Grecia e la possibilita' di comprare titoli di stato dei paesi in crisi dell'Eurozona sollevando cosi' la Bce da questo compito.
 
Mercoledì, il punto: i due giorni trascorsi dal precedente commento hanno visto un qualche tentativo di assestamento dei prezzi sui nuovi minimi appena raggiunti. Vedremo se di qui partirà un rimbalzo, e di che consistenza e durata.

Il mercato ha sostanzialmente assorbito la ristrutturazione del debito greco, ampiamente scontata nei prezzi, e scommette su due circostanze, più volte indicate: la prima è il quando accadrà la ristrutturazione, la seconda è se essa avverrà con permanenza nell'euro oppure con abbandono della valuta comune.

Le due circostanze sono peraltro connesse: poiché, come rammentato, la Grecia non è nell'immediato in grado di defaultare permanendo nell'euro, default "ravvicinato" significa anche default fuori dall'euro, e quindi minore recovery per gli obbligazionisti.

Viceversa, ogni elemento che pospone nel tempo la ristrutturazione crea - in via del tutto teorica, occorrendo verificare in concreto l'evoluzione del quadro macro - la possibilità che la situazione greca migliori, rendendo possibile quel default nell'euro che oggi non è praticabile.

Della situazione sono ben al corrente i due attori principali della politica europea, tedeschi e francesi, che non a caso cercano di rassicurare il mercato sulla possibile permanenza della Grecia nell'euro - che vuol anche dire default "dopo" - e quindi recovery più elevato, il solo elemento idoneo a contenere la caduta dei prezzi dei tds greci.

Come detto in passato, la consistenza del recovery atteso incide sui corsi dei tds più lunghi. Sui lunghissimi, i prezzi si sono assestati ieri attorno ai minimi già segnalati due giorni fa, con il 2037 a 32,28 ed il 2040 a 31,81 (BBML)

La data del possibile recovery muove invece i titoli più corti, e qui segnalo come il marzo 2012 abbia chiuso ieri attorno a quota 52,85 (sempre BBML) e appaia oggi intenzionato a rimbalzare con volumi dignitosi sui mercati retail tedeschi (Stoccarda, in particolare). Già i due bond a scadenza maggio 2013 presentano un andamento che riflette attese di un possibile default "dopo" la scadenza dei titoli alquanto affievolite, avendo chiuso su BBML rispettivamente a 41,73 (il 4,6%) e 44,73 (il 7,5%)

In mezzo, le scadenze mediane tendono a perdere quota 40/100, ed in molti casi i prezzi si attestano già un paio di punti sotto tale soglia, dipendendo poi anche dal rateo e dalla data di stacco cedola, con i 2019 attorno a quota 37,5/100.

Sui titoli oltre tale lunghezza, le vendite disordinate dei due giorni precedenti, operate in precarie condizioni di liquidità, hanno innescato già ieri forti movimenti di rimbalzo nei casi di prezzi più sacrificati: il giorno precedente si erano visti dei 27,5/100 su scadenze 2022 - 2026, ed il mercato ha poi riallineato ieri attorno a valori di poco superiori ai 31/100.


Secondo me queste quotazioni sono già storia.
Non intendo in senso strettamente ottimistico.
Voglio solo dire che credo riflettano una scommessa, amplificata dal mercato altamente illiquido che facilità risultati piuttosto aberranti tra scadenza e scadenza, con probabilità non nulle di default imminente.
E' indiscutibile che ieri c'era grande attesa per la conference call, anche se il mercato sotto sotto sapeva che non si sarebbe detto nulla di sostanziale. Però ai visto mai che annunciavano le sentite condoglianze agli obbligazionisti...per carità 1 possibilità su 1000... però...
Tuttavia al punto in cui siamo arrivati, "nulla nova bona nova", quindi si tira avanti. Credo si uscirà da questo pantano appena ci sarà chiarezza sull'esito dello swap, quando si avrà la garanzia, almeno nell'immediato, che se lo faranno andare bene senza colpi di mano forzosi ai privati e parallelamente, con lo sgancio della tranche, perchè senza di quella la Grecia è in default.
A quel punto, pur permanendo l'elemento di scommessa strettamente sul timing del default, quindi più che sul se, sul quando (e quindi sul come, dracma/non dracma, ma obiettivamente io credo si possa scommettere che si farà veramente di tutto per evitare lo scenario peggiore), a quel punto credo che, se il tenore delle affermazioni della Merkel continuerà di questo tono, paventando un default, ma allo stesso tempo rassicurando il mercato a che si debba garantire che se deve essere, deve essere ordinato, con la presenza degli opportuni strumenti operativi (in senso finanziario) e normativi, allora nelle quotazioni si dovrebbe evidenziare un netto spartiacque pre-luglio 2013, post luglio 2013, data di entrata in vigore dell'ESM. Ovviamente il tutto sempre navigando a vista, in caso di improvvise accelerazioni normative comunitarie che lo facciano partire prima, cambiando per l'ennesima volta le carte in tavola. Un altro naturale spartiacque sarà comunque rimanere entro l'anno e credo permarranno sempre differenze di diversi punti % da scadenza a scadenza, tra le vicine, perchè nella view attuale ogni data di rimborso a cui si giunge è da portare un cero alla Madonna, in segno di devozione.
Rimanere brevi ha anche lo scopo di battere sul tempo i Greci nella loro corsa (oddio, corsa... non mi sembra l'obiettivo sia proprio dietro l'angolo) al pareggio di bilancio.
Hai visto mai che a quel punto di comune accordo con l'UE il mercato venga scaricato, tanto ormai la Grecia, seppur in ristrettezze, basta a se stessa....
Anche se da questo punto di vista immagino più malafede nell'UE e IMF, che ce li vedo a consigliare così, per sgravarsi dell'onere di rifinanziare il debito residuo, piuttosto che nei Greci, nella cui buona fede di volersi salvare la faccia in ambito internazionale ci credo. E' che i sacrifici che devono fare sono immani e qualche ulteriore inefficienza nell'attuare il dovuto, purtroppo, è un fatto antropologico. Non trasformi in un anno un Greco (o un Italiano) in un Tedesco (e per certi versi, lasciatemi dire:e per fortuna :D ;) ).
 
S&P: anche le banche tedesche minacciate dalla crisi




Un aggravamento della crisi debitoria nell’Eurozona potrebbe provocare gravi conseguenze sul comparto bancario tedesco. A spiegarlo è stata ieri l’agenzia di rating Stanrdard & Poor’s...
Un aggravamento della crisi debitoria nell’Eurozona potrebbe provocare gravi conseguenze sul comparto bancario tedesco. A spiegarlo è stata ieri l’agenzia di rating Stanrdard & Poor’s, che in questo modo ha di fatto smentito le valutazioni della Bundesbank, che proprio due giorni fa aveva sottolineato come l’esposizione degli istituti di credito nei confronti della Grecia fosse sensibilmente diminuita. E che, per questo, la situazione poteva essere considerata nel complesso «gestibile».
«La base di rifinanziamento delle grandi banche in Germania potrebbe risultare non sufficientemente solida, ed una perdita potenziale di fiducia nel comparto potrebbe generare la necessità di un sostegno. Esattamente come accaduto in seguito al crollo di Lehman Brothers», ha dichiarato all’agenzia Reuters Stefan Best, responsabile degli istituti finanziari presso S&P. Proprio per questo, anche per le banche tedesche non è escluso un declassamento, come accaduto in questi giorni ai principali gruppi francesi, colpiti dai downgrade di Moody’s. «Ciò dipenderà dall’andamento della crisi», ha aggiunto l’analista.
Complessivamente, infatti, le prospettiva del comparto bancario della prima economia europea rimangono «piuttosto negative» secondo l’agenzia di rating.

15 Settembre 2011 [email protected]

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Per inquadrare la complessa partita che si gioca intorno alla Grecia.
 
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