PUNTO 2-Premier greco affronta Francia e Germania su referendum
Reuters - 02/11/2011 15:36:55
(cambia titolo, aggiorna con dettagli su agenda incontri)
ATENE, 2 novembre (Reuters) -
Il primo ministro socialista greco George Papandreou dovrà vedersela oggi con i leader di Francia e Germania dopo aver convinto il proprio governo a indire un referendum sul pacchetto di salvataggio da 130 miliardi di euro.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno convocato Papandreou per colloqui a Cannes oggi, alla vigilia del G20 di domani e venerdì, per spingere per una rapida applicazione delle misure per combattere la crisi della zona euro, misure su cui ora la mossa di Atene ha fatto sorgere dubbi.
Sarkozy ha detto che l'annuncio del referendum "coglie di sorpresa l'intera Europa", e il suo ministro degli Affari europei, Jean Leonetti, ha detto a Reuters che la consultazione dovrebbe tenersi il più presto possibile, e possibilmente prima di metà dicembre.
I sondaggi di opinione indicano che per la maggior parte degli elettori l'accordo è sbagliato, ma molto dipende da come Papandreou presenterà la questione, se sullo stesso bailout - e i forti tagli che ne seguono - o sull'adesione all'euro, che invece resta popolare tra i greci.
I partner europei della Grecia faranno pressione per questa ipotesi.
"Il referendum pone una questione fondamentale: volete o non volete restare nella zona euro? Perché se non accettate l'accordo allora questo significa che non siete nella zona euro", ha detto Leonetti.
Che venga vinta o persa, la scommessa di Papandreou garantisce lunghe settimane d'incertezza, proprio in un momento in cui l'eurozona cercava un momento di calma per dare corso alle misure concordate la scorsa settimana per superare la crisi del debito sovrano.
Alcuni deputati del Pasok, il partito socialista greco, hanno chiesto le dimissioni del premier con l'accusa di aver messo in pericolo la Grecia con la decisione-shock di indire una consultazione popolare, un'iniziativa che ha dato un duro colpo ai mercati azionari europei e all'euro. Ma il sostegno del gabinetto di governo gli dà tempo almeno fino al voto di fiducia di venerdì prossimo.
"Il referendum sarà un mandato chiaro e un chiaro messaggio in Grecia e all'estero sulla nostra rotta europea e sulla partecipazione all'euro", ha detto Papandreou durante il vertice governativo, durato sette ore, secondo un comunicato diffuso dal suo ufficio.
"Nessuno potrà dubitare della rotta della Grecia all'interno dell'euro".
Anche se il governo greco dovesse ottenere il voto di fiducia, la zona euro ha di fronte un periodo di vuoto politico in cui i mercati possono portare il caos. Se lo mancasse, la Grecia dovrebbe far fronte a un default ingestibile che sospenderebbe dalle borse i titoli bancari e minaccerebbe le economie ben più grandi di Italia e Spagna, col rischio che la Ue potrebbe non avere i mezzi per il loro salvataggio.
La mossa del premier greco ha provocato rabbia e sorpresa in pari misura nel mondo. "Ora è abbastanza: fuori i greci!", ha titolato il Kronen Zeitung, il più venduto quotidiano austriaco.
Il presidente dell'eurogruppo, il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha detto che la Grecia potrebbe andare in bancarotta se gli elettori respingessero l'accordo e il ministro delle Finanze giapponese Jun Azumi ha sottolineato: "Sono tutti sbalorditi".
Anche Juncker, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il capo del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, parteciperanno oggi ai colloqui di Cannes con la Grecia.
Il portavoce del governo greco, Elias Mossialos, ha precisato che il referendum si terrà "il più presto possibile, subito dopo che i fondamentali dell'accordo di bailout saranno stati formulati", ma non ha specificato se sarà prima di Natale.
Oggi il ministro dell'Interno Haris Kastanidis, parlando alla tv pubblica, ha detto che la consultazione potrebbe tenersi "prima di gennaio, entro dicembre", se la Grecia e i partner internazionali lavoreranno ai dettagli dell'accordo di salvataggio prima del previsto.
Lunedì era stato lo stesso ministro a dire che il voto sarebbe stato a gennaio.