LA BICICLETTA DELL'ANGIUL
Eravamo all'inizio degli anni sessanta, ed io ero un bambino. Tante ristrettezze ma tanta allegria.
Nel palazzo dove abitavo, la rastrelliera delle biciclette era occupata  da mezzi perlopiù scassati, ma che soddisfacevano al loro scopo: la  movibilità.
Un giorno di primavera fece il suo ingresso nel cortile una bicicletta  strepitosa, di un nero sfavillante con cromature che riflettevano i  bagliori del sole.
Eravamo ormai abituati alla "ruggine", a mezzi di trasporto tenuti  assieme con il fil di ferro, e questa bicicletta mi aveva lasciato  incantato.
"Ti piace?", mi chiese.
Non gli risposi subito, ammutolito da tanta bellezza.
"E' un'Imperiale, una Umberto Dei" continuò, mentre un sorriso gli apriva la bocca facendogli allargare le narici del naso.
Gliela vidi usare raramente, solo la domenica. Il resto della settimana era amorevolmente coperta da un telo di stoffa.
Per gli amici dell'osteria era uno spettacolo vederlo arrivare in sella al suo cavallo d'acciaio. 
Cominciavano a girare voci di una vincita alla lotteria, di un colpo di  culo arrivato all'improvviso a gente rimasta sempre ai margini del  benessere.
Eppure l'Angiul era diventato un Signore, rispettato ed ammirato.
In quei momenti i patimenti che aveva dovuto subire durante la guerra  erano spariti con un colpo di spugna: era proprio un'altra persona.
Al "sciur Angiul" faceva parte dell'Esercito Italiano inviato in Grecia e lasciato poi in balia degli eventi dopo l'8 Settembre.
  Un momento atteso della giornata era la sera, quando correvo a casa sua per ascoltare  le storie di guerra che raccontava in una specie di autoanalisi,  mentre io sgranocchiavo avidamente una crosta del formaggio Grana.
La decisione di arrendersi ai tedeschi, il lungo viaggio in treno, la  prigionia in Germania nei campi di concentramento, il lavoro da schiavi,  le angherie subìte. I suoi "actung", "raus", "verboten", inframmezzati  nel racconto, rimbombavano in casa sua ammutolendo chiunque si fosse trovato vicino.
Anche la moglie ascoltava in discreto e religioso silenzio quelle parole che uscivano come un fiume in piena.
Una vita dura, alleviata dal gioco delle carte e da un buon bicchiere di Barbera insieme agli amici del Circolo dei Saragàt.
Le automobili erano ancora di là da venire. In cortile gli unici mezzi  motorizzati erano gli scassatissimi Aquilotto Bianchi, i famosi Mosquito ed un  motocarro Guzzi di quelli grigi, usati dai "magùtt" che facevano un  rumore infernale di ferraglia appena li sentivi arrivare.
Ben presto l'oggetto del desiderio si spostò verso le prime "600" che si  compravano con una infinità di cambiali. La ventata di benessere si accompagnava  con auto e televisore.
Ma la mitica "Umberto Dei" nera dell'Angiul rimase sempre nel mio immaginario.
L'Umberto Dei del nostro forumer Franzo.
Al termine della riunione dell'Ecofin del 21 Luglio i bondholder erano  stati piacevolmente presi alla sprovvista dall'imprevista capacità di intervento del duo Merkel/Sarkozy che aveva saputo imprimere una svolta  nella matassa ellenica.
In questi giorni l'attesa è stata piuttosto elevata ed i titoli ne hanno  risentito positivamente recuperando in parte il terreno perso nei giorni  precedenti.
   Questa volta è mancata però la voglia di stupire. Non ci sono state dichiarazioni  in grado di imprimere un movimento alla vicenda. Il lavorìo  tecnico-diplomatico è stato però molto intenso, questo lascia ben  sperare.
A livello procedurale, gli eventi procedono come da scaletta:  all'ennesima strigliata della Troika segue la risposta dell'Esecutivo  ellenico per rientrare entro il programma concordato.
Quindi, nuovi provvedimenti impositivi per coprire i buchi, seguiti dalla proclamazione dell'ennesimo sciopero generale.
La recessione nella quale si è avvitata l'economia, anche a seguito dei  provvedimenti imposti, sembra intanto dare altri segnali di allentamento: ad  agosto le entrate sono aumentate del 3% e la disoccupazione è iniziata a  calare mentre prosegue il miglioramento della bilancia commerciale.
Segnali legati al solo periodo estivo? Può darsi.
Certamente è ancora poco, a fronte di un PIL che continua a scendere.
Occorre intervenire con più decisione per favorire la crescita. In questo quadro, la  formazione della "Task Force" della UE sembra una soluzione utile allo  scopo, anche se un pò tardiva.
Tecnici ed economisti daranno un aiuto, a partire dai prossimi mesi, con  idee nuove e capacità operative maggiori. Operando proprio all'interno del corpo  molle della burocrazia statale.
Le aziende statali, gli uffici, le amministrazioni pubbliche hanno  bisogno di una ventata nuova. E' su questi scogli che ogni nuova riforma emanata  rischia di impaludarsi.
La "Task Force" porterà con sè una piccola dotazione di circa 8 miliardi  di euro che serviranno a finanziare nuovi progetti produttivi per  cercare di rilanciare l'economia e le opere infrastrutturali.
Le privatizzazioni che accompagneranno il processo serviranno anche per  attrarre nuovi capitali freschi per risanare il disastrato debito  pubblico.
E' vero, la sensazione che questo "Eurogruppo" non ci ha stupito è palpabile.
Lasciamo però parlare i fatti che ci attendono nelle prossime settimane: il rilascio della sesta tranche e l'avvio dello swap.
A volte, senza clamori, i risultati arrivano più rapidamente.
Sullo swap le cifre sono ancora incerte: c'è chi parla di adesioni poco  inferiori al 75%, chi di un raggiungimento di quota 82% di fronte ad un  obiettivo del 90%.
Viste le quotazioni raggiunte dei GGB, credo che qualche ritardatario dell'ultima ora si possa aggregare e salire sul carro.
Sono convinto che una volta rilasciata la tranche si ricomincerà di nuovo a respirare un pò di aria fresca. 
Poi si passerà al concambio titoli e tutto si leggerà sotto un'altra luce.