Grecia: Fitch teme default; Almunia, accordo al piu' presto
20 settembre, 21:17
ROMA - A novembre le casse pubbliche di Atene non avranno liquidità sufficiente per pagare i dipendenti pubblici e sarà default. Non quello "pilotatò previsto dal secondo piano di aiuti deciso il 21 luglio scorso, con il riscadenzamento dei bond e l'intervento dei privati, ma quello vero, incontrollabile, che porterebbe in Europa gli scenari dell'Argentina di 10 anni fa. Ci crede l'agenzia di rating Fitch che, mentre è ancora in fieri il vertice in teleconferenza fra governo greco e i suoi grandi finanziatori Ue, Fmi e Bce, diffonde attraverso l'agenzia Bloomberg un report nel quale afferma che "in base ai livelli di rating, Fitch prevede che la Grecià finirà in default ma che non lascerà la zona euro" come se il destino di Atene e dell'euro non fossero correlati.
Lo ha ricordato ancora oggi il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia che ha chiesto un "accordo al più presto. Quanto prima, tanto meglio è per tutti sia per i greci sia per la zona euro. Il grado di interdipendenza è talmente elevato che sono problemi di tutti". E per domani, all'ordine del giorno, c'é un consiglio dei ministri convocato dal premier greco George Papandreou. Al secondo giorno del vertice Grecia-Troika prosegue il confronto che impedirà o decreterà il default. I mercati sono rimasti in attesa senza fibrillazioni. Gli spread sui bund tedeschi pur restando sui massimi si sono fermati ampiamente sotto il picco del 2.500 punti toccato la settimana scorsa, la borsa di Atene ha chiuso in negativo ma senza sprofondare (-0,72) e anche l'asta di titoli del tesoro greco a tre mesi è andata relativamente bene con i rendimenti stabili a 4,56% (ad agosto il tasso è stato del 4,5%) e una richiesta quasi tre volte superiore all'offerta (dalla primavera del 2010 la Grecia non ha più accesso al mercato delle obbligazioni a lungo termine). La relativa calma fa ben sperare sull'esito del vertice che dovrebbe sbloccare la sesta tranche da 8 miliardi che fa ancora parte del primo piano di salvataggio da 110 miliardi deciso nel maggio 2010. Il giudizio della Troika è fondamentale per il via libera che poi arriverà dai vertici di Stato e di governo della Ue il prossimo 19 ottobre.
Sempre oggi il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto in peggio le previsioni di crescita della Grecia e ha aumentato il picco del debito pubblico e del deficit. Secondo l'istituto, il Pil di Atene nel 2011 si contrarrà del 5,0% (la precedente previsione era -3,8%) e nel 2012 del 2% (prima era +0,6%), mentre il debito pubblico nel 2012 sarà al 189% del Pil. Ugualmente peggiorate le previsioni del rapporto deficit/Pil che ora sono 8,0% nel 2011, 6,9% nel 2012 e 5,2% nel 2013. Rassicurante però il commento del Fmi che ha precisato che la revisione delle stie non cambiano il suo punto di vista sul paese: "le proiezioni macroeconomiche, monetarie e di bilancio per il 2011 e nel medio termine - si legge nel rapporto - sono conformi a quelle fatte nel quadro del programma sostenuto dall'Ue e dal Fmi".