Giovedì, il punto: non molto da segnalare sul piano delle notizie, continuano le trattative fra le banche e dall'altro i governi europei e il FMI (cioé gli USA) sull'ammontare dell'haircut, e poiché i soggetti coinvolti sono numerosi da entrambi i lati del tavolo, non deve sorprendere più di tanto la lentezza dell'incedere.
Poiché alla fine della giostra qualcuno deve prendere le decisioni, tale compito se lo sono riservati i tedeschi ed i francesi, sentiti gli altri che contano, USA e grandi banche dei rispettivi paesi in primis.
Fra voci correnti sulla stampa sull'entità dell'haircut, banche che minacciano di ridurre il credito all'economia (lo faranno comunque vada a finire questa vicenda) e politici che rassicurano circa la proficuità del proprio operato, il mercato ha continuato a vendicchiare anche ieri, ma con meno convinzione che nei giorni precedenti.
I corsi sembrano stabilizzarsi, anche perché, come vedremo, i prezzi su alcuni titoli sono giunti a quotazioni che cominciano a scontare in pieno l'ipotesi dell'haircut consistente nei prossimi mesi, comunque attuato, e che sarebbero più coerenti con l'ipotesi del default controllato.
Ma tale ipotesi presuppone che le trattative in essere fra banche e governi falliscano, il che sembra, al momento, un'ipotesi azzardata.
I corti sembrano stabilizzarsi sui prezzi di ieri: fermo il marzo 2012 a 53,96, i due maggio 2013 hanno segnato 42,36 (4,6%) e 46,86 (7,5%), mentre l'agosto 2014 chiude a 39,25.
I mediani sono anch'essi fermi: si registra qualche cedimento sui più lunghi della classe, ma poca cosa anche percentualmente, non mancano tuttavia alcuni recuperi, altrettanto modesti.
La nota un po' stonata, che fa parlare di mercati che vendicchiano piuttosto che di una giornata di prezzi fermi, è costituita da lunghi e lunghissimi: qui si scende ancora, sebbene non di molto anche in termini percentuali, ed oramai - guardando al solo prezzo - il mercato non sembra fare distinzione alcuna fra il 5,9% 10/2022 (close a 30,05) e titoli che scadono 15 o 20 anni più tardi, dato che il 2037 ha chiuso a 30,05 ed il 2040 a 30,02.