Facezie italiane
Facezie italiane, da Dagospia:
1- DAGOREPORT - IL GIORNO DEI MORTI VIVENTI
Berlusca questo primo novembre 2011 se lo ricorderà per molto tempo perchè può segnare definitivamente la sua uscita di scena dalla politica. Il re del bunga bunga non è caduto sotto gli scud dello spread ma sotto l'ira del Quirinale. Il Presidente Napolitano sarebbe infuriato con l'inquilino (abusivo) di palazzo Chigi perché non ha preso una posizione decisa nel difendere il nostro Paese sotto l'attacco della speculazione.
Dopo le sollecitazioni inviate al solito onnipresente Gianni Letta, Palazzo Chigi non ha saputo altro da fare che uno stringato comunicato in cui si annunciavano fantomatiche misure da presentare al G20 di Cannes. Con l'aggiunta di una misera quanto patetica giustificazione: se Piazza Affari era vicino al crollo è solo colpa della Grecia socialista di Papandreu e del suo referendum.
E queste poche righe diffuse dall'incolpevole (questa volta) Paolino Boianiuti hanno mandato ancora di più su tutte le furie il vero segretario del Pd, alias Giorgio Napolitano. Si arriva così ad un secondo comunicato, che sarebbe stato sollecitato dal Colle, in cui si esalta il gran lavoro del Banana e di "alcuni ministri economici" per mettere a punto proposte da illustrare a Cannes.
Anche questo però sarebbe stato giudicato insufficiente dal Quirinale peggiorando tra l'altro la situazione. La nota, come la definisce Palazzo Chigi, parla di "alcuni ministri economici" impegnati a mettere nero su bianco questo nuovo libro dei sogni e questo avrebbe fatto incazzare, e non poco, il Giulietto nazionale.
Tremonti infatti è stato messo sullo stesso piano di Romani e Brunetta, un'offesa non da poco per uno che ai G20 sbandiera di dialogare direttamente, senza bisogno di interprete, con i Grandi della terra.
E questa è soltanto l'ultima perla di una giornata veramente nera per Berlusca che sente sempre più vicino il benservito da parte del Quirinale che ormai non lo sopporta proprio più. Se la situazione, come tutto lascia prevedere, non migliorerà anzi peggiorerà, saranno in molti a chiedere il passo indietro a Silvio e lui per amor dell'Italia questa volta sarà costretto a farlo.
Per questo Berlusca atterra a Roma per cercare di mettere in fretta e furia una serie di misure da presentare a Giorgetto e poi ai suoi ministri con le quali presentarsi al G20 tentando così di riacquistare consensi. Una mossa quest'ultima che forse non gli riuscirà perché sarebbero proprio i suoi ex amici, Sarkozy e Merkel, a chiedere la sua testa giudicandolo inadeguato per guidare l'Italia e soprattutto come loro partner.
Quindi al ritorno dalla Costa Azzurra sabato Silvietto potrebbe trovare a Roma una situazione esplosiva (per lui). Per questo forse ha già detto che venerdì sera al termine della riunione del G20 farà tappa ad Arcore. Roma potrebbe essere già off limits per lui.
2- «DÀGLI A GIULIETTO»
Ugo Magri per La Stampa - Se si dà retta al tam-tam del Pdl, le ore di Tremonti ministro sono contate. Domani si terrà un ufficio di presidenza dove cercheranno qualche misura già pronta da inserire nella legge di stabilità (è all’esame del Senato) in modo da dare all’estero una buona impressione; ma soprattutto, la riunione servirà a processare il ministro. I più gentili tra i «berluscones» (vedi Cicchitto per il quale «non sono i mercati a fare i governi») gli chiederanno di allinearsi, altri meno oxfordiani di defilarsi, altri ancora di levarsi di torno. Vera o falsa, torna in circolo la voce della mozione individuale di sfiducia, supportata dai deputati anti-tremontiani più scalmanati. Chi al posto del prof? Berlusconi avrebbe pronta la soluzione Bini Smaghi, prendendo due piccioni con la stessa fava perché si sbarazzerebbe di Tremonti e libererebbe alla Francia il posto nella Bce.
3- SCENDE IN PISTA NAPOLITANO, IL VERO SEGRETARIO DEL PD
Corriere.it
Doppio tavolo di lavoro sull'emergenza-Italia mentre crolla la Borsa di Milano e lo spread tra i nostri titoli di stato e quelli tedeschi raggiunge il suo record storico. Da parte della maggioranza, arriva prima una nota in cui si rassicura che il premier Silvio Berlusconi segue l'evoluzione dei mercati finanziari e in cui si promette di agire con «rigore e tempestività». Poi, nel primo pomeriggio, arriva la notizia che il presidente del Consiglio anticipa il rientro a Roma per seguire la situazione da vicino.
Sul fronte dell'opposizione, il leader del Partito democratico Pier Luigi Bersani ha un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui garantisce che il Pd e il resto dell'opposizione sono pronti ad assumersi le loro responsabilità.
«Il presidente Berlusconi, in collaborazione con alcuni ministri del settore economico, sta mettendo a punto l'operatività delle misure dell'agenda europea concordate con Bruxelles, e che verranno illustrate ai partner del G20. Le scelte del governo saranno applicate con la determinazione, il rigore e la tempestività imposti dalla situazione», si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi. La linea del governo, secondo quanto si apprende, è quella di inserire le prime misure anticrisi subito nella legge di stabilità all'esame del Senato.
Si tratterebbe di nuovi emendamenti al provvedimento la cui presentazione scade venerdì. In ambienti di governo non si esclude ancora un consiglio dei ministri in settimana, prima del G20. Sull'andamento negativo della Borsa, si sostiene inoltre nel comunicato di Palazzo Chigi, influisce pesantemente la decisione greca di indire un referendum sul piano di salvataggio predisposto dall'Unione europea: «Si tratta di una scelta inattesa che innesca incertezze dopo il recente Consiglio europeo e alla vigilia dell'importante incontro del G20 di Cannes».
NAPOLITANO HA INCONTRATO ANCHE BERSANI E CASINI
IL COLLE E L'OPPOSIZIONE - Bersani, parlando al telefono con Napolitano, ha dato la disponibilità del Pd e delle forze di opposizione a prendersi le responsabilità necessarie per l'aggravarsi della crisi finanziaria dell'Italia. Il Colle, infatti, aveva espresso nella stessa telefonata forte preoccupazione per la situazione che il Paese sta vivendo in queste ore.
In precedenza, il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, aveva proposto in un'intervista a L'Unità la soluzione di un governo di emergenza: «A nome del partito lancio un appello: non c'è più tempo. Berlusconi deve fare un passo indietro, dobbiamo dare vita a un governo di emergenza, adesso, subito».
Per mercoledì è stato convocato un vertice del Pd. E Bersani, dopo la telefonata con il presidente della Repubblica, ha sentito il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini e quello dell'Idv Antonio Di Pietro. Da parte sua quest'ultimo si è detto disponibile ad andare oltre la mera opposizione per un'alternativa di governo «molto ampia».