Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2

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Nuovo Euro-vittime in cerca di mercati Contestato AAA Francia, clima di crescente tensione in Italia e Spagna


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Atene

Ancora più duro aggiustamento fiscale azione ancora di più. La mano invisibile dei mercati mostra costantemente il percorso di austerità nelle economie europee e di aver condotto tre dei meccanismo europeo di sostegno in cerca di nuove vittime.

Nonostante le recensioni ditirambico la stampa internazionale per i governi tecnocratici che "si è impegnata a symmazepsoun fiscale" della Grecia e in Italia il primo segno del mercato è stato finalmente bene.

Costi di indebitamento in Italia ha registrato ieri record come per la prima volta negli ultimi 15 anni il paese ha preso in prestito ad un tasso di interesse del 6,3% le obbligazioni per cinque anni. Il tasso indicativo di 10 anni, titoli nel Paese, ancora una volta si avvicinò alla zona di pericolo vicino al 7% al 6,7%, mentre la differenza (spread) di titoli tedeschi salito a 490 punti base.

Quel che è certo è che le pressioni speculative non si fermerà al confine italiano, così come si è fermato al greco o portoghese. Il barometro del mercato, la diffusione di 10 anni, titoli, dimostra che il vento si trasforma in Francia. La scorsa settimana, la differenza tra legame francese con i titoli corrispondenti tedeschi hanno raggiunto un record di 170 punti per la prima volta dalla creazione dell'euro. Ieri ha toccato 165 punti.

"Dobbiamo suonare il campanello d'allarme per la Francia", avverte banca d'investimento tedesca Berenberg suo ultimo rapporto sull'economia francese. Sia la banca tedesca e il Centro europeo di Lisbona studio del Consiglio non lasciano spazio per il compiacimento: il rating della seconda economia della zona euro a rischio. L'Euro indicatore rilevante Inoltre Monitor preparato dal Centro europeo per gli studi e presentato oggi a Bruxelles con il presidente UE Herman Van Rompuy ranghi Francia nel 13 ° posto tra i 17 paesi della zona euro. L'indice è formato da "performance" e le prospettive delle economie in termini di competitività, la sostenibilità del debito e situazione finanziaria. "Tra i paesi valutati dalle imprese con AAA Francia occupata il fondo", osserva lo studio del Consiglio di Lisbona.

Infatti, lo stesso "think tank" avanzare e raccomandazioni con tappe e osserva che le riforme necessarie al risanamento dei conti pubblici "sarebbe ideale per iniziare prima delle elezioni presidenziali" che si terrà nel marzo prossimo in Francia.

E se non ci sono tali "raccomandazioni" per la Spagna, la tendenza dei mercati è evidente. Lo spread spagnolo oltre i 430 unità con 10 anni tasso bond del paese variano costantemente oltre il 6% nelle ultime settimane. Giovedi 'prossimo, a Madrid sarà anche emettere obbligazioni e il prezzo dovrebbe essere particolarmente elevato in modo da dare il "messaggio giusto" al nuovo governo sulla direzione della politica economica. Inoltre, è significativo che il barometro della Plus Euro Monitor Spagna occupa la nuova posizione migliore (12 ore) dalla Francia.

Le tendenze degli investitori giustificato tra l'altro, ieri, e il capo della Deutsche Bundesbank. Il Vaintman Jens notare che in breve, la BCE non dovrebbe fornire un sostegno profuso sulle economie europee attraverso il mercato obbligazionario e dimostrando che il percorso di "prudenza fiscale" con il "prodigo" economie sempre più abbondano nella zona euro.

(To Vima)
 
hanno perso 2 guerre pesanti, pensano di vincere la terza...forse ma fra le macerie, cmq a mio dosestissimo giudizio, o tirano a rompere l'europa oppure prima di autorizzare la pallottola d'argento alla Bce stanno facendo venire la strizza anche alla francia in modo da realizzare tagli enormi ovunque
 
Altra vittima dell'Euro in salsa tedesca...

Slovenia in rosso sull'orlo del default

La Slovenia è a rischio default. Da Svizzera dei Balcani a Paese della lista nera dell’Ue assieme a Grecia, Irlanda, Portogallo e Italia. Il grido d’allarme è stato lanciato a Lubiana dopo che i Btp hanno superato quota 7%. E dopo che lo Stato rischia di non riuscire a pagare gli stipendi di dicembre del pubblico impiego e si delinea già il taglio se non la cancellazione delle tredicesime. «Secondo gli indicatori macroeconomici - spiega l’economista Mojmir Mrak - non ha senso che il prezzo delle obbligazioni slovene siano maggiori di quelle italiane, ma il mercato lavora in base alle percezioni. I piccoli Stati pagano il prezzo di una minore liquidità. E la percezione del mercato è per i piccoli Stati un problema maggiore che per quelli più grandi. La Slovenia è entrata a far parte dei Paesi problematici dell’Eurozona».
Ancor più categorico Sibil Svilan presidente delle banche di sviluppo slovene. «La Slovenia deve assolutamente ottenere nuovi crediti visto che lo Stato e le banche devono restituire nel 2012 qualcosa come 5,5 miliardi di euro». E, spiega Svilan, se il tasso d’interesse dei Btp non scenderà al 5,8% dovremo entrare nel gruppo di Stati le cui obbligazioni vengono acquistate dalla Banca centrale europea. Ma come mai questa caduta dal precipizio? Le cause sembrano inequivocabili come conferma anche il ministro per lo Sviluppo, Mitja Gaspari: «La mancata riforma delle pensioni, così come la bocciature delle leggi sul piccolo lavoro e sul lavoro nero». Al ministero delle Finanze calcolano che il Paese nel 2012 avrà bisogno di un credito di 3 miliardi di euro. Al livello attuale dei tassi di rendimento significherebbe un interesse annuo di 90 milioni di euro pari allo 0,24 del Pil. La Slovenia ha a disposizione ancora depositi per 3,4 miliardi, ma vista la crisi degli istituti di credito sembra impossibile che lo Stato prelevi i suoi fondi.
Per quanto riguarda le paghe del settore pubblico la situazione sembra fuori controllo del ministero delle Finanze il quale “delega” il problema a ciascun settore. Così l’Esercito sostiene che riuscirà a pagare i suoi soldati solo se saranno ridimensionate le spese e anche i compiti. Peggiore la situazione dei lavoratori della cultura (teatri, balletto, orchestre) mentre anche la sanità rischia con un buco che si aggira sui 48 milioni. E c’è chi, come il vicegovernatore della Banca di Slovenia, Stanislava Zadravec Caprirolo, vede nella crisi italiana un fattore che ha influito direttamente sulla situazione slovena anche se assolve dal tutto il peso che avrebbero avuto le banche italiane presenti sul mercato sloveno.
E i rimedi? Decisamente pochi. Domani il premier uscente Borut Pahor riunirà sindacati e pensionati per cercare di convincerli dell’assoluta necessità di una legge di intervento che scongiuri la bancarotta del Paese. Un’impresa impossibile visto anche il quotidiano bombardamento di ricette miracolose e indolori proposte dai partiti in piena campagna elettorale per il voto del 4 dicembre. Quando però i buoi potrebbero già essere fuggiti.
 
Slovenia in rosso sull'orlo del default

La Slovenia è a rischio default. Da Svizzera dei Balcani a Paese della lista nera dell’Ue assieme a Grecia, Irlanda, Portogallo e Italia. Il grido d’allarme è stato lanciato a Lubiana dopo che i Btp hanno superato quota 7%. E dopo che lo Stato rischia di non riuscire a pagare gli stipendi di dicembre del pubblico impiego e si delinea già il taglio se non la cancellazione delle tredicesime. «Secondo gli indicatori macroeconomici - spiega l’economista Mojmir Mrak - non ha senso che il prezzo delle obbligazioni slovene siano maggiori di quelle italiane, ma il mercato lavora in base alle percezioni. I piccoli Stati pagano il prezzo di una minore liquidità. E la percezione del mercato è per i piccoli Stati un problema maggiore che per quelli più grandi. La Slovenia è entrata a far parte dei Paesi problematici dell’Eurozona».
Ancor più categorico Sibil Svilan presidente delle banche di sviluppo slovene. «La Slovenia deve assolutamente ottenere nuovi crediti visto che lo Stato e le banche devono restituire nel 2012 qualcosa come 5,5 miliardi di euro». E, spiega Svilan, se il tasso d’interesse dei Btp non scenderà al 5,8% dovremo entrare nel gruppo di Stati le cui obbligazioni vengono acquistate dalla Banca centrale europea. Ma come mai questa caduta dal precipizio? Le cause sembrano inequivocabili come conferma anche il ministro per lo Sviluppo, Mitja Gaspari: «La mancata riforma delle pensioni, così come la bocciature delle leggi sul piccolo lavoro e sul lavoro nero». Al ministero delle Finanze calcolano che il Paese nel 2012 avrà bisogno di un credito di 3 miliardi di euro. Al livello attuale dei tassi di rendimento significherebbe un interesse annuo di 90 milioni di euro pari allo 0,24 del Pil. La Slovenia ha a disposizione ancora depositi per 3,4 miliardi, ma vista la crisi degli istituti di credito sembra impossibile che lo Stato prelevi i suoi fondi.
Per quanto riguarda le paghe del settore pubblico la situazione sembra fuori controllo del ministero delle Finanze il quale “delega” il problema a ciascun settore. Così l’Esercito sostiene che riuscirà a pagare i suoi soldati solo se saranno ridimensionate le spese e anche i compiti. Peggiore la situazione dei lavoratori della cultura (teatri, balletto, orchestre) mentre anche la sanità rischia con un buco che si aggira sui 48 milioni. E c’è chi, come il vicegovernatore della Banca di Slovenia, Stanislava Zadravec Caprirolo, vede nella crisi italiana un fattore che ha influito direttamente sulla situazione slovena anche se assolve dal tutto il peso che avrebbero avuto le banche italiane presenti sul mercato sloveno.
E i rimedi? Decisamente pochi. Domani il premier uscente Borut Pahor riunirà sindacati e pensionati per cercare di convincerli dell’assoluta necessità di una legge di intervento che scongiuri la bancarotta del Paese. Un’impresa impossibile visto anche il quotidiano bombardamento di ricette miracolose e indolori proposte dai partiti in piena campagna elettorale per il voto del 4 dicembre. Quando però i buoi potrebbero già essere fuggiti.

Seguivo, un pò da lontano, la Slovenia.
Ma non mi sembrava fosse a questi livelli ...
 
In un clima di scambi molto scarsi (10 MLN) la Borsa di Atene segue la scia dell'Eurozona, ora a 740 punti - 2,89%.

Spread in oscillazione stabile nella fascia bassa a 2878 pb.
 
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