Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2

Stato
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Grande taglio di capelli o universale ampliare la base dei partecipanti al PSI +; A parte gli individui, per coinvolgere gli hedge fund, la BCE e le banche centrali nazionali a favore della Grecia € 40000000000.


26/01/12 - 07:54

A dispetto di un accordo in PSI + dilemma persiste. Ciò che deve Grecia e meccanismo di ristrutturazione del debito per il coinvolgimento di individui per essere efficace?
prende un taglio di capelli come 80%, ma con eccezioni come cercare la BCE e le banche centrali nazionali o taglio di capelli 50% al 70% di valore per deterioramento di questi tagliandi più piccoli, ma la partecipazione universale?


Basata sul buon senso di appartenenza universale superi il grande taglio di capelli.
Quindi in sostanza è necessario per elaborare il + PSI di partecipare e la BCE per aiutare la Grecia.
Per la BCE il prezzo di acquisto della perdita sarà compresa tra 10-14000000000 euro, ma per la Grecia, come l'emittente del beneficio obbligazioni saranno 25 miliardi.
Se si includono le banche centrali nazionali e una volta deciso di partecipare e la BCE poi il beneficio complessivo della Grecia solo dalle banche centrali nazionali e la BCE è di 30 miliardi di dollari.
Se si includono tutti i fondi hedge ei cinesi che si lamentano che detengono 16 miliardi e 5 miliardi di debito greco, rispettivamente, solo quelle categorie che la Grecia ha vinto un beneficio in 40 miliardi di valutazione. grande beneficio partecipazione del PSI BCE + - sono PRM ecu banche centrali . Il FMI e la più ampia funzionari europei hanno premuto la BCE a partecipare PSI al fine di sostenere il salvataggio della Grecia e ha scoperto che il taglio di capelli solo in obbligazioni a individui non è sufficiente Può la BCE di reagire vigorosamente ma con un modo o nell'altro da parte della Banca centrale europea sarà coinvolta nel taglio di capelli greco. Fonti attendibili indicano che il trend di cose è improbabile che la BCE e le banche centrali nazionali non partecipano + PSI. I titoli di stato greci tenuta La BCE è tra 48 e 49,8 miliardi di euro. Sulla base delle stime principalmente il costo medio ponderato di tali importi titoli a 66 a 70 punti base. Se i legami taglio di capelli orso BCE del 50% è evidente che l'accusa sarebbe circa il 20% o combinato con la perdita di gettito dovuta alla differenza di circa il 30% coupon. Se la BCE ha comportato la perdita potenziale sarà tra i 10-14000000000 di euro di obbligazioni greche e l'interesse per la Grecia sarà tra i 20-25 miliardi di dollari. seconda e titoli greci detenuti da banche centrali nazionali, circa 8 € 10000000000 potrebbero soffrire taglio di capelli. Tra loro ei circa 2,5-2600000000 debito detenuti e del consiglio superiore. Le banche centrali nazionali possono taglio di capelli soffrono 4 miliardi e il consiglio superiore oltre 1 miliardo. aumenta la questione chiave per la BCE terrà dal 48-49800000000 debito greco è che se si portano molti danni, rispettivamente, e altre banche centrali nazionali dovrebbero essere scala capitale. Eg. Se la BCE ha partecipato + PSI si troveranno ad affrontare problemi di capitale. Le soluzioni disponibili sono 3 1) La BCE non partecipare al taglio del debito greco. Questo sviluppo, tuttavia sarebbe sbagliato la Grecia con eccezioni non supportato, il debito resterà a livelli eccezionali e ingestibile. 2) La BCE è coinvolto o della fase di prima o seconda fase del + PSI, e scrive una grande perdita per i fondi che ha sostituito direttamente con la perdita di grandi dimensioni e corrispondente di ATA. 3) La BCE non subiscono il taglio di capelli e problemi di perdite di capitale faccia trasferire i titoli greci in EFSF che successivamente compromessa obbligazioni l'ammontare del taglio di capelli. www.bankingnews gr.
quello che sotengo da giorni
aumentare la base si riduce la%di taglio
 
Dove i benefici immagino si riassumerebbero nella parola "stampare".
Attenzione però: stampare è semplice, vendere meno.
P.e. non voglio pensare a quali incentivi in termini di tasso bisognerebbe dare ad un investitore internazionale che ora storce il naso quando cerchiamo di vendergli il nostro debito in euro quando cercheremo di vendergli il nostro debito in lire... :down:
pensa a quanto vendono di più i tedesci se non si trovano a fare i conti con le svalutazioni competitive :down:

oltre al debito devi vendete macchine viaggi vacanza aranci torni e tutto quanto ti può venire in mente.
:ciao:
 
Perché non vuoi pensare?
Gli USA, ora, hanno un deficit quasi triplo, rispetto a quello italiano, ed emettono bellamente UST bonds a tassi di poco superiori allo 0%.. e comunque inferiori all'inflazione.
Il tasso di interesse da pagare su CCT in neo-lire... dipenderebbe dalla disponibilità politica italiana ad accettare un maggiore o minore grado di svalutazione della moneta.

Ovviamente, presuppongo che se l'Italia, in ipotesi, decidesse di ridare corso legale alla lira, dichiarerebbe tale neo-moneta mezzo legale di pagamento dei debiti in €, al tasso di cambio del momento del cambiamento. I non residenti che detengono crediti italiani in €.. riceverebbero Lire in conto interessi e/o capitale.. e sarebbero liberi di scegliere se reinvestire tali lire in BOT o Bund o UST o quant'altro. Ovviamente, se i tassi in Lire fossero giudicati insufficienti.. venderebbero le Lire facendo perdere alla Lira, ad esempio, il 40% del suo valore. Importare petrolio costerebbe il 40% in più.. e questo creerebbe inflazione, riducendo ad esempio il guadagno di competitività dal 40% al 20%..
e generando una serie infinita di altri problemi. Ma le banche franco-tedesche dovrebbero registrare subito una perdita in conto capitale di qualche centinaio di miliardi, e le industrie tedesche perderebbero quote di mercato.


Non sto ovviamente suggerendo che l'uscita dall'€ sarebbe un "toccasana".. ma che una seria minaccia di andare in quella direzione sarebbe tutt'altro che un "suicidio".. e costringerebbe in partners europei a riconsiderare la loro posizione.

Aggiungo che, in caso di "uscita" italiana per la Spagna diventerebbe difficile non seguire.. per non parlare del Portogallo. A quel punto.. l'€ starebbe "strettissimo" al Sarko parigino, che già rischia di perdere le elezioni del suo.

1. Paragonare l'Italia agli USA e la lira all'USD mi pare improprio per una numerosa serie di motivi che non sto ad elencare, dato che conoscendo la tua preparazione sono certo tu li abbia ben presenti.

2. La svalutazione della neo-lira, data per scontata da tutti, in prima battuta rappresenterebbe non una soluzione ma un grosso problema: appena si avesse sentore che il parlamento sta dibattendo una proposta di legge che preveda l'uscita dall'EMU e la re-introduzione della lira ci sarebbe l'assalto agli sportelli bancari per mettere al sicuro i propri risparmi. Il processo sarebbe tecnicamente più semplice se si abrogassero le regole democratiche, ma voglio sperare che non si arrivi a tanto.

3. Ammesso che lo stato italiano sia sopravvissuto al punto 2. e la lira sia stata introdotta, non vedo come si possa impedire all'euro di continuare ad essere la moneta "de facto" per pagamenti, scambi commerciali e investimenti patrimoniali, mentre la lira verrebbe relegata ad essere moneta "de iure" per i rapporti con la pubblica amministrazione, subito cambiata in euro non appena uscisse da quel circuito. Se ricordi, una cosa analoga era avvenuta nei balcani, dove le monete nazionali erano state di fatto soppiantate dal marco.

4. Il timore della svalutazione renderebbe di fatto impossibile collocare debito in lire fuori dai confini nazionali e molto oneroso anche all'interno degli stessi. Come investitore mi aspetto che il tasso d'interesse compensi la svalutazione attesa, quindi se mi attendo una svalutazione del 10% / anno della lira nei confronti dell'euro significa che i TdS in lire dovranno rendere il 10% in più rispetto a quelli in euro.


Alla serie di problemi elencati vedo 2 soluzioni:
1. sospendere la convertibilità della lira e la libera circolazione dei capitali (modello Cuba o Venezuela);
2. svalutare talmente tanto la lira all'introduzione che le attese non siano di ulteriore svalutazione nel futuro prossimo; ma una svalutazione forte (80% o più) provocherebbe uno shock economico con inflazione altissima, acuita dal fatto che siamo un paese importatore di energia e materie prime, oltre all'impoverimento delle famiglie e delle aziende italiane (svalutare dell'80% significa ridurre di 4/5 il patrimonio di tutti).

Mi sono dilungato più del consueto e sono (parzialmente) OT, quindi mi scuso. :bow:
Riassumendo in una battuta: non ci sono scorciatoie, sorry.

:ciao:
 
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pensa a quanto vendono di più i tedesci se non si trovano a fare i conti con le svalutazioni competitive :down:

oltre al debito devi vendete macchine viaggi vacanza aranci torni e tutto quanto ti può venire in mente.
:ciao:

I tedeschi vendevano tanto anche quando avevano il marco, grazie ad un modello di produzione che punta all'eccellenza qualitativa e all'innovazione tecnologica.
Nel breve termine una svalutazione può ridare fiato alla parte esportatrice dell'economia di un paese, ma in assenza di cambiamenti strutturali non rappresentano una soluzione, anzi, nel lungo termine una serie di svalutazioni portano solo all'impoverimento.
 
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Merkel Now Doubts That Greece Can Be Saved

By Andy Dabilis on January 25, 2012 in Economy, News, Politics



ATHENS – After backing Greece to the hilt for nearly two years, and additionally ensuring the support of her country, which contributes the most to an ongoing attempt by international lenders to save Greece, German Chancellor Angela Merkel now says she’s unsure if the debt-wracked country can be saved no matter how much money is poured into it. Merkel told the British newspaper The Guardian and five other leading European newspapers in an interview that two years of $152 billion in rescue money from the Troika of the European Union-International Monetary Fund-European Central Bank and attached austerity measures have failed the right Greece, which is sinking in $460 billion in debt. She said that Greece – starting its fifth year of recession – shows no signs of recovering.
Calling Greece a “special case,” Merkel said that, “Despite all the efforts that have been made, neither the Greeks themselves nor the international community have yet managed to stabilize the situation.” She spoke ahead of a critical EU Summit on Jan. 30, where she said she will try to get support for a fiscal compact treaty that will allow the EU to fine countries who break deficit rules – which is just about all of them – and give the European Court of Justice the power to examine the budgets of the 17 countries in the Eurozone who use the euro as a currency and set legally binding debt ceilings. That is now 3 percent, while Greece’s deficit is still at 10 percent. “There would be no point in promising more and more money without tackling the causes of the crisis,” Merkel said.
“Amid all the billions in financial assistance and rescue packages, we Germans also need to watch that we don’t run out of steam. After all, our capacities aren’t infinite, and overstretching ourselves wouldn’t help us or the EU as a whole. We will only be able to strengthen our common currency if we co-ordinate our policies more closely and are prepared to gradually give up more powers to the EU. If we make loads of promises about debt reduction and sound budgeting, those need to be things that can be enforced or brought to court in the future. The point of the fiscal compact, after all, is to make it possible to check on those commitments. That means giving our (European) institutions more monitoring rights -– and more bite,” she said.
There is growing tension in the fight to save Greece, which is trying to secure a second bailout, for $169 billion, and write off as much as 70 percent of what it owes lenders. The Troika wants banks and investors to take the hit, but the European Central Bank says it doesn’t want to take any losses while imposing them on others. A senior member of Merkel’s government rejected the idea of the ECB taking losses on its Greek holdings, although the IMF says it should. “I can’t imagine that European politicians would allow third parties to make such an indecent claim on our central bank,” Michael Meister, the deputy floor leader for Merkel’s Christian Democrats and the party’s ranking finance spokesman, said today in an interview, as reported by Bloomberg news agency. “That contradicts our philosophy.”
The second bailout is being held up while Greece negotiates a so-called Private Sector Involvement (PSI) deal with its debt holders, but tension is building as well in the Greek coalition government headed by former ECB Vice-President Lucas Papademos, who is trying to keep hold on a shaky group that includes holdover ministers from the former PASOK Socialist rulers as well as their bitter rivals, the conservative New Democracy party and the far Right-Wing LAOS. New Democracy leader Antonis Samaras agreed to the coalition on the condition that elections would be held soon, but those have been pushed back from their original Feb. 23 date while the government talks with lenders. Samaras now says he won’t accept a date later than April 8 – Palm Sunday, and the week before Easter. Samaras told Reuters he expects a PSI deal to be completed by March 5, but the talks have dragged on for weeks with no progress. Samaras said he believes Greece, with an 18.2 percent unemployment rate and with more than 100,000 businesses closing, is in a depression, not a recession.
Samaras’ co-operation is critical as the Troika is demanding that all Greek parties agree to the terms of the loans, including more austerity measures as part of the second loan package that was agreed upon in July of 2011, but whose terms have changed since then. “As soon as the new loan agreement is settled and the overall Greek debt is considered sustainable again we must go on with new elections,” he said in an interview. “The bond swap is expected to be over by March 5, so we can have elections on April 8. There is not a moment to spare.” Samaras has not given his backing for some of the conditions the Troika wants, such as mass layoffs, and said the country needs to become competitive if it is to survive.
“This is not a cyclical recession anymore. This is a long-term depression which is unprecedented in Greece, as well as in Europe. Unless we do something about it, we will get deeper in the crisis, not out of it,” he said. Samaras, who would be Prime Minister in a New Democracy government, said drastic salary cuts and tax hikes, without privatizations and reforms, are making it difficult for the deficit to dip below 10 percent of GDP, and recession is now projected to last another two years, instead of one.
“Greece needs a strong medicine, but the one administered was the wrong one since it did not allow for any recovery,” Samaras said. “What we need to do now is reduce tax rates and implement structural changes so as to speed up deficit cutting and recovery.” Samaras, an economist who took over New Democracy after its crushing election defeat in 2009 in the wake of the debt crisis, said the problem with the current policies, agreed upon with the EU and the IMF in exchange for funds to keep Greece afloat, was that they neglected recovery.
“We entered a vicious cycle where more tax hikes and more income cuts produced more recession, which in turn generated more deficits, which in turn made necessary more austerity measures,” he said. “We want to break this deadlock.” He said he would continue to back the Papademos government’s efforts to clinch a new bailout deal, and measures such as structural reforms and efforts to fight chronic tax evasion and bureaucracy, but has reservations. “We fully support targeted measures to eliminate distortions and rigidities from goods markets, the labor markets, capital markets and so on,” he said. “But at the same time, we insist that measures to fight the recession are desperately needed in Greece. Otherwise, whatever else we do is becoming an exercise in futility.” New Democracy had about 30 percent of the vote in recent polls, compared to only 14 percent for PASOK, which is sinking faster than the Greek economy.
But that margin means New Democracy would have to form another coalition government, as it wouldn’t have a majority in the Parliament, or call another election. “I believe that, in Greece, coalition governments are by definition and by construction weak and fragile,” he said. “I tell you they cannot last long. Greece needs a strong government backed by a strong popular mandate to streamline fiscal problems, change the structure of the Greek economy, and once again establish social cohesion.”


[http://greece.greekreporter.com/2012/01/25/merkel-now-doubts-that-greece-can-be-saved/]
 
1. Paragonare l'Italia agli USA e la lira all'USD mi pare improprio per una numerosa serie di motivi che non sto ad elencare, dato che conoscendo la tua preparazione sono certo tu li abbia ben presenti.

2. La svalutazione della neo-lira, data per scontata da tutti, in prima battuta rappresenterebbe non una soluzione ma un grosso problema: appena si avesse sentore che il parlamento sta dibattendo una proposta di legge che preveda l'uscita dall'EMU e la re-introduzione della lira ci sarebbe l'assalto agli sportelli bancari per mettere al sicuro i propri risparmi. Il processo sarebbe tecnicamente più semplice se si abrogassero le regole democratiche, ma voglio sperare che non si arrivi a tanto.

3. Ammesso che lo stato italiano sia sopravvissuto al punto 2. e la lira sia stata introdotta, non vedo come si possa impedire all'euro di continuare ad essere la moneta "de facto" per pagamenti, scambi commerciali e investimenti patrimoniali, mentre la lira verrebbe relegata ad essere moneta "de iure" per i rapporti con la pubblica amministrazione, subito cambiata in euro non appena uscisse da quel circuito. Se ricordi, una cosa analoga era avvenuta nei balcani, dove le monete nazionali erano state di fatto soppiantate dal marco.

4. Il timore della svalutazione renderebbe di fatto impossibile collocare debito in lire fuori dai confini nazionali e molto oneroso anche all'interno degli stessi. Come investitore mi aspetto che il tasso d'interesse compensi la svalutazione attesa, quindi se mi attendo una svalutazione del 10% / anno della lira nei confronti dell'euro significa che i TdS in lire dovranno rendere il 10% in più rispetto a quelli in euro.


Alla serie di problemi elencati vedo 2 soluzioni:
1. sospendere la convertibilità della lira e la libera circolazione dei capitali (modello Cuba o Venezuela);
2. svalutare talmente tanto la lira all'introduzione che le attese non siano di ulteriore svalutazione nel futuro prossimo; ma una svalutazione forte (80% o più) provocherebbe uno shock economico con inflazione altissima, acuita dal fatto che siamo un paese importatore di energia e materie prime, oltre all'impoverimento delle famiglie e delle aziende italiane (svalutare dell'80% significa ridurre di 4/5 il patrimonio di tutti).

Mi sono dilungato più del consueto e sono (parzialmente) OT, quindi mi scuso. :bow:
Riassumendo in una battuta: non ci sono scorciatoie, sorry.

:ciao:

2. pensa cosa è successo al cile lungo e stretto come l'italia con i trasportatori. loro si so beccatti pinochet

3. a me avevano insegnato che la moneta cattiva scaccia quella buona nelle transazioni penso che succederebbe esattamente il contrario

4. è uno scenario già vissuto negli anni 70 ma la mia nonna mi raccontava come se la passavano male lei ed il nonno negli anni 30 (dopo la crisi del 29)

sono per la soluzione 1. Hasta la victoria siempre
 

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