vogliamo fatti non parole!!!!!
Grecia e eurozona in agenda
Hollande-Merkel, l'asse franco tedesco cerca un nuovo equilibrio
Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande si incontrano in serata nella capitale tedesca per discutere nuovamente delle misure necessarie per risolvere la crisi dell'eurozona, a partire dalla Grecia
Hollande e Merkel
Berlino, 23-08-2012
Appuntamento a Berlino, con un occhio ad Atene. Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande si incontrano in serata nella capitale tedesca per discutere nuovamente delle misure necessarie per risolvere la crisi dell'eurozona, a partire dalla Grecia.
Merkel e Hollande nei prossimi giorni incontreranno anche il premier greco Antonis Samaras, rispettivamente domani e sabato.
Dopo Merkozy
"Parteciperò a questi colloqui con la consapevolezza che ogni partner deve ottemperare ai propri impegni", ha detto ieri la Merkel dalla Moldavia, riferendosi al meeting di domani con il premier greco Antonis Samaras. Al contrario, uno dei collaboratori di
Hollande - citato da
Les Echos - ha riferito che "il presidente ritiene indispensabile che la Grecia rispetti i suoi impegni ma allo stesso tempo occorre concederle una speranza di crescita".
Berlino: meglio poche parole
Sembra lontanissima l'era Merkozy: tra la cancelliera tedesca e il nuovo presidente francese i rapporti politici non sono idilliaci. Merkel insiste sulla rigida linea volta a ridurre il debito europeo, mentre Hollande punta su una maggiore
flessibilità di bilancio per stimolare la crescita. Due visioni opposte testimoniate dall'inusuale protocollo diplomatico rispetto alle comunicazioni ai giornalisti: i due
terranno un breve punto stampa prima del vertice ma non si terrà la tradizionale conferenza stampa congiunta che normalmente segue gli incontri tra i leader dei due paesi.
Visioni divergenti
La Germania deve rispondere ai propri contribuenti, stufi di svenarsi per salvare partner che non hanno saputo tenere i conti in ordine o che - è il caso della Grecia - li hanno addirittura truccati; la Francia, dove il costo del lavoro è alto e le banche sono
piene di titoli di Stato greci, non può sostenere una politica basata solo sul risparmio che con ogni probabilità alla fine porterebbe all'abbandono di Atene al suo destino.
Finita la luna di miele
Hollande, inoltre, ha basato la sua campagna elettorale sul rilancio dell'economia e sulle misure per la crescita e incontra difficoltà crescenti, in Francia, nel mostrare la sua capacità di leadership su dossier scomodi come Siria, eurocrisi, Rom, occupazione, bilancio dello stato.
Questione di tempo
Dare piu' tempo alla Grecia per fare i tagli di spesa non risolvera' i suoi problemi, ha detto in mattinata il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, in una intervista alla radio tedesca SWR. Anche se poi ha aggiunto: allo stesso tempo "va riconosciuta" la difficile situazione del governo di Atene. "Più tempo non è una soluzione del problema" ha affermato Schaeuble spiegando che dare tempo
"significa piu' soldi" ma - ha aggiunto - l'Eurozona "ha raggiunto il limite sostenibile"
E tuttavia, in Germania perfino un quotidiano vicino agli industriali tedeschi,
Handelsblatt, fa notare che quello del premier Samaras è un ottimo argomento: perché se la scadenza con l'Europa venisse dilazionata di due anni, al 2016, la recessione attesa per l'anno prossimo in Grecia potrebbe attenuarsi con un decremento del 1,5% del Pil per poi passare già nel 2014 a tassi di crescita positivi, migliorando il rapporto deficit/Pil.
Gli altri punti in discussione
"E' il momento di concretizzare", dicono dall'entourage del presidente Hollande. Dove due dossiers sono in evidenza: l'istituzione di una supervisione bancaria europea che porti nel medio periodo all'unione bancaria nell'eurozona, con tanto di meccanismi di intervento a sostegno delle banche in crisi; via libera alla Bce per l'acquisto diretto di bond sovrani dei Paesi in difficoltà, come Spagna e Italia. Una facoltà che Berlino vede vincolata alla richiesta di aiuti da parte dei Paesi interessati.