Grecia, la Banca Centrale europea chiude i rubinetti ad Alexis Tsipras
“Al momento non è possibile presumere una conclusione positiva del processo di revisione del programma” di aiuti alla Grecia. Lo ha scritto la Banca Centrale europea in una nota che annuncia come il consiglio direttivo abbia deciso di rimuovere la deroga, introdotta nel 2010, che consentiva alle banche greche di approvvigionarsi di liquidità fornendo come garanzia i propri titoli di Stato, nonostante il loro merito di credito (rating) ai minimi termini. Di fatto, quindi, Francoforte ha chiuso il rubinetto della liquidità alle banche greche già esauste per la continua fuga di depositi iniziata a fine 2013 quando sono state annunciate le elezioni anticipate. La decisione del direttivo è arrivata nello stesso giorno in cui il presidente della Bce, Mario Draghi, aveva incontrato il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis che aveva definito il colloquio “fruttuoso”. Al centro della discussione c’era stato appunto il tema più urgente per Atene, quello delle banche appese al filo della liquidità d’emergenza (ELA) che la Bce, del tutto discrezionalmente, aveva continuato a fornire. Secondo le attese il consiglio direttivo di oggi avrebbe dovuto concedere altre due settimane di ossigeno agli istituti ellenici. Ma i livelli sono più che di guardia: i fondi che sostengono le quattro maggiori banche greche sarebbero addirittura vicini alla cinquantina di miliardi di euro e la National Bank avrebbe chiesto oltre 10 miliardi aggiuntivi. Nel direttivo deve dunque aver prevalso la linea del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che suggeriva di chiudere il rubinetto nonostante le “conseguenze pesanti” e che, dopo la sconfitta sul piano di acquisti di titoli di Stato da parte di Francoforte (quantitative easing), non ha evidentemente arretrato di un passo.
Del resto, secondo quanto trapelato in giornata, anche Draghi stesso avrebbe chiarito a Varoufakis “il mandato della Bce e chiesto al nuovo governo di confrontarsi velocemente e in maniera costruttiva con l’Eurogruppo per mantenere la stabilità finanziaria” e avrebbe rigettato la proposta del ministro di trasformare il credito della Bce verso Atene in bond perpetui perché vietato dai trattati. Ragionamento analogo circa l’ipotesi che Francoforte sostenga Atene versandole i profitti guadagnati sui bond greci: la restituzione è prevista ma passa per le banche centrali e i tesori nazionali.