Il crac o la crisi di governo: così il referendum spinge Tsipras in un vicolo cieco - La Stampa
«Va bene, ritiro il referendum». Martedì Alexis Tsipras era convinto e lo ha promesso apertamente a diversi interlocutori, fra cui il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. «Si era impegnato a farlo - rivela una fonte al corrente dei contatti al vertice -, e non solo: era anche pronto ad accettare il piano dei creditori con qualche piccolo cambiamento concordato». Invece nulla. Quando a tarda sera le istituzioni hanno letto le priorità d’azione arrivate da Atene, qualcuno ha fatto un balzo sulla sedia. «Era andato oltre il pattuito - si fa notare - con proposte che non potevano essere accettate, come il rinvio dell’intervento sulle pensioni e il mantenimento dello sconto fiscale sulle isole». È stato allora, «che i margini tecnici e politici per continuare a parlarsi sono svaniti definitivamente».