Grillo al 24% di media, circa

complimenti Mila .. ora si deve trovare il bandolo della matassa .... mica semplice...

dici..

Ovvero ti apre alla domanda: cosa te ne fai del tempo?


io posso fare tutto ciò che mi piace nel tempo a mia disposizione.. ma come ben sai per avere questo tempo non devi pensare al sostentamento di chi dipende da te... e per sostenerli... rientra dalla finestra il denaro... si deve rompere il circolo vizioso...

posso pensare ad una decrescita ... ad un era di baratto... bisognerebbe risalire all'epoca in cui non esisteva la moneta.... io amavo zappare la terra per produrre cavoli e davo cavoli in cambio di ciò che mi serviva....

è una forma anche questa di felicità .. passare il tempo a fare ciò che piace per vivere .. e sostentare gli altri..
ma mica facile fare sti discorsi in qs 3d
 
The dark side of the capitalism: la Grecia

Il lato oscuro del capitalismo: la Grecia

Ci troviamo con un paese non più dle terzo mondo che perseguendo la logica del profitto in un sistema fondato sul debito (banca centrate = tassi di interesse = profitto) arriva al 120% del debito. La Grecia appunto.
120% = non sei più in grado di pagare i tuoi fornitori\creditori.
I mercati di legnano e tu, per resistere devi fare un piano di tagli e di privatizzazioni che ti portano a venderti le isole.
Come se noi vendessimo l'Isola di Pianosa o Budelli o il Giglio o le Tremiti.
Hai bisogno di cassa, e sei dentro il sistema del debito: è la banca centrale che ti può dare quei soldi come simobolo dei mercati finanziari.
A lei non puoi che rivolgerti.
Esattamente quello che ha fatto l'Italia nel 1992. Allegrei allegrotti con il Caf siamo cresciuti sul debito fino al punto che abbiamo, udite udite, dovuto venderci la Banca d'Italia.
Abbiamop privatizzato il cuore del sistema. Tutto il resto sono quisquiglie.
E oltre a quella anche le banche di primario interesse nazionale ti sei venduto.
Ora tocca alla Grecia. E così qualcuno si è impadronito delle leve finanziarie di quel pese.
E' il lato oscuro del capitalismo. Funziona così. E' fatto così il tipaccio, e non ha nessuna intenzione di cambiare.
E da quel momento in poi tu che ti sei preso il cuore del paese senza colpo ferire puoi anche imporre restrizioni per pagare sui tassi di interesse che hai imposto.
E io che subisco o pago o fallisco.
Miseriaccia che figura che ho fatto. Proprio un pollo.
Già, cotto al forno sul girarrosto.
Dunque lo schema è il solito, già usato nel "terzo mondo", in Argentina etc..
1. ti presto i soldi per arrivare al 120% del debito (n.b. con quali capitali la Cina si è sviluppata? E la Germania di Wimer?)
2. quando sei li ti chiedo di darmeli indietro. So bischero io che te li cheido, poiché te li chiedo quando so benissimo che tu non puoi più darmeli: infatti ho aspettato che arrivassi al 120% del Pil
3. siccome non hai soldi ti costringo a vendere i tuoi asset. E te li compro io a prezzi stracciati. Manco el casaro del testaccio ha prezzi così bassi.
E gli asset che voglio sono quelli finanziari. Perché quelle?
Perché mica so scemo. L'economia oggi si basa sulla finanza. Dunque le miniere d'oro oggi non sono quelle sotto terra, ma sono le Banche. E quelle voglio.
Come ti ho condotto fin qui?
Con i tassi d'interesse.
Se prendi in prestito 1.000 euro al 5%, aumetano come in figura (prese, come tutto il resto, a prestito)

grecia 1.PNG


dopo 14 anni sono raddoppiati

se te li do al 10% devo attendere "solo" 7 anni, come in figura sotto

grecia 2.PNG


se sei un cliente a rischio più ti indebiti e più alti sono i tassi che ti chiedo per darti i miei soldi.
Più di indebiti e più il debito aumenta.
Non hai scampo.
3. mi vendi quello che voglio al prezzo che faccio e non fiati.
The dark side
Storia vecchia.
Dunque già nel 2010 la Grecia è fallita. Nei numeri e nei fatti.
Cosa doveva fare?
Dichiarare default. Tira il pacco ai suoi creditori. La strada dell'Argentina (ho ancora nelle orecchie le urla di Andrea e dei suoi tango-bond, fatti comprare dal fratello bancario...avevo il cc in quella banca, l'ho subito spostato sapendeo che c'era il mitico fratello).
La Gracia viveva di svalutazione della Dracma. Dunque l'Euro non era fatto per lei. Il principrio della "insostenibilità di una moneta forte".
Dollaro sull'Argentina, euro sui Pigs.
Dunque la Grecia è solo il caso più evidente. Ma qualsiasi prestito fatto dai "più ricchi" a queste condizioni prima o poi porta alla crisi. E continuare a prestare può "rimandare" ma non "risolvere".
Siccome i debiti esteri contratti dai pigs diventeranno non più esigibili che fai? Li mantieni a vita sovvenzionadoli? Prima o poi i fondi salva stati si esauriscono. O quei stati riprendon la crescita, o sono spacciati. E mantenerli a vita non ci pensa proprio nessuno. La Merkel no di sicuro.
E quei debiti? Che fai quando non sono più in grado di pagare?
Vai li con i carri armati?
Soldi non ne avevano prima, soldi non ne hanno ora.
Li metti in catene tutti? Smonti l'oracolo di Delfi? Traghetti un'isola nel mare del nord?
Che fai con uno che ti deve i soldi ma non ne ha?
Fai il punto 4.
4. sposti le perdite su tutti i cittadini tuoi. Il giro Parmalat\Argentina.
Cominci prima da quelli che non sono proprio i tuoi cittadini.
Dunque comincia da quelli degli altri Pigs. Dunque anche gli italiani (ciprioti vanno di moda oggi).
Come fai?
Offri lucciole: tassi di interesse che non si possono rifiutare. Peccato che poi varranno almeno il 70% in meno del valore nominale. Con il defualt si concorda di pagare un 30%.
Non è così? Ha si, davvero?
Cosa stanno facendo le Banche italiane con il qe di luglio? Non si dice che stanno ricomprando il debito italiano? O forse mi sbaglio?
E se poi saltano?. Hanno in mano anche le nostre...ehm palle. Sa fa per dire si intende. Dunque io sto rischiando di trovarmi con meno di una palla.
Ahi che dolore!
Dunque se la Grecia fosse fallita nel 2010 ci rimettevano le Banche.
Ovvero i padroni.
Oggi tutti siamo daccordo su questo. Ma due anni fa?
Eravamo in pochissimi.
Parola d'ordine: la Grecia non deve fallire se no cade l'Euro.
Un par di ...appunto... palle.
La Grecia deve i quattrini alle abanche. Mica a me o a te che leggi.
Dunque loro falliscono. Non io. Non tu. E lascia perdere che se fallisce la tua banca fallisci anche tu. Almeno per ora.
Se la Grecia falliva il conto lo pagavano le Banche. Quelle tedesche.
Dunque ora tutti diciamo che è così.
Tutti diciamo che la Grecia fallirà quanto tutto il credito sarà trasferito a soggetti altri dalla banca.
Ma che serve ora essere tutti d'accordo?
Possono fare il giochetto parmalt\Argentina? Farci comprere obbligazioni greche?
Certo che no. Quello ora lo sa anche er puparo.
Dunque ne devono inventare uno di nuovo.
Dunque occhio che lo strumento è sempre il solito. E' un qualcosa che viene spacciato come innovativo che ti fa diventare ricco che ti salva dalle scoppole dell'inflazione della svalutazione o da Gengis Kahn.
Quanto tu lo avrai comprato, e con te i tuoi amici parenti fino ad arivare ad Oscar il gatto del vicino, allora l Gracia fallirà.
E tu avrai in mano carta straccia.
 
complimenti Mila .. ora si deve trovare il bandolo della matassa .... mica semplice...

dici..

Ovvero ti apre alla domanda: cosa te ne fai del tempo?


io posso fare tutto ciò che mi piace nel tempo a mia disposizione.. ma come ben sai per avere questo tempo non devi pensare al sostentamento di chi dipende da te... e per sostenerli... rientra dalla finestra il denaro... si deve rompere il circolo vizioso...

posso pensare ad una decrescita ... ad un era di baratto... bisognerebbe risalire all'epoca in cui non esisteva la moneta.... io amavo zappare la terra per produrre cavoli e davo cavoli in cambio di ciò che mi serviva....

è una forma anche questa di felicità .. passare il tempo a fare ciò che piace per vivere .. e sostentare gli altri..
ma mica facile fare sti discorsi in qs 3d

No, non sono discorsi da 3d, ma se non li facciamo mai non ci poniamo mai delle domande.
Qui vogliamo tutti essere felici. Vogliamo tutti una vita autentica. Non banale non noiosa. Una vita senza sofferenze, ne materiali ne psivologiche.
Ma non partiamo mai dall'inizio: cosa è felicità? Cosa è sofferenza?
Il baratto è sempre uno scambio. E' sempre denaro. Include sempre la possibilità del profitto.
Vuoi un esempio bello? Gli indiani del Nord America.
 
Capo Dan George - L'Anima di un Popolo

I nostri figli devono andare a scuola per essere civilizzati. Lì vengono a conoscenza delle chiese. Sembra che esse siano state costruite con l'intenzione di addossarsi colpe l'uno con l'altro. Quando la gente trova da ridire sulle chiese anche Dio viene coinvolto nelle loro contese.
La chiesa di mio nonno non era costruita da uomini: quindi lui non avrebbe mai potuto insegnarmi a litigare con Dio. La nostra chiesa era la natura.
Abbiamo perso così tanto. Sebbene le circostanze fossero contro di noi, la colpa è anche nostra. Non abbiamo saputo affrontare lo shock che l'uomo bianco ci inflisse.
Sono nato in una cultura che viveva in case aperte a tutti. Tutti i figli di mio nonno e le loro famiglie vivevano in un'abitazione di 26 metri e mezzo di lunghezza, vicino alla spiaggia, lungo una insenatura.
Le loro camere da letto erano separate da una tenda composta di canne, ma un unico fuoco comune nel mezzo serviva ai bisogni culinari di tutti.
In case come queste la gente imparava a vivere e a rispettare i diritti di ognuno.
I bambini dividevano i pensieri del mondo degli adulti e si trovavano circondati da zie e zii e cugini che li amavano e non li minacciavano.
Oltre a questa reciproca accettazione, c'era un profondo rispetto per ogni cosa presente in natura che li circondasse. Per mio padre la terra era la sua seconda madre. Era un dono del Grande Spirito e l'unico modo di ringraziarlo era quello di rispettare i suoi doni.
L'uomo bianco invece ama solo le cose che possiede: non ha mai imparato ad amare le cose che sono al di fuori e al di sopra di lui.
In realtà o l'uomo ama tutto il creato o non amerà niente di esso.
La mia cultura dava valore all'amicizia e alla compagnia, e non guardava alla privacy come a una cosa cui tenersi aggrappati, poiché la privacy costruisce muri su muri e promuove la sfiducia.
La mia cultura viveva in grandi comunità familiari, e fin dall'infanzia le persone imparavano a vivere con gli altri.
La mia gente non dava valore all'accaparramento di beni privati: tale azione era disonorevole per la nostra gente.
L'indiano guardava a tutte le cose presenti in natura come se appartenessero a lui e supponeva di dividerle con gli altri e di prendere solo quelle di cui aveva bisogno. Ognuno ama dare nello stesso modo in cui riceve. Nessuno desidera continuamente ricevere.
Tra poco sarà troppo tardi per conoscere la mia cultura, poiché l'integrazione ci sovrasta e presto non avremo valori se non i vostri. Già molti fra i nostri giovani hanno dimenticato le antiche usanze, anche perché sono stati presi in giro con disprezzo e ironia e indotti a vergognarsi dei loro modi indiani.
 
Dumawish (Capriolo zoppo). 1854

Il Presidente Usa Price chiede agli indiani di vendere la loro terra, questa è la risposta:
"
Il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra. Il grande Capo ci manda anche espressioni di amicizia e di buona volontà. Ciò è gentile da parte sua, poiché sappiamo che egli ha bisogno della nostra amicizia in contraccambio. Ma noi consideriamo questa offerta, perché sappiamo che se non venderemo, l’uomo bianco potrebbe venire con i fucili a prendere la nostra terra. Quello che dice il Capo Seattle, il grande Capo di Washington può considerarlo sicuro, come i nostri fratelli bianchi possono considerare sicuro il ritorno delle stagioni.

Le mie parole sono come le stelle e non tramontano. Ma come potete comprare o vendere il cielo, il colore della terra? Questa idea è strana per noi. Noi non siamo proprietari della freschezza dell’aria o dello scintillio dell’acqua: come potete comprarli da noi?

Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino, ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro nella memoria e nella esperienza del mio popolo. La linfa che circola negli alberi porta le memorie dell’uomo rosso. I morti dell’uomo bianco dimenticano il paese della loro nascita quando vanno a camminare tra le stelle. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli. Il cervo, il cavallo e l’aquila sono nostri fratelli. Le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia. Perciò. Quando il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra, ci chiede molto. Egli ci manda a dire che ci riserverà un posto dove potremo vivere comodamente per conto nostro. Egli sarà nostro padre e noi saremo i suoi figli. Quindi noi considereremo la Vostra offerta di acquisto. Ma non sarà facile perché questa terra per noi è sacra. L’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è soltanto acqua ma è il sangue dei nostri antenati. Se noi vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare che essa è sacra e dovete insegnare ai vostri figli che essa è sacra e che ogni tremolante riflesso nell’acqua limpida del lago parla di eventi e di ricordi, nella vita del mio popolo.

Il mormorio dell’acqua è la voce del padre, di mio padre. I fiumi sono i nostri fratelli ed essi saziano la nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e nutrono i nostri figli. Se vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono i nostri fratelli ed anche i vostri e dovete perciò usare con i fiumi la gentilezza che userete con un fratello.

L’uomo rosso si è sempre ritirato davanti all’avanzata dell’uomo bianco, come la rugiada sulle montagne si ritira davanti al sole del mattino. Ma le ceneri dei nostri padri sono sacre. Le loro tombe sono terreno sacro e così queste colline e questi alberi. Questa porzione di terra è consacrata, per noi. Noi sappiamo che l’uomo bianco non capisce i nostri pensieri. Una porzione della terra è la stessa per lui come un’altra, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualunque cosa gli serve. La terra non è suo fratello, ma suo nemico e quando la ha conquistata, egli si sposta, lascia le tombe dei suoi padri dietro di lui e non se ne cura. Le tombe dei suoi padri e i diritti dei suoi figli vengono dimenticati. Egli tratta sua madre, la terra e suo fratello, il cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come fossero pecore o perline colorate.

IL suo appetito divorerà la terra e lascerà dietro solo un deserto.

Non so, i nostri pensieri sono differenti dai vostri pensieri. La vista delle vostre città ferisce gli occhi dell’uomo rosso. Ma forse ciò avviene perché l’uomo rosso è un selvaggio e non capisce.

Non c’è alcun posto quieto nelle città dell’uomo bianco. Alcun posto in cui sentire lo stormire di foglie in primavera o il ronzio delle ali degli insetti. Ma forse io sono un selvaggio e non capisco. Il rumore della città ci sembra soltanto che ferisca gli orecchi. E che cosa è mai la vita, se un uomo non può ascoltare il grido solitario del succiacapre o discorsi delle rane attorno ad uno stagno di notte?

Ma io sono un uomo rosso e non capisco. L’indiano preferisce il dolce rumore del vento che soffia sulla superficie del lago o l’odore del vento stesso, pulito dalla pioggia o profumato dagli aghi di pino.

L’aria è preziosa per l’uomo rosso poiché tutte le cose partecipano dello stesso respiro.

L’uomo bianco sembra non accorgersi dell’aria che respira e come un uomo da molti giorni in agonia, egli è insensibile alla puzza.

Ma se noi vi vendiamo la nostra terra, voi dovete ricordare che l’aria è preziosa per noi e che l’aria ha lo stesso spirito della vita che essa sostiene. Il vento, che ha dato ai nostri padri il primo respiro, riceve anche il loro ultimo respiro. E il vento deve dare anche ai vostri figli lo spirito della vita. E se vi vendiamo la nostra terra, voi dovete tenerla da parte e come sacra, come un posto dove anche l’uomo bianco possa andare a gustare il vento addolcito dai fiori dei prati.

Perciò noi consideriamo l’offerta di comprare la nostra terra, ma se decideremo di accettarla, io porrò una condizione. L’uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri. Ho visto migliaia di bisonti che marcivano sulla prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli aveva sparato dal treno che passava. Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che noi uccidiamo solo per sopravvivere.

Che cosa è l’uomo senza gli animali? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali presto capiterà all’uomo. Tutte le cose sono collegate.

Voi dovete insegnare ai vostri figli che il terreno sotto i loro piedi è la cenere dei nostri antenati. Affinché rispettino la terra, dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra madre. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi.

Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi sappiamo. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. Ma noi consideriamo la vostra offerta di andare nella riserva che avete stabilita per il mio popolo. Noi vivremo per conto nostro e in pace. Importa dove spenderemo il resto dei nostri giorni.

I nostri figli hanno visto i loro padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri hanno provato la vergogna. E dopo la sconfitta, essi passano i giorni nell’ozio e contaminano i loro corpi con cibi dolci e bevande forti. Poco importa dove noi passeremo il resto dei nostri giorni: essi non saranno molti. Ancora poche ore, ancora pochi inverni, e nessuno dei figli delle grandi tribù, che una volta vivevano sulla terra e che percorrevano in piccole bande i boschi, rimarrà per piangere le tombe di un popolo, una volta potente e pieno di speranze come il vostro. Ma perché dovrei piangere la scomparsa del mio popolo? Le tribù sono fatte di uomini, niente di più. Gli uomini vanno e vengono come le onde del mare. Anche l’uomo bianco, il cui Dio cammina e parla con lui da amico a amico, non può sfuggire al destino comune.

Può darsi che siamo fratelli, dopo tutto. Vedremo.

Noi sappiamo una cosa che l’uomo bianco forse un giorno scoprirà: il nostro Dio è lo stesso Dio. Può darsi che voi ora pensiate di possederlo, come desiderate possedere la nostra terra. Ma voi non potete possederlo. Egli è il Dio dell’uomo e la sua compassione è uguale per l’uomo rosso come per l’uomo bianco. Questa terra è preziosa anche per lui. E far male alla terra è disprezzare il suo creatore. Anche gli uomini bianchi passeranno, forse prima di altre tribù. Continuate a contaminare il vostro letto e una notte soffocherete nei vostri stessi rifiuti.

Ma nel vostro sparire brillerete vividamente, bruciati dalla forza del Dio che vi portò su questa terra e per qualche scopo speciale vi diede il dominio su questa terra dell’uomo rosso. Questo destino è un mistero per noi, poiché non capiamo perché i bisonti saranno massacrati, i cavalli selvatici tutti domati, gli angoli segreti della foresta pieni dell’odore di molti uomini, la vista delle colline rovinate dai fili del telegrafo. Dov’è la boscaglia? Sparita. Dov’è l’aquila? Sparita. E che cos’è dire addio al cavallo e alla caccia? La fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.

Noi potremmo capire se conoscessimo che cos’è che l’uomo bianco sogna, quali speranze egli descriva ai suoi figli nelle lunghe notti invernali, quali visioni egli accenda nelle loro menti, affinché essi desiderino il futuro. Ma noi siamo dei selvaggi. I sogni dell’uomo bianco ci sono nascosti. E poiché ci sono nascosti noi seguiremo i nostri pensieri.

Perciò noi considereremo l’offerta di acquistare la nostra terra. Se accetteremo sarà per assicurarci la riserva che avete promesso. Lì forse potremo vivere gli ultimi nostri giorni come desideriamo. Quando l’ultimo uomo rosso sarà scomparso dalla terra ed il suo ricordo sarà l’ombra di una nuvola che si muove sulla prateria, queste spiagge e queste foreste conserveranno ancora gli spiriti del mio popolo.

Poiché essi amano questa terra come il neonato ama il battito del cuore di sua madre. Così, se noi vi vendiamo la nostra terra, amatela come l’abbiamo amata noi. Conservate in voi la memoria della terra com’essa era quando l’avete presa e con tutta la vostra forza, con tutta la vostra capacità e con tutto il vostro cuore conservatela per i vostri figli ed amatela come Dio ci ama tutti.

Noi sappiamo una cosa, che il nostro Dio è lo stesso Dio. Questa terra è preziosa per Lui. Anche l’uomo bianco non fuggirà al destino comune. Può darsi che siamo fratelli, dopo tutto. Vedremo"
 
Ultima modifica:
Dipende. Se in senso freudiano (ovvero tutta la psicologia attuale, "dinamica"), o junghiano, dunque come luogo collettivo di sincronicitò.
Sulla prima strada dopo aver conosciuto la Klein mi sono ritirato. Tutto il simbolismo è ridotto al fallo.
Sulla seconda invece risaliamo al Simbolo come cuore del sapere.
Infatti la Relazione è Simbolo.
Ma oggi vincono i primi.

decisamente jungh...
 
No, non sono discorsi da 3d, ma se non li facciamo mai non ci poniamo mai delle domande.
Qui vogliamo tutti essere felici. Vogliamo tutti una vita autentica. Non banale non noiosa. Una vita senza sofferenze, ne materiali ne psivologiche.
Ma non partiamo mai dall'inizio: cosa è felicità? Cosa è sofferenza?
Il baratto è sempre uno scambio. E' sempre denaro. Include sempre la possibilità del profitto.
Vuoi un esempio bello? Gli indiani del Nord America.


pero' gli indiani a 35-36 anni distruggevano tutto, per iniziare da capo.
crescevano, facevano famiglia, arrivavano all'apice e poi ripartivano da capo.

inoltre il modello Indiani verrebbe spazzato via da qualsiasi essere umano senza scrupoli con armi medioevali.

quel modello fa molta paura...
 
Toro Seduto (1831 – 1890), capo tribù dei Hunkpapa Sioux (Lakota).

Discorsi (da Wilki)

È strano, ma vogliono arare la terra, e sono malati di avidità. Hanno fatto molte leggi, e queste leggi i ricchi possono infrangerle, ma i poveri no. Nella loro religione i poveri pregano, i ricchi no. Tolgono denaro ai poveri e ai deboli per sostenere i ricchi e i potenti. (citato in La terra è la nostra madre, p. 51)
Toro Seduto: La vostra gente stima gli uomini quando sono ricchi: perché hanno molte case, molta terra, molte squaw, non è così?
Giornalista: Si…
Toro Seduto: Bene, diciamo allora che il mio popolo mi stima perché sono povero. Questa è la differenza! (Toro Seduto a un giornalista del New York Herald, 16 novembre 1887)
Sette anni fa abbiamo stipulato un trattato con l'uomo bianco. Ci ha promesso che la terra dei bufali sarebbe stata nostra per sempre. Adesso minacciano di prenderci anche quella. Dovremmo cedere, fratelli? O invece dire loro: "Dovrai uccidermi prima di impossessarti del mio paese". (citato in La terra è la nostra madre, p. 52)
Siete ladri e bugiardi. Vi siete presi le nostre terre e ci avete resi emarginati.
Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete.
Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro.
Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri.
È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.
Quando sarai pronto a morire sarai grande abbastanza per vivere.
 
Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.


Questo è il punto di partenza è da qui che bisogna partire per me...
 

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