Grillo al 24% di media, circa

ritornando a quello che si diceva stamattina ......io che non sono siciliano ...percepisco come simbolo antimafia , in gran parte lui :bow:

Giustizia:azione disciplinare su Ingroia
Magistrato, stupito da iniziativa ministro, mie erano critiche
18 marzo, 16:41

(ANSA) - PALERMO, 18 MAR - Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha chiesto al Pg della Cassazione di ''estendere l'azione disciplinare'' a Antonio Ingroia per le dichiarazioni rilasciate sull'annullamento con rinvio della sentenza di condanna di Marcello Dell'Utri deciso dalla quinta sezione di Cassazione. L'ex pm di Palermo afferma di ''avere letto sulla stampa'' dell'iniziativa e si dice ''stupito: le mie erano solo critiche legittime e non attacchi personali''.

adesso la cassazione annulla pure le sentenze ... :mmmm: sara' un caso :D

l'occasione storica (grillo-bersani) è di mettere fine a questo teatrino indegno di un italietta corrota e malata :wall::wall: si ma quando :mmmm:


:lol::lol::lol::lol:

...mai !
 
bella analisi complimenti
e se eliminassimo il mezzo cioè il danaro in astratto una società senza danaro potrebbe dare la crescita dell'io liberato dall'egoismo e dalla paura dell' ignoto/futuro.

Faresti dipendere l'esistenza dell'Io da un soggetto esterno.
In parte è così: io non esisto se tu non mi riconosci. L'Io e il Tu nella relazione. Né Io né Tu indipendenti ed esistenti di per sé. Ma Io e Tu esistenti nella Relazione. Ovvero in dipendenza: la causa della mia esistenza sei tu, che poni la causa della tua esistenza in me. Se viene meno una delle sue parti, entrambe svaniscono. In una sequenza di
causa-effetto.
Il denaro diventa mezzo di riconoscimento all'interno della Relazione.
Non riconoscendo la Relazione, sostituiresti un mezzo con un altro, ma non risolveresti il problema della "liberazione dell'Io".
Ovvero faresti dipendere l'Io (cioè concretamento quel che tu pensi e credi di essere, cogito ergo sum) da qualcosa che è altro da te.
Ad esempio, appuntol, il denaro.
E nella società è così.
Se hai:
- carica istituzionale
- carica culturale
- carica economica
vieni riconosciuto. Dunque sei.
Sei un ministro un parlamentare un sindaco un consigliere un funzionario di un partito un consigliere d'amministrazione un capo reparto un kapò (fin qui siamo arrivati su questa strada aimé, la vittima che diventa carnefice);
Sei un rettore un preside un professore un maestro un intellettuale un dotto un giornalista un capo redattore;
Sei un imprenditore con una multinazionale un possidente terriero un piccolo artigiano un delinquente ma con con alto reddito
vieni riconosciuto. Dunque sei.
Sei in dipendenza di una relazione in cui l'altro è un fantasma poiché ti riconosce per la carica che porti e rappresenti.
Ovvero sei in dipendenza di un attributo esterno: il denaro e il potere.
Ma se non hai questi attributi, non vieni riconosciuto e dunque non sei.
Nel dualismo ricco-povero; nobile-resto della società; prelato-resto della società; dotto-resto della società, in tutte queste coppie duali è ben esemplificato questo concetto.
Sostanzialmente alla base troviamo la "volontà di Potenza". Che è una categoria filosofica. Non ha senso parlarne qui se non per il fatto che nel riconoscimento emerge la volontà di essere qualcosa.
Ma se l'essere qualcosa è all'interno della relazione, e la relazione si basa su un attributo esterno, tu puoi sostituire il denaro con quello che vuoi, ma non sei andato al centro della Relazione.
E dunque sostituisci una dipendenza con un'altra dipendenza.
Qualche esempio:
rivoluzione americana: sostituito il nobile inglese con il ricco commerciante colono
rivoluzione francese: ancora meglio. Kaput alla testa del nobile. Poi kaput a quello che aveva tagliato la testa al nobile. Due teste in meno. Poi kaput al popolo che aveva tagliato la testa al dotto che aveva tagliato la testa al nobile. Tre teste in meno. Popolo senza testa = dittatura militare. Altre teste tagliate, ma questa volta in tutta l'Europa. Niente di fatto.
Rivoluzione Russa: sostituito un padrone, lo Zar, con un altro padrone, il Soviet.
Morale: abbiamo sostituito una dipendenza con un'altra dipendenza.
Il punto non è il denaro. Ma la motivazione con cui lo adoperiamo.
La motivazione è sempre all'interno di una Relazione.
Io sono in borsa. Perdo e guadagno. Quando guadagno più della perdita ho dei soldi che mi avanzano. Cosa faccio?
Se sono tanti posso impiegarli per ottenere altri soldi.
Ricomincio. Perdo e guadagno. Quando guadagno più di quando perdo mi avanzano altri soldi. Che si sommano ai primi. Che faccio?
Ricomincio in una serie infinita che mi portano...all'accumulazione.
In questo dove sta l'Altro? Dove sta la Relazione?
Mi sono fermato all'apparenza. Ed ho individuato la Relazione e l'Altro con il denaro.
Io sono in Relazione con il denaro il quale è l'Altro che mi riconosce.
Tradotto: più soldi ho più io mi sento di esistere. Sua pecunia ergo sum (possiedo soldi, dunque sono, dal traduttore di google).
Ho fatto dipendere tutto me stesso non da una Relazione, non da un Altro, non dall'essenza della vita, ma da un mezzo.
Mi sono fermato all'apparenza della Relazione.
Potevo anche utilizzare una parte di quei soldi. Come?
Comprando la mia felicità. Case vacanze macchine donne. Tutto quello che posso permettermi in funzione dei miei guadagni.
Ma questi sono ancora mezzi nella Relazione.
Una macchina prestigiosa, senza nessuno che la guarda perde di significatività.
Una casa dove vivo da solo, perde di significatività.
Una vacanza sempre in solitudine senza vedere mai un essere umano, perde di significatività.
Una Relazione senza una donna (per me che sono un uomo), perde di significatività.
Quest ultimo punto ci fa capire: una Relazione senza una donna non è una relazione. E' altro.
E' solitudine. E' individualismo.
E' massificare la sofferenza della separazione.
Potevo usare quei soldi in altro modo?
Certo. Riconoscendo l'altro.
I soldi li uso per raggiungere l'altro nella Relazione.
Gli faccio dei regali. Moglie marito figlio amico amica.
Comincia ad essere una via.
Posso andare oltre. E avvicinare anche chi non conosco. Un passante, uno sconosciuto.
Scomettiamo che se mi avvicino a te che non ti conosco, e tu non mi conosci, io riesco a vincere la tua diffidenza e la tua ritrosia se ti convinco ad accettare un assegno a sei zeri? Ma qui saremo ancora nell'uso del mezzo della Relazione. Ci saremo fermati al denato. Ma sarebbe cq un passo in avanti.
Posso andare oltre. E avvicinare chi non conosco e non ha. E posso liberarlo dalla sua dipendenza materiale.
Ovvero posso concepire il denaro come un mezzo di liberazione.
Tramite la borsa ho liberato la mia dipendenza dal lavoro, mettiamo in frabbrica\ufficio. Tramite il denaro ho liberato la mia dipendenza dal tempo.
Ho trovato questa cosa giusta, e dunque ora sono spinto dalla motivazione di allargare questa mia scoperta\felicità al numero massimo di persone che posso raggiungere.
Da un lato un 3d, un corso uno scambio etc..
Dall'altro un immergersi completamente nel reale che mi circonda.
Vado incontro all'Altro nella Relazione e lo riconosco parte di me.
Allora il denaro è diventato un mezzo per giungere all'Altro.
E allora ha ancora senso sostituirlo?
Il denaro, come tutte le cose del mondo, sono un mezzo per arrivare al centro di noi.
Il "centro del sé" significa la massima felicità che possiamo esperire. E' duratura. Perenne. Incontrovertibile e incontestabile. E' un "per sempre".
Non è un attimo. Non c'è oggi e domani svanisce.
C'era ieri c'è oggi e ci sarà domani.
Se no, non è il Centro di me.
Ma se io sono in Relazione, allora il mio Centro passa per il tuo Centro.
Trovo te, e trovo me.
Il denaro è un mezzo con cui io posso rendere felice te. E se tu sei felice, allora, forse, posso esserlo pure io.
 
Il "centro del sé" significa la massima felicità che possiamo esperire. E' duratura. Perenne. Incontrovertibile e incontestabile. E' un "per sempre".
Non è un attimo. Non c'è oggi e domani svanisce.

Ho preso questo stralcio dell'analisi perchè qui entra una delle risposte per trovare una chiave lettura per iniziare a mettere in discussione il danaro come mezzo con quello che supera di gran lunga il valore del danaro cioè il tempo e tu' sopra ne fai l'apoteosi scambio del tempo contro danaro questo veicolo vecchio come il mondo e usato prima del danaro un lento ritorno alle origini del valore del tempo.
 
veramente non vanno per i kazzi loro , se ci hai fatto caso i cinquestalle non si fidavano dei montiani hanno prevenuto un loro voto a schifani , sono stati chirurgici .
nel caso i 20 poltriani avessero votato la mafia sarebbe stata patta 137 a 137 per cui i cinquestalle non hanno dato un voto in più , questo è un messaggio a don abbondio il lider dei pd cosi capisce con chi ha a che fare , trasparenti si ma fessi no.

il messaggio del cinquestalle siciliano è simbolico esce la mafia dalla presidenza del senato ed entra l'antimafia , ma per un non siciliano queste sono cose irrilevanti ma hanno un loro peso voi pensate che la questione cosa nostra sia un nostro problema ma non è cosi prima lo capite meglio è............non lo capisce neppure beppe strillo ma lo capirà col tempo




che la mafia sia un problema nazionale lo si capiva dalla foto del tuo compaesano che dopo lo sbarco durante la seconda guerra mondiale viene immortalato mentre indica al soldato americano la direzione da prendere, più simbolica di quella:D

la direzione è stata mantenuta per 70 anni ......da Portella della ginestra per arrivare ad Andreotti, ecc..ecc.......fino ai giorni nostri, fino al riciclatore di denaro mafioso Don Silvio, tramite la banca di suo padre la banca Rasini e con le referenze di Dell'Utri......:mumble:
 
Il "centro del sé" significa la massima felicità che possiamo esperire. E' duratura. Perenne. Incontrovertibile e incontestabile. E' un "per sempre".
Non è un attimo. Non c'è oggi e domani svanisce.

Ho preso questo stralcio dell'analisi perchè qui entra una delle risposte per trovare una chiave lettura per iniziare a mettere in discussione il danaro come mezzo con quello che supera di gran lunga il valore del danaro cioè il tempo e tu' sopra ne fai l'apoteosi scambio del tempo contro danaro questo veicolo vecchio come il mondo e usato prima del danaro un lento ritorno alle origini del valore del tempo.

Non definirei il denaro "apoteosi della felicità", ma "felicità illusoria".
Possiamo noi negare che il denaro non sia causa di felicità momentanea? Certo che no. Ho visto la "miseria" direttamente. Tanta troppa.
Mi vengono in mente le parole di "mia" madre Teresa allor quando il giornalista l'aveva trovata dentro un fosso che aiutava i lebbrosi a Calcutta. Il giornalista disse:
"non farei quel lavoro nemmeno per un milione di dollari"
rispose Teresa
"nemmeno io, ma qualcuno lo deve fare".
Non possiamo giocare con le parole di fronte alla sofferenza degli altri.
Dunque è innegabile che il denaro porti felicità.
Solo che la natura di questa felicità è momentanea. Passaggera. Dura il battito d'ali di un fringuello. E ti lascia con la bocca asciutta. Rivuoi quella felicità. E se era in dipendenza del denaro, allora vuoi altro denaro.
Sei dentro l'illusione xè cerchi una felicità duratura, ma il denaro non ha questo potere di dartela. Dunque ti stai illudendo. E ti affanni per niente.
Non è apoteosi, ma inganno.
Spostiamo.
Dici il tempo?
Infatti. E' dove siamo arrivati nel '900.
Da Heidegger (essere e tempo) a Jaspere alla Harendt. Mi piace molto la Simone (Weil): andò in fabbrica proprio per capire il tempo nella condizione operaia. Nel 1934.Scriveva un anno prima della morte (a 34 anni):
"Mi sono sempre proibita di pensare a una vita futura, ma ho sempre creduto che l'istante della morte sia la norma e lo scopo della vita. Pensavo che per quanti vivono come si conviene, sia l'istante in cui per una frazione infinitesimale di tempo, penetra nell'anima la verità pura, nuda, certa, eterna. Posso dire di non avere mai desiderato per me altro bene".
Dunque il tempo. Hai un problema: esso è sia circolare che lineare.
Se pensi al tempo come ad una progressione allora il tuo io si esaurisce nel tempo. Finché "hai tempo" vivi e dunque sei.
La Relazione si esaurisce nel tempo. L'io si esaurisce nel tempo.
Hai un inizi e una fine. Ok.
Ma il tempo è anche circolare. Il cerchio non è la retta. Non ha né inizio né tempo. Gira. E' in movimento.
Andiamo con ordine e prendiamo le parole di Wiener, il padre della cibernetica:
"Se vogliamo trattare la conoscenza solo in termini di Oniscenza, la potenza solo in termini di Onnipotenza, il culto solo in termini di Divinità Unica, ci troveremo impligliati in sottigliezze metafisiche prima ancora di aver cominciato il nostro studiio delle relazioni tra scienza e religione".
[Norbet Wiener, Dio & Golem S.p.A. Bollati Boringhieri]
Diamo per assodato che quello che è esclusivamente trascendente l'uomo, dunque la Relazione, non va perseguito. Gli assoluti. Le generalizzazioni. Out. Su questo abbiamo fatto un passo avanti decisivo.
Alcuni hanno assolutizzato l'uomo. Strada nefanda. Totalitarismi. Niente da fare per di qua. Porta alla guerra. Inevitabile.
Dunque il tempo in cui si esaurisce la Relazione e l'Io.
Se ho tempo posso mettermi in Relazione. Se non ne ho, no. La mancanza di tempo di pone in rapporto con la morte.
Dunque sostituire il denaro con il tempo di apre al problema della morte.
Di fatto siamo arrivati qui, e ci siamo fermati. L'Io è in Relazione con la morte. E' l'Essere-per-la-morte. Ovvero quel che rende autentica la vita, è la morte. Poiché essa non permette nessun assolutismo. Prima o poi tutto ha una fine. Anche la Relazione.
Ma sempre nel tempo progressivo. Lineare.
Nel tempo circolare non c'è ne inizio ne fine. E se non c'è vita, non c'è morte. Dunque è un paradosso poiché il tempo circolare è a-temporale.
Sostituire il denaro con il tempo ci apre al paradosso del tempo medesimo.
La morte ci apre al problema di cosa sia il tempo? Dunque la vita nel tempo.
Possiamo definire la vita il lasso ti tempo che trascorre tra la nascita e la morte. Ma dovremo allora saper definire cosa è nascita e cosa è morte.
Se definiamo cosa è nascita allora sappiamo dire cosa è morte.
Definire cosa è morte significa saper dire cosa c'è dopo la morte.
Possiamo utilizzare le categorie teologiche (di tutte le religioni), ma Wiener ci dice che la scienza storce il naso. E' in errore la scienza? Non lo sappiamo. Dunque non sappiamo dire cosa è morte.
Eppure se chiedo a mia figlia cosa è morte mi dice, all'evidenza dei sensi, che una fine. Abbiamo affrontato questo punto: sente che è continuazione ma se deve spiegare dice che è fine.
Dunque il tempo che sostituisce il denaro è la fine. E' un tempo con fine. E' un tempo finito. E' la fine della Relazione.
Di fatto noi abbiamo paura. Paura della morte. Sappiamo che la morte è fine xè questa è l'evidenza dei sensi. L'esperienza che facciamo delle cose del mondo. Morto mio padre non ne viene un'altro. E' un fatto.
Ma se penso al Padre in sé, allora non potrà mai morire. Senza un Padre non c'è un figlio. Senza Padre e Figlio non c'è continuità.
Senza continuità non c'è possibilità della vita.
Dunque sono ricaduto negli assoluti.
Se penso alla mia singolare Relazione, allora sono nel tempo lineare. Sono stato procreato e procreo. Ma questo ha una fine. Dunque il tempo sarebbe finito.
Ma se penso al Padre come assoluto (categoria generalizzata e generalizzante) allora un Padre c'è sempre. E dunque sono nel tempo circolare.
Di fatto diciamo di sapere che la morte è una fine. Ma allora dovremo sapere dire cosa è vita. E dire cosa è vita è dire cosa siamo noi prima di nascere. Mica pugnette: cosa eri tu prima di nascere?
Dunque dal tempo lineare al tempo circolare.
Sostituisce nella Relazione il denaro con il tempo. Non ne esci ancora.
Allora cosa è tempo?
Un assoluto. E' quella "cosa" che passa dal passato al futuro. E' un atto del pensiero. Un suo prodotto. Il tempo è ancora un prodotto dell'Io. Dunque un assoluto.
E se è un assoluto non sei più in Relazione. Ma sei tu e il tempo.
Se tu di fronte alla morte. La tua. E passi a contare i giorni che ti rimangono da vivere. E l'altro scompare dal tuo orizzonte. E perdi la Relazione.
Sei ricaduto nella buca da cui volevi uscire.
Non è il Tempo la soluzione.
Come non lo era il Denaro.
Tempo e Denaro sono mezzi.
Senza tempo non c'è denaro. E viceversa.
Se vuoi il Tempo, devi avere il Denaro.
Tempo e Denaro richiedono il lavoro.
Passi il tuo tempo a lavorare per avere denaro.
Lavori per avere il denaro per aumentare il tuo tempo a disposizione
Il denaro ti permette di non lavorare per avere il tempo.
Ma il tempo ha il concetto del limite. E dunque la tua felicità è limitata.
E' legata al tempo che vivi. E non è ancora un "per sempre".
Non è duratura perenne incontrovertibile e innegabile.
E' una felicità che dura finché c'è tempo.
E' una felicità che dura finché c'è denaro.
E' una felicità che dura finché c'è tempo e denaro.
Di fatto non riesci a scindere il tempo dal denaro.
Così che l'uomo ha coniato "il tempo è denaro".
L'uno senza l'altro non esiste.
E sei ancora dentro l'illusione.
Appunto non è il tempo.
A meno che non diversifichi tempo lineare da tempo circolare.
Ma ricadi dentro l'assolutismo.
Dunque io non posso sostituire alla dittatura del denaro la dittatura del tempo.
Non posso scambiare il mezzo per il fine.
Il fine è la felicità, intesa come assenza di infelicità. Dunque il tempo mi può condurre alla felicità a patto che non diventi il fine stesso.
 
Il tempo come ritorno alle orgini, come lo intendi, è l'"Eterno Ritorno". Tempo circolare.
Ma non è statico. E tempo cicloide. Si sposta. Il punto A di partenza non coincide mai con il punto B di arrivo. Dunque spostandosi si modifica. Modificandosi è in continuo divenire.
Divenendo non è felicità duratura poiché è in dipendenza.
Il tempo è un mezzo e non un fine.
Dunque non può essere Io-nel-tempo. Relazione Io-e-tempo.
Non può essere un ritorno alle origini.
Questo non è dato all'uomo.
Il Centro si manifesta nel tempo, ma non è il tempo.
Come non era il denaro.
 
Il tempo ti apre alla problematicità del tuo essere-nel-tempo, ovvero alla categoria ontologica del nulla a cui tutte le cose potrebbero ridursi.
Ovvero ti apre alla domanda: cosa te ne fai del tempo?
Esattamente come prima ci si chiedeva, cosa ne facciamo del denaro?
Dunque la motivazione alla base del "possesso" del tempo.
Se non passiamo per questo punto rimaniamo dentro ad un Relazione dove il mezzo, il tempo\denaro\ è diventato il fine
 
Ultima modifica:
C'è un bellissimo libro di Asimov, fantascienza, dove si immagina proprio una società in cui il denaro e il tempo sono stati superati. Non sono più un problema.
Questa società si è sviluppata in un mondo che non è la Terra. Si chiama Solaria. E la Relazione diventa assoluta con il tempo\denaro escludendo l'Altro.
Il romanzo si chiama "Sole Nudo". Una buona lettura.
Ma è un romanzo. E dunque fantasia di per sé.
 
non trascurare l'inconscio...l'io è una briciola a confronto

Dipende. Se in senso freudiano (ovvero tutta la psicologia attuale, "dinamica"), o junghiano, dunque come luogo collettivo di sincronicitò.
Sulla prima strada dopo aver conosciuto la Klein mi sono ritirato. Tutto il simbolismo è ridotto al fallo.
Sulla seconda invece risaliamo al Simbolo come cuore del sapere.
Infatti la Relazione è Simbolo.
Ma oggi vincono i primi.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto