L’evoluzione del modo della guerra
Come affermato dal
The New York Times del 25 aprile 2015 e riportato da M. Dinucci sul
«il Manifesto» del 28 aprile dello stesso anno:
i droni killer sono ormai
«integrati nel modo americano di fare guerra».
Cyberwar e droni assassini sono strumenti che, per loro natura, si prestano ad essere utilizzati per operazioni sotto falsa bandiera (
false flag) dal
Deep State,
funzionali allo stato di polizia all’interno e ad una guerra senza fine all’estero.
Da tempo è attivo un programma di
«uccisioni mirate» che hanno quale strumento d’elezione i droni killer
secondo logica e strategia non dissimili da quelle di mafiosi e terroristi; un programma inscritto in una
«kill list» dalla trinità:
Casa Bianca, Pentagono e CIA che sfrutta la tecnologia di
pattern ricognition, una primitiva forma di intelligenza artificiale applicata al riconoscimento dei volti che,
come accade con le ultime generazioni di iPhone che si sbloccano grazie al riconoscimento del volto del proprietario,
scannerizza e archivia i volti di ciascun abitante del pianeta con accesso alla rete, anche grazie alle mille foto del nostro volto che quotidianamente pubblichiamo sui social, un FACE-book globale…).
Mini killer drones, che stanno nel palmo di una mano, sono dotati di una quantità di esplosivo sufficiente ad essere utilizzabili per esecuzioni mirate, uccisioni a distanza, stragi di massa.
Ed «È lo stesso Presidente degli Stati uniti (Obama) ad approvare la «kill list», aggiornata di continuo,
comprendente persone di tutto il mondo che, giudicate nocive per gli Stati uniti e i loro interessi,
sono condannate segretamente a morte con l’accusa di terrorismo»
I droni stanno cambiando le modalità della guerra e della sua provocazione.
Le missioni aeree convenzionali sono sostituite da operazioni pilotate da remoto su obiettivi puntuali effettuate con droni.
Il loro uso potrà scatenare ritorsioni effettuate con gli stessi strumenti quando disponibili oppure con strumenti convenzionali.
Da strumenti di sorveglianza a strumenti di sorveglianza e/o offesa stanno rapidamente cambiando le modalità di conduzione delle ostilità belliche tra paesi in conflitto.
Secondo stime di analisti nel prossimo decennio verranno acquistati in tutto il mondo oltre 80.000 droni di sorveglianza e almeno 2.000 da attacco.
Il nostro paese
consolida la sua partecipazione alla
Alleanza per la Sorveglianza della Terra «Alliance Ground Surveillance» (AGS).
Complici 15 paesi, sentinelle armate: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia
con il nostro in prima linea, a supporto del guardiano globale, gli Stati Uniti.
Sigonella: nella foto il sottosegretario alla difesa Giulio Calvisi: «Con l’impiego di questi sistemi siamo in grado di avviare un percorso
di grande importanza
per rafforzare la capacità di controllo e difesa. Un progetto di alto contenuto tecnologico,
certamente ambizioso dal punto di vista scientifico ed industriale, sviluppato nel corso di un lungo periodo e
che ha raggiunto la sua operatività nelle scorse settimane».
“
Il sistema di questi aeroplani – ha dichiarato il
segretario generale della Nato Jens Stoltenberg –
può aiutarci nelle missioni contro il terrorismo internazionale
e a portare aiuto umanitario e sostegno dopo disastri naturali.
Sono i 29 alleati che decidono come usare questa capacità. Siamo molto grati per il sostegno all’Italia, nazione ospitante”.
«L’Italia ha sempre creduto nel progetto Ags – ha sostenuto il sottosegretario Calvini –
Non è un è un caso che siamo il
terzo Paese contributore finanziario e che
garantiamo l’essenziale sostegno logistico, infrastrutturale e tecnico-operativo a Sigonella».
Il programma prevede che ci si doti di altri 5 Falchi Globali –
RQ-4 Global Hawk – acquisiti dalla statunitense Northrop Grumman
e relative apparecchiature per il controllo presso la base aerea italiana di Sigonella attraverso due stazioni terrestri fornite dalla Leonardo.
Si tratta dello stesso tipo di drone che
l’Iran ha abbattuto lo scorso giugno (vedi sopra).
Globale perché il suo spazio operativo è l’intero pianeta.
È dotato, infatti, di una autonomia di volo di 30 ore – può percorrere 22 mila chilometri a velocità sino a 600 chilometri orari senza essere rifornito.
Può portarsi a più di 18 chilometri di quota, il tutto senza pilota, guidato a distanza da tre operatori a terra.
Che bello! Che fico! Che bravi!
W la guerra e i suoi virtuosi attrezzi senza cui non avremmo benefiche ricadute in altri campi:
grazie ai droni militari potremo raccogliere dati scientifici sulla distruzione dello strato di ozono
(destabilizzato prima che dai fluoroclorocarburi, dai test nucleari in atmosfera) e studiare le alterazioni climatiche.
A Sigonella sono dislocati anche droni Usa
Predator e
Reaper (mietitori)
.
Avete presente l’iconografia della morte che brandisce la sua falce ebbene i droni mietitori sono armati di missili e bombe a guida laser e satellitare.
Il sistema di comunicazioni satellitari militari ad altissima frequenza,
il Muos di Niscemi (Caltanissetta) permette al Pentagono di controllarli e guidarli sugli obiettivi assegnati in qualsiasi parte del mondo.
Negli ultimi tre anni droni Reaper sono stati dispiegati in oltre 2.400 missioni, quasi due al giorno.
Il Segretario Generale della Nato Stoltenberg, ha ringraziato l’Italia e il Ministero della Difesa, e i comandanti della base aerea di Sigonella:
“Ho appena incontrato alcuni piloti eccellenti, tecnici e analisti di dati di molte diverse nazioni alleate. Ci sono voluti tempo e sforzi per consegnare il sistema.
Ma questo ci ha aiutato a sviluppare il nostro processo di certificazione dell’aeromobile,
con l’eccezionale sostegno del Ministero della Difesa italiana.
Oggi la Nato sta colmando un aspetto importante di intelligence, di sorveglianza e di capacità di ricognizione.
Il Sistema risponde all’esigenza dell’Alleanza di dotarsi di una propria capacità operativa, basata su tecnologia radar,
esclusivamente per sorveglianza del territorio. Il programma prevede l’acquisizione di 5 velivoli da ricognizione
Global Hawk
e la realizzazione presso la base aerea italiana di Sigonella delle apparecchiature per il controllo.
“Un’occasione di sviluppo tecnologico per l’industria della difesa” ha precisato Calvisi che ha aggiunto
“Oggi inauguriamo un sistema di alto contenuto tecnologico,
l’anello di congiunzione mancante tra un satellite e un aereo di ricognizione.
Si tratta di un elemento importante e innovativo. Un programma ambizioso dal punto di vista scientifico e industriale, sviluppato in un lungo periodo di tempo.
Come paese abbiamo sempre creduto nella “ALLEANZA PER LA SORVEGLIANZA DELLA TERRA“ al punto che
siamo il terzo paese contributore
di questo programma in termini finanziari e ospitiamo i sistemi a Sigonella, dando sostengo infrastrutturale, logistico e tecnico”.
Il raid con il drone con cui gli Stati Uniti hanno ucciso il generale iraniano,
il drone killer Mq-9 appartiene alla categoria dei UAV [veicoli aerei senza equipaggio],
equipaggiato con missili
fuoco dell’inferno “Hellfire“ a guida laser, è un aereo senza pilota del costo di 64 milioni di dollari, con apertura alare di venti metri,
in dotazione anche all’aviazione italiana. Tecnologia “stealth” degli aerei invisibili, un
Reaper.
Uno dei grandi utenti di questa tecnologia è stato il premio nobel per la Pace Barack Obama
che ha avuto due mandati a disposizione, durante i quali, secondo i dati del
Bureau of Investigative Journalism,
ha lanciato 563 attacchi in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Somalia e Yemen con piccoli inevitabili effetti collaterali:
trecento civili assassinati.
I primi ad usare i droni, Stati Uniti, Regno Unito e Israele, hanno esteso l’invito a seguirli al resto del mondo
a cominciare naturalmente dai loro stretti alleati: Pakistan e Turchia quest’ultima contro i gruppi curdi in Siria e contro il separatista PKK curdo.
La Cina si è velocemente adeguata ed inserita nel mercato con i suoi droni Wing Loong e la serie CH di cui rifornisce gli Emirati Arabi Uniti – utilizzati in Libia.
Droni di tutti i tipi sono stati apparecchiati dagli Stati Uniti in Afghanistan, Pakistan in Iraq, Yemen, Somalia, Libia e Siria.
La spesa complessiva che il nostro paese ha sinora sostenuto nel settore, costi operativi esclusi,
è stata pari a circa
un miliardo e mezzo di euro oltre naturalmente alla ospitalità fornita dalla principale base logistica operativa nel mediterraneo, non solo Sigonella, ma la Sicilia intera.
Mentre spesa ed investimenti pubblici sono falcidiati dai programmi di spending review e di austerity,
la spesa nel settore militare continua a crescere portandosi alla cifra record di 87 milioni di euro al giorno,
tutto in estrema coerenza col programma neoliberista che con Milton Friedman, “l’eroe della libertà”,
consigliere delle politiche economiche del dittatore Pinochet e ispiratore delle attuali politiche economiche iperliberiste della Ue ci ricorda che:
“Qualunque cosa si faccia per abbassare la spesa pubblica è ben fatta eccetto che
per alcune spese molto selezionate come quelle per la difesa militare di cui abbiamo reale necessità”
Il programma di fondo essendo quello dello
Stato minimo neoliberista, ossia con funzioni circoscritte al monopolio della gestazione
e della gestione monetaria fintamente pubblica affidata alle grandi banche centrali privatizzate nonché al monopolio della forza militare,
sotto comando centralizzato (il Pentagono Usa con i suoi 3 milioni di dipendenti è il più grande datore di lavoro pubblico al mondo),
al servizio delle élite per il controllo del/i popolo/i, non più a loro difesa, ma a garanzia dell’esercizio della proprietà, del rispetto, ad ogni costo,
delle loro direttive in forma di leggi imposte a Parlamenti sempre più esautorati e al mondo intero.
Uno stato minimo che si limita ad intervenire per rimediare ai disordini di piazza e ai fallimenti di mercato, come di recente con i grandi salvataggi delle banche centrali,
in soccorso alle grandi banche d’affari e al complesso del sistema finanziario; salvataggi pubblici, senza i quali
il castello di carte della finanza speculativa globale sarebbe già imploso.
I signori della guerra si appropriano a loro uso e consumo dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica di intere generazioni di fisici,
matematici, informatici, ingegneri, nonché delle risorse pubbliche che dovrebbero essere destinate alla crescita del Bene Comune.
Nel frattempo, il magistrato
Nicola Gratteri, la cui azione meritoria è maturata in 250 pagine piene di capi di imputazione
ed un maxi blitz che ha portato al fermo di 334 persone facendo emergere l’alleanza della mafia con la massoneria (la santa)
che ha potenziato enormemente la Ndrangheta (La Santa aveva preso il controllo completo della politica e della amministrazione pubblica),
denuncia come la giustizia sia sempre più disarmata, colpita dal blocco delle assunzioni che ha causato un ammanco di 20mila unità,
tra carabinieri e poliziotti, nelle forze di pubblica sicurezza nonché 8mila finanzieri in meno.
Un comandante militare di un Paese sovrano, in azione diplomatica, è stato assassinato con questo tipo di tecnologia, rischiando di scatenare una escalation senza eguali.
Non si dimentichi che l’assassinio di Q. Soleimani è seguito all’indomani di una grande
esercitazione militare navale condotta in tandem da Iran, Cina e Russia, nel golfo di Hormuz.
È un messaggio al mondo che afferma che chi attaccherà l’Iran dovrà vedersela con Russia e Cina.
Ma la stessa “strategia“ applicata all’Iran, Pompeo, pretende ora di applicarla direttamente a Cina e Russia!
Sarà anche per questo che gli scienziati del
Bulletin of the Atomic Scientists hanno deciso di avvicinare le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse a soli 100 secondi dalla mezzanotte.
Droni, droni assassini, sorvolano i cieli del pianeta.
Volano alla ricerca di “nemici” da eliminare, omicidi, al di fuori di qualsiasi processo giudiziario o dichiarazione di guerra.
Nel loro mirino anche il diritto internazionale o quel che ne rimane.
Ci chiediamo: perché nessuno propone una moratoria internazionale primo passo verso la completa messa al bando dell’uso e della ricerca militare intorno ai droni?
Alleanza per la sorveglianza della terra o alleanza per salvare la nostra convivenza col pianeta che ci ospita insieme alle meravigliose creature che lo abitano?
Reapers – The Muse
Home, it’s becoming a killing field
Casa mia sta diventando un campo di battaglia
There’s a crosshair locked on my heart
C’è un mirino puntato sul mio cuore
With no recourse, and there’s no one behind the wheel
Senza rifugio, e non c’è nessuno dietro al volante
Hellfire you’re wiping me out
Fuoco dell’inferno mi stai spazzando via
Killed by
Ucciso da
Drones!
Droni!
Killed by
Ucciso da
Drones!
Droni!
Killed by
Ucciso da
You rule with lies and deceit
Tu governi con bugie e inganno
And the world is on your side
E il mondo è dalla tua parte
You’ve got the CIA babe
Hai la CIA tesoro
And all you’ve done is brutalize
E hai solo vandalizzato
Drones!
Droni!
War, war just moved up a gear
Guerra, guerra solo muovendo un ingranaggio
I don’t think I can handle the truth
Non penso di poter sopportare la verità
I’m just a pawn, and we’re all expendable
Sono solo una pedina, e siamo tutti sacrificabili
Incidentally electronically erased
Accidentalmente elettronicamente cancellato
By your
Dai tuoi