A me del fine per il quale sono prodotte le armi non importa. E nemmeno mi importa che tipo di armi siano.
Il solo fatto che siano ARMI, ovvero oggetti per fare del male, anche per difesa, mi fa stare malissimo.
So che ci sono cose che non si notano tanto come le armi che sono brutte lo stesso, so che ci sono anche altre aziende che di etico non hanno nulla, so che... bla bla bla...
Ma mi dico: "E allora?"
Allora se ci sono tante schifezze nel mondo, mi adeguo e ne accetto una?
No.
Io sono convinta che ognuno di noi abbia il DOVERE di fare anche un solo, minuscolo pezzettino di strada per cambiare e migliorare. Anche se quel minuscolo pezzettino da solo non cambia e non migliora niente.
Ma almeno è un FARE.
E certe volte occorre anche guardare al di là del proprio orticello.
Ecco. Su questo punto sono perfettamente d'accordo.
Ho già talmente tanti grattacapi che assumermi anche la responsabilità di metter becco nelle scelte del suo lavoro mi sembra tanto appetibile quanto andare a spennare polli.
Però, vedete...
Poniamo che il colloquio sia positivo e che lui decida di lavorare là.
Io tremo, tremo all'idea di non riuscire più a guardarlo in faccia per questa sua decisione (eventuale).
E immagino con orrore le domande dei miei figli sul nuovo lavoro di papà.
Ma soprattutto mi viene già l'ulcera gastrica al pensiero di quali risposte potrei fornire loro...