IL FUTURO DIPENDE DA CIO' CHE FAI OGGI

Si moltiplicano a Lecco (come nei comuni più piccoli) le chiusure più o meno volontarie.

Uno dopo l'altro - chi per buon senso e chi meramente per questioni economiche - negozianti e professionisti
stanno abbassando provvisoriamente la saracinesca in attesa di tempi migliori, senza nemmeno aspettare la "serrata totale"
che Regione Lombardia, con il sostegno dei sindaci e delle sigle sindacali, ha proposto al Governo
quale estrema soluzione per limitare il più possibile i danni causati dal coronavirus, in termini di salute pubblica
- le terapie intensive, lo si dice già da giorni, sono al collasso - .
.
Attraversando il centro di Lecco, quasi deserto anche all'ora di pranzo - il cameriere di un noto ristorante
di solito preso d'assalto da colletti bianchi e impiegati racconta di come in pochi giorni si sia passati
dagli abituali 150 coperti al giorno a nemmeno 50 - si possono leggere uno dopo l'altro i cartelli affissi dagli esercenti
per comunicare la decisione di fermare l'attività.

C'è chi semplicemente annuncia "chiuso per ferie", indicando o meno la data di riapertura.
 
Mentre l’Italia è doppiamente sconvolta dall’epidemia del Corona-virus
e dai draconiani dispositivi biopolitici di clausura, sorveglianza e sanzione;

mentre il contagio si diffonde minaccioso in tutta Europa;

mentre bussa alle porte una recessione più devastante di quella del 2009-2014,

l’Eurogruppo (i Ministri delle Finanze dei 19 stati dell’eurozona) che si riunirà il prossimo 16 marzo,
nel suo ordine del giorno, discuterà anzitutto di M.E.S. e banche, e solo per ultimo la questione dell’epidemia.


Nemmeno davanti a quella che si ritiene una minaccia gravissima alla salute pubblica
i tetragoni burocrati che guidano l’Unione europea hanno il buon senso di cambiare la loro agenda.

Chiediamo che il Parlamento italiano si riunisca immediatamente per:

a. Dare mandato al governo italiano di esigere che l’Eurogruppo discuta anzitutto
dell’emergenza sanitaria Covid-19 affinché sia concesso agli Stati di farvi fronte,
scardinando così gli assurdi vincoli di bilancio eurocratici i quali, oltre ad avere causato
tagli esiziali al sistema sanitario così come allo stato sociale, se rispettati affosserebbero il nostro Paese;

b. Di vietare al Ministro dell’economia Gualtieri di sottoscrivere sotto qualsiasi forma il Trattato del M.E.S.

c. Chiediamo inoltre, tenuto conto della situazione d’emergenza, che dia mandato al governo di approvare
con Decreto d’urgenza un piano economico che preveda lo stanziamento di almeno 30-40 miliardi
per fare fronte alle immediate necessità del nostro Paese, cioè almeno cinque volte di più di quanto già deciso.
E che lo stanziamento sia immediatamente operativo, vogliano o non vogliano a Bruxelles.

d. che sia garantita la sospensione degli obblighi fiscali, inizialmente prevista per le sole zone rosse
e per un arco di tempo assai limitato, e un adeguato sostegno al lavoro dipendente, alle partite iva, lavoratori autonomi ed alle aziende.

Ove i partiti dell’attuale maggioranza fossero sordi a queste richieste;
ove i partiti rifiutassero di riunire in seduta d’urgenza il Parlamento;
ove il governo, invece di difendere la Patria ferita ed i suoi cittadini, decidesse la via dell’abdicazione,

una grande mobilitazione di popolo si renderà necessaria per mandarlo a casa,
quale esercizio del diritto-dovere di resistenza contro atti eversivi che violino la libertà ed i diritti garantiti dalla Costituzione del 48.

Si faccia fronte all’emergenza sanitaria senza sospendere la democrazia e la vita sociale!

Basta ai criminali vincoli dell’Unione Europea!

Riprendiamoci la Sovranità Nazionale!
 
KFW, come far sparire 1100 miliardi di debiti sotto al tappeto e prendere gli applausi da tutta Europa

Se avessimo una KFW per fare sparire un migliaio di miliardi di Euro di debiti che vita faremmo?

Cosa potremmo fare con 500 miliardi da spendere per l’Italia, più altri 600 per Regioni, senza pagare una lira di interessi?
Impossibile?

No, qualcuno lo fa da sempre.

Ecco come fare sparire 500 miliardi di debiti e vivere felici, tra gli applausi di tutta Europa.

Si può nascondere sotto al tappeto un bel buco da centinaia di miliardi?

A giudicare da come la fama (di virtuosi) dei tedeschi continui a sventolare sul pennacchio più alto del continente, c’è da giurarci. È possibile.

Vi racconto come la Germania è riuscita a compiere il miracolo.

Complotto? Frode? Infrazione dei vincoli europei?
Niente di tutto questo.
Anzi, è tutto perfettamente in regola!

COME FARE SPARIRE OLTRE 500 MILIARDI DI DEBITI
E VIVERE FELICI

Ci è riuscita la Germania, non aggirando le stringenti regole europee, ma semplicemente adattandole al proprio modello politico.

Insomma, quando non puoi cambiare le regole a tuo piacimento, previeni.

Costruiscile attorno ai tuoi interessi, facendole aderire perfettamente al tuo modello di Stato.

È quello che la Germania ha fatto, costruendo tutto il recinto europeo, non solo in fatto di norme bancarie e di bilancio,
attorno al proprio sistema di banche pubbliche (oltre 400, contro le zero italiane, se escludiamo la indebitata MPS
e la inutilizzata ex cassa del Mezzogiorno) e al sistema dei Länder.

I Länder, una via di mezzo tra le nostre Regioni e gli Stati uniti d’America (più vicini a questi ultimi),
in fatto di bilancio pubblico, fanno capitolo a sé.

Significa che i loro bilanci sono disgiunti da quello dello Stato centrale.

Questo prodigio ha un solo nome: KFW!

Leggiamo su wikipedia:

“Attraverso la KfW, il Governo tedesco canalizza tutta una serie di operazioni
che altrimenti figurerebbero nei conti dello Stato PER CIFRE INGENTI:
l’attivo dell’istituto con sede a Francoforte ha sfiorato lo scorso anno i 500 miliardi di euro,
più del doppio che all’inizio del decennio passato, anche per effetto del trasferimento
sotto il suo ombrello di molte attività in precedenza di competenza dell’amministrazione pubblica…”
ecc..

Nulla di accidentale, insomma.

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La KFW è il tappeto sotto il quale la Germania nasconde i debiti

COME VIENE FINANZIATA LA SPESA PUBBLICA IN GERMANIA?

Stando alle informazioni ufficiali, quindi, Francoforte nasconderebbe sotto al tappeto
qualcosa come circa il 15% di debiti in rapporto al proprio PIL e il 25% (cioè un quarto) rispetto al debito pubblico ufficiale.

Se anche il debito dei Länder figurasse nel computo del bilancio dello Stato,
esattamente come avviene in Italia con le Regioni,
il rapporto debito/PIL salirebbe dall’attuale quasi 62% a quasi il 77%.

Certo, la distanza con la situazione debitoria dell’Italia rimarrebbe siderale,
ma almeno su questo punto, nessuno potrebbe farci la morale.

Di quanto calerebbe il rapporto tra debito pubblico e PIL se in Italia venisse applicato il sistema tedesco?

È difficile stabilirlo visto che sarebbe complicato individuare quelle che vanno considerate come spese per cifre ingenti.

Soprattutto andrebbe analizzata ciascuna tipologia di spesa pubblica che Francoforte fa fare alla KFW e poi rapportata ciascuna al modello italiano.

È tuttavia più facile affermare che il debito (ulteriore rispetto a quello generato da KFW) dei Länder
non viene comunque aggiunto al debito dello Stato centrale.

Infatti le Regioni tedesche, come detto hanno un proprio bilancio autonomo,
e non sono tenute a rispettare il patto di stabilità, contrariamente a ciò che accade in Italia.

Se ciò vi pare poco, i debiti di Oberhausen, nella Ruhr, nel 2014 erano pari a 6.900 euro per abitante.

Ma qual è il totale dei debiti dei Länder?

600 miliardi.
600 miliardi che non vengono conteggiati nel debito nazionale.

E 600 + 500 fanno già 1100 miliardi di Euro di debiti non calcolati.

E quindi, se il debito pubblico ufficiale della Germania è appena al di sopra dei 2.000 miliardi,
quello ufficioso supererebbe i 3.100 miliardi solo con le note spesa dei Länder,
facendo passare il rapporto debito/PIL dal 60% ad un più realistico 90%.

Insomma, per i tedeschi è una vera pacchia!



Secondo la BCE il valore di uno Stato deve essere giudicato esclusivamente dai mercati
cosa che invece per la Germania non avviene.

La Germania partecipa alle aste dei Titoli di Stato con due banche nazionali (più oltre 430 sparkasse, pubbliche anch’esse)
che abbassano il tasso di interesse calmierando i prezzi dei Titoli.

Se lo Stato riesce ad intervenire sulla stipula delle rendite sui propri Titoli pubblici,
di fatto significa che sta addomesticando gli interessi che dovrà rimborsare, oltre al capitale, ai prestatori, ovvero ai mercati.

Sappiamo quindi quanto è importante avere un prestatore di ultima istanza (cioè chi o cosa compie questo intervento).

Ma sappiamo anche che alcuni Titoli pubblici tedeschi sfruttando il rating, la stabilità del Governo e dell’economia,
e potendo intervenire sul fattore rendita, hanno raggiunto tassi persino negativi.

Ciò significa che su quei Titoli la Germania si fa prestare dei soldi e alla scadenza dei Titoli ne restituirà di meno.
Cioè ci guadagna invece che pagarci gli interessi sopra.

Quello che ancora non sappiamo è che la KFW (posseduta all’80% della Repubblica federale e al 20% dai Länder – altri soggetti pubblici)
finanzia direttamente la spesa pubblica senza che le risorse utilizzate per finanziare quella spesa vengano aggiunte al debito pubblico.

Inoltre sempre tramite la Bundesbank (banca centrale tedesca) partecipa all’asta secondaria dei Titoli;
cosa permessa dai trattati ma impossibile per l’Italia che non ha più nessuna banca nazionale
(la Banca d’Italia è stata privatizzata nel 1981 e nel 2013 è stata ancor più separata dalle funzioni
per la quale era stata creata in modo che in futuro l’Italia non possa più riappropriarsene).

Per di più le banche private italiane hanno tutto l’interesse che gli interessi sui Titoli siano elevati, così ci guadagnano.

In altre parole la Germania ha un debito occulto enorme.



Prestatore-di-ultima-istanza.png


Il ruolo del prestatore di ultima istanza è anche quello di aiutare lo Stato a fare meno debiti.
PIÙ DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Più della nostra Cassa Depositi e Prestiti (CDP), la KFW è stata in grado di finanziare nei decenni diversi settori.

A partire dalla sua missione iniziale, ovvero quella della ricostruzione post bellica, prevista dal piano Marshall,
KFW ha poi finanziato le piccole e medie imprese (settore che continua a foraggiare), l’export,
le infrastrutture per conto delle municipalità e di altre amministrazioni locali, successivamente la ricostruzione della Germania dell’est,
fino a finanziare l’innovazione (inclusa la svolta ecologista in corso).

Per raccogliere il denaro necessario fa proprio come la nostra CDP, ovvero emette Titoli pubblici che la CDP accolla al bilancio dello Stato.

Questi Titoli garantiscono una rendita che, nel caso della Germania, non sarà lo Stato a rimborsare, assieme all’investimento, ma la stessa KFW.

Cominciano ad affiorare dei dubbi su tutte le presunte virtù attribuite alla Germania?
 
Questi sono fuori di melone. Lontani anni luce dalla realtà.
Con un decimo di quello che stiamo gestendo noi, questi collassano subito.


Si è appena concluso a Palazzo Chigi l'incontro tra Giuseppe Conte e le opposizione sull'emergenza coronavirus.

Hanno chiesto al premier misure immediate e straordinarie: fare dell'Italia per due settimane una vera zona rossa,
dove possano operare e lavorare solo i servizi essenziali; tutelare economicamente sia i cittadini che le aziende
con un piano di intervento "imponente"; nominare un Commissario straordinario con poteri di ordinanza.

"Esco preoccupato perché abbiamo portato al tavolo la voce di medici, sindaci, lavoratori
che chiedono misure drastiche subito senza eccezioni. Chiudere tutto adesso,
salvando i settori strategici, per ripartire sani fra poco. La risposta è stata 'no'.
È il momento delle scelte drastiche. Temiamo che qualcuno sottovaluti l'emergenza sanitaria".

"Ci hanno detto: vi faremo sapere. Noi come coalizione stiamo dimostrando responsabilità, voglia di dialogo e compattezza.
Non sono contento di quello che ho sentito, non ci sono tempi certi per l'economia
e non si rendono conto dell'emergenza sanitaria. Se mi chiedete se sono contento dell'incontro vi dico 'no'".

"Non ci sono state risposte chiare. Abbiamo chiesto misure certe e definitive.
Riteniamo che sarebbe più utile chiudere tutto per 15 giorni.
Pensiamo inoltre che serva commissario straordinario, una figura forte che possa occuparsi di tutta l'emergenza,
che abbia anche poteri ordinamentali.
Il presidente del Consiglio ha aperto ad una nomina di un commissario, ma nulla di più. Non è detto che questo accadrà".

"Crediamo che servano risorse molto più ingenti di quelle stanziate dal governo.
I 7,5 miliardi sono inadeguati per questa emergenza: sono meno di quanto spendiamo per il reddito di cittadinanza.
Noi abbiamo parlato almeno di 30 miliardi che comunque consideriamo un punto di partenza.

'Abbiamo chiesto approfondimenti ulteriori. Vediamo di cercare più risorse', ha detto il ministro Gualtieri".

"Conte e Gualtieri ci hanno assicurato che questo non è che l'inizio, ma noi vogliamo vederlo nero su bianco.
Abbiamo detto 30 miliardi ma è solo l'inizio per noi".

"Sullo sfondo di tutto c'è il silenzio dell'Ue che pensa più al Mes che al virus
e che dimostra ancora una volta la sua lontananza dagli italiani".

"L'Europa è totalmente assente, deve svegliarsi. Abbiamo inoltre chiesto che lunedì all'Eurogruppo non si discuta del fondo salvastati"
 
Estrapolate dal contesto, sono parole vere, reali, che dipingono il mondo d'oggi.

"La più grande epidemia di questo tempo è la stupidità dell'uomo incapace di valutazione,
incapace di giudizio, incapace di coraggio, incapace di ricordare, incapace di prendere decisioni,
incapace di vedere che ci stanno prendendo per il c***! Questa è la vera epidemia".
 
Ricordo comunque quanto Vi ho riportato la scorsa settimana
tratto da un articolo dell'epoca e non millanteria da 4 soldi.

1969. Influenza asiatica con 13.000.000 di contagiati e 5.000 morti in Italia.
Nessun proclama. Nessuna trasmissione televisiva. Nessuna zona rossa.
Abbiamo continuato a vivere ed a lavorare. Perchè ? Semplice.

Nessuno l'ha sparata ai 4 venti.

"I contagi ci sono sempre stati, non c'è niente di nuovo,
tranne la volontà di creare terrorismo e di mandare la gente fuori di testa".
 
Una specie di salamandra di nome axolotl, che vive in Messico
è diventata la base per una ricerca da fantascienza nell’Università del Kentucky.

Secondo Futurismo.com, “per la prima volta, gli scienziati hanno sequenziato completamente il genoma di axolotl
in grado di rigenerare, dopo un infortunio, molte delle parti del corpo”.

I medici dell’University of Kentucky sperano di poter utilizzare ciò che apprendono sbloccando il codice genetico di axoloti,
sulle terapie umane ma non solo sperano che l’uomo in futuro sia in grado di rigenerare gli arti mancanti
o riparare altri danni, come fanno le salamandre.

“È difficile vedere una parte del corpo che non riescano a rigenerare:
gli arti, la coda, il midollo spinale, l’occhio e in alcune specie anche metà del loro cervello”,
ha osservato Randal Voss, un ricercatore dell’University of Kentucky.
 
L’asteroide 52768 è grande quanto il monte Everest e il prossimo 29 aprile
effettuerà un passaggio ravvicinato alla Terra.

Il corpo celeste osservato per la prima volta nel 1998 passerà a 6 milioni di chilometri da noi,
circa 15 volte la distanza tra il nostro pianeta e la Luna, che è di circa 384mila chilometri.

L’asteroide ha una estensione che secondo le misure varia tra i 2 e i 4 chilometri,
poco meno della metà dell’Everest che ha un’altezza di 8848 chilometri,
e come precisano gli astronomi della NASA non c’è nessuna allarme né rischio di impatto.

Le sue notevoli dimensioni ne fanno comunque uno dei più grandi oggetti celesti che fanno visita alla Terra negli ultimi decenni.
 
Per dovere di cronaca e ...di realtà.

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Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Practical Preventive Medicine (ma poi ritirata per ora senza una ragione chiara)
 
Da uno senza le palle cosa ci si poteva aspettare ? Palle, solo palle.
Ma dimettiti. PdR dove sei ? Batti un colpo ......

«Vi assicuro che il governo continuerà a rimanere disponibile e risoluto, come sin qui ha sempre fatto,
ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio
e ad aggiornare queste misure costantemente. Continueremo a raccogliere le istanze degli amministratori territoriali,
come facciamo con videoconferenza quotidiana, e continueremo a porre a base delle nostre autonome decisioni politiche
le valutazioni del comitato tecnico-scientifico. Faremo in modo che le misure tengano sempre conto
di tutti i fondamentali interessi in gioco e siano sempre efficaci e adeguate rispetto all’obiettivo prioritario
di contenere il contagio e di tutelare la salute dei cittadini».
 

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