IL REPARTO PSICHIATRICO MI HA SCELTO COME TESTIMONIAL

Se nel 1248 i parmensi avessero immaginato che, oltre sette secoli dopo, il loro comune sarebbe stato guidato da Pizzarotti,
probabilmente si sarebbero arresi immediatamente all’imperatore Federico II, avrebbero abbandonato la propria città sarebbero immigrati in Germania.



Perché quello che è accaduto nei giorni scorsi farebbe ridere, se non ci fosse da piangere:
il sindaco di Parma Pizzarotti, ex 5 Stelle che ora Appoggia il PD, decide di celebrare la vittoria sull’imperatore Hoenstaufen del 1248.

Un bel gesto, peccato che….



FEDERICO II DI SVEZIA??

Ma quando mai! Federico II era imperatore Sacro Romano Impero Germanico, ed era chiamato “di Svevia”
perché la sua famiglia aveva la signoria questa regione della Germania meridionale, ora in parte anche in Svizzera.




Tra la Svevia e la Svezia la strada è proprio tanta, e Pizzarotti ha preso una topica colossale.

La cosa più allarmante è che, evidentemente, nessuno all’interno del comune di Parma si è reso conto di questa enorme cavolata,
o si è preso la briga di fare una minima verifica prendendo in mano il libro di storia del liceo.

Il Pizza vuole essere il leader del “Partito dei sindaci”, appoggio esterno al PD.

Speriamo che raccolga i colleghi non in Italia… ma in Svezia!

Ormai in politica siamo alla prevalenza del somaro, oppure alla prevalenza della sardina, sua versione ittica.

Siamo al vanto di non avere idee, di non sapere nulla, di seguire solo un branco così, perché piace.

Nessuno si prende la briga di controllare nulla, si va avanti per inerzia, fino a schiantarsi contro qualche muro.

Del resto l’Emilia sinistrosa è ricca di questi personaggi pieni di morale e poveri di conoscenze.

Prendiamo ad esempio l’ex ministro Delrio e cosa affermava alla nascita di Air Italy



Il piano è stato talmente ambizioso che la società è in liquidazione dopo appena due anni.

Del resto in una regione dove Svevia e Svezia sono la stessa cosa può accadere anche questo.
 
E' solo la punta di un iceberg.
Questo è il risultato di tutte le riforme scolastiche della sinistra idiota che vuole alterare/togliere la "conoscenza"
a suo uso e consumo per introdurre proprie idee e concetti e manipolare il nostro sapere.

Se la Storia non insegna agli italiani da più generazioni, come si può pretendere dai nostri politici che la conoscano.

Li abbiamo eletti e li meritiamo.

Come meritiamo di essere fottuti dall'Europa proprio quell'Europa che non abbiamo voluto studiare,
conoscere, comprendere nè in passato, nè ora e nè nell'immediato prossimo futuro.

Siamo fottuti grazie a questa ignoranza diffusa.

Ps. Quante riforme scolastiche dobbiamo fare per comprendere che studiare a memoria almeno abbiamo una base su cui fondare il nostro sapere?
La comprensione viene se e solo se abbiamo conoscenza, senza la seconda, la prima non può esistere.
E la conoscenza storica viene SOLO ED ESCLUSIVAMENTE STUDIANDO A MEMORIA ovviamente su fonti meritevoli.

La cosa è grave...ma purtroppo non è seria!...

Tutto la pseudo realtà a cinque stelle, quella dei pupi progressisti, è come un "ballo" attorno al "palo"...in mutande...Che voglio dire?...
Tra la scuola degli sfasciatutto e dei de-formatori, le baronie universitarie da master cerebrali, il culturame fake di banana republic,
un cinema e una televisione per scemi....la verità è consegnata ormai agli archivi...
Come la conclusione del film di Indiana Jones..."Alla ricerca dell'Arca"...Hanno chiuso in magazzino Verità e Realtà. Ma un po' dappertutto.
E chi è in grado, vede i "motivi"...Forse avremmo bisogno di un RESET, dalle fantasie e dalle idee bislacche di questo spregevole stagione...
Sarà un VIRUS?...Chissà...
p.s. ...alla fine il nome scolpito sulla pietra...lo ottengono tutti. Basta aspettare
 
Gli ultimi dati sulle vendite auto in Cina sono degni di un film dell’orrore: su base mensile gli è stato un calo delle vendite del 20%, secondo i dati ufficiali.



La crisi era già iniziata da oltre un anno, ma il dato di gennaio appare veramente devastante.

La situazione è talmente grave che, su incitamento del presidente XI, alcune città hanno ho cominciato a dare dei contributi sulla rottamazione auto o sull’acquisto di auto nuove.
Ad esempio la città di Foshan ha iniziato a pagare 3000 yuan ( circa 430 dollari) per ogni auto usata venduta in cambio di una nuova o 2000 yuan per chi non aveva usato.
Tanto per le vuote casse di molte amministrazioni locali, evidentemente poco per incentivare l’acquisto di un’auto, tanto che i dati di vendite continuano ad essere estremamente incerti o negativi.



La fine di gennaio ha visto anche l’esplosione dell’epidemia di coronavirus, per cui non c’è da aspettarsi nulla di buono dal mese successivo.
Del resto che senso ha acquistare un’auto nuova quando oltre 700 milioni di cinesi sono sottoposti a qualche forma di quarantena e di limitazione degli spostamenti.

Le immagini delle città chiuse mostrano una totale assenza di traffico, a cosa servono le auto?



Un sondaggio condotto tra i concessionari d’auto nel mese di febbraio mostra imprevisto calo di vendite tra il 50 e il 80%.
Alcuni venditori si lamentano di non aver visto un cliente dalla fine di gennaio.

La situazione è talmente grave che le case automobilistiche locali hanno cancellato i propri target di vendita,
giungendo a dare dei contributi ai concessionari per permettere la loro sopravvivenza.

Sicuramente fino a quando non sarà superato il problema del coronavirus non si potrà assistere a nessun miglioramento del mercato cinese.
Ad essere colpiti saranno anche i produttori d’auto tedeschi e giapponesi che tanto avevano investito su quel mercato.
 
OBAMA CHIESE ALL’FBI DI INDAGARE UNA PERSONA SU INDICAZIONE DI SOROS?


Un articolo di Breitbart riporta come, secondo il professore emerito di diritto di Hardvard, Alan Dershowitz,
Obama avrebbe personalmente ordinato all’FBI di indagare su una certa persona su indicazione di George Soros

. Il professore non rivela il nome della persona perche sarebbe oggetto di una causa giuridica che sta per partire, ma questo assicura che ben presto ne conosceremo il nome.

Dershowitz afferma che è normale parlare e sussurrare nomi da indagare ad un presidente,
se mai oggi la cosa è più aperta perché avviene tramite i social media ed i tweet, ma ai tempi di Obama…

“Domanda: Allora aspettiamo dj sentire delle novità

Risposta: non è inusuale, non è proprio inusuale. La gente sussurra al presidente. Il presidente sussurra al Dipartimento di Giustizia tutto il tempo.
È una cosa molto comune. È sbagliato eppure lo fanno, ma è comune, non dovremmo pensare che sia unico per qualsiasi presidente,
io ho nelle mie mani il modulo 302 (dove l’FBI registra gli interrogatori) e lo farò uscire al momento giusto.
Però non posso parlarne ora perché è in corso una denuncia non ancora completata, ma presto ne potremmo riparlare”.

Certo che leggere che direttamente qualcuno possa permettersi di suggerire al presidente degli USA,
un tempo l’uomo più potente del mondo, chi indagare o meno fa un po’ paura.

Quali sono i poteri di Geroge Soros tali dal poter obbligare un Presidente a perseguitare una persona?

Chissà se qualcuno indagherà questo tema.
 
E torniamo là. Ai dilettanti.

La comunità cinese della Toscana è composta da più di ventimila persone concentrate soprattutto a Prato.

Di questa comunità, duemilacinquecento persone tra donne ed uomini si sono recati nel Paese d’origine in occasione del capodanno cinese
ed ora si accingono a rientrare in Italia per riprendere le proprie normali attività lavorative.


Tutti gli italiani che tornano dalla Cina vengono sottoposti alla quarantena per evitare il diffondersi dell’epidemia del coronavirus.
Le autorità di governo hanno trasformato i rientri, da quello del ragazzo a quelli dei passeggeri delle navi crociera,
nell’occasione per mettere in mostra la propria capacità di saper salvaguardare la salute degli italiani.

Ma questa operazione d’immagine non sembra riguardare i cinesi della Toscana e di Prato.

Questa comunità ha deciso autonomamente di puntare sull’autoquarantena per evitare il rischio di contagio.
Ogni cinese di ritorno dalla Cina si chiuderà in casa per almeno due settimane e se per caso
avvertirà dei sintomi rientranti in quelli del coronavirus dovrà avvisare o recarsi ad un apposito centro medico predisposto dalla locale Asl.

L’autoquarantena della comunità cinese costituisce un atto di responsabilità meritorio ed apprezzabile.

Ma non sembra in grado di costituire una prevenzione accettabile ed efficace dell’epidemia
.

Per la semplice ragione che i cinesi rientrano nelle loro abitazioni e nelle loro aziende
e non possono fare a meno di stare in contatto con i propri familiari e con gli addetti alle proprie attività.

Esiste il concreto e drammatico pericolo, in altri termini, che il rientro in Italia dei cinesi toscani senza alcun controllo e misura preventiva
delle autorità sanitarie nazionali possa far scattare una esplosione dalle dimensioni gigantesche ed incontrollabili dell’epidemia all’interno del nostro Paese.

Ma è possibile che un Governo così attento a mandare allo Spallanzani ogni italiano di rientro dalle zone a rischio
con il concorso della massima enfasi mediatica, ignori totalmente il pericolo rappresentato dal rientro in Italia dei duemilacinquecento cinesi toscani?


Qualcuno avvisi Giuseppe Conte ed i suoi collaboratori che la diffusione del coronavirus è un rischio maggiore degli strappi di Matteo Renzi.

E che preoccuparsi della salute dei cinesi italianizzati non è razzismo ma solo buon senso!
 
Il raduno dei pesciolini in piazza Dante a Naoli è andato sostanzialmente deserto: poche, anzi pochissime le persone che si sono ritrovate alla manifestazione ittica.
Insomma, l’evento organizzato e lanciato da Mattia Santori & CO. nel capoluogo campano è stato tutto fuorché un successo, registrando peraltro l’ennesimo passo falso del leader e portavoce.

Non sono infatti mancati i contestatori, che una volta raggiunto il raduno delle sardine, hanno provato a confrontarsi con il loro capo-branco.

In un video pubblicato si vede infatti Santori venir avvicinato da alcuni antagonisti politici. Un ragazzo lo affronta animatamente:

"Bonaccini è il primo che ha voluto l’autonomia differenziata. Io sono un ragazzo che va a lavorare gratis, perché vivo in un Paese in cui la scuola è stata distrutto, in primis, dal Partito Democratico".

Il bolognese ascolta con aria bonaria, sorridendo nervosamente. Dunque alza i tacchi e se ne va.

Ma non è finita qui, perché nel marasma della piazza, il capo-sardine viene braccato da un giovane che lo rimprovera:

"Ma io ti voglio parlare…perché hai detto dell’Erasmus tra Nord e Sud?".

"Come abbiam detto…", Santori, però, si interrompe subito (probabilmente non sapendo che cosa dire...)
e sfruttando i rumori e il baccano di sottofondo si allontana (per la seconda volta) facendo finta di niente.

Insomma, è scappato via dal confronto.

È qui che il partenopeo che lo incalzava si sfoga coi giornalisti:

"Noi siamo arrabbiati perché lui è venuto qua a dire delle stronz…Ha detto delle cose molto-molto gravi, tipo che l’Erasmus tra il Sud e il Nord verrà fatto.
Noi abbiamo centinaia di persone che vanno al Nord per lavorare, mica per fare l’Erasmus…lui è andato coi Benetton,
persone che hanno affamato l’Italia e che hanno ammazzato le persone con il Ponte Morandi".

E prosegue:

"Lui dice che la patrimoniale non è una cosa da fare, e invece risolverebbe diverse cose…
Il problema è che Santori non vuole prendere una distanza reale dal centrosinistra e dal Partito Democratico.
Poi, dice che i decreti Sicurezza vano aboliti, ma li ha fatti anche Minniti quando era ministro per il Pd, contro i migranti,
contro chi fa politica e contro i poveri. Noi gli abbiamo chiesto tutto questo a e lui non ha risposto…".

Nel filmato, infine, c’è spazio per un confronto serrato tra un operaio e un altro giovane napoletano:

"Perché a me mi hanno licenziato con quel c… di Articolo 18 che il Pd ha tolto? Sono incaz…e col Jobs Act non posso tornare a lavorare.
Jobs Act
voluto da quelle stesse persone che Santori appoggia oggi…".

E in tutto questo, ovviamente, di Santori, non vi è nemmmeno l’ombra…
 
Santori non è che non voleva, non poteva rispondere. Come fa a rispondere su cose che non conosce e di cui non sa nulla?

Prodi gli stà facendo preparere un bignamino sintetico da un suo assistente.
Il problema è che essendo sempre in giro non riesce a darglielo ed a farglielo leggere.

Ma cosa pretendete da lui? E' un povero ragazzo (non povero economicamente) inventato dalla banda Prodi
che pensa di parlare alla gente che ha problemi di mettere insieme il pranzo con la cena, come parlerebbe alle assemblee studentesche dei figli di papà.
Non è un' aquila, è un povero ragazzo che la stampa di sinistra sta cercando di montare...ed, alla prova dei fatti, si rivela quello che è.

Certo che dare visibilità ad una nullità come questo è un'operazione surreale.
 
Basterebbe pensare a Boris Johnson e al funzionamento di una democrazia seria per capire la differenza col teatrino della nostra,
in Inghilterra infatti Boris scelse di andare al voto pur di stoppare veti, trappole e defezioni sia nel parlamento che nel suo partito.
Insomma il premier britannico senza paura e a testa alta chiese il giudizio degli inglesi visto che alla camera si giocava a rimpiattino sul futuro della Gran Bretagna,
una scelta saggia democratica e soprattutto da statista vero.

Ecco perché scriviamo basterebbe guardare a Johnson e al Regno Unito, per valutare quanto da noi con i giallorossi,
la democrazia parlamentare abbia toccando il fondo in tema di affidabilità, coerenza e rappresentatività.

Del resto non passa giorno senza che si sfiori la crisi, che volino stracci fra alleati, che ci siano insolenze incrociate e ultimatum su qualcosa,
senza che la conta dei numeri per tirare avanti sia legata alla tenuta degli impegni oppure al passaggio di transfughi e dissidenti.

Per farla breve che si tratti dei cosiddetti responsabili di Forza Italia pronti a soccorrere Giuseppe Conte,
oppure dei delusi di Italia viva disponibili a mollare, o ancora di qualche gruppetto di grillini in procinto di saltare il fosso,
l’esecutivo giallorosso non fa altro che ballare a più non posso.

Tanto è vero che il premier è dovuto salire al Quirinale non solo per fare il punto di una situazione giunta al limite del sopportabile,
ma per verificare quanto sia possibile resistere senza naufragare contro gli scogli di un’alleanza in quotidiana preda del fuoco amico.

Sia chiaro in Italia siamo abituati a vederne di tutti i colori e il trasformismo è una tecnica nostrana che ha fatto scuola,
ma con questa maggioranza si sta toccando una vetta francamente fino ad oggi ignota, un gioco del cerino che prima o poi incendierà una casa nata male e arredata peggio.

Insomma si sapeva tutto a partire dalla conferma di un Premier pronto a guidare due governi opposti,
si sapeva che Matteo Renzi un po’ per rivalsa e molto per natura avrebbe fatto il diavolo a quattro,
si sapeva che i 5 stelle fossero allo sbando e fuori controllo,
si sapeva che nel Pd esistessero tensioni.

Come erano noti uno per uno i nodi insormontabili di posizioni contrapposte
sulla prescrizione,
sulle concessioni,
sui decreti sicurezza,
sulle intercettazioni,
per non parlare della legge elettorale
e del reddito di cittadinanza, insomma un’alleanza senza speranza.

Oltretutto parliamo di temi fondamentali mica robetta, insomma una materia intorno alla quale trema sia l’economia e sia la democrazia,
dal garantismo all’assistenzialismo, allo statalismo alle liberalizzazioni, dalla difesa dei confini alle frontiere aperte.

Come se non bastasse si è fatto finta di non vedere quanto importante fosse il sentimento popolare
pensando che bastassero un po’ di pescatori di sardine per bilanciare una marea di cittadini a favore del centrodestra.

Da ultimo si è trascurato il fatto che sfuggisse di mano questo giochetto, perché da una sfida all’altra, di veto in veto, da una tigna a quella opposta,
si è arrivati all’insolenza, al discredito incrociato, alla sfiducia pubblica e al duello più sfrontato fra leader e alleati.

Ecco il motivo per cui resta solo di capire chi resterà col cerino in mano, chi si brucerà, chi salterà per aria portandosi dietro tutto il cucuzzaro,
perché sia chiaro oramai tornare indietro non è possibile, la linea della pace è superata è la frittata più che fatta s’è bruciata.

Insomma questione di tempo, di espediente, di una scusa, ma l’alleanza è finita, potrà resistere per un po’, per qualche nomina, poltrona,
per qualche “Domenico Scilipoti” eventuale, ma le bugie hanno le gambe corte e si sapeva da settembre che per il Conte bis le cose sarebbero finite tutte storte.
 
Aprire il Reparto Psichiatrico. Grazie.

Lei al Consiglio europeo ci rappresenta appieno”.

Con queste parole Matteo Renzi, intervenendo in Aula al Senato, si è rivolto al premier Giuseppe Conte, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio.

Al di là del bon ton istituzionale, le cronache parlamentari raccontano un Renzi ringalluzzito dai due nuovi ingressi nel partito,
quelli della deputata di Liberi e uguali Michela Rostan e del senatore del Pd Tommaso Cerno, già direttore de L’Espresso e condirettore di Repubblica.

Adesso la formazione renziana conta 30 deputati e 18 senatori. “Anche perché questo dimostra che Italia viva è più forte di come viene descritta”, sottolinea l’ex premier.

Se ci allargheremo ancora? Secondo me sì”.

Lo ha detto Renzi arrivando al ristorante romano dove ha riunito i parlamentari di Italia viva, parlando della possibilità che ai gruppi di Camera e Senato si aggiungano altri parlamentari.

“Dobbiamo decidere cosa fare da grandi, noi non abbiamo mai messo in discussione l’appartenenza a questa maggioranza. Lo ha fatto Conte con parole molto dure e spiacevoli”.

Renzi ha spiegato che “se Conte ha i numeri per andare avanti senza di noi va benissimo, gli faccio un in bocca al lupo.
È la democrazia parlamentare, non siamo arrabbiati o preoccupati. Se non ci sono, verifichiamo in Parlamento quel che c’è da fare.
Italia viva c’è. Se poi ci sono altri più bravi e numerosi di noi evviva”.

Ai cronisti che gli hanno chiesto se volesse un altro premier, Renzi ha risposto:

Voglio semplicemente che l’Italia si metta a correre. Non ce l’ho con il presidente del Consiglio,
è il suo portavoce che ha detto: cambieremo la maggioranza e butteremo fuori Italia viva”.

Dalla cena è emerso che il partito renziano è intenzionato ad andare avanti con la maggioranza, ma auspica un rilancio della legislatura.
L’ex premier intenderebbe fare una proposta rivolta a tutti i partiti, per giocare all’attacco, rilanciare la legislatura e avere come orizzonte il 2023.
 
Altri Clienti per il Reparto.

Forza Italia attacca Paolo Romani.

Nessun De Profundis, il partito è vivo e vegeto, sostengono i vertici della formazione politica fondata da Silvio Berlusconi.

Romani ha rivelato a Repubblica non solo di voler fare l’interlocutore “responsabile” del governo giallorosso presieduto da Giuseppe Conte,
ma si è anche spinto oltre, parlando di Berlusconi e dei figli che “regaleranno Forza Italia alla Lega”.

Romani, che formalmente fa ancora parte del gruppo di Forza Italia ma è un esponente di Cambiamo! di Giovanni Toti,
ha parlato anche del numero minimo di dieci senatori, sostenendo che costituirlo sia “un gioco da ragazzi, quando c’è in ballo la sopravvivenza della legislatura”.

È molto dura la nota diramata da Forza Italia.

“Le dichiarazioni del senatore Romani come riportate oggi dal quotidiano Repubblica, riguardo al futuro di Forza Italia,
movimento politico che ha lasciato da tempo, non soltanto sono destituite di ogni fondamento,
ma sono esattamente il contrario di quanto affermato infinite volte dal presidente Berlusconi in ogni occasione pubblica e privata”.

I vertici del movimento sottolineano che “il presidente Berlusconi è al lavoro ogni giorno per far tornare a crescere Forza Italia,
sulla base di un’identità forte, liberale, cristiana, garantista, propria della civiltà occidentale e dei suoi principi,
chiaramente alternativa alla sinistra ma anche ben distinta dagli alleati di centrodestra.

Quanto alla famiglia Berlusconi e alle aziende fondate dal presidente, chi sostiene di conoscerle bene dovrebbe sapere che mai hanno interferito sulle determinazioni politiche del presidente”.

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