IL REPARTO PSICHIATRICO MI HA SCELTO COME TESTIMONIAL

Domenica 16 febbraio, il 38enne che lavora all’Unilever di Casalpusterlengo e nelle ultime due settimane ha partecipato a una gara podistica e a una partita di calcetto,
si era presentato al Pronto soccorso con sintomi influenzali, ma dato che non era mai stato in Cina non gli è stato fatto il test ed era stato rimandato a casa con una terapia antibiotica.
Adesso è molto grave.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che si trova a Bruxelles, ha annunciato «la quarantena obbligatoria, per tutti quelli che sono venuti a contatto con i casi accertati,
e una sorveglianza attiva per tutti coloro che negli ultimi 14 giorni sono stati nelle aree a rischio».

L’assessore Gallera ha chiesto ai cittadini di Castiglione d’Adda (4.600 abitanti) e di Codogno (16 mila abitanti) di «rimanere in ambito domiciliare»,
di «evitare contatti sociali» e di non andare al pronto soccorso nel caso in cui si sospetti di avere contratto la malattia.
 
Tutto questo in sole 12 ore.

Contagiata anche la moglie, che è incinta (qui i contatti avuti dalla coppia): è ricoverata in isolamento all’ospedale Sacco.

Altre tre persone sono arrivate nella notte tra giovedì e venerdì con «quadri di polmonite importanti» all’ospedale di Codogno,
sono risultate positive al virus e sono ricoverate in isolamento.

«I pazienti positivi sono uomini e donne, tutti intorno ai 40 anni d’età. Ad oggi l’unico elemento che conosciamo è che vivono tutti nella stessa area.
Dobbiamo parlare con loro e con i loro familiari per capire se c’è una connessione», ha riferito l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera

. In tutto i casi positivi sono 6: obiettivo della Regione è di portare tutti al Sacco il prima possibile, alcuni sono già stati trasferiti.

Sono 150 i «contatti stretti» del 38enne che saranno sottoposti a tampone.
Più 160 dipendenti della Unilever, che sono stati invitati a non lasciare gli uffici in attesa del test.
 
L’allarme è scattato a Codogno, a Castiglione d’Adda dove vivono i genitori dell’uomo, e a Casalpusterlengo, dove lavora come ricercatore alla Unilever.

Il 38enne ha un’attività sociale e sportiva molto intensa, oltre ad un corso di formazione della Croce Rossa che frequentava regolarmente:
calcio a livello dilettantistico, gare podistiche, amicizie.

La moglie, insegnante di educazione fisica alle scuole medie, da alcune settimane in maternità, frequentava e un corso preparto.
 
Nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza c’è un’altra donna in isolamento: si tratta di una collega del 38enne.
 
L’assessore Gallera ha chiesto ai cittadini di Castiglione d’Adda (4.600 abitanti), di Codogno (16 mila abitanti) e di Casalpusterlengo (15 mila e 200 abitanti)
di «rimanere in ambito domiciliare», di «evitare contatti sociali» e di non andare al pronto soccorso nel caso in cui si sospetti di avere contratto la malattia.
Chi ha sintomi influenzali o problemi respiratori deve contattare il numero 112.
 
Praticamente avremo 36.000 persone che non potranno uscire di casa, andare al lavoro, andare a scuola per almeno 15/20 giorni.

Non sono pessimista. Sono realista.

Se la collega ricoverta abita nei dintorni di Piacenza, lì ci stanno 100.000 abitanti.
 
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L’offerta “appare ostile, non concordata, non coerente coi valori impliciti di Ubi e dunque inaccettabile“.

Giovedì è arrivato lo stop dei grandi soci dell’istituto bergamasco.
Il prezzo dell’ops in azioni, generoso dal punto di vista del premio, costringerebbe però molti di loro a diluirsi
in modo netto nel nuovo gruppo bancario rispetto alla quota posseduta al momento. Motivo per cui non la ritengono congrua.

E si dicono disposti ad aumentare la loro quota per provare a reagire.

Lunedì prossimo si riuniranno i due restanti patti di sindacato, il Sindacato azionisti Ubi Banca a cui aderiscono i soci storici bresciani – inclusa la famiglia di Giovanni Bazoli –
e il Patto dei Mille, che raccoglie una piccola rappresentanza di soci bergamaschi.


Il Car, patto di consultazione che ha una quota pari al 17,8% del capitale e a cui aderiscono Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Fondazione Crc,
i Bombassei, i Pilenga, la famiglia Bosatelli, Radici Group, la famiglia Andreoletti e la Upifra della famiglia Beretta,
si è riunito a Bergamo per discutere dell’offerta di scambio annunciata lunedì sera.

Ne è uscito un comunicato in cui i grandi soci sottolineano che Ubi “è una banca sana, stabile, redditizia, ben gestita per competenze,
risorse umane, competitiva e riconosciuta sul mercato di riferimento, realtà centrale per il sistema socio-economico del Paese”.
E concludono di “dover tutelare, al contempo, il loro investimento e la banca con i suoi territori di riferimento”, essendo “impegnati in un progetto di medio e lungo periodo”.


Mario Cera, membro del comitato di presidenza, ha definito la proposta inadeguata dal punto di vista dei valori “economico patrimoniali”:
“C’è un patrimonio netto, basta vedere il bilancio”, ha detto, facendo implicito riferimento al fatto che Intesa valorizza Ubi circa 0,6 volte il patrimonio netto.

Cera ha aggiunto: “Abbiamo pensato molto oggi al personale, alle risorse umane di Ubi, il suo patrimonio è essenzialmente il suo personale. Vogliamo tutelare la banca così com’è”.

E, alla domanda se il Car sia disponibile ad aumentare la propria quota, ha risposto: “Non escludiamo nulla”.

“Non abbiamo bisogno di Intesa, l’intesa ce l’abbiamo già in casa”, ha scherzato il notaio Armando Santus, sempre del comitato di presidenza del patto di consultazione.
 
Altro che fuori di melone. Questi sono fuori "d'anguria". E cosa dire dell'avvocato ?????

Un’altra sentenza che fa discutere. Un nigeriano si masturba sul bus di fronte ad altri passeggeri.
Ma è stato assolto perché era domenica e non c’erano bambini in giro.

I fatti risalgono a due anni fa, il 16 marzo 2018, quando un nigeriano di 38 anni fu ripreso da un cellulare mentre si masturbava
sulla corriera della Trentino Trasporti che da Trento porta fino a Canazei. Il video fu pubblicato sui social ed esplose il caso.

Secondo quanto emerso dalle indagini, pare che l’uomo avesse ricevuto delle immagini pornografiche sul cellulare
e, senza preoccuparsi di essere su un autobus pubblico, avrebbe iniziato a masturbarsi senza controllo.

Per l’uomo furono prima disposti i domiciliari e, poco dopo, arrivò la condanna a tre mesi di reclusione.

Ma due anni dopo in appello la sentenza è stata ribaltata e il nigeriano è stato assolto dalla Corte di Appello.

I giudici di secondo grado hanno accolto le tesi della difesa.

Il reato è punibile solo se il fatto avviene “all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori
e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano”. Non era il caso del nigeriano.

Il legale ha fatto notare che a quell’ora di un giorno festivo non c’erano bambini.
Caduta l’aggravante, è venuta meno pure la punibilità. E così alla fine il giudice lo ha assolto dalle accuse.
 
La paura del contagio ora serpeggia in tutti i luoghi frequentati dal paziente nelle ultime due settimane:

domenica 2 febbraio il 38enne aveva partecipato ad una gara podistica in Liguria, tra Santa Margherita Ligure e Portofino,

e una settimana più tardi, il 9 febbraio, a Sant’Angelo Lodigiano,

fino ad arrivare al sabato sera precedente ai primi sintomi, quando aveva giocato a calcio con la sua squadra.
 

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