Allora, ho del tempo per rispondere bene.
Io adoro l'atmosfera natalizia che non è solo luci, regali e zuccherosi, ipocriti buoni sentimenti.
Forse perché ho bene stampato nel DNA il Natale cristiano che si festeggiava tanto, quando ero piccola: a scuola, in famiglia...
A Brescia forse è più facile vivere la dimensione religiosa del Natale perché non inquinato dalla favola dei doni. A noi li porta Santa Lucia, il 13 dicembre.
Comunque quando ci si prende la briga di leggere, ascoltare chi parla della nascita di Gesù, sostenuto dalla fede, è un'emozione consolante, dolce, intima e un ritorno all'infanzia che credo sia stata simile per tutti: il racconto del viaggio di Maria e Giuseppe, i presepi viventi, i pastorelli, i bambini della scuola materna che, con alucce di cartoncino sulle spalle, cantano "tu scendi dalle stelle"...
Se tutto questo bagaglio esperienziale si incontra con le luci, i colori e i profumi del Natale "consumistico" è magia, anche oggi.
La mancanza dei miei cari si sente forte, un fardello di assenza che però io mescolo con la gratitudine e la dolcezza dei ricordi. È un naufragare dolce, per restare col Poeta del titolo.
E, senza timore di immodestia, io sì, ci sono riuscita. A regalare ai miei figli i Natali che sognavo tanto da bambina.