-La memoria a una certa è come un hard disk. Se vuoi metterci dentro cose (imparare) devi fare spazio (eliminare ricordi). Se vogliamo continuare a essere giovani dobbiamo imparare (in senso larghissimo) ma il prezzo da pagare è alto. (Vedi strady che si è perso al market

)
-Percezione del tempo errata. Tempo è valore definito ma relativo alla nostra vita. A 20 anni un anno è 1/20 della vita a 60 è 1/60. Quindi da vecchi sembra che il tempo vola perché lo compariamo alla nostra esistenza.
-La stagnazione economica prolungata degli ultimi 15 anni influisce pesantemente sulla staticità degli eventi e delle cose materiali che ci circondano. Poche cose nuove fanno sembrare che il tempo non passi mai. Che si muoia lentamente appunto.
I vecchiovani, quelli che stando alla pubblicità i 50 sono i nuovi trenta. Una società che ci vuole sempre fermi a 30 anni. Anche questo crea immobilismo oltre che consumismo.
A questo si aggiunge un fattore che attraversa tutte le età nella nostra.societa occidentale. Cioè la congestione economico-sociale porta al blocco delle aspirazioni ma restano solo i desideri (spesso superflui, finti e imposti). Quindi già da vecchi si sogna di meno senza prospettive sociali manco che manco. E i sogni aiutano.
Ma il vero sogno che ci neghiamo da soli, perché ci fa sentire fighi verso noi stessi, è credere in una vita ultraterrena e tanto basterebbe a azzerare l'intera discussione.