Le borse -si sa- odiano a morte l’incertezza, che invece regna indisturbata in questo periodo. Morgan Stanley ha abbassato le previsioni di crescita del Pil USA… secondo il premio Nobel Paul Krugman abbiamo davanti “several bad years”… ecc ecc Direi che i forum hanno subito recepito la nuova ondata di pessimismo esprimendo una schiacciante maggioranza di ribassisti, e questo chiaramente è un dato che lascia intravedere che il diavolo non è così brutto come lo si dipinge.
Ricorrendo ai soliti articoli di Bloomberg, si scopre che l’incertezza può costituire un valore, perché la sua scomparsa porta a un vero e proprio “investment boom”, concetto studiato da un cervellone di Stamford sulla base di alcune intuizioni del Bernanke anni ’80.
Infatti c’è un aspetto che mi sembra abbastanza nuovo e poco considerato… Da mesi si continua a ripetere che esiste una colossale quantità di denaro parcheggiata nei fondi monetari a rendimento zero, pronta a riversarsi in borsa -con effetti immaginabili- quando l’attuale incertezza si sarà almeno in parte dissolta. Sono discorsi che ho spesso riportato anch’io e mi sembrano validissimi. Ma ci sono anche altri tesori nascosti, e qui sta la novità “svelata” da un articolo di Bloomberg.
L’incertezza riguarda anche fattori tipicamente locali: quali costi dovranno affrontare le aziende per le nuove norme bancarie? per la riforma sanitaria? per le nuove regole sulle emissioni inquinanti? per l’eventuale mancata proroga delle riduzioni fiscali che scadono a dicembre? ecc Tutti questi dubbi, insieme alle incertezze generali, hanno indotto le aziende americane a mettere da parte quattrini a più non posso. Risultato? Le società USA si ritrovano in cassa qualcosa come 1840 miliardi di dollari! In Giappone -dove l’incertezza è anche politica- il sistema industriale ha accumulato il controvalore di ben 2300 miliardi di dollari… e così via. Non appena si scioglieranno i dubbi sulla validità della ripresa economica questa gigantesca massa di denaro verrà investita in beni e servizi, con enormi benefici per l’economia e per la borsa.
Insomma secondo James Paulsen, Joseph Quinlan e Thomas Lee l’attuale pessimismo è letteralmente “esagerato”. Qualcuno urlerà “…e ‘sti cacchi!”. Però mi permetto di far osservare che quei tre signori sono chief strategists per Wall Street di tre aziendine di una CERTA IMPORTANZA, tanto che gestiscono rispettivamente -UDITE UDITE- 375 miliardi di dollari, 308 miliardi e 2200 miliardi (si tratta di JP Morgan). Secondo loro, al 31/12/2010 l’S&P500 si troverà rispettivamente a 1300/1350, 1250 e 1300. Cari miei, quando si gestiscono somme del genere, quelle non sono più previsioni… sono obiettivi operativi!
D’altra parte certezze non ne esistono… c’è sempre la possibilità che i simpatici Guru del nostro forum abbiano informazioni privilegiate che JP Morgan & C non hanno, e quindi le loro gufate risultino vincenti… Inoltre possono sempre succedere fatti nuovi talmente gravi da rendere inevitabile il crollo.
Ho ultimato la posizione di agosto, almeno per ora. Un poco di impazienza mi ha impedito di realizzare veri e propri free-trades, comunque ci sono andato molto vicino, con una fortissima riduzione (95,6%) della somma investita e della massima perdita possibile. A scadenza vado in profitto da 2598 a infinito. Sicuramente seguiranno diverse modifiche… spero non troppe! Forse aprirò qualcosa anche sul Dax.
Ogni tanto è bene ricordare che in borsa non esistono scorciatoie magiche. Una volta ultimati, secondo me i free-trades sono una bomba (senza spendere un solo centesimo per il “biglietto”, o si guadagna o si resta con i quattrini di prima), ma fino al momento del completamento il rischio c’è tutto e comunque la pacchia la si paga con un tetto ai profitti. Più alto il tetto, maggiore la difficoltà di realizzazione. Come sempre, un profitto potenziale più ampio richiede un rischio iniziale più elevato. Sotto certi punti di vista, in borsa regna la Giustizia Perfetta.
x popov
Molto interessante. Non è il solito Bregovic. Forse ha influito Kayah, specialista di pezzi d’atmosfera. Per chi non lo sapesse Kayah è una cantante polacca. La conosco perché ha fatto un bel video insieme alla “mia” grandissima Cesária Évora. Se lo ritrovo lo posto.
x Cammello
Bravissimo! Era proprio l’Orchestra di Piazza Vittorio che avevo in mente parlando del potere “affratellante” della musica. In Italia ce ne vorrebbero 100 o 1000 di orchestre così!