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L'ALLARME/Bankitalia e Corte dei Conti: tasse insostenibili. Lotta all’evasione e agli sprechi
Di Elena Dal Maso
Corte dei Conti e Bankitalia lanciano l’allarme: pressione fiscale e mancata crescita possono creare un cortocircuito micidiale. Lo hanno detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino e il vice direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, in una audizione alla Camera sulla nota di aggiornamento del Def.
La trappola perversa. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino e il vice direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, promuovono sì l'azione del governo, ma mettono anche in guardia dai rischi che restano: sia per la tenuta dei conti, sia per il sostegno alla crescita. L'analisi della magistratura contabile parte dalla constatazione che l'urgenza delle misure di correzione dei conti pubblici ha portato a ''effetti perversi di un corto circuito tra inasprimenti fiscali e crescita economica''. Giampaolino e' convinto che la somministrazione di ''dosi crescenti di austerita''' e l'aumento della pressione fiscale sono una ''terapia molto costosa e, in parte, inefficace''. Si e' di fronte a “evoluzioni contraddittorie: si realizzano risultati importanti nel controllo della finanza pubblica, ma i mercati li riconoscono solo in parte. Si continuano a inasprire le manovre correttive, ma l'economia reale non riesce piu' a sopportarne il peso''. Una cura, quella somministrata durante la crisi, che ''non offre neppure certezze sul definitivo allentamento delle tensioni finanziarie''. Si tratta di una spirale negativa che ''e' ben evidenziata dall'esame della situazione italiana'', aggiunge la Corte dei conti.
Giampaolino guarda anche all'eventualita' di un ulteriore intervento sui conti. E sostiene che l'economia potrebbe ''difficilmente'' sostenere una nuova manovra di correzione dei conti pubblici.
Più forza alla spending review. Osserva con grande attenzione al monitoraggio dei conti pubblici anche Salvatore Rossi. Perche' se l'emergenza puo' dirsi affrontata e superata, la guardia deve restare alta. In questo senso, "potrebbe essere prudente programmare, eventualmente nel prossimo Def e qualora la ripresa dell'economia si verificasse nei tempi previsti, contenute misure correttive tali da assicurare il pareggio in termini strutturali anche dopo il 2013". Questo, ricordando che il conseguimento degli obiettivi del Def "richiede in ogni caso un attento monitoraggio dei conti, dando sistematica evidenza dei progressi nell'attuazione delle misure gia' approvate". Non solo. L'attivita' di spending review di questi mesi, aggiunge, "deve proseguire, trasformandosi in un vero e proprio metodo di lavoro delle amministrazioni (zero-based budgeting)". Le nuove procedure, poi, "devono consentire di verificare e rivedere con regolarita' e sistematicita' i piani di spesa, a livello sia centrale sia locale".
La pressione fiscale deve calare. Guardando avanti, Bankitalia vuole evidenziare anche come per un efficace controllo dei conti "occorrera' declinare chiaramente il principio del pareggio di bilancio per ogni categoria di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche, tenendo conto delle necessita' di coordinamento tra i vari livelli di governo". Sul fronte, sempre caldo del debito pubblico, sara' necessario "predisporre un itinerario di significativo rientro, anche mediante dismissioni di parte del patrimonio pubblico". In questo scenario, si inseriscono le valutazioni sugli effetti delle manovre messe in campo finora e, soprattutto, sul difficile equilibrio fra sostegno alla crescita e tasse. "La maggior sfida per il futuro sta nel riavviare la crescita economica e mutare la composizione del bilancio pubblico al fine di favorirla: ridurre l'insieme delle spese, spostarsi da quelle meno produttive verso quelle che rafforzano il potenziale dell'economia, abbassare la pressione fiscale sui contribuenti in regola, sul lavoro, sulle imprese", spiega Rossi. Poi, rispondendo alla domanda di un parlamentare, l'esponente di Bankitalia, e' ancora piu' preciso: l'attuale pressione fiscale "non e' sostenibile nel lungo periodo" e "non e' compatibile" con un ritorno alla crescita sostenuta. Quello che e' certo, sostiene ancora Rossi, "occorre che la pressione torni a calare”.
Lotta all’evasione. Rossi, poi, entra piu' nel merito. La revisione della spesa recentemente avviata "ha due obiettivi di lungo periodo: innalzare l'efficienza nella produzione di servizi pubblici e reperire risorse per abbassare gradualmente il carico fiscale". Le aliquote in Italia "sono in media nettamente superiori a quelle degli altri paesi dell'area dell'euro anche per l'esigenza di compensare il mancato gettito causato dalle attivita' irregolari e dall'evasione fiscale". La crescita economica, osserva l'esponente di Bankitalia, "ne e' ostacolata, non solo per l'alto onere imposto sul lavoro e a chi voglia intraprendere, ma anche per le distorsioni alla concorrenza e per il disincentivo alla crescita dimensionale delle imprese, essenziale per l'innovazione e la internazionalizzazione". Ancora, "elusione ed evasione rendono tra l'altro difficile individuare i cittadini con redditi davvero bassi e quindi piu' meritevoli di aiuto". In questo contesto, alla razionalizzazione delle imposte gravanti sul lavoro e sulle imprese "puo' contribuire la revisione del sistema delle agevolazioni fiscali, che e' il risultato dello stratificarsi nel corso degli anni di innumerevoli disposizioni a vantaggio di determinate categorie di contribuenti o a tutela di particolari condizioni socio-economiche". Il disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale attualmente in discussione in Parlamento "e' l'occasione per dotare il nostro paese di una struttura delle imposte piu' adeguata a un’economia moderna".
Di Elena Dal Maso
Corte dei Conti e Bankitalia lanciano l’allarme: pressione fiscale e mancata crescita possono creare un cortocircuito micidiale. Lo hanno detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino e il vice direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, in una audizione alla Camera sulla nota di aggiornamento del Def.
La trappola perversa. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino e il vice direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, promuovono sì l'azione del governo, ma mettono anche in guardia dai rischi che restano: sia per la tenuta dei conti, sia per il sostegno alla crescita. L'analisi della magistratura contabile parte dalla constatazione che l'urgenza delle misure di correzione dei conti pubblici ha portato a ''effetti perversi di un corto circuito tra inasprimenti fiscali e crescita economica''. Giampaolino e' convinto che la somministrazione di ''dosi crescenti di austerita''' e l'aumento della pressione fiscale sono una ''terapia molto costosa e, in parte, inefficace''. Si e' di fronte a “evoluzioni contraddittorie: si realizzano risultati importanti nel controllo della finanza pubblica, ma i mercati li riconoscono solo in parte. Si continuano a inasprire le manovre correttive, ma l'economia reale non riesce piu' a sopportarne il peso''. Una cura, quella somministrata durante la crisi, che ''non offre neppure certezze sul definitivo allentamento delle tensioni finanziarie''. Si tratta di una spirale negativa che ''e' ben evidenziata dall'esame della situazione italiana'', aggiunge la Corte dei conti.
Giampaolino guarda anche all'eventualita' di un ulteriore intervento sui conti. E sostiene che l'economia potrebbe ''difficilmente'' sostenere una nuova manovra di correzione dei conti pubblici.
Più forza alla spending review. Osserva con grande attenzione al monitoraggio dei conti pubblici anche Salvatore Rossi. Perche' se l'emergenza puo' dirsi affrontata e superata, la guardia deve restare alta. In questo senso, "potrebbe essere prudente programmare, eventualmente nel prossimo Def e qualora la ripresa dell'economia si verificasse nei tempi previsti, contenute misure correttive tali da assicurare il pareggio in termini strutturali anche dopo il 2013". Questo, ricordando che il conseguimento degli obiettivi del Def "richiede in ogni caso un attento monitoraggio dei conti, dando sistematica evidenza dei progressi nell'attuazione delle misure gia' approvate". Non solo. L'attivita' di spending review di questi mesi, aggiunge, "deve proseguire, trasformandosi in un vero e proprio metodo di lavoro delle amministrazioni (zero-based budgeting)". Le nuove procedure, poi, "devono consentire di verificare e rivedere con regolarita' e sistematicita' i piani di spesa, a livello sia centrale sia locale".
La pressione fiscale deve calare. Guardando avanti, Bankitalia vuole evidenziare anche come per un efficace controllo dei conti "occorrera' declinare chiaramente il principio del pareggio di bilancio per ogni categoria di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche, tenendo conto delle necessita' di coordinamento tra i vari livelli di governo". Sul fronte, sempre caldo del debito pubblico, sara' necessario "predisporre un itinerario di significativo rientro, anche mediante dismissioni di parte del patrimonio pubblico". In questo scenario, si inseriscono le valutazioni sugli effetti delle manovre messe in campo finora e, soprattutto, sul difficile equilibrio fra sostegno alla crescita e tasse. "La maggior sfida per il futuro sta nel riavviare la crescita economica e mutare la composizione del bilancio pubblico al fine di favorirla: ridurre l'insieme delle spese, spostarsi da quelle meno produttive verso quelle che rafforzano il potenziale dell'economia, abbassare la pressione fiscale sui contribuenti in regola, sul lavoro, sulle imprese", spiega Rossi. Poi, rispondendo alla domanda di un parlamentare, l'esponente di Bankitalia, e' ancora piu' preciso: l'attuale pressione fiscale "non e' sostenibile nel lungo periodo" e "non e' compatibile" con un ritorno alla crescita sostenuta. Quello che e' certo, sostiene ancora Rossi, "occorre che la pressione torni a calare”.
Lotta all’evasione. Rossi, poi, entra piu' nel merito. La revisione della spesa recentemente avviata "ha due obiettivi di lungo periodo: innalzare l'efficienza nella produzione di servizi pubblici e reperire risorse per abbassare gradualmente il carico fiscale". Le aliquote in Italia "sono in media nettamente superiori a quelle degli altri paesi dell'area dell'euro anche per l'esigenza di compensare il mancato gettito causato dalle attivita' irregolari e dall'evasione fiscale". La crescita economica, osserva l'esponente di Bankitalia, "ne e' ostacolata, non solo per l'alto onere imposto sul lavoro e a chi voglia intraprendere, ma anche per le distorsioni alla concorrenza e per il disincentivo alla crescita dimensionale delle imprese, essenziale per l'innovazione e la internazionalizzazione". Ancora, "elusione ed evasione rendono tra l'altro difficile individuare i cittadini con redditi davvero bassi e quindi piu' meritevoli di aiuto". In questo contesto, alla razionalizzazione delle imposte gravanti sul lavoro e sulle imprese "puo' contribuire la revisione del sistema delle agevolazioni fiscali, che e' il risultato dello stratificarsi nel corso degli anni di innumerevoli disposizioni a vantaggio di determinate categorie di contribuenti o a tutela di particolari condizioni socio-economiche". Il disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale attualmente in discussione in Parlamento "e' l'occasione per dotare il nostro paese di una struttura delle imposte piu' adeguata a un’economia moderna".