ITALIA nella Repressione fiscale

Se sei un investitore od un imprenditore, il governo è tuo socio, che tu lo voglia o meno. Il governo non mette un solo centesimo di capitale e non rischia assolutamente nulla se il business fallisce. Se invece ha successo, si prenderà una cospicua parte dei profitti.

Economia e Libertà


Born to be Free

IL GOVERNO E' TUO SOCIO, CHE TU LO VOGLIA O MENO
Oct 22, 2012 08:36 am | Riecho blog
Negli ultimi mesi c'è stato un gran parlare in tutto il mondo intorno ad una questione che ritengo pericolosa. Ovviamente a cianciare sono politici ed economisti di orientamento socialista, quelli che credono di essere i capi del popolo e salvatori dell'umanità.

La questione è quella dell'iniquità delle tasse per quanto riguarda il livello di tassazione sulle rendite da capitale e quello sul reddito da lavoro e il dubbio alzato è: "quali valori trasmettiamo quando permettiamo agli investitori di pagare meno tasse dei lavoratori?".

Analizziamo la questione.

Se sei un investitore od un imprenditore, il governo è tuo socio, che tu lo voglia o meno. Il governo non mette un solo centesimo di capitale e non rischia assolutamente nulla se il business fallisce. Se invece ha successo, si prenderà una cospicua parte dei profitti.

In qualsiasi altro contesto, questa situazione parrebbe assurda. Se io ti dicessi di darmi una parte dei tuoi guadagni, in cambio di niente.. è probabilmente che mi manderesti a quel paese. Giustamente.

Il governo è questo, di fatto.. una situazione accettata come la norma.

Sento già gli statalisti che urlano che il governo fornisce dei servizi per i quali le persone sono obbligate a pagare; è l'argomento venuto fuori recentemente in un discorso di Obama: "you didn't built that, someone else (the government) made it happen". Una sciocchezza totale.

Anche concedendo che il governo costruisce infrastrutture che sono utili per rendere possibile fare affari e lavorare, allo stesso tempo bisogna tener conto che per ogni strada o porto, ci sono decine e decine di regolamentazioni stupide che rendono la vita dell'imprenditore molto più difficile di quanto sarebbe.

Vogliamo fare un elenco delle cazzate che fanno i governi e che danneggiano la popolazione? Meglio di no, ma basti pensare agli incentivi alle energie rinnovabili..

La verità è che il governo tratta tutti i lavoratori come mucche da mungere:
prima prendono una bella parte dei tuoi guadagni, poi ne prendono altri extra per vari motivi, poi ti tassano ogni volta che compri qualcosa, e poi pure su ciò che risparmi. Non soddisfatti, ciò che ti restano te lo portano via grazie all'inflazione.

E' importante capire che i governi hanno una storia ininterrotta di catastrofici fallimenti e di errori seriali. E' una legge di natura: uomini che usano soldi di altri uomini fanno dei grandi casini.
E' folle credere che la soluzione sia dar loro ancora più soldi!

Proprio in questo momento il governo italiano sta mettendo a punto, grazie all'impegno del suo fido servitore Attilio Befera, uno strumento degno del grande fratello di orwelliana memoria. Sapranno tutto di noi: da che mutande mettiamo a che shampoo utilizziamo.

Contemporaneamente il governo degli Stati Uniti sta construendo il centro di spionaggio digitale più grande del mondo. A testimoniarlo un documentario del New York Times (video). Potrà essere intercettato e archiviato ogni email, messaggio, tweet, chiamata. Tutto.

Se l'occidente fosse davvero una civiltà di libertà, le persone avrebbero da dire qualcosa su questo tipo di controllo da parte dei governi.

Invece tutto ciò, dall'Italia agli Stati Uniti, accade con il consenso popolare.

E questo è ciò che più di tutto mi fa paura. Il prossimo futuro dell'occidente è buio.

Riecho
Editor EconomiaeLiberta.com
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Confindustria:"Tasse sono confisca"


"Via ladri e incapaci dalla politica"


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foto Ap/Lapresse

10:47 - I giovani di Confindustria attaccano sul fronte della pressione fiscale. "Il suo peso è cresciuto così tanto da diventare una confisca - dice il leader Jacopo Morelli -, quella ufficiale toccherà nel 2012 il 45% del Pil, l'onere sulle imprese sarà superiore al 68%". Morelli chiede di "abbassarla in maniera sostanziale" avvertendo che "il tempo della pazienza è finito". Infine un attacco alla politica: "Via i ladri, gli ignoranti, gli incapaci".
 
Aumento imposta di bollo sui conti deposito del 50% dal 1 gennaio 2013


Continua il salasso delle tasse imposte dal governo Monti: questa volta con l'aumento dell'imposta di bollo sui prodotti bancari si rimuove anche il tetto massimo d'imposta fino ad ora fissato a 1200 euro.






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commento


Non c’è il tempo di assimilare una tassa, che subito il governo tecnico te ne rifila un’altra. E così, a partire dall’1 gennaio 2013, l’imposta di bollo sui conti deposito, sui conti corrente e sui buoni postali aumenterà dallo 0,1% allo 0,15% della somma depositata. Una crescita della tassazione del 50%, partendo da un’imposizione minima annua di 34,20 euro e rimuovendo il tetto massimo di 1.200 euro oggi previsto.
Si pensi che fino alla fine del 2011 si pagava solo 1,81 euro per ogni comunicazione della banca alla clientela, con l’istituto che nella maggior parte dei casi si accollava l’onere, in modo da fare bella immagine di sé nella documentazione inviata al cliente. Ciò, grazie al fatto che il conto deposito veniva qualificato quale contratto di deposito a risparmio, nella forma più comunemente diffusa.
Già la manovra dell’agosto 2011 di Tremonti aveva modificato la vecchia disciplina, trasformando l’imposta da fissa a proporzionale, in diminuzione al crescere della somma depositata. Venivano esclusi ancora i conti deposito e i conti correnti.
Poi, la manovra di dicembre del governo Monti rimise mano alla materia, applicando l’imposta di bollo su tutti gli strumenti finanziari, compresi conti correnti e conti deposito, con solo alcune esenzioni, sulla base delle somme depositate. Infatti, ad oggi sono esclusi dalla tassazione solo i conti correnti aperti presso banche o posta, il cui saldo medio nell’anno è inferiore a 5 mila euro. Al di sopra di tale somma, il bollo minimo è di 34,20 euro all’anno, mentre il massimo è fissato in 1.200 euro.
Riepilogando, ecco quale situazione si trovano e si troveranno ad affrontare gli italiani oggi e dall’anno prossimo in poi:
- su conti deposito, polizze e conti titoli si paga lo 0,1% della somma depositata per il 2012 e lo 0,15% dall’1 gennaio 2013. L’imposta di bollo minima è di 34,20 euro e massima di 1.200 euro;
- su conti correnti bancari, postali e su libretti postali si paga imposta fissa di 34,20 euro per le giacenze medie annue superiori a 5 mila euro;
- su buoni postali dematerializzati si paga lo 0,1% nel 2012 e lo 0,15% dall’1 gennaio 2013 dei buoni con la stessa intestazione, purché superiori ai 5 mila euro e, comunque, l’imposta minima è di 34,20 euro;
- su buoni postali cartacei si paga lo 0,1% nel 2012 e lo 0,15% dall’1 gennaio 2013, con imposta minima di 1,81 euro per buono e senza esenzione per gli importi inferiori ai 5 mila euro.
La riforma della disciplina ha modificato già nei mesi scorsi le condizioni contrattuali tra cliente e banca sui conti deposito, tanto che alcuni istituti, come Mediolanum e Che Banca! hanno proceduto a inviare comunicazione ai propri clienti, in cui li si informava che non vi era più la disponibilità dell’istituto ad accollarsi il pagamento del bollo. Pertanto, l’unica possibilità ad oggi per vedersi applicato il vecchio contratto è di esercitare la clausola di rescissione entro i 60 giorni dall’avvenuta comunicazione.
Ancora una volta, dunque, i tecnici si accaniscono con il risparmio degli italiani e tra Tobin Tax e imposte di bollo in aumento non resta forse che conservare i pochi spiccioli delle famiglie sotto il materasso o all'estero. A tanta modernità ci stanno spingendo gli “euro-riformatori”!


Link: http://www.investireoggi.it/finanza...sito-del-50-dal-1-gennaio-2013/#ixzz2Ab6fKS9E
 
Pagare le tasse o gli operai? Paga gli operai: assolta e debito estinto

Imprenditrice di fronte alla scelta se pagare l'Iva o gli operai, ha pagato gli operai. Denunciata dall'Agenzia delle Entrate, il giudice l'ha assolta.



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In un momento difficile dell'impresa, dovendo scegliere tra pagare l'Iva o pagare gli operai, aveva scelto di onorare l'impegno mensile con i dipendenti. Per non aver pagato 69.704 euro di Iva, messi nelle buste degli operai, l'avevano denunciata direttamente dall'Agenzia dell'Entrate: omesso versamento dell'Iva, il reato per cui Maria Grazia Fedon, 58enne imprenditrice cadorina con azienda a Padova, era finita di fronte al giudice monocratico del tribunale padovano. Giudice che ora l'ha assolta con la formula del «fatto non costituisce reato», dopo che lei e il suo avvocato, in aula, avevano sostenuto, appunto, che quei soldi, dovuti all'Erario, lei non se li era intascati ma, in un momento di difficoltà della sua impresa, li aveva usati per pagare lo stipendio ai dipendenti. Aveva insomma fatto una scelta, preferendo pagare i lavoratori che versare l'Iva allo Stato. «Ho agito secondo coscienza - spiega Maria Grazia Fedon, oggi titolare di un'altra impresa in Veneto -. Quelli erano i soldi che avevo, e ho preferito dare da mangiare alle famiglie dei dipendenti e pagare gli operai. Alla lettura della sentenza mi sono sentita sollevata».
Quella letta dal giudice padovano Tecla Cesaro è una sentenza unica nel suo genere. «Non deve costituire un precedente per tutti - spiega l'avvocato Alberto Di Mauro, legale dell'imprenditrice -. Con questa sentenza importante si è affermato che la mia cliente non voleva evadere, come ha dimostrato durante il dibattimento, ma non poteva proprio pagare l'Iva. Dobbiamo aspettare le motivazioni della sentenza ma possiamo dirlo: sì, è un'assoluzione morale. Il giudice ha ritenuto più giusto quello che la persona ha fatto». La sentenza, oltre ad affermare la buona fede della donna, cancella anche il debito nei confronti dell'Erario. L'imprenditrice non dovrà più pagare. In giudizio, importante l'esame dei testimoni che hanno sostenuto la tesi della difesa. All'udienza di mercoledì scorso é emerso che la dichiarazione Iva era stata presentata, ma l'impresa non era stata in grado di far fronte economicamente al debito nei confronti dell'Erario. Poiché aveva scelto, in un momento di difficoltà dell'azienda (poi ceduta e in seguito fallita, quando già era in mano ad altri imprenditori), di pagare dipendenti e fornitori. A chiusura dell'udienza, il pm aveva chiesto la condanna a 6 mesi e 20 giorni di reclusione. Il giudice però ha accolto la posizione della difesa, assolvendo l'imprenditrice perché il fatto, cioè l'aver scelto di pagare i dipendenti anziché l'Iva, non costituisce reato.
 
Pagare le tasse o gli operai? Paga gli operai: assolta e debito estinto

Imprenditrice di fronte alla scelta se pagare l'Iva o gli operai, ha pagato gli operai. Denunciata dall'Agenzia delle Entrate, il giudice l'ha assolta.

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potra' appellarsi anche silvio , pagava anche lui delle operaie anche se era semplice manovalanza :-o
 
Finalmente una buona notizia! Le tasse non possono superare il cento per cento del reddito. L’Rca.

Di Giuseppe Sandro Mela

Giuseppe Sandro Mela.

Trionfo della Morte e Danza macabra.


I sostenitori dell’intervento dello stato in economia, in tutte le loro più variegate sfumature, stanno iniziando a passare notti insonni ed in quel poco che dormono soffrono di incubi terrificanti.
Siamo chiari.

Più si avvicina il redde rationem e più si avvicina l’orrifico momento in cui le pubbliche amministrazioni dovranno por mano alla spesa, alla riduzione del personale, ed ai servizi prestati. Servizi, si fa ovviamente per dire.
Arroccati su questa novella linea Sigfrido, sono alla disperata ricerca di un qualcosa che possa prolungare la loro agonia desertificando nel contempo le risorse economiche e finanziarie dei Contribuenti.
La loro vera angoscia ha un nome: le tasse non possono essere aumentate oltre il cento per cento. É un limite fisico invalicabile, al quale ci si sta rapidamente avvicinando.
Così, in attesa di finire come i comuni di Alessandria, di Messina e partecipate, di Milazzo e così via, tutti ignominiosamente falliti sotto un oceano di debiti e di insolvenze, lasciando a casa tutti i dipendenti ed avendo finalmente cessato ogni possibile spesa per esaurimento totale dei fondi, sbrigliano la loro fantasia nella disperata ricerca di nuovi introiti, possibilmente automatici, ossia legati percentualmente ad un qualcosa già in essere.
L’ultima novità, che sta già iniziando a far proseliti, consiste nell’aumento delle aliquote sulle polizze assicurative degli autoveicoli, per il momento dal 12.5% al 16%, ma in futuro, chissà!
Quindi, signori Contribuenti che Vi permettete ancora il lusso di una autovettura, magari per lavorare, aggiornate le Vostre previsioni di spesa.

Il Mattino di Padova. 2012-10-26. La Provincia aumenta le assicurazioni auto.
Da gennaio si pagheranno il 3,5% in più. Il Pdl: «Colpa dei tagli di Monti» Insorge l’opposizione. Giacon (Pd): «Era meglio tagliarci noi il gettone».
PADOVA. Le polizze R.c. Auto dei padovani aumenteranno del 3,5% nel 2013. A sancirlo è stato il voto del consiglio provinciale, che ieri ha approvato a maggioranza l’ordine del giorno di indirizzo presentato dai capigruppo di Pdl e Lega, Francesco Scquizzato ed Alessandro Paiusco.
Portando le aliquote sulle polizze assicurative degli autoveicoli dal 12,5% al 16%, la Provincia incasserà 9 milioni di euro. La “manovra”, che inciderà non poco sulle tasse dei padovani, è stata varata per garantire l’equilibrio di bilancio di Palazzo Santo Stefano, messo a repentaglio dalla spending review governo Monti, che prevede 500 milioni di euro in meno alle Provincie nel 2012 ed 1 miliardo di euro dal 2012 al 2014. Oltre ai 6,5 milioni di euro tagliati alla Provincia di Padova nel 2012, che hanno obbligato un mese fa la giunta Degani ad assestare il bilancio 2012 utilizzando l’avanzo di amministrazione, facendo alcune alienazioni e altri tagli (i 2,5 milioni previsti per il nuovo centro congressi), per il 2013 la spending review prevede un taglio di 13 milioni, pari al 12% delle entrate correnti del bilancio pluriennale di Palazzo Santo Stefano. A questi si aggiungono altri 2,6 milioni in meno, dal disegno di legge di stabilità 2013, per un totale di 15,6 milioni di euro in meno per la Provincia di Padova. Una mazzata .
Il documento, inserito all’ordine del giorno, chiede all’amministrazione Degani di intraprendere tutte le azioni possibili per garantire il pareggio di bilancio 2013, compresa la variazione dell’aliquota R.c. Auto. L’ordine del giorno è stato approvato con 19 voti favorevoli (Pdl e Lega) ed 11 contrari (Pd, Idv e Udc).
Alla lettura del documento la minoranza è insorta. Tra i più arrabbiati il consigliere Paolo Giacon (Pd). «E’ un autentico blitz, un’imboscata – attacca – abbiamo proposto di attendere almeno un passaggio in commissione bilancio, per discutere con più calma un argomento che colpisce tutti i cittadini indistintamente. Tutto inutile». Altro cruccio di Giacon è l’ennesimo segnale di autotutela della politica. «Ho chiesto alla presidente Degani di ridurre il gettone di presenza ai consigli comunali prima di pescare dalle tasche dei cittadini – spiega – con i 500mila euro risparmiati si sarebbe dato almeno un segnale di coesione». Per la maggioranza si è invece trattato di una decisione inevitabile. «E’ una prassi insolita – riconosce il leghista Pietro Giovannoni – ma siamo stati costretti ad adeguarciai tagli di Monti. E fino a quest’anno siamo stati bravi, lasciando invariata l’aliquota a differenza di tante altre Provincie che l’hanno già portata al 16%. Dall’anno prossimo i padovani pagheranno come gli altri».

Si ringrazia per la segnalazione il sig. Riccardo Zanon.
 
La pressione fiscale effettiva è al 54%

Secondo il Governo la pressione fiscale ufficiale si attesterà nel 2012 al 44,7% (record storico) del Pil. Se però si considerano solo gli italiani che effettivamente pagano le tasse, il carico del fisco ascende oltre il 54%! La pressione fiscale è ormai giunta a livelli record, non espandibili ulteriormente, né sopportabili nel lungo termine in un'ottica di crescita economica.
Questo a fonte di servizi pubblici di qualità spesso così scadente da rendere necessario il ricorso all'offerta sostitutiva (a pagamento) privata o, per le imprese, da essere grave motivo di ostacolo all'espansione dell'attività economica .
Il livello di pressione fiscale descritto di certo non costituisce l'ambiente idoneo a far ripartire la (necessaria) crescita dell'economia italiana.
 
Siamo arrivati all’elogio del default-ma è solo retorica politica

Siamo arrivati all’elogio del default-ma è solo retorica politica


Siamo arrivati all’elogio del default

20 settembre 2011 Di Johnny88





Funnyking prevedeva che presto una certa intellighenzia, compreso che la “lotta all’evasione” non funzionava più come ritornello, avrebbe cominciato ad elogiare il default. Detto fatto, ecco che Loretta Napoleoni, economista vicina al PD, collaboratrice de “L’Unità” e dei tre vangeli della gauche caviar d’Europa “Guardian”, “El Pais” e “Le Monde”, si da all’elogio dell’insolvenza. La Napoleoni dice chiaramente che all’Italia conviene uscire dall’Euro e rinegoziare il debito.
Leggetevi qui come l’economista dei radical chic si da all’elogio dell’insolvenza.



La fine sta per cominciare?


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qual'è il costo dell'euro per gli italiani

i politici continuano a ripeterci senza dimostrare che restare nell'euro è giusto [a sì? perchè? perchè fa bene al debito statale italiano]

fa bene al debito ma fa male agli italiani
perchè lo Stato italiano continua a massacrarlo con un'imposizione fiscale al limite dell'espoprio ben superiore del 20% al resto dell'europa


guardatelo tutto e se no capite... riguardatelo e chiaritevi i concetti


Rai Replay
Il servizio ti permetterà di rivedere in replica i programmi andati in onda negli ultimi 7 giorni su Rai Uno, Rai Due, Rai Tre e Rai 5.Seleziona il canale tv che ti interessa(a sinistra)e il giorno di messa in onda(in alto); così facendo visualizzerai la lista dei programmi del giorno e potrai veder…

 
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