Ius Scholae - che inizino le polemiche

Io una volta avevo dei figli piccoli che facevano le elementari e le medie, e vedevo una cosa un po' più sfumata.
Premesso che in periferia gli "stranieri" passarono in pochi anni da 5 per classe alla maggioranza assoluta, il loro apprendimento poteva essere suddiviso in due sottoinsiemi:
1) i bambini appena arrivati (es. a 8 anni, in seconda o terza elementare, oppure a 12 anni alle medie), con conoscenza zero della lingua: come dici tu, erano delle "zavorre" che rallentavano l'intera classe
2) bambini che erano alle elementari ma erano nati in Italia o avevano fatto almeno la scuola materna: molto spesso erano più motivati, meno capricciosi e alla fine più capaci dei loro coetanei italiani.

A causa del punto (1) o forse del razzismo, la stragrande maggioranza degli italiani spostò velocemente i figli in scuole con meno stranieri.
In compenso nella scuola cattolica del quartiere, frequentata da figli di genitori fautori dell'accoglienza e dell'integrazione (a parole, e comunque non a casa loro), gli "stranieri" rimasero circa uno per classe. Wiwa Satana!

Certamente, la questione è più sfumata di quanto, in modo così categorico, la esponga io. Ma la sostanza, per quanto la si possa edulcorare, rimane quella.
Le mie di figlie, che si calano attualmente nel contesto elementare/medie, parole loro, mi riferiscono commedie tragicomiche di quanto accada in classe. Hanno un certo numero di compagni stranieri, e non di quell'immigrazione povera di cui si ventilava sopra, ma figli di calciatori di seria A. Quindi non proprio dei morti di fame. Ma sono stranieri i loro genitori. Ed in casa, parlano la loro lingua.
Un paio di questi compagni, sono di un ritardo mentale inenarrabile, un cubo di marmo avrebbe una permeabilità superiore. Alcuni altri, si possono inserire fra i tonti. Ma resta il fatto che questi loro ritardi dipendano, paradossalmente, dall'integrazione stessa, perchè vengono posti davanti a più lingue, ad un insegnamento che è in lingua italiana e che, evidentemente, a questi bambini crea più problemi che soluzioni.
Questo vedo e sento in prima persona.
 
Certamente, la questione è più sfumata di quanto, in modo così categorico, la esponga io. Ma la sostanza, per quanto la si possa edulcorare, rimane quella.
Le mie di figlie, che si calano attualmente nel contesto elementare/medie, parole loro, mi riferiscono commedie tragicomiche di quanto accada in classe. Hanno un certo numero di compagni stranieri, e non di quell'immigrazione povera di cui si ventilava sopra, ma figli di calciatori di seria A. Quindi non proprio dei morti di fame. Ma sono stranieri i loro genitori. Ed in casa, parlano la loro lingua.
Un paio di questi compagni, sono di un ritardo mentale inenarrabile, un cubo di marmo avrebbe una permeabilità superiore. Alcuni altri, si possono inserire fra i tonti. Ma resta il fatto che questi loro ritardi dipendano, paradossalmente, dall'integrazione stessa, perchè vengono posti davanti a più lingue, ad un insegnamento che è in lingua italiana e che, evidentemente, a questi bambini crea più problemi che soluzioni.
Questo vedo e sento in prima persona.

Franky ha figli e non lo dice? :oops: :d:
 
Primo sì allo Ius Scholae, atteso da oltre 1 milione - Politica - ANSA

A me sembra una decisione poco ponderata. O, quanto meno, poco prioritaria.
Prima di concedere la cittadinanza a nuovi italiani, non dovremmo trovare il modo di sbattere fuori dalle balle gli italiani indegni?
Ci torno dopo che sto lavorando ma su questo:
Risaliamo a bomba, prendiamo una normale famiglia italiana, quella classica nazionalpopolare, da xyz generazioni. Con un figlioletto che deve andare alle scuole elementari.
E più si sale nella scala dell'insegnamento e più l'effetto è visibile.
Cosa pensa la famigliola nazionalpopolare che va in chiesa, vota PD per avere almeno uno stipendio fisso statale garantito, ed ha la tessera della COOP per la spesa ? Lo mando nella scuola A, dove sono tutti italiani o lo mando nella scuola B, eterogenea ?
Lo mandano nella scuola A, per il solo motivo che in quella eterogenea gli insegnanti, dovendo cercare un livello medio soddisfacente per l'uniformità dei pargoli, tenderà a ritardare l'apprendimento degli italici in favore dell'apprendimento, già principalmente linguistico, dei non italici. I quali, da piccole pesti, sbiascicheranno qualche sputo di italiano in classe, ritardando lo sviluppo degli autoctoni, per poi tornare a casa e parlare la lingua del contesto familiare, che sarà ostrogoto rispetto all'italiano. Ed il giorno dopo l'insegnante deve ripartire da zero, su forza bimbi eterogenei, cosa viene dopo la A ? labbì, poi laccì, per colpa della peste eterogena che di giorno fa e di notte disfa.
La famigliola cattonazionalpopolarepiddinacooperativista, fa bene a mandare l'erede autoctono nella scuola A. Sarà un pò paracula, anzi molto, ma fa bene.
Rispondo: ni.
Per quanto vedo io, il primo criterio di scelta della scuola è la vicinanza a casa. E resta fondamentale per un numero piuttosto corposo di famiglie
 
Ma prendere come modello di immigrazione Canada e Australia è troppo? Si rischia di fare la figura dei rassssisti?

L'Australia è un'isoletta poco raggiungibile da flotte di barconi, e può controllare abbastanza bene gli aeroporti: credo che il modello non sia praticabile, qualunque esso sia.
Il Canada confina con gli USA, quindi è più vulnerabile da parte di chi pensa di attraversare i confini (magari messicani che hanno attraversato clandestinamente gli USA ma solo per poter assaggiare clandestinamente lo sciroppo d'acero canadese).
Dovrebbe essere più copiabile.
Cosa fanno in Canada?

Le mie figlie... Hanno un certo numero di compagni stranieri, e non di quell'immigrazione povera di cui si ventilava sopra, ma figli di calciatori di seria A.
...
Un paio di questi compagni, sono di un ritardo mentale inenarrabile, un cubo di marmo avrebbe una permeabilità superiore.

Aspetta, però l'esempio non è appropriato. Il calciatore standard, che sia italiano o straniero, ha il 93% della superficie del corpo coperta da tatuaggi, il 25% del suo sangue è costituito da doping o antidolorifici, per contratto sposa una modella / attrice / influènser, e quindi il ritardo dei figli, di cui tu parli, può benissimo essere imputabile a tare intellettuali di natura genetica, più che alla provenienza geografica.
Specifico che comunque so che ci sono giocatori intellettualmente sopra la media, come Platinì, e modelle / attrici / influènser intellettualmente dotate, come la bravissima e intelligentissima Valentina Nappi, che però non ha sposato un calciatore, almeno che si sappia.
 

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