A fare davvero il pieno però sono stati in pochi: soprattutto la Francia – che ha ricevuto un terzo dell’export di Gnl russo – e la Spagna, dove è sbarcato un quarto dei carichi. Il boom si spiega in gran parte con i contratti di lungo termine sottoscritti da TotalEnergies e da Naturgy per le forniture dall’impianto Yamal Lng, ma non ha mancato di sollevare polemiche, soprattutto a Parigi, dove il ceo di TotalEnergies, Patrick Pouyanné, mercoledì 9 è stato al centro di un’infuocata audizione parlamentare.
«Usciremmo anche domattina dalla Russia», si è difeso il manager di fronte ai deputati francesi. «Se continuiamo a restarci è perché abbiamo un contratto per il Gnl, è per il benessere delle popolazioni europee, per assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti». In caso di stop agli acquisti, ha insistito Pouyanné, «la situazione dell’Europa non migliorerebbe affatto» perché «quel gas non siamo in grado di sostituirlo».