HollyFabius
Nuovo forumer
Alcune note
Noi referiamo porci diversamente dai prelati che posti di fronte al cannocchiale hanno reagito abiurando Galileo, di fronte ad una novità esaltiamo la nostra curiosità, consideriamo cosa cambia nella nostra interazione con la realtà usando da oggi questa cosa che ieri non esisteva.
E altra cosa importante, il fare arte può anche prendere il 'come' ed elevarlo a 'cosa'. La riflessione medioevale sulla prospettiva era già una forma di analisi del 'come' elevato a 'cosa'. La ricerca di materiali nell'era preindustriale tesa a introdurre nell'esperienza pittorica una migliore persistenza dei colori nel tempo, a fine ottocento l'introduzione dei colori acrilici rispetto ai colori ad olio sono esempi del fatto che 'come' diversi possono agire anche sul 'cosa più efficace'. Tutta la storia dell'arte è costellata di autori che vengono ricordati per 'cosa' grazie alla loro ricerca di 'come' meglio rappresentare quella 'cosa'. Perchè la grandezza di Caravaggio? Perchè la grandezza di Leonardo?
Aggiungo che un tempo non vi era demarcazione tra artista e scienziato, la ricerca sui materiali ma anche sulle tecniche operative veniva effettuata dagli artisti.
Oggi la complessità della società moderna ha diviso questi ruoli ma l'operare dell'artista sebbene liberato dai gravosi compiti del divenire delle scienze comunque ne viene fortemente influenzato e i grandi che rimarranno nel futuro sono coloro che rappresentano le nuove forme di 'cosa' operando vicini ai nuovi 'come', quasi che fossero ancora nel medioevo ad indagare quei 'come'.
Il "come" al quale mi riferisco non è lo stile, la qualità bensì il mezzo tecnico, il materiale usato unitamente al processo usato per realizzare l'opera. L'uso di materiali e mezzi tecnici diversi permette "come" diversi, non necessariamente stili diversi.Su quanto grassettato dissento: il fatto che anche i contemporanei potessero riconoscere la grandezza di Michelangelo sta già a dimostrare che il suo "come" (cioè stile, qualità ... ) veniva percepito superiore, e quindi diverso, dal "come" di un altro artista, pur se il soggetto fosse stato lo stesso.
Anche qui cìè una incomprensione di fondo. Prima dell'invenzione della fotografia la fotografia non esisteva. Così come prima dell'invenzione del motore a scoppio il motore a scoppio non esisteva. Certo ci si spostava lo stesso con il cavallo ma non possiamo negare che il motore a scoppio ha introdotto delle novità nella realtà che prima non esistevano. Un esempio più eclatante è l'invenzione del volo. Prima dell'invenzione del volo l'uomo semplicemente non volava, dopo si è aperto un mondo che prima non esisteva.Ci sono le madonne del Giambellino e quelle di Raffaello, così come ci sono quelle di Spomponio Castralarte e di Felice Sbrodolando , sempre madonne rappresentano, ma i primi sono e, soprattutto, erano visti come dei grandi e i secondi come degli imbrattatele. E si noti che dopo la nascita della fotografia mai una foto andò a sostituire sull'altare l'immagine sacra del Crocefisso o della Madonna. L'immagine sacra è oggi spesso una riproduzione fotografica, ma vedo che si preferisce riprodurre qualcosa di creato da mani umane piuttosto che figure reali, le quali darebbero un'impronta troppo materialistica, che la tradizione rinnega.
Dico anch'io che la fotografia ha permesso di concentrarsi sul come (v. un post precedente), ma non è che prima tale valutazione fosse ignota.
Noi referiamo porci diversamente dai prelati che posti di fronte al cannocchiale hanno reagito abiurando Galileo, di fronte ad una novità esaltiamo la nostra curiosità, consideriamo cosa cambia nella nostra interazione con la realtà usando da oggi questa cosa che ieri non esisteva.
Tutto ciò è sacrosanto. Quello che io tengo in aggiunta a sottolineare è che l'introduzione di nuovi mezzi permette l'allargamento del 'come operativo' del fare arte.Dal punto di vista dell'artista, comunque, l'adattamento alla nuova situazione di libertà fu lento e progressivo. Ritengo che questa progressività sia stata dovuta alla necessità di creare nuovi valori di riferimento, cosa, evidentemente, che richiede tempo. E, soprattutto, l'avvento di grandi personalità.
Volendo osservare in modo alternativo l'evoluzione della storia dell'arte, si vede come l'Art Nouveau abbia "promosso in serie A" gli aspetti decorativi dell'opera, evidenziandone il valore artistico. Passare da questo riconoscimento all'astrattismo, cioè all'assolutizzazione degli aspetti decorativi (intendo: in quanto non riconducibili ad una imitazione di forme naturali) fu il gradino seguente. Il Liberty aveva mostrato la qualità artistica della decorazione che invade il soggetto: da questo punto di vista l'astrattismo fece il secondo passo, invase tutto il quadro. Si può anche notare che tutto ciò fu permesso dall'uso sempre minore dell'arte come illustrazione religiosa (semmai entrò nell'opera d'arte una spiritualità legata al simbolismo, ma non dedita ad illustrare una religione).
Tirando le fila del post: per lungo tempo la fotografia si affiancò alla pittura, convivendo sul palcoscenico con pari dignità. Intanto nascevano sottotraccia nuove concezioni artistiche. Ma esse consistevano sempre (e consistettero per tutto il XX secolo) in opere statiche. Magari allora si possono cercare gli elementi che hanno pian piano reso (forse) inattuale questa staticità.
Intanto, una è il cinematografo, soprattutto nelle sue produzioni più "artistiche", più riuscite. Poi vi è la velocità nello spostamento delle persone: viaggi in treno o in automobile, poi in aereo. Il sorgere di tecnologie come la TV o gli smartphones. Ma anche i vecchi radio e telefono ebbero la loro parte. E pure, credo, la riproduzione meccanica dei suoni (dischi, nastri ecc). Persino la conquista dello spazio distrasse dall'osservazione di quanto è vicino portando l'attenzione sull'infinita estensione dell'universo.
Sono tutte invenzioni che hanno (ripeto: forse) contribuito ad una certa obsolescenza della tradizionale arte immobile.
Viceversa, la riproduzione meccanica, come segnalato dal Benjamin, ha portato a valorizzare l'opera statica, in quanto, venendo a conoscenza prima della riproduzione e solo dopo ed eventualmente del quadro, si dava a questo una patina di sacralità, di intoccabilità simile a quella propria dei divi cinematografici o delle vecchie famiglie reali. O magari anche dei personaggi riprodotti nelle immagini religiose, che sono addirittura il sostituto visibile di una entità non visibile.
E altra cosa importante, il fare arte può anche prendere il 'come' ed elevarlo a 'cosa'. La riflessione medioevale sulla prospettiva era già una forma di analisi del 'come' elevato a 'cosa'. La ricerca di materiali nell'era preindustriale tesa a introdurre nell'esperienza pittorica una migliore persistenza dei colori nel tempo, a fine ottocento l'introduzione dei colori acrilici rispetto ai colori ad olio sono esempi del fatto che 'come' diversi possono agire anche sul 'cosa più efficace'. Tutta la storia dell'arte è costellata di autori che vengono ricordati per 'cosa' grazie alla loro ricerca di 'come' meglio rappresentare quella 'cosa'. Perchè la grandezza di Caravaggio? Perchè la grandezza di Leonardo?
Aggiungo che un tempo non vi era demarcazione tra artista e scienziato, la ricerca sui materiali ma anche sulle tecniche operative veniva effettuata dagli artisti.
Oggi la complessità della società moderna ha diviso questi ruoli ma l'operare dell'artista sebbene liberato dai gravosi compiti del divenire delle scienze comunque ne viene fortemente influenzato e i grandi che rimarranno nel futuro sono coloro che rappresentano le nuove forme di 'cosa' operando vicini ai nuovi 'come', quasi che fossero ancora nel medioevo ad indagare quei 'come'.