L'anno della rumba.

Per chi fa titoli ci si ricordi che qui si balla la rumba e quindi il peso non è mai su una sola gamba ma ondeggia frenetico con gran dimenare di natiche.

Quel che ieri saliva oggi soffriva e chi ieri era rimasto indietro oggi ha galoppato. Domani si cambia.

i soldi son quelli altri non li mettono, quindi li girano. un giorno qui un giorno li' .

comunque stasera non mi piacciono per nulla vediamo.
 
nag , non ti conviene comprarti una macchina a benzina vendendo la tua che e' a gas?

mi pare in rampa di lancio il gas

mi pare un buono swich
 
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i soldi son quelli altri non li mettono, quindi li girano. un giorno qui un giorno li' .

comunque stasera non mi piacciono per nulla vediamo.

L'anticipatore ora ha da saltare un'orbita, deve passare in un altro cielo.

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Generali è partita dal punto giusto, dove le sma 13, 21 e 144 si aggrovigliavano.

Si compra al superamento di 16,10 e si raddoppia al superamento di 16,60. primo target a 18,50 ma potrebbe arrivare presto a 35 se il clima si scalda.

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Panta rei.

Io a volte mi chiedo se la Divinità gioca in borsa.

Un terremoto fra le bollinger, con la precisione di un demiurgo.

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Un minuto prima che le agenzie dessero notizia, le 16,35, alle 16,34 l'indice, sul time frame ad un minuto, perforava la sma 144.

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Degno di Cronos, "tutte le cose sono Uno e Uno tutte le cose".
 
Molti mi chiedono e si chiedono cosa sia nagual.

Curiosando su Wikipedia ho trovato un sunto del pensiero di Plotinio che ne è un'ottima dissertazione, anche se nagual non è e non si può descrivere.

da Wikipedia:

Plotino: l'Uno come libertà

Per approfondire, vedi la voce L'Uno in Plotino.
Plotino


Plotino (205 d.C.270), pur rifacendosi a Parmenide, per la prima volta pone l'Uno al di sopra dell'Essere stesso; questo era per Platone la realtà più generale e assoluta nota al pensiero, ma ora Plotino va oltre, ammettendo l'esistenza di qualcosa di ineffabile e impredicabile[7]: un limite per la ragione, perché dell'Uno non si può parlare senza cadere in contraddizione.
Per risolvere il problema di come spiegare l'origine della molteplicità a partire dall'Uno, Plotino si impone di pensare l'Assoluto non come una realtà statica e definita una volta per tutte, perché in tal caso significherebbe oggettivarlo e renderlo conoscibile, bensì concependolo come libertà o potenza infinita, come attività mai conclusa che genera continuamente se stessa, e oggettivandosi crea il mondo.[8] La processione o emanazione dell'essere scaturisce da uno stato di estasi auto-contemplativa; estasi significa appunto "uscire fuori di sé". L'Uno trabocca per la sua abbondanza, non perché ne abbia bisogno, ma perché il donare fa parte della sua natura, come un'energia che si sprigiona da sé. Si tratta di una concezione assolutamente nuova e originale nel panorama della filosofia greca, con tratti decisamente simili a quelli delle filosofie orientali.
Plotino ricorre a immagini suggestive per farci comprendere il modo in cui l'Uno si disperde nel molteplice e instaura con questo un rapporto dialettico di reciproca complementarietà: egli lo paragona a una sorgente luminosa che diffonde nel buio la propria luce, la quale tende ad affievolirsi via via che si allontana. I due estremi, luce e tenebra, sono però uno solo, perché non esiste una sorgente dell'oscurità: si tratta del tema tipicamente neoplatonico della polarità che si risolve in unità.
L'Uno è come un cerchio bipolare, che permea di sé ogni realtà, articolandosi ma restando semplice, in maniera simile a un organismo, composto armonicamente di tante singole parti che però non risultano assemblate dall'esterno, ma si sviluppano interiormente dall'uno. Essendo all'origine di tutto, e quindi anche del pensiero, quest'ultimo nel risalire alla propria fonte deve negare se stesso: l'Uno non può essere ridotto perciò a oggetto di pensiero, perché quando l'anima umana si identifica in Lui viene a cadere la contrapposizione dualistica tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto. Per questo l'Uno, che è la prima ipostasi, cioè la prima realtà sussitente, è situato al di là dell'Intelletto, che era la condizione suprema del nostro pensare e da Plotino già identificato con l'essere parmenideo.
Se è dunque impossibile oggettivare l'Uno, Plotino si preoccupa però di argomentare razionalmente che occorre ammetterlo per una necessità della logica formale, poiché non potremmo avere coscienza dei molti senza rapportarli all'uno.[9] Di Lui non si può dire propriamente cosa sia, ma si può dire cosa non è, secondo il metodo della teologia negativa. L'uomo può farne esperienza diretta tramite l'estasi, uno stato d'animo non riferibile a parole, che può essere compreso solo vivendolo. Con l'estasi anche l'uomo, come l'Uno, può porsi al di sopra del principio di non-contraddizione aristotelico, identificandosi con la sua libertà assoluta, sciolta cioè da qualsiasi necessità razionale.
La concezione dell'Uno così come la troviamo nel pensiero filosofico di Plotino non si presenta come la negazione del politeismo ma comunque come il Tutto che si contrappone al molteplice di cui indubbiamente anche gli dèi sono espressione. Per comprendere appieno la sua concezione particolare dell'Uno non si può non relazionarla al nuovo pensiero religioso del Cristianesimo nascente che volgeva a consolidarsi e verso il quale il filosofo nutre un atteggiamento alquanto critico.
 

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