tashtego
Forumer storico
LA definizione che offri è per me interessantissima.
In effetti non avevo mai ragionato in questi termini. Ma funziona perfettamente. Forse perché come uomo effettivamente non mi sono mai posto molto seriamente il problema del giudizio del mondo femminile nei miei confronti. Sbagliando sicuramente. Mentre semmai me lo sono posto risepetto all'universo maschile.
Il tema comunque lo sento mio in particolare da quando è nata mia figlia e da quando mi interrogo sul suo futuro al quale tengo più d'ogni altra cosa.
Ma sai una cosa ? quando lei era ancora nella pancia della mamma e quando non si sapeva ancora se fosse maschio o femmina io pregavo (pur essendo quasi ateo) che fosse femmina. E ciò non solo per il mio gusto personale di avere una figlia femmina, ma perché non so, in fondo in fondo io penso che una donna sia più libera, saggia e completa (sottolineo completa) di un uomo.
Tashtego dice che la libertà si raggiunge sommando schiavitù a schiavitù ovvero dove la seconda schiavitù è il lavoro. Ebbene, avete mai pensato che l'unica possibilità di un uomo è il lavoro dal quale dipende molto più di una donna in quanto non ha alternative ? così come allo stesso modo l'uomo ha meno scelta nel vestire, e io direi anche nel pensare a se stesso e al mondo. Con l'incubo continuo del confronto e con la schiavitù di una vera e propria dipendenza dal sesso femminile (cosa questa di cui si ha continua riprova in ogni contesto ) ?
Certo, ma ognuno si gratta le rogne sue. Del resto, come ho gia' detto, io vengo da famiglia agricola, e sono stata nei campi per la prima volta qualche mese prima di nascere, dentro la pancia di mia madre, nella stagione della mietitura. Mi son fatta un'idea abbastanza precisa di che cosa sia il non avere alternative al lavorare, fin da quell'epoca. La borghesia delle casalinghe che ricevono le amiche per il te' e si fanno la messa in piega dal parrucchiere ogni settimana io non l'ho frequentata per niente.