Giusto perchè siamo di lunedì mattina....
Il Pd ha fiducia nella magistratura. Ovvio, se lo spettacolo è sempre lo stesso.
Mica c’è bisogno di Luca Lotti, ormai le premure si moltiplicano, nessuno vuol dare troppi fastidi ai compagni nei guai.
La giustizia ad orologeria funziona in ritardo: prima le elezioni, e solo poi le perquisizioni e gli avvisi di garanzia.
La teoria è della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, che l’ha rivendicata per bocca del suo capo, Marco Mescolini.
Siccome si votava per le comunali del capoluogo si è atteso pazientemente che gli elettori avessero il tempo di votare
per l’amministrazione uscente – ovviamente rossa – senza essere turbati da inchieste.
I reggiani sono andati ai seggi convinti di votare per tante brave persone, hanno riconfermato il sindaco Vecchi e poi la scoperta.
Sirene spiegate al Comune, Guardia di Finanza negli uffici, perquisizioni a caccia di irregolarità negli appalti comunali.
Con il cadeaux di quindici avvisi di garanzia, vicesindaco e un assessore uscenti inclusi.
I reati?
Corruzione, turbativa della libertà degli incanti, falsità ideologica del pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e rivelazione di atti d’ufficio.
Il tutto per undici milioni per gli impianti tecnologici. E poi parcheggi, controlli ztl, trasporti scolastici per altri 25 milioni.
Assieme a qualche bella nomina.