L'ORDINE E' IL PIACERE DELLA RAGIONE, MA IL DISORDINE E' LA DELIZIA DELL'IMMAGINAZIONE

5 febbraio 2018 - Il corretto utilizzo di denaro contante, assegni e libretti di risparmio
rappresenta un tema oggettivamente sensibile per cittadini e risparmiatori.
L’Associazione bancaria italiana (Abi) illustra le ultime novità contenute nelle normative contro il riciclaggio.

CONTANTI –
Resta possibile prelevare o versare in banca denaro contante di importo pari o superiore a 3.000 euro.

Alla domanda “è possibile prelevare o versare in banca denaro contante di importo pari o superiore a 3mila euro ? ”,
il dipartimento del Tesoro risponde in maniera affermativa.

In pratica, “non esiste alcun limite al prelevamento o versamento per cassa in contanti dal proprio conto corrente
in quanto tale operatività non si configura come un trasferimento tra soggetti diversi”.

E’ comunque vietato trasferire denaro contante o titoli al portatore,
ad esempio assegni senza indicazione del beneficiario,
tra privati senza avvalersi dei soggetti autorizzati come le banche,
per importi pari o superiori a 3mila euro.
 
I puntini sulle "I" bisogna sempre metterli. Perchè capita che la memoria faccia cilecca.

«Berlusconi dice che i migranti in Italia sono una bomba sociale? Ma l'immigrazione dipende da due fattori:
coi trattati di Dublino ogni Paese gestisce l'immigrazione da solo, ma quegli accordi
che ora il capo di Forza Italia contesta li ha firmati lui, da capo del governo, nel 2003».

«se in Italia arrivano i migranti è perché qualcuno ha fatto la guerra in Libia e il presidente del Consiglio era Berlusconi».

Il leader del Pd tralascia però di ricordare che, all'epoca, l'allora premier era contrarissimo all'avventura di Libia promossa dalla Francia di Sarkozy,
con l'avallo degli Stati Uniti di Obama: l'allora segretario di Stato Usa Hillary Clinton ricorda, nel suo libro «Hard Choices»,
l'aspra resistenza del premier italiano contro la campagna anti-Gheddafi, e lo descrive «furibondo» quando, al tavolo del vertice di Parigi sulla Libia,
arrivò a minacciare di negare le basi aeree italiane, strategiche per l'attacco al Paese di Muhammar Gheddafi.

E fu il Quirinale, dove allora sedeva Giorgio Napolitano, a spingere per l'intervento.
Lo stesso ex presidente, recentemente, ha ricordato che il Cavaliere stava per dimettersi da presidente del Consiglio
pur di non dare il suo sì all'intervento armato contro Gheddafi.
E che non lo fece con «un atto di responsabilità da riconoscergli ancora oggi».

«confonde Berlusconi con Napolitano». «Renzi non sa di che parla», «se c'è una responsabilità è da attribuire all'allora presidente della Repubblica Napolitano:
Berlusconi aveva intuito che il regime di Gheddafi era in quella fase storica l'unico argine all'esplosione di un'ondata migratoria incontrollabile, così come poi è stato».

Quanto ai trattati di Dublino «Fu la sua attuale alleata Emma Bonino, che ora colpevolmente tace, a fare un accordo con la Ue
per gestire l'accoglienza nel Belpaese, lasciando che gli sbarchi avvenissero tutti qui: la colpa è sua».
 
Come si dice ? «Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito»
Si demonizza l'iniziativa certamente deprecabile di un demente, ma in giro per l'Italia
ce ne sono tanti di dementi, e si perde di vista il problema reale.

Una ragazza bianca, rossa, nera, è stata tagliata a pezzi.

Abigail, figlia di uno dei capi della comunità nigeriana, giovane avvocata che qui ha fatto scuole e università:
«Non vorrei dirlo ma certa gente un minimo di ragione ce l’ha. Possiamo non chiamarla così, ma l’invasione c’è stata, eccome...».
 
Ieri sera ho guardato un programma che definire "vergognoso" è fargli un complimento. Questo è il mio pensiero.
Vergognosa la conduttrice, vergognosa la redazione, vergognosi i due supporter
perchè è stata messa alla gogna la persona che ha denunciato che questo tizio abbiamo "fumato"
in un paese dove "fumare" è un grave reato.

Alessia Marcuzzi ha preso la parola e ha voluto precisare che la produzione non ha trovato alcuna prova
che dimostri che Monte abbia fumato marijuana nella villetta prima dell'inizio dell'Isola dei Famosi.
"Abbiamo fatto tutti gli accertamenti del caso - ha concluso la conduttrice -.
Non ci sono telecamere 24 ore su 24, c'erano operatori che entravano nella villetta con telecamere
e abbiamo potuto vedere solo quello che hanno registrato. Da quello che noi abbiamo, non abbiamo nessuna prova. Le verifiche non hanno portato a nulla".

E l'insistenza e le velate minacce, con la quale hanno cercato di mettere in cattiva luce la persona che invece ha denunciato.
Bell'esempio per la gioventù.

Le parole di Eva Henger sono piuttosto forti e la conduttrice le ricorda più di una volta che dovrà prendersi le sue responsabilità nelle sedi opportune.
E poi le fa un appunto: "Se fosse successo davvero così come dici, perché non lo dici subito? Ma aspetti la seconda puntata?
Hai fatto una denuncia fuori tempo secondo me. Tu l'hai detto solo dopo la nomination e al pubblico è apparsa come una sorta di venedetta.
Noi comunque abbiamo fatto tutte le verifiche del caso, con il materiale che abbiamo a disposizione e in quello che abbiamo visionato non c'è nulla. Le tue accuse sono davvero pesanti".

E nonostante l'appunto della conduttrice dell'Isola dei Famosi, Eva va avanti:

"Io non l'ho detto subito perché nella prima puntata i tempi erano strettissimi. La sera che ho visto che ha preso quella cosa, non ero sicura che poi l'avesse consumata.
Poi, però, quando siamo arrivati nella villetta ha consumato. La delusione nei confronti di questa persona è cresicuta, io l'ho fatto notare in un confessionale e anche altri naufraghi.
Ognuno in casa proprio fa quello che vuole, ma quella non era casa sua, era anche casa mia e di altre 15 persone. Nessuno può obbligare il fumo passivo".

"io ho rischiato insieme agli altri naufraghi 12 anni di carcere per Francesco. Bisogna dare rispetto anche per le persone che lavorano.
Lui se ne è fregato. Io ho una figlia di 8 anni, l'avrei rivista quando ne avrebbe avuti 20".
 
Fra non molto cambierà ancora il regolamento. Burka per tutte. Per non tubare i diversamente cattolici, od ebrei, od agnostici.......
Strano che le donne non abbiano nulla da dire. Fanno tic tac quando pare a loro, vero ?


Come riporta la Nuova di Venezia, all'articolo 35 del regolamento si può leggere che gli agenti donna del corpo
dovranno indossare la gonna sempre accompagnata dai collant - anche d'estate - "di colore neutro, in tinta beige o carne".

Non solo: "Gli appartenenti al Corpo di genere femminile devono indossare la biancheria intima - si legge nel regolamento -
compreso il reggiseno; tale biancheria deve essere di tipo e colore tale da non risultare visibile attraverso ogni tipo di vestiario".
Minuziose anche le disposizioni in fatto di gioielli: un solo anello "non appariscente" oltre alla fede, orecchini di forma sferica o semisferica e una catenina al massimo.

Al bando "l'uso di cosmetici (rossetto-cipria-fard-fondo tinta-mascara-ombretto)".
 
Periodo nero non solo per il bitcoin, ma per l’intero mondo delle criptovalute. Dopo aver toccato la quota record di 20mila dollari a metà dicembre 2017 il bitcoin ha poi fatto registrare un’altra serie di record, questa volta però negativi.

Il valore del bitcoin si è dimezzato in una settimana
Sono diversi i portali d’informazione che affermano come la criptovaluta più conosciuta stia vivendo ora il suo periodo peggiore negli ultimi tre anni. Secondo i dati forniti da Coindesk infatti il bitcoin avrebbe perso oltre il 30% del suo valore da inizio gennaio, più del 50% rispetto alla chiusura record di metà dicembre. Il suo valore si attesta oggi sugli 8mila dollari circa, ma la corsa al ribasso sembra ora non arrestarsi più. Tutto questo gran movimento, fatto di rialzi improvvisi e cadute disastrose non è però frutto semplicemente del caso. Sono infatti diversi i fattori che concorrono a influenzare l’andamento del mercato delle criptomonete. A recitare un ruolo da protagonista c’è infatti il puro gioco speculativo.


I trucchi speculativi per far crollare il bitcoin
Si tratta di esperti “giocatori” finanziari che, muovendo sapientemente le pedine di questo mondo virtuale, riescono a manovrare a proprio vantaggio certi indici di valore. Era successo, sempre nel campo delle criptomonete, con la banca JP Morgan. Nel settembre 2017 Jamie Dimon, CEO della famosa banca d’affari, aveva infatti descritto il bitcoin come un “bluff”, minacciando addirittura di licenziamento i dipendenti Jp Morgan che fossero stati sorpresi ad operare in bitcoin.

Una dichiarazione che aveva fatto scendere, temporaneamente il valore della criptomoneta. Guarda caso nei giorni successivi fu proprio la stessa banca d’affari americana ad aver fatto incetta di bitcoin, sfruttando così il prezzo ribassato. È sufficiente dunque essere un attore influente dell’economia mondiale e pronunciare una dichiarazione che delegittimi il bitcoin, per farne ribassare il prezzo e comprarlo dunque ad una condizione più vantaggiosa. Quest’ultimo crollo della criptomoneta potrebbe essere dunque dovuto in parte ad un fenomeno simile.

Sembra infatti che la repentina perdita di valore del bitcoin sia coincisa con un particolare divieto imposto da Facebook. Mark Zuckerberg ha fatto sapere agli utenti del suo social network che d’ora innanzi saranno vietati gli spot di «prodotti e servizi finanziari che sono associati frequentemente con pratiche promozionali ingannevoli». In questo sconfinato universo rientrano ovviamente tutti gli spot pubblicitari che riguardano le criptovalute. Il divieto di Facebook lascia però una riserva.

Questo blocco “dovrebbe essere temporaneo e intenzionalmente ampio per consentire il tempo necessario per affinare il processo di identificazione e soppressione delle pubblicità ingannevoli”. Un’apprezzabile scelta etica o una più profonda strategia di mercato?
 
Eh beh ragazzi. Qui siamo proprio arrrivati alla canna del gas. Oppure non c'è ancora il fondo ...........della canna.

Al grande avvocato, alla fine, toccò difendere se stesso: non da una accusa di omicidio o di bancarotta, bensì da una colpa in questi tempi forse ancora più grave.


Un reato di satira non autorizzata, previsto e punito dalla dittatura del politicamente corretto:
questo il crimine che Jacopo Pensa si è sentito rinfacciare dall'Ordine degli Avvocati.
E tutto per una poesia, i consueti auguri in rima che ad ogni fine anno Pensa rivolge a colleghi ed amici.

Nei suoi ottonari, questo veterano del foro milanese scherza da sempre con gli argomenti e i personaggi dell'attualità,
rileggendo col sale dell'ironia i fatti dell'anno che ci si prepara a seppellire.
E nei suoi auguri del dicembre scorso, com'era quasi inevitabile, ha preso spunto dal tema più discusso del momento,
quello delle molestie alle donne, sollevato in America dal caso Weinstein e da lì esploso in tutto il globo terracqueo; affrontato da Pensa con a consueta eleganza di penna.

Eppure, apriti cielo: il legale si è vista arrivare in studio una lettera indignata del «Comitato Pari Opportunità»
dell'Ordine degli avvocati, firmata dal presidente Tatiana Biagioni: secondo cui

«l'immagine di donna che agli occhi di molti colleghi e colleghe emerge dal tuo scritto
è quella di una donna che ricerca le molestie, quando milioni di donne le subiscono con danni, a volte, irreversibili».

La Biagioni, dopo avere ricordato l'impegno dell'Ordine degli avvocati sul tema della «parità di genere»,
rinfaccia a Pensa in particolare di avere impiegato nella poesia una espressione latina, la vis grata puellae, la forza gradita dalla fanciulla: che
«è stato letto come offensivo», «ha offeso la sensibilità di molte persone che quotidianamente si impegnano a far sì che nessuna donna
possa sentirsi neppure lontanamente derisa su questi temi».

Pertanto Pensa viene invitato a fare pubblica autocritica con uno scritto sul sito della «Commissione pari opportunità»,
un po' come nella Cina della Rivoluzione culturale i «deviazionisti» erano costretti a pubbliche abiure.

Ma il vecchio leone del foro non ci sta: e scrive alla Commissione tre pagine in cui rivendica il proprio diritto alla leggerezza in rima baciata;
spiega che a ispirargli il tema era stata proprio la battuta di una collega femmina, e che da colleghe del gentil sesso gli erano arrivati dopo l'invio degli auguri i commenti più divertiti.

Quanto al vis grata puellae: «Ho avuto il vezzo - per ironia, per gusto del latinorum, per celia, ecc - di usare a volte quell'espressione
per dire semplicemente facciamo all'amore ricorrendo a parole un po' più colte ed evitando espressioni più banali e più usuali.
E spero proprio che comunicare il desiderio di fare all'amore sia ancora considerato sano per entrambi i sessi».

Scherzando, ma non troppo, Pensa conclude:
«Non vorrei arrivare a dover chiedere il placet prevenivo (di chi, poi?) sulla forma e il contenuto degli auguri».
 
Mi correggo. Qui siamo "oltre" la canna del gas.
Quoziente zero avanza. Poverini. Se fossero vissuti solo 200 anni fa, chissà che fine facevano.

Giucas Casella e Marco Ferri. I due naufraghi dell'Isola sono stati segnalati dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) per
"aver seviziato inutilmente gli animali al solo scopo di fare spettacolo".

L'esposto è stato presentato dal presidente di AIDAA Lorenzo Croce che sul suo blog annuncia:

"Inviata questa mattina alla procura della repubblica di Milano l'esposto firmato dal presidente di AIDAA Lorenzo Croce
a carico di Giucas Casella e Marco Ferri concorrenti dell'Isola dei Famosi accusati di sevizie di animali
in quanto nel corso della settimana compresa tra il 22 ed il 27 gennaio 2018 il Casella si rendeva responsabile
dell'inutile uccisione di un polipo al quale staccava anche i tentacoli provocandole indicibile dolore e successivamente la morte.
Mentre Marco Ferri si rendeva responsabile di aver tagliato di netto la faccia ad un pesce vivo in quanto non in grado di asportare l'amo dopo aver pescato il pesce".

E ancora: "I due sono accusati dagli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA
di aver seviziato inutilmente gli animali al solo scopo di fare spettacolo.
L'Associazione chiede anche alla procura di verificare eventuali altri reati commessi da autori e conduttori della trasmissione
per aver trasmesso le immagini di violenza in orari in cui davanti alla tv ci sono anche i bambini che possono essere rimasti colpiti da queste azioni di inutile violenza".

A queste parole, Lorenzo Croce ha allegato anche una copia dell'esposto presentato.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto