L'ORDINE E' IL PIACERE DELLA RAGIONE, MA IL DISORDINE E' LA DELIZIA DELL'IMMAGINAZIONE

Babbei

BRUCE – Tre ragazzi britannici in viaggio per l’Australia hanno sostato nella notte in un parcheggio a Bruce, a sud di Cairns, nel Queensland Australiano.
La mattina dopo si sono ritrovati con l’acqua piovana che ha invaso tutto il camper, con loro che sono stati costretti a salire sul tetto del mezzo per chiedere soccorso.

La zona è infestata da coccodrilli da acqua salata: uno dei tre, subito dopo che l’acqua ha invaso il mezzo, ne ha visto uno aggirarsi nei paraggi.
Da qui la decisione di salire in cima al camper senza aver tempo di mettersi nulla addosso, nemmeno una camicia.

I tre sono ex studenti dell’Eton College e stanno trascorrendo un periodo in Australia dopo essersi diplomati e prima di cominciare l’università (stanno nel cosiddetto “anno sabbatico”).
Ed Talbot, 19 anni, Tom White e Tom Vare, entrambi di 18 anni, avevano parcheggiato il loro veicolo in un parcheggio lunedì notte.
Mentre dormivano, verso le 5 di mattina, hanno notato l’acqua aveva raggiunto i tre quarti del camper e così sono stati costretti a chiamare i servizi di emergenza.
 
il dollaro debole farà il lavoro sporco di distruggere l’EUropa, quella franco-tedesca (LINK).
Si, perchè oggi il dollaro, la valuta con cui commercialmente gli USA di fatto competono nel mondo – l
o yuan cinese rappresenta solo una valuta di consumo per gli americano, non di sfida commerciale per i propri prodotti, o almeno non ancora

è il driver che porta o meno benessere in EU: più il dollaro è forte rispetto all’euro più il mondo che si rifà al verdone è in grado di comprare le merci europee a scapito di quelle americane.

Il problema è che il dollaro – pur indebolito di circa il 20% dai massimi dell’anno scorso –
oggi è troppo forte per i paesi europeriferici che producono beni a medio o medio/basso valore aggiunto
mentre resta comunque debole per i produttori ad alto valore aggiunto tedeschi
(se volete un’analisi con un taglio diciamo più accademico potete vedere questo LINK).
 
Non bisogna fare di un filo d'erba un fascio....ma qui di fili d'erba ce ne sono tanti, tanti tanti.
Pensate che solo nel nostro piccolo borgo, dopo una retata ne hanno fermati 80 con droga
nel taschino. Tutti liberi. Modica quantità hanno scritto.
Pensate non ce ne siano più in giro ? Venite e vedrete. Sempre gli stessi.
Suppongo che lo stesso accada da Voi........

Dai quartieri della movida milanese alle stradine del centro di Macerata, dai quartieri spagnoli di Napoli alla campagna veneta:
l'homo novus del crimine in Italia è lo spacciatore di droga venuto dall'estero, il pusher senza volto e senza storia che vende morte sulle piazze della Penisola.

Presenze ormai note, frammenti del paesaggio urbano. Tutti, o quasi, stranieri; e di questi tutti, o quasi, clandestini.
Da Nord a Sud, ogni città ha il suo quartiere in mano alle bande della «roba», noto a tutti. Forze dell'ordine comprese.

Quanti sono i «cavalli» maghrebini o centrafricani che come Oseghale vivono unicamente vendendo eroina, cocaina, marijuana, ecstasy,
tutte le schifezze disponibili nei mercati a cielo aperto delle periferie italiane?

Il numero è incalcolabile, ma certamente si parla di migliaia di persone: tutti maschi, tutti giovani.

Per tre etnie, secondo l'ultimo rapporto Istat, vendere droga è al primo posto nei delitti preferiti: sono albanesi, marocchini e tunisini.

Ma i primi hanno in mano le leve del grande traffico, mentre per gli arabi il vero affare è il retail, il commercio al minuto.

E lo stesso vale anche per nigeriani, gambiani e senegalesi, che non compaiono nel rapporto Istat
ma compaiono invece nelle gabbie dei processi per direttissima che giornalmente intasano i tribunali italiani.

«Su dieci arrestati per droga che mi vengono portati davanti - racconta un giudice milanese - nove sono di colore».
E i mattinali con gli arresti della Volante confermano: a finire in manette per droga sono solo extracomunitari.
 
A Milano le zone di spaccio sono divise rigidamente:
a vendere eroina a Rogoredo, nel minimarket a ridosso del famigerato «boschetto», sono giovani arabi,
lavorano protetti dai cancelli dell'alta velocità, maneggiano pochi grammi per volta, tengono i prezzi bassi per allargare la clientela;
alle Colonne di San Lorenzo regnano invece gli africani, soprattutto gambiani, imboscano la roba negli anfratti dei monumenti,
e aggrediscono chiunque - giornalisti o poliziotti - cerchi di disturbare i loro traffici.

È un'attività a rischio zero, e questa impunità ha un ruolo nell'aumentare l'esasperazione degli abitanti dei quartieri,
che vedono riapparire in circolazione nel giro di manciate di ore gli spacciatori che vengono arrestati.

Colpa di una legge voluta dal governo Letta, ultimo lascito prima della sua rottamazione nel 2014: il cosiddetto «decreto svuotacarceri»,
che impedisce ai giudici di emettere ordinanze di custodia cautelare per reati puniti con meno di cinque anni di carcere.

E poiché il quinto comma della legge sugli stupefacenti, che punisce lo spaccio al dettaglio, prevede pene da sei mesi a quattro anni, il giudice non può che scarcerare.
In teoria potrebbero scattare gli arresti domiciliari, ma essendo (o dichiarando di essere) senza fissa dimora,
i pusher si vedono liberati con al massimo l'obbligo di firmare ogni tanto in commissariato.
Ovviamente tornano subito a spacciare: anche in caso di nuovo arresto, in carcere non finirebbero comunque.

La legge buonista vale anche per i recidivi.

Così si spiega il clima di sicurezza, di controllo del territorio, a volte di arroganza di queste bande.
Che, inevitabilmente, le porta ad alzare la testa, a porsi nuovi obiettivi affacciandosi a piani più alti del business:
così la sera di venerdì scorso la guardia di Finanza a Verona arresta un nigeriano con un chilo di droga e un gambiano con un altro chilo;
a Massa un marocchino, da tempo ben conosciuto, viene beccato mentre fa il salto di qualità: in auto ha sette chili di cocaina.

Un quantitativo da aspirante boss.
 
Ancora una volta. La religione che entra in un ospedale ? E li assecondano pure ?
Ma non esiste. Rivoltante.

Alla fine l'ospedale ha dovuto cedere.
Questo racconta la Gazzetta di Parma, secondo cui una donna che era ricoverata all'ospedale Maggiore,
nel raparto maxillo-facciale, è stata costretta a cambiare stanza dopo le insistenze di una paziente di religione musulmana

Secondo quanto riporta il quotidiano locale la donna, di origini albanesi,
avrebbe spiegato alla figlia della 89enne vicina di letto che "non poteva rimanere di notte in camera con un uomo".
E che dunque non poteva tollerare la presenza del figlio dell'anziana, che rimaneva per accudirla durante la degenza.

"Ci ha detto che si doveva trovare una soluzione", aggiunge la figlia della donna,
raccontando di come i toni della discussione si siano poi accesi,
fino a che non è intervenuta l'infermiera che era di turno, spostando l'89enne paziente in un'altra stanza.

Non sarebbe tutto qui. Secondo la testimonianza della figlia,
su cui al momento la direzione dell'azienda Ospedaliero-Universitaria ha deciso di non commentare,
"la donna albanese è rimasta per altre due notti in stanza da sola mentre c'erano pazienti anche in corridoio".
 
Un po' di gossip.
Riuscirà il pupillo della "signora" a farla franca ? Uhmmmmmmm

"Siamo scesi dall'aereo - racconta la ex naufraga dell'Isola dei Famosi - e Monte ha chiesto subito al'autista del pullman se aveva qualcosa.
Una vergogna. Devi sapere che in Honduras è illegale anche per uso personale e quindi gli anni te li fai tutti, non come in Italia che sotto i tre anni non entri.

La quantità che aveva Francesco corrispondeva a 12 anni di carcere. Comunque, l'autista lo manda a quel paese e ha iniziato a guardarci male.
Poi siamo arrivati in albergo e lui ha iniziato ad andare dai facchini a chiedere dove poteva trovare la marijuana.
Io gli ho detto: 'Ma sei impazzito?'.
Siamo al ristorante arriva uno brutto brutto, sdentato e Francesco tira fuori i soldi e l'ha comprata davanti a tutti.
Non eravamo ancora divisi, eravamo tutti noi 17 più due della redazione".

Le pesanti accuse di Eva Henger vanno avanti e diventano sempre più forti:
"Lui in 4 giorni ha fumato sempre, no sigarette. Lui si faceva le sue canne. Se lui non avesse introdotto la marijuana gli altri non avrebbero fumato.
Gli altri hanno fumato meno. (E qui la ex naufraga dell'Isola fa i nomi degli altri vip, ma Striscia, per motivi di privacy, ha preferito bipparli, ndr).

Comunque vengo a Milano, parlo con le autrici e racconto tutto, gli ho anche detto:
'Vai a vedere la valigia del signorino perché so che nella sua valigia personale c'è'. Io dico questo di venerdì
e vengo a sapere che sabato lui d'urgenza ha lasciato l'Isola e lo stesso giorno lo mettono sull'aereo.

L'hanno trovata per forza. Lui non avrebbe mai abbandonato l'Isola dei Famosi.
Secondo me hanno detto 'tu te ne vai se no dobbiamo farti arrestare'.

Quando io mi sono vista con delle persone qui a Milano e ho chiesto se hanno trovato, tutti zitti.
E... 'ma guarda noi non possiamo fare la polizia'. Io gli ho detto che ho altre prove da dargli.
Dovete andare nella casa dove eravamo perché c'era un soppalco dove c'erano le amache
e in mezzo a questa cosa di legno c'era un buco e lui lì buttava le cicche della marijuana.
Aprite e trovate tutta la mrijuana. Mi hanno detto:
'Eh noi questa cosa non possiamo farlo, se lo facciamo siamo obbligati a farlo arrestare. E noi non possiamo essere complici'.

Allora ho detto che neanche devono buttare la merda addosso a me".

La denuncia della ex naufraga dell'Isola è piuttosto forte.
 
Mai nascondere la testa nel buco.......

C'è il bollino del Comune di Orvieto, e del Pd cui il primo cittadino appartiene, sulla mostra fotografica già in scena nella bella cittadina umbra.
Un "presidio antifascista" con la presunzione di essere un "approfondimento storico" ma che nasconde il desiderio di oscurare la memoria di chi è stato costretto a lasciare la sua terra alla fine della guerra.

"Testa per dente", s'intitola la rassegna fotografica realizzata da Cobas, dall'Associazione “Centro di Documentazione Popolare” di Orvieto
e da una serie di realtà locali tra cui il Comitato Cittadino Antifascista.
Sottotitolo: "Crimini fascisti in Jugoslavia dal 1941 al 1945”.

Le date coincidono con la ricorrenza del Giorno del Ricordo, dal 7 all'11 febbraio.
Poi il giorno 10 gli antifascisti umbri s'incontreranno per un presidio per manifestare chissà cosa.

Il ritornello "Io ricordo tutto". Una frase che nell'immaginario antifa significa che la commemorazione del 10 febbraio è un ricordo di parte, indegno di essere celebrato.

E forse è davvero così: è un ricordo di parte. Nel senso che per quanto tempo sia passato dall'orrore delle foibe,
c'è ancora chi (a sinistra) nega la brutalità della pulizia etnica ai danni degli italiani.
Oppure fa di tutto per trasformala in una legittima reazione dei titini alla presenza italiana in Istria e Dalmazia.

E allora, dopo 14 anni dall'istituzione di questa solennità civile in onore degli esuli,
viene da chiedersi: perché bisogna ancora confondere i due piani?

Certo in Jugoslavia il fascismo in guerra non è stato leggero ("Testa per dente" richiama la circolare N.3C sulle rappresaglie del generale Mario Roatta ai danni dei partigiani titini),
ma che c'entrano gli italiani che hanno avuto la sola sfortuna di nascere a Pola?
Perché mescolare le carte e regalare il patrocinio comunale ad una mostra che punta la luce sui crimini fascisti e dimentica i massacri degli inghiottitoi carsici?

Cosa sarebbe successo se una giunta di centrodestra nella giornata della memoria avesse patrocinato un incontro storico di negazionisti?
 
Ricordare il massacro degli Italiani d'Istria non vuol assolutamente dire essere di destra. Anzi.

Doveva essere un momento di raccoglimento in memoria delle Foibe.
Invece è stata l'occasione per tendere un'imboscata ai tanto odiati "fascisti" da parte dei Collettivi di sinistra di Pavia.

La tensione attorno alla commemorazione organizzata come ogni anno dall'Associazione culturale Recordari
è salita nei giorni che hanno preceduto l'evento con la Questura che ha vietato il presidio antirazzista e autorizzato la fiaccolata del Ricordo.
Decisione evidentemente troppo fascista per essere rispettata. E infatti gli organizzatori si sono ribellati all'ordinanza e hanno agito ugualmente.

"Eravamo in attesa - si legge in una nota dell'Associazione Culturale Recordari - di spostarci verso Piazza Italia per ricordare i Martiri delle Foibe,
quando siamo stati assaltati da un gruppo di antifascisti".
Da una strada laterale una cinquantina di persone ha tentato l'aggressione ai partecipanti della commemorazione.
Le forze dell'Ordine presenti sul luogo si sono mosse per arginare l'attacco, respingendo i partecipanti della manifestazione fuorilegge.

"È inammissibile che durante una commemorazione - scrivono dall'Associazione - che si è sempre svolta senza causare incidenti,
venga messa a rischio l'incolumità dei tanti cittadini, tra cui bambini ed anziani, che intendevano prendere parte all'iniziativa".

Il gruppo dei manifestanti infatti si è scagliato anche contro la polizia al grido di "pezzi di merda", "figli di troia venite qua".
Ma anche "via i fascisti e la polizia". Come se le intenzioni violente - arginante solo dalla polizia - non bastassero,
i manifestanti, una volta allontanati dei partecipanti alla commemorazione hanno intonato:
"Me l'hanno insegnato, uccidere un fascista non è reato". E ancora: "Fascisti via, tornatevene nelle Foibe".
 
Manca meno di un mese alle Elezioni 2018. I cittadini sono chiamati alle urne e dovranno esprimere il proprio voto secondo la nuova legge elettorale, il Rosatellum.
Vediamo nel dettaglio come è fatta la nuova scheda elettorale e come si vota.

I candidati premier concorrono con un sistema misto ovvero:
  • assegnazione di 232 seggi alla Camera e 116 al Senato in collegi uninominali, ovvero il candidato più votato viene eletto,
  • assegnazione dei seggi delle circoscrizioni territoriali, 386 per la Camera e 193 per il Senato, con metodo proporzionale in collegi plurinominali nei quali sono eletti i candidati secondo l’ordine di presentazione.

La scheda è uguale sia per la Camera, sia per il Senato.

Compare il nome del candidato del collegio uninominale e il simbolo di ogni lista o colazione di liste per il collegio plurinominale.
Accanto ad ogni lista o coalizione ci sono i nomi dei candidati del collegio plurinominale.

L’elettore esprime il proprio voto tracciando un segno sul rettangolo con il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.
Questo voto vale sia per il candidato nel collegio uninominale, sia per la lista.

Se l’elettore traccia il segno solo sul nome del candidato al collegio uninominale, il voto è valido anche per la lista collegata.
Se ci sono più liste in una coalizione, il voto viene suddiviso tra queste in proporzione ai voti ottenuti da ogni lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.

Ricordiamo anche che se l’elettore traccia un segno sul rettangolo con il nome del candidato al collegio uninominale
e un segno sul simbolo della lista e dei candidati ai collegi plurinominali, il voto è valido sia per il candidato uninominale sia per la lista.

Stessa cosa se l’elettore traccia un segno sia sul contrassegno sia sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della stessa lista.

Attenzione! se l’elettore traccia un segno sul rettangolo con il candidato uninominale
ma anche sul rettangolo con il contrassegno di una lista scollegata dal candidato,
il voto è nullo: non è previsto voto disgiunto
.
 
Lasciatemelo dire. Una immensa buffonata.

Piccolo passo in avanti verso il via libera dell’Ape volontaria.
L’Abi, l’associazione bancaria italiana, ha comunicato all’Inps e ai ministeri il tasso di partenza per il primo bimestre relativo all’anticipo pensionistico volontario:

Tan del 2,8% – 2,9%, Taeg tra il 5,89% e il 6,23%
che al netto del credito fiscale diventa tra il 3,3% e il 3,4%.

Ogni 2 mesi sarà aggiornato il Tasso annuo nominale lordo (Tan) e di conseguenza entro il 12 di ogni mese
l’Inps effettuerà l’aggiornamento dei nuovi tassi di interesse per la certificazione del diritto all’anticipo, il simulatore e la domanda.
Questa scadenza potrebbe slittare il primo mese in attesa della circolare Inps.

Prevista anche la possibilità di estinguere anticipatamente il finanziamento con un indennizzo pari all’1% dell’importo rimborsato in anticipo.

Alla partenza definitiva dell’Ape volontaria manca la pubblicazione della circolare operativa dell’Inps e del simulatore di calcolo.

A Gennaio sono stati siglati gli accordi quadro tra ministero del Lavoro, ministero dell’Economia e delle Finanze con Banche e Assicurazioni,
per definire le condizioni economiche dell’anticipo e dell’assicurazione collegata. (che però non rendono pubblici ndr.)

Ricordiamo che questa misura, prevista dalla Legge di Bilancio 2017,
sarebbe dovuta partire da maggio 2017 e il decreto attuativo è in vigore dallo scorso 18 ottobre.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto