MA IL MARE E' COME L'ANIMA. E NON FA SILENZIO MAI. NEMMENO QUANDO TUTTO TACE.

Proprio "strano" !

Quello che trovo ancora più' strano e' il perché' non bloccano in via definitiva questi sbarchi di clandestini ( sono molti + di sei)

traghettati da navi e barchini pirati su tutti porti d'Italia, senza una regolamentazione di questo stato di emergenza

dichiarato dal governo per questa pandemia covid.
 
Toc toc toc!!??

C’è uno statistico nel forum??? Nella Sala ???? In TV ?????

Dove sono??? Perché non parlano???

Vorrei che qualcuno mi confermasse che NON DO I NUMERI, perché di due cose l’una, o li do io, oppure li danno loro, i media.




La situazione di oggi secondo la tabella ufficiale (14/10/2020) è la seguente.


7332 di incremento di nuovi casi positivi,

cioè il 4.8% sul numero dei tamponi effettuati che sono 152196.


Il totale di casi positivi ufficialmente è di 92445

di cui 5470 ricoverati, cioè il 5.9%,

e 539 in terapia intensiva che sul totale di positivi rappresenta lo 0.58%.



Il dato dei positivi, estrapolato a livello nazionale (4.8% di positivi sui tamponi)

significa che se facessimo i tamponi a tutta la popolazione, troveremmo 2.897280 positivi.


Quindi sulla popolazione totale, la percentuale dei ricoveri scenderebbe allo 0.009%,

la percentuale delle terapie intensive allo 0.00008%, un dato nullo a livello statistico.


I decessi sono 43, cioè lo 0.046% dei positivi,

cioè lo 0,000007% della popolazione totale, che significa a livello statistico un tasso percentuale ZERO sulla popolazione totale.



Lo so che è brutto parlare di decessi come se fossero zero,
ma stiamo parlando di statistiche che non sono tali da giustificare tutte queste chiusure, la fine e la morte dell’economia del paese.


Ogni giorno in confronto muoiono almeno 500 persone per tumore

e 600 persone per malattie cardiovascolari,

che rischiano di aumentare per come sono barricati gli ospedali

e per l’obbligo dei tamponi che fa trascurare i casi urgenti nei pronti soccorsi

dove non si somministrano le cure dovute prima di avere i risultati dei tamponi.



Si capisce che da una parte la preoccupazione principale è l’aumento delle terapie intensive
e il rischio di rimanere senza posti letto, di cui rimangono a livello nazionale ancora 4000 posti,
dall’altra sembra vi sia l’interesse a fermare l’economia per il grande reset voluto dal World Economic Forum + Fondazione Rockefeller
in modo da arrivare più facilmente al “common pass”, la app sullo smart come passaporto vaccinale covid,
condizione sine qua non per potere ricominciare a viaggiare.


Si capisce anche che niente è stato fatto per aumentare i posti di terapie intensive

così adesso c’è una “buona” ragione per diffondere il terrore, prorogare lo stato di emergenza, pubblicare dpcm e fermare l’economia.


Il governo è colpevole, colpevolissimo, se non altro di non avere aumentato i posti in terapia intensiva!



E stiamo annegando in una follia collettiva.
 
:mmmm: :mmmm: :DD::DD:

Figuraccia del Ministero degli Esteri:

Manlio Di Stefano, il vice di Di Maio, è diventato "Of Stefano".


Lo scivolone rimane online ed il web ride:

"Ignoranti fino al midollo, questo è un circo"




Di Maio usa Google Translate? Ennesima gaffe della Farnesina
 
Mascherine obbligatorie all'aperto, locali pubblici chiusi entro mezzanotte e addio alle gite scolastiche.
Sono queste alcune delle principali novità dell'ultimo Dpcm licenziato dal governo Conte.

Abbiamo chiesto al costituzionalista Michele Ainis e al giurista Carlo Taormina la loro opinione sulla liceità di questo provvedimento.

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Con la proroga dello stato d'emergenza e con queste forti raccomandazioni da attuare all'interno della propria abitazione
c'è chi lamenta una sospensione della democrazia. Cosa ne pensa?

Ainis
: "Che lo stato d’emergenza si accompagni a una contrazione delle libertà e dei diritti è nella natura stessa dello stato d’emergenza.

In questa vicenda, e mi riferisco all’ultimo Dpcm, mi sembra paradossale che in un atto normativo ci siano delle raccomandazioni.

Qual è l’effetto precettivo di una raccomandazione e di un consiglio?

Le norme regolano, non consigliano, pongono dei doveri e dei limiti o stabiliscono dei diritti,
ma di una raccomandazione contenuta in una norma io non ricordo neppure dei precedenti.

Allora potremmo anche scrivere su una norma che bisogna voler bene alla mamma e lavarsi i denti ogni mattina.

Io credo che la formula della raccomandazione nasca da una difficoltà tutta politica (che, poi, diventa anche giuridica)
di trovare uno strumento cogente, coercitivo rispetto alla sfera privata delle persone".


Taormina: "Penso che non si tratti di una sospensione, ma di una vera e propria soppressione della democrazia.

Non è, infatti, vero che trattandosi di una semplice raccomandazione ciò non significa che la polizia non possa entrare in casa.

È assolutamente falso. Le faccio un esempio.

Se un vicino, avendo udito dei rumori, ritiene che ci siano più di 6 persone in un’abitazione, può chiamare la polizia la quale può benissimo intervenire.

In tal caso quel cittadino rischia persino una multa. Ma non solo.

In base all’articolo 1 del testo unico di pubblica sicurezza, la polizia può entrare e sentire le persone presenti per risolvere i dissidi privati tra vicini.

Se ci sono motivi di pubblica sicurezza, poi, la polizia può tranquillamente entrare in abitazioni private. Ma non solo.

Poiché siamo in stato d’emergenza, i pubblici poteri come i prefetti hanno tutte le possibilità
di emettere provvedimenti che ritengono indispensabili e possono favorire l’intervento della polizia".

Come si conciliano tra loro l’articolo 32 che salvaguardia la salute pubblica
e l’articolo 14 che stabilisce che il domicilio è inviolabile?



L'idea della polizia che entra in casa per controllare e dei vicini delatori erano incostituzionali?

Ainis
: "Se si tratta di una raccomandazione, lo Stato, evidentemente rinuncia a usare la forza.

Che cos’è lo Stato?

Secondo Max Weber è un’entità che ha il monopolio legittimo della forza, ma tale monopolio si accompagna a delle norme cogenti.

Se le norme sono delle raccomandazioni, questa premessa cade.

Per quanto riguarda il diritto alla privacy bisogna considerare che la Costituzione è come un mosaico
o un firmamento di stelle che prevede un bilanciamento fra i diritti che entrano in conflitto tra loro.

La regola generale è che nessuno può essere interamente soppresso.

Mi spiego meglio. Se io stabilisco che c’è un valore di fedeltà coniugale non posso sublimare tale valore
fino a tagliare la mano all’adultera come accade in alcuni luoghi del mondo perché questo ci esporrebbe
a quella che Karl Schmitt chiamava la “tirannia dei valori”, cioè un valore che si afferma su tutti gli altri.

In un sistema democratico in cui c’è un pluralismo di valori bisogna trovare le modalità per far convivere tali valori.

Qualche volte è necessario che un valore si affermi sugli altri, ma non fino al punto da sopprimerne il nucleo essenziale".


Taormina: "Il domicilio è inviolabile. È violabile solo attraverso l’intervento dell’autorità giudiziaria.

Motivazioni di tipo sanitario possono incidere, ma occorre una regolamentazione che, nel caso di specie,
non abbiamo perciò tutto ciò che riguarda l’invasione dell’abitazione privata rappresenta una grave violazione dei principi costituzionali".


La politica degli annunci in tv che poi vengono smentiti dai testi emanati dal governo rischia di alimentare paura e confusione?

Ainis
: "La politica, in tutto il mondo, si è spettacolarizzata.
Anche Obama sapeva calcare la scena.

Non è un fenomeno che nasce col governo Conte e, non per niente, adesso ci sono personaggi televisivi che si propongono come sindaci di Roma.

Adesso il mondo è cambiato rispetto a quando c’erano De Gasperi e Berlinguer.

La politica si fa con i tweet, con gli annunci roboanti e sono per loro stessa natura
degli annunci per loro natura ansiogeni dal momento che vanno a colpire la sfera emozionale".


Taormina: "C’è un grande sconcerto tra la popolazione che, ormai, si sente in balìa del potere pubblico
che della sua persona, della sua famiglia e della sua privacy può fare qualsiasi cosa".


Come convive il diritto alla salute con il diritto alla libertà d’impresa con la chiusura obbligatoria di determinate attività
come le discoteche e tutti quei settori che prevedono un grande afflusso di persone?
Mi riferisco, per esempio, al mondo del catering, degli eventi e del “wedding”…

Ainis
: "La pandemia, come una guerra, lascia sul terreno delle vittime.
Queste vittime, purtroppo, sono persone in carne e ossa, ma sono anche delle imprese.

Se ci riferiamo ai valori costituzionali bisogna ricordare che il diritto alla salute è l’unico che la Costituzione proclama come fondamentale.
Ma non solo.

La libertà d’iniziativa economica privata non è assoluta, ma deve svolgersi in armonia con l’utilità sociale, come prescrive l’articolo 41 della Costituzione.

Un sacrificio della libertà d’impresa, purché non sia una soppressione di tale libertà, è un sacrificio che si può comprendere in certe fasi.

Tocca poi vedere, caso per caso, quanto questa giustificazione sussiste e quanto no".


Taormina: "Dobbiamo essere tutti cauti e dobbiamo osservare le tre regole che ci vengono indicate dai medici:
indossare la mascherina, mantenere il distanziamento di un metro tra le persone e lavarsi le mani.

Una volta fatto questo, credo non sia bisogno di dare limitazioni alla libertà d’impresa.

L’importante è che ci sia un’osservanza di queste regole e delle sanzioni per chi le viòla, ma non credo sia utile ciò che è stato fatto con questo decreto.

Far chiudere un locale a un determinato orario se ha i tavolini oppure no è una semplice buffonata…"


Lo Stato, da un lato, ha imposto l’obbligo della mascherina anche all’aperto,
ma dall’altro la situazione sui trasporti pubblici è tale che non garantisce la sicurezza ai propri cittadini.
Non solo. La legge sull’antiterrorismo imporrebbe di girare a volto scoperto, mentre il Dpcm a volto coperto.
Non siamo di fronte a delle evidenti contraddizioni?

Ainis
: "Sui mezzi pubblici si è cercato di trovare un equilibrio faticoso e probabilmente insoddisfacente.

Il problema è che limiti come quello della capienza all’80% sono sempre convenzionali, un po’ come i limiti che riguardano l’inquinamento atmosferico.

Uno dei criteri per risolvere le contraddizioni tra norme è il criterio della specialità.

La legge speciale vale in una situazione eccezionale.

Questa è una situazione eccezionale e comporta l’obbligo della mascherina che, normalmente, invece,
non si dovrebbe indossare proprio perché non si può camuffare il volto.

Durante stato d’emergenza le ordinanze di protezione possono disporre in deroga alle leggi vigenti
e, quindi, la gerarchia delle fonti per cui la legge viene prima del decreto e il decreto prima dell’ordinanza viene rovesciata".


Taormina: "Qui bisogna mettere in correlazione il problema della salvaguardia della salute personale con quella della collettività.

Certamente la mascherina è una cautela ineliminabile dove non c’è distanziamento sociale
perché se io sto per strada a tre metri di distanza non ho capito perché debba indossarla.

Penso, invece, che sia indispensabile dentro i mezzi di trasporto pubblico.
 
La pandemia ha messo a nudo la contraddizione di questo tempo di crisi,
che si focalizza sull’incapacità della politica di conciliare il perseguimento di due diritti fondamentali del cittadino: la salute e il lavoro.


Le organizzazioni politiche più solide si attrezzano a gestire le fasi critiche,
quelle invece dalla storia partitica meno radicata e più fluida, come in Italia i Cinque Stelle,
sono costrette a giocare a dadi con la Dea Fortuna.

Tuttavia, non sempre l’italico stellone riesce a coprire la via di fuga dalle responsabilità di chi ha l’onere di guidare il Paese.

È ciò che accade nell’Italia alle prese con la minaccia di un secondo tempo del Coronavirus.


E' forte il sospetto che il signor Giuseppe Conte stia lucrando sulla pandemia per trarne vantaggi politici personali.


Comprimere le libertà individuali per un Governo è sempre un grosso rischio,
soprattutto quando non si hanno le idee chiare sul tempo di durata della sospensione dei diritti fondamentali.


Il distanziamento sociale è incompatibile con l’esercizio di attività lavorative, quindi con la produzione di ricchezza.

E come ben si può immaginare quando il Pil si ferma, lo Stato e la società sottostante che esso governa colano a picco.


L’odierna alternativa potrebbe centrarsi sulla scelta tra il morire di Covid o di miseria.


D’alto canto, pensare di salvare capra e cavoli con l’assistenzialismo pubblico a oltranza non è possibile.



Si possono contrarre prestiti, che è ciò che ci chiede di fare l’Unione europea con i falsi Piani Marshall che sta mettendo a punto a Bruxelles.
Ma i prestiti recano un’incrollabile certezza ai debitori: essi vanno ripagati e con gli interessi.

Ciò pone un limite molto serio all’allegria da naufraghi dei politici nostrani che puntano sulla pioggia di denari promessi da Bruxelles
per coprire tutte le falle del sistema messo in crisi dal virus: non si possono contrarre debiti in misura superiore alla capacità di restituzione degli stessi.

E qual è il nostro potenziale di solvibilità tenendo conto che già prima della pandemia avevamo un gigantesco debito pubblico sul groppone?


Una soluzione ci sarebbe che piace enormemente alla sinistra: mettere mano al risparmio privato
che, essendo quattro volte superiore all’attuale debito pubblico, potrebbe ampiamente garantire copertura
a un consistente sforamento in deficit dei conti per finanziare la spesa corrente in misure allargate di sostegno al reddito.

Il mezzo per togliere i soldi dalle tasche degli italiani si chiama “Patrimoniale”.

Se è questa la soluzione che ha in mente il Governo lo dica e si faccia carico della reazione popolare.


A meno che il piano non sia di portare allo sfinimento della popolazione

attraverso lo stillicidio di notizie allarmistiche sul ritorno incombente del contagio,

propedeutico al colpo finale dello svuotamento forzoso dei conti correnti per “dare oro alla Patria”.



Lo strumento per venire a capo di situazioni in cui gli opposti non si conciliano si chiama voto. La maggioranza decide.


La bugia più grossa alla quale Giuseppe Conte ha agganciato il suo personale destino politico

è che nello stato d’emergenza il popolo non si possa esprimere e che tutte le attività connesse all’esercizio democratico debbano essere sospese.

Non è vero.


Mai come in quest’ora di decisioni irrevocabili, chiamare gli italiani a una corale prova di responsabilità attraverso il voto sarebbe un atto di assoluto valore istituzionale.

Nello stato d’eccezione è compito del sovrano fornire un indirizzo preciso al legislatore e all’esecutivo su quale strada dover proseguire.

Ma per avere l’umiltà di rivolgersi al popolo per chiederne l’aiuto nel momento in cui una decisione definitiva non la si può o si sa prendere,
bisognerebbe avere una classe di statisti di altissimo profilo alla guida della nazione.


Noi l’abbiamo?

No, per niente.

Al Governo sono finiti dei parvenu che hanno mostrato grandi attitudini a imbrogliare le carte pur di restare incollati alla poltrona.



Lo scenario più verosimile che ci attende sarà quello di un governicchio che si para dietro i pieni poteri al presidente del Consiglio,
che a sua volta sforna a ritmo costante decreti presidenziali contraddittori, confusi, inutili, pericolosi, sordi alle istanze dei territori,
pur di giustificare la propria permanenza al comando.

Si continuerà col cerchiobottismo tra tutela della salute e difesa del Pil che alla lunga non garantirà né l’uno nè l’altro diritto ?


A questo punto non ci resta che sperare che sia il virus a suicidarsi perché se fosse per il Conte bis,

per la rendita di posizione che gli ha assicurato il Covid, andrebbe in pensione con la “Fornero”.
 
Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in un appunto di una pagina e mezzo

dimostra e spiega al governo come sia impossibile impedire i party privati.



“L’articolo 14 della Costituzione riconosce l’inviolabilità del privato domicilio”, scrive.

Il parere è stato chiesto dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, a cui si è rivolto il premier Conte
dopo che gli era giunta notizia, nei giorni scorsi, che i ministri Speranza e Franceschini
volevano inserire una forma di controllo dei party privati in casa e fuori nell’ultimo Dpcm.




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La ricostruzione di quanto sarebbe avvenuto la fornisce Claudia Fusani sul Riformista.

Gabrielli avrebbe aggiunto che per autorizzare i controlli “il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra”.

Una provocazione ovviamente, scrive il giornale; il documento di Gabrielli è servito tuttavia a stoppare le richieste dei ministri della Salute e dei Beni culturali.

È stata dunque la polizia e il ministero delle polizie a evitare i controlli più rigidi che due ministri pretendevano nel nuovo Dpcm.


Per loro, uomini in divisa sarebbero dovuti entrare a qualunque ora nelle abitazioni private per verificare il numero dei presenti.

Ma, grazie al cielo, questa forma di controllo non è possibile.

Di più: è anticostituzionale.

E Gabrielli lo ha messo nero su bianco.

Va sottolineato che la Lamorgese, ministro dell’Interno tecnico di un governo politico,
non è mai stata coinvolta in nessuna delle riunioni preparatorie del Dpcm fin qui convocate.

È servito un dubbio di Conte su questo aspetto per chiamarla in causa.

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Lamorgese, già seccata e non da quel giorno per questa “dimenticanza” – come riporta ancora Il Riformista
coinvolge a sua volta per un parere tecnico il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli.

Che produce nel giro di un’oretta un appunto che spazza via ogni dubbio per “questioni di ordine giuridico” e altre di natura pratica.

Quest’ultime così sintetizzabili:

“Le forze dell’ordine, tutte, hanno già abbastanza da fare nel contrasto dei reati,
la gestione dei flussi migratori e ora anche delle norme di contenimento anti-Covid,
che non possono essere coinvolte in controlli che potrebbero nascere

da meccanismi delatori, rivalità e dissidi di vicinato”.
 
Non c'è via d'uscita. La volontà è quella di metterci in casa al chiuso.
Sintanto che non comunicheranno il dato separato - e non lo faranno mai -
non è possibile sapere quanti sono i malati reali e quanti i solo positivi ed asintomatici.
Ma il dato sicuro e reale, sono 8 su 2067 = 0,38%.
Il che vorrebbe dire che su 10.200.000 abitanti della Lombardia, potrebbero essere 39.000 abitanti.

E però, c'è un però, su 32.507 tamponi, sono lo 0,0025%.
Pertanto se tutti venissero tamponati sarebbero su 10.200.000 abitanti = 255 abitanti.


Supera la soglia dei 2mila casi (2067 per la precisione) in un giorno il numero dei nuovi contagi
da coronavirus in Lombardia con 32.507 i tamponi effettuati e un rapporto che arriva al 6,3%

Sono 123 i debolmente positivi e 16 i contagi accertati a seguito di test sierologico.

Aumentano di 8 unità le terapie intensive occupate negli ospedali lombardi.

81 i ricoveri meno gravi, mentre aumentano di 209 guariti e dimessi.

I decessi in Regione di persone contagiate sono pari a 26 (17.037 in totale).

Per quanto riguarda le province Lecco ne conta altri 51.
Continua a far paura il milanese con 1.053 casi,
il Varesotto con 170 e Monza e Brianza con 196.
 
"L'evoluzione epidemiologica di questi ultimi giorni ha determinato l'attuazione completa
della prima fase del Piano ospedaliero regionale, approvato dalla Giunta il 16 giugno scorso,
che prevede la disponibilità di 1550 posti Covid nei 18 ospedali Hub:

150 posti di terapia intensiva,

400 di sorveglianza sub intensiva

e 1000 posti letto nei reparti".

Lo comunica l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera,
al termine della riunione con le direzioni strategiche delle Asst, Irccs e Ats della Lombardia
e con i rappresentanti delle associazioni di categoria della sanità privata accreditata.

"Il piano prevede inoltre la possibilità di riattivare ulteriori 300 posti letto Covid nelle strutture dotate di reparti di pneumologia
e la definizione di aree per l'isolamento dei pazienti asintomatici che necessitano di sorveglianza, negli altri presidi.

È stata definita anche l'organizzazione operativa degli ospedali nella Fiera di Milano e di Bergamo,
il cui funzionamento partirà dopo il 150esimo ricovero nelle terapie intensive regionali.
(Oggi i ricoverati nelle terapie intensive lombarde sono 72).

Essi rappresentano un supporto essenziale per gli ospedali lombardi nel delicato equilibrio fra la cura di pazienti Covid e quelli affetti da altre patologie".

"Uno sforzo notevole sarà effettuato anche a livello di tracciamento dei casi, con l'impegno a lavorare
per raggiungere 40 mila tamponi giornalieri (oggi ne sono stati eseguiti 29 mila).

Ai tamponi molecolari si aggiungeranno quelli rapidi, che saranno disponibili nelle prossime settimane.

Essi saranno impiegati sia nel settore scolastico che sul territorio".


Durante la riunione si è affrontato pure il tema della sorveglianza domiciliare e dell'isolamento dei casi positivi, che viene attivato dalle Ats attraverso specifici piani territoriali.
 
Ci siamo. Si fanno i test con l'esercito.


Ad Arzano (Napoli), è stato imposto il lockdown da parte del comune.

E così decine di commercianti hanno bloccato le strade per protesta.

Si sono riversati tutti alla rotonda di Arzano, strada nevralgica per l’accesso al centro - a nord di Napoli - per far valere le proprie ragioni.

Il mini lockdown è scattato oggi e sarà in vigore fino al 23 ottobre prossimo.

Su decisione della commissione straordinaria che amministra il Comune,
resteranno chiusi scuole, cimitero e negozi, ad eccezione di quelli di generi di prima necessità.

Un provvedimento adottato alla luce dell’impennata di contagi da Covid in quella zona.




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“L’ordinanza della Commissione Straordinaria del Comune di Arzano è un modo per ‘ammazzare’ l’economia locale
e non per fermare il propagarsi del contagio, visto che i cittadini arzanesi si muoveranno verso i comuni limitrofi per poter soddisfare le proprie necessità”.

È quanto dichiarano in una nota congiunta Marco Nonno, consigliere regionale della Campania di Fratelli d’Italia
e Giuseppe D’Angelo, esponente del partito di Giorgia Meloni ad Arzano.



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“Questa ordinanza va quantomeno rivista.
Si proceda, anche tramite la protezione civile, ad effettuare più tamponi per strada in punti prestabiliti
e più controlli sul territorio attraverso le forze dell’ordine. Solo così si può pensare di contenere il contagio senza distruggere il territorio”.

Dal canto suo, il prefetto di Napoli, Marco Valentini, sentito il questore di Napoli Alessandro Giuliano,
ha subito disposto un impiego straordinario delle forze dell’ordine per assicurare il rispetto delle prescrizioni contenute nell’ordinanza.

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L’impiego straordinario delle forze dell’ordine disposto dal prefetto, si legge in una nota, può essere svolto
“anche eventualmente con l’ausilio delle forze armate di cui al contingente Strade sicure”.

Previsto dall’ordinanza anche “il divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.

Viene inoltre ribadito l’obbligo “di indossare la mascherina, su tutto il territorio comunale, anche nei luoghi all’aperto,
durante l’intero arco della giornata, a prescindere dalla distanza e nel rispetto delle previsioni normative nazionali”.
 

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