Molecular Medicine (MLM) Molmed (3 lettori)

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Pivelloingain

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informati quanto costano i farmaci in uso per trapianto di midollo ,., e se i pazienti devono prenderli a vita. io ho detto anche alla mia compagna ma lavora in ospedale infantile .

Buongiorno a tutti:)
Di quello che so se il trapianto "attecchisce" non c'è più bisogno di prendere farmaci a vita e di regola si aspetta fino a cinque anni durante i quali si prendono dei farmaci che sinceramente non so ma nel nostro caso tk servirebbe per quei casi dove il solo trapianto ha fallito, in ogni caso più tardi salgo in oncoematologia e vedo se seguono i pazienti con trapianto di midollo....qui il centro trapianti di midollo non c'è sta a Napoli:(
 

Pivelloingain

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Poi magari se sopra va male potrei fare un tentativo al Cardarelli penso che li c'è il centro trapianti presentandomi come collega e sperando in una buona volontà di qualche collega disposto a collaborare...:help:
 

cloca

voglia di pedalare
Buongiorno a tutti:)
Di quello che so se il trapianto "attecchisce" non c'è più bisogno di prendere farmaci a vita e di regola si aspetta fino a cinque anni durante i quali si prendono dei farmaci che sinceramente non so ma nel nostro caso tk servirebbe per quei casi dove il solo trapianto ha fallito, in ogni caso più tardi salgo in oncoematologia e vedo se seguono i pazienti con trapianto di midollo....qui il centro trapianti di midollo non c'è sta a Napoli:(


Il CHMP di EMA ha raccomandato l’approvazione di Zalmoxis, di MolMed SpA, Azienda biotech italiana. Zalmoxis è destinato all’utilizzo come terapia add-on in pazienti adulti sottoposti a trapianto aploidentico di cellule staminali emopoietiche (HSCT) per diversi tipologie di tumore a carico del sangue, al fine di favorire la ricostituzione del sistema immunitario del paziente e limitare la cosiddetta malattia del trapianto verso l’ospite (graft-versus-host disease). L’HSCT aploidentico si attua trapiantando cellule staminali emopoietiche di un donatore parzialmente compatibile con il ricevente. La procedura presenta dei vantaggi poichè, soprattutto per patologie gravi come la leucemia ed il linfoma, è più facile avere la disponibilità di un donatore. Lo svantaggio principale è però rappresentato dall’elevato rischio che le cellule trapiantate attacchino gli organi del ricevente, sviluppando, appunto, la graft-versus-host disease. Zalmoxis è costituito da linfociti T delle cellule staminali del donatore, che sono state separate dal resto delle cellule durante il trapianto. I linfociti vengono geneticamente modificati in modo da includere un gene (HSV-TK), in grado di provocare il “suicidio” delle cellule stesse e che le rende sensibili al trattamento con ganciclovir. Questo prodotto viene somministrato al paziente nel caso si sviluppi una graft-versus-host disease. Zalmoxis è stato testato in uno studio che ha arruolato 30 pazienti sottoposti a HSCT aploidentico, dei quali 23 hanno visto il proprio sistema immunitario ripristinato, mentre 10 hanno sviluppato la malattia del trapianto verso l’ospite. Nove soggetti sono stati trattati con ganciclovir e nessuno di essi ha avuto esito fatale o ha riportato problemi a lungo termine. Zalmoxis ha prodotto anche importanti risultati sulla sopravvivenza, confrontando i dati relativi agli studi con il database dei pazienti sottoposti a questo tipologia di trapianto .

io da quel che capisco zalamoxis lo usano pre !! e in caso di gvhd usano il ganciclovir.
 

Pivelloingain

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Il CHMP di EMA ha raccomandato l’approvazione di Zalmoxis, di MolMed SpA, Azienda biotech italiana. Zalmoxis è destinato all’utilizzo come terapia add-on in pazienti adulti sottoposti a trapianto aploidentico di cellule staminali emopoietiche (HSCT) per diversi tipologie di tumore a carico del sangue, al fine di favorire la ricostituzione del sistema immunitario del paziente e limitare la cosiddetta malattia del trapianto verso l’ospite (graft-versus-host disease). L’HSCT aploidentico si attua trapiantando cellule staminali emopoietiche di un donatore parzialmente compatibile con il ricevente. La procedura presenta dei vantaggi poichè, soprattutto per patologie gravi come la leucemia ed il linfoma, è più facile avere la disponibilità di un donatore. Lo svantaggio principale è però rappresentato dall’elevato rischio che le cellule trapiantate attacchino gli organi del ricevente, sviluppando, appunto, la graft-versus-host disease. Zalmoxis è costituito da linfociti T delle cellule staminali del donatore, che sono state separate dal resto delle cellule durante il trapianto. I linfociti vengono geneticamente modificati in modo da includere un gene (HSV-TK), in grado di provocare il “suicidio” delle cellule stesse e che le rende sensibili al trattamento con ganciclovir. Questo prodotto viene somministrato al paziente nel caso si sviluppi una graft-versus-host disease. Zalmoxis è stato testato in uno studio che ha arruolato 30 pazienti sottoposti a HSCT aploidentico, dei quali 23 hanno visto il proprio sistema immunitario ripristinato, mentre 10 hanno sviluppato la malattia del trapianto verso l’ospite. Nove soggetti sono stati trattati con ganciclovir e nessuno di essi ha avuto esito fatale o ha riportato problemi a lungo termine. Zalmoxis ha prodotto anche importanti risultati sulla sopravvivenza, confrontando i dati relativi agli studi con il database dei pazienti sottoposti a questo tipologia di trapianto .

io da quel che capisco zalamoxis lo usano pre !! e in caso di gvhd usano il ganciclovir.[/QUOTE

Lo usano pre se non cè possibilità di reclutare donatore compatibile....quando c'è la GVHD non si può fare più nulla vuol dire che il semplice trapianto ha fallito
 
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