No al Referendum Taglio dei Parlamentari

Il popolo pensando di votare per eliminare i parassiti, in realtà voterà per indebolire la (già debole) forma di governo di espressione nazionale.

Il Si è questo. Non cascateci.
 
#IoVotoNo EhPNVyiWsAIO_np.jpeg.jpg
 
Un sì per l'UE, ce lo chiede il PD
di Leonardo Mazzei

Stefano Ceccanti è una garanzia. Uno che se hai dei dubbi su come votare te li toglie. Basta fare il contrario di quel che dice lui. Le sue motivazioni per il sì, espresse su la Repubblica di ieri, sono in questo senso una perla da non perdersi.

Del resto, il curriculum del Ceccanti è una certezza. E non da oggi. Professore di Diritto Costituzionale, oltre che attuale parlamentare piddino, ha passato la sua vita a calpestare la Carta del 1948. Nei primi anni ’90, come promotore dei comitati per il maggioritario e per i sindaci-podestà, fu con Segni ed Occhetto uno degli affossatori del sistema proporzionale. Come consulente ed “esperto” (è da tempo che i “tecnici” imperversano!), ha preso parte attiva a vari tentativi di scardinamento dei principi costituzionali, tra i quali la commissione De Mita- Jotti del 1992-94 e quella degli “esperti per le riforme” voluta da Napolitano ed Enrico Letta nel 2013.

Cosa ci dice, uno con una storia così, del referendum costituzionale del prossimo 20 settembre? «Giusto ridurre i parlamentari, le Camere non hanno più l’esclusiva del potere normativo». Questo il titolo della sua intervista al giornalone amico.

Ma vediamo meglio la sua argomentazione:

«Il Parlamento nazionale non ha più l’esclusiva nella produzione di norme. In Italia le Regioni hanno potere legislativo e il nostro Paese, come altri, deve adeguarsi alla crescita del rilievo normativo dell’Unione europea».

Ottimo Ceccanti! Che certe confessioni dei nemici valgono assai più di mille argomenti contro i loro disegni!

Le confessioni del “costituzionalista” piddino sono due. In primo luogo, oggi il parlamento conta quel che conta perché espropriato dall’UE, dunque riduciamo pure il numero dei suoi componenti così quella strada diventerà sempre più irreversibile. In secondo luogo ci sono le Regioni, che gli euristi come lui, non ancora soddisfatti dello sfascio prodotto dalla (contro)riforma del Titolo V, sognano ancora più forti proprio per cancellare progressivamente lo Stato nazionale dentro la cornice sovranazionale dell’Europa dei banchieri. Bingo!

Non meno istruttivo un secondo passaggio della stessa intervista:

«Nel 2016, con l’allora governo di Matteo Renzi, ci eravamo battuti come Partito Democratico per un monocameralismo politico e penso che quella battaglia vada rilanciata. Ma quel referendum come è noto lo perdemmo e questo ha segnato l’inizio di un periodo di riforme spezzettate, come sostengono alcuni sostenitori della dottrina costituzionalista. Per quanto mi riguarda, una riforma più organica sarebbe da preferire. Ma ripeto, quel referendum del 2016 lo abbiamo perso e quindi più che di monocameralismo possiamo parlare ora di taglio dei parlamentari».

Dunque il Ceccanti vorrebbe non solo meno parlamentari, ma anche il monocameralismo, una bella legge ultra-maggioritaria ed una qualche forma di presidenzialismo. Ma intanto si accontenta di tagliare la rappresentanza con il voto del 20 settembre, poi da cosa nasce cosa…

Onestamente egli sottolinea la continuità con il referendum di Renzi – occasione nella quale fondò il Comitato Basta un Sì a sostegno del Bomba fiorentino – ma pure con la svolta antidemocratica degli anni ’90, ricordandoci che:

«Se vincesse il Sì, avremmo un numero di parlamentari uguale a quello che fu pensato dalla commissione De Mita-Jotti nei primi anni ’90, ben prima della crescita delle forze populiste».

Insomma, altro che grillismo! La rivendicazione del “costituzionalista” piddino è forte e chiara: l’obiettivo della riduzione del numero dei parlamentari, vista come tassello di una strategia ben più ampia, non nasce certo con i Cinque Stelle. Essa scaturisce invece dai pensatoi del blocco dominante, dai quali casomai i pentastellati l’hanno ripresa per i loro scopi presuntamente “anti-casta”.

Oggi, per un curioso scherzo della storia, questa bandiera anti-casta viene sottoposta al voto popolare proprio mentre coloro che tanto se ne fregiano sono ormai divenuti “casta”, o quantomeno (che è anche peggio), servi della casta effettiva. Quella vera, quella piddina, ben rappresentata dallo sfascia-costituzione professionale prof. Ceccanti Stefano. Che sentitamente ringraziamo per la sua confessione spontanea rilasciata a la Repubblica.

Una confessione che ci dice tre cose: vota no, vota no, vota no.
 
Giusto, ne ferisce più la penna della spada dice il proverbio.
x me è un No grazie → il mio istinto mi suggerisce cetriolo a volo radente con tazzina da caffè come esca
:no:Il proverbio non "ferisce" MA uccide!:-DLa mia esperienza "dice" che più del 70% degli "onorevoli" sono lì per......"alzare la manina" o, se preferisci, schiacciare il bottone per confermare ciò che i capi-bastone hanno deciso. Pertanto, si potrebbe ridurne di più senza che la DEMOCRAZIA ne abbia a soffrirne....ammesso che la democrazia se ne ACCORGA!!!
 
:no:Il proverbio non "ferisce" MA uccide!:-DLa mia esperienza "dice" che più del 70% degli "onorevoli" sono lì per......"alzare la manina" o, se preferisci, schiacciare il bottone per confermare ciò che i capi-bastone hanno deciso. Pertanto, si potrebbe ridurne di più senza che la DEMOCRAZIA ne abbia a soffrirne....ammesso che la democrazia se ne ACCORGA!!!

Ah ah si dice anche così.
Già da adesso Il tentativo è quello di scavalcare Il Parlamento. Ridurre il numero dei parlamentari è un ulteriore passo in questa direzione.
Es. Questo inverno praticamente lo hanno chiuso e nominarono quelli delle task-force.
Ancora più clamoroso fu l'anno scorso, quando Conte a giugno andò a Bruxelles per il Consiglio europeo circa le modifiche al trattato del Mes. Aveva il preciso mandato del Parlamento di non accettare nessuna modifica peggiorativa del Mes e se questo non fosse stato possibile doveva riferire prontamente alle Camere. Ebbene tenne le Camere all'oscuro. Andò in Parlamento a riferire sul Mes solo a dicembre quando la storia delle clausole single-limb uscì fuori grazie a Reuters.
 
Ultima modifica:
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Back
Alto